Il Codice McCartney
C’è una cosa, una sorta di tradizione che accomuna tutte le rockstar che passano a miglior vita troppo giovani o troppo presto. Vuoi perché i fan non accettano la dipartita, vuoi perché la gente non se ne capacita, aleggia sempre qualche mistero dietro la morte di un musicista di larga fama. Leggende nere, versioni alternative. Ma ad andare per la maggiore sono le ipotesi di complotto secondo le quali alcuni divi fingono la loro morte perché stufi del successo e della vita soffocante del vip, sparendo in non meglio identificati luoghi ai confini del mondo. E’ così che Jim Morrison sarebbe un vecchietto che vive sperduto e solo su un’isola nel mezzo dell’oceano a godersi l’eremitaggio. Oppure Elvis che è fuggito in Argentina diventando un modestissimo calzolaio o macellaio. C’è chi giura e spergiura anche di avere le prove dei misteriosi avvistamenti. Prove che non hanno mai trovato riscontro. Magari un giorno si aprirà l’Area 51 al pubblico e scopriremo che tutte le rockstar sono lì a jammare o a dare vita ad una eterna battaglia di superband.
C’è invece un solo caso, l’unico della storia, in cui una rockstar morta fingerebbe invece di essere viva e vegeta, nascondendo strenuamente la verità a tutti quanti e facendo l’alternativo a tutti i costi. Chi è costui? Prima di dire il nome basta una sigla: PID, acronimo di Paul Is Dead. Il soggetto in questione e, soggetto di questo libro, è proprio il signor Paul McCarthey e la leggenda del PID, la sua morte e sostituzione con un sosia ad hoc e gli indizi disseminati lungo l’opera dei Beatles. I quali, sentitisi in colpa e troppo appesantiti da questo immane segreto, avrebbero invaso con messaggi subliminali i loro album per svelare la morte del loro bassista ai più.
Se questa storia vi ha sempre esaltati, se siete curiosi di approfondirla, se siete complottisti nati e cercate prove serie, il Codice McCartney è il libro che fa per voi. Al di là della narrazione dei fatti e di tutto l’elenco degli sterminati messaggi subliminali sparsi graficamente e vocalmente su copertine e canzoni, questo è l’unico libro che per la prima volta fa eseguire a esperti forensi analisi sulle foto di Paul e del suo presunto sosia sostituto. Dovete sapere, infatti, che ci sono dei tratti genetici immodificabili anche dalla chirurgia plastica più evoluta ed estrema. Che un viso possa essere modificato completamente senza avvisaglie ad una attenta analisi scientifica è roba da James Bond. Non è così nella realtà. Lascio al piacere della lettura i dati delle analisi e le stupefacenti conclusioni che ne derivano. E non pensate che stupefacente sia esclusivamente scoprire che in realtà la leggenda del PID ha un fondo di verità non solo accennato ma quasi certo. Può anche darsi che finalmente grazie a questa indagine si possa scoprire che il buon Paul è Paul ancora e che non sia mai andato all’altro mondo. Nonostante abbia riconosciuto la figlia illegittima avuta ai tempi in cui i Fab Four suonavano ad Amburgo ma si sia sempre e strenuamente opposto ad un test del dna comparativo.
Paul è lui o da anni vediamo all’opera un suo sosia operato ad hoc per mantenerlo vivo? Lo scopriremo solo leggendo. Oppure, chiedendolo ad Elvis mentre ci serve un etto di prosciutto in quella macelleria di Buenos Aires in cui moltissimi sono convinti di averlo incontrato.