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12th Giu2015

Finister – Suburbs Of Mind

by Marcello Zinno

Finister - Suburbs Of MindAscoltando tantissimo materiale emergente possiamo dire senza ombra di dubbio che molte delle band nostrane puntano a ricreare sonorità angloamericane. Non è una questione di età, né di genere musicale: è certo che le evidenze e i palchi che ci sono in questi due Paesi (nonché la numerosità di artisti sfornati) aprono a mille influenze e mille possibilità. I Finister, seppur giovanissimi, cadono anch’essi in questa tentazione ma, per fortuna, lo fanno con un approccio elegante e tutt’altro che emergente. Aiutati da una produzione che non solo valorizza ma premia il loro stile, i Finister propongono un rock solo sulla carta dalle tinte psichedeliche ma che poi all’atto pratico diviene elettronico, classico e conturbante. In loro troviamo tantissime anime tra cui un certo amore per la ricerca di effetti e suoni tipico dei Pink Floyd e un attaccamento al rock di zeppelliana memoria. Già questi due ingredienti fusi insieme fanno un mix davvero elettrizzante ed è davvero incredibile pensare che dietro questa musica ci siano dei ragazzi davvero giovani. E’ la dimostrazione che le idee pagano sempre e che l’esperienza non è l’unica regola per avere capolavori (non è un caso che i primi album dimostrano di solito una sfrontatezza e un coraggio musicale che spesso svaniscono con il tempo).

I brani di Suburbs Of Mind sono lunghi e spesso intricati: basta ascoltare Oceans Of Thrills per capire che la loro musica è stratificata (ad alcuni potrebbero ricordare i The Mars Volta nei passaggi strumentali) ma lascia spazio anche ad aperture melodiche soprattutto vocali (la verve di un Buckley nervoso esce fuori proprio in questo brano). Ancora, l’affascinante The Way (I Used To Know) di sponda Radiohead ma che poi nel ritornello si lascia andare agli anni 70 e al rock d’autore nella seconda metà della traccia arricchito da un bellissimo sax. Funambolica invece A Decadent Story, un brano dalle tinte orientali che pone l’accento sulle doti tecniche del quartetto, ma ancora c’è lo xilofono in Here The Sun, un pezzo tipicamente british pronto per le classifiche internazionali. E se non ne avete ancora abbastanza provate ad ascoltare il basso mammut dell’opener The Morning Star o l’energia sprigionata dopo i primi venti secondi di Bite The Snake. Questa band è come una droga: se entrate nel giro non vorrete più uscirne.

Autore: Finister

Titolo Album: Suburbs Of Mind

Anno: 2015

Casa Discografica: Red Cat Records

Genere musicale: Rock

Voto: 7,5

Tipo: CD

Sito web: http://finister.bandcamp.com

Membri band:

Elia Rinaldi – voce, chitarra

Orlando Cialli – tastiere, sax, voce

Leonardo Brambilla – basso, voce

Lorenzo Burgio – batteria, voce

Tracklist:

  1. The Morning Star

  2. Bite The Snake

  3. The Way (I Used To Know)

  4. A Decadent Story

  5. My Howl

  6. Levity

  7. Oceans Of Thrills

  8. The Key

  9. Here The Sun

  10. Everything Goes Back

Category : Recensioni
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