Passenger Side – It Means A Lot
Bellissimo esordio ed esordio bellissimo per quanto mi riguarda. Il progetto Passenger Side capitanato da Mario Vallenari corredato da compagni di viaggio musicisti dà alla luce un primo disco sporco di sabbia, di fango delle grandi route e poi di quell’ingenua voglia di munirsi solo del biglietto di andata…per quanto l’auto-stop non diventi una necessità. Si intitola It Means A Lot e ci troviamo dentro 8 tracce di cui una prima sospensione di piano di appena 51 secondi dal titolo Last Night Alive che rapisce e subito mette tutti sull’attenti che di ali a seguire c’è tanta carne che sta cuocendo sulla brace ardente. E si prosegue con lo sviluppo di questa prima traccia e troviamo Black Dawn che mette a nudo subito un primo ed unico neo (almeno parlando del mio solito gusto contorto delle cose): l’inglese! Maledizione siamo italiani e si sente e non c’è cosa peggiore. Per il resto, il tutto vira con fare randagio e assolutamente disinteressato ai cliché, alle forme e agli stili…randagio con un sound davvero americano di ballad sospese che un po’ fanno pensare agli U2 e un altro po’ al moderno folk indipendente che i nostri cari amici italiani ancora si sognano. E se dentro vi trovassi quel modo di cantare e di far crescere le tensioni che un pochetto i Foo Figheters mi hanno insegnato, mi prendete per pazzo?
Suggestiva, berliniana o anche decisamente europea la successiva Devil Said con il fantasma Beatles che bussa dietro la finestra che vuole entrare e di sottofondo c’è del mellotron o qualcosa che gli somiglia ed è così che il fascino aumenta. Grunge e arrogante di ruggine Pieces e qui, tanto ormai sono pazzo, penseri anche ai REM e a quel modo di fare ballad rock…che qui il rock con questi distorsioni mi riportano a What’s The Frequency Kenneth come anche alle rocchettare band da college pettinati. Il top del top si raggiunge nella blueseggiante I Speer To Love You e per me si può anche finire qui. Il vertice del disco, del mix e soprattutto della bellezza libera di essere si manifesta in tutto e per tutto…siamo davvero sul lato passeggero della macchina, il viaggio prosegue e non mi interessa proprio dove come e quando…come…davvero non mi importa nulla del come. Ci si vede quando capita.
Passeggeri Side hanno dato vita ad un bel progetto che più di tutto ha il pregio di comunicare quello che finalmente manca alla voce di tanti artisti e saccenti conoscitori di questo “mestiere”: la voglia di fare e non di apparire. E ancora lo capiamo che la musica è strumento vitale per se stessi e non per le copertine dei giornali. Non voglio tirar somme frettolose, ma dal sound sporco e randagio di queste soffici ballad mi sa tanto che i Passenger Side l’hanno capito. Punto a loro e palla al centro. Davvero un ottimo ascolto.
Autore: Passenger Side |
Titolo Album: It Means A Lot |
Anno: 2016 |
Casa Discografica: Cabezon Records |
Genere musicale: Folk |
Voto: 7,5 |
Tipo: CD |
Sito web: n.d. |
Membri band: Simone Marchioretti – batteria Luca Zoccatelli – basso Lorenzo Masotto – piano Michele Martinelli – chitarra Mario Vallenari – chitarra, voce |
Tracklist:
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