Dormin – To Foreign Skies
Ci sono alcuni album pieni di luce e che risplendono energia attraverso le loro note. Ci sono invece altri lavori cupi, che nascono all’insegna delle sonorità dark, di certi accordi che dicono tutto già dalla loro struttura armonica. I Dormin rientrano in quest’ultima categoria e con il loro secondo album To Foreign Skies aderiscono ad una visione non raggiante del metal, in termini di umore. L’album in questione è diviso ideologicamente in tre parti, Railway 1 – Skyclose, Railway 2 – Endless Déjà vu e Railway 3 Beyond The Bounds; da un altro punto di vista è semplicemente un full-lenght di 11 tracce più la cover di Therein dei Dark Tranquillity (amatissimi nel nostro Paese). Nonostante la mutevolezza delle liriche adottate dai Dormin, uno degli elementi che ci colpisce è l’intensità delle parti strumentali, fattore non tipico per una band di metal estremo: infatti Lavanda presenta un lungo sfogo degli strumenti elettrici e la successiva The Rose And Windwalker parte con un pianoforte e poi con un mood quasi doom. Dicevamo delle voci, tendenzialmente clean (quasi dream o comunque con echi opportunamente inseriti in alcuni passaggi), growl quanto basta per staccare rispetto alle melodie e non correre il rischio di accostare i Dormin ad una band rock. Infatti il muro delle due chitarre, che comunque assume sembianze differenti nel corso dell’ascolto, è tipicamente metal e ci ricorda band come Paradise Lost o come la scena black doom del nord Europa.
Orchestrazioni, effetti, overdose di tastiere, chitarre pesanti, questi sono gli elementi che arrivano prima di tutto nel sound del sestetto. I Dormin puntano tantissimo alle ambientazioni e ci ricordano formazioni come Theatre Of Tragedy, Type O Negative e Tiamat, band che pongono l’accento su sfumature lugubri, arrangiamenti e atmosfere nere senza però abbandonare le loro radici metal. Brani come Never Again fanno intuire tutta la potenza del suono della band; da segnalare la collaborazione con Björn Strid dei Soilwork che appare come ospite speciale in Liar. Una buona e interessante prova, molto articolata ma che non si pone l’obiettivo di piacere a tutti. La dimostrazione che l’heavy metal non è un genere per le grandi masse.
Autore: Dormin | Titolo Album: To Foreign Skies |
Anno: 2015 | Casa Discografica: Revalve Records |
Genere musicale: Dark, Heavy Metal | Voto: 7 |
Tipo: CD | Sito web: https://www.facebook.com/dormin.band |
Membri band:
Rex – voce, chitarra Cairn – basso, programming Zephyr – voce, tastiere Walter R – chitarra Gabriel B – chitarra Hammerfury – batteria |
Tracklist:
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