The Kompressor Experiment – Douze
Capita a tutti prima o poi di incrociare un’opera d’arte strana, difficile da comprendere, molto probabilmente non perfetta. Ma più la si guarda più si intuisce cosa c’è dietro e si inizia ad apprezzarne i suoi difetti e ad amarla proprio per la sua natura, così come è stata concepita. Stesse, identiche sensazioni le proviamo ascoltando il debut degli svizzeri The Kompressor Experiment, un album che ha nella sua non perfetta produzione (soprattutto alla sei corde) un elemento caratteristico della band, come se si volesse tradurre un punto di debolezza (chitarra distorta e grezza) in uno stile proprio e distintivo (rimandi al prog rock settantiano). La band riesce in un compito arduo, quello di fondere le strutture progressive (a volte toccando il rock, altre sbilanciandosi verso il metal) con la durezza dello stoner rock, lo fanno mettendo in pratica vagoni di ore passate ad ascoltare Rush (in Masal Eye ad esempio le influenze sono evidentissime) e attualizzando le lezioni del fantastico power trio canadese. Non mancano sezioni dispari, brani molto lunghi (Bronko supera i 16 minuti), riff decisi e passaggi di un pathos incredibile che trascinano l’appassionato di prog in decadi differenti, attraverso stile ed esecuzione, giungendo all’era moderna.
I cambi di direzione in Eat Yer Brownie e in Hog In The Fog (tempi stoppati, chitarra scratchata e follie del genere) sono una piccola dimostrazione della creatività di questo quartetto, capacità che li porta a non annoiare mai l’ascoltatore, nemmeno nella già citata lunghissima Bronko che gioca con i generi e con i tempi senza precludersi nulla, una colonna sonora di dieci film diversi. L’ultima BAAMM cambia poi le carte in tavola, rallenta i giri fino ad appesantire il suono e potenziarlo con watt regalati al metal, come se la psichedelia avesse incontrato le sonorità heavy in un tripudio di “rozzezza elegante” che non può essere giudicata in maniera oggettiva, ma provata. Spigolosa, intricata, complessa e sovrastrutturata Douze. In un’unica parola: capolavoro.
Autore: The Kompressor Experiment |
Titolo Album: Douze |
Anno: 2017 |
Casa Discografica: Autoproduzione |
Genere musicale: Prog Metal, Stoner, Progressive Rock |
Voto: 8 |
Tipo: CD |
Sito web: https://soundcloud.com/kompydompy |
Membri band: Sonja – basso Jay – batteria Lilian – chitarra Fantin – chitarra |
Tracklist:
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