Seven Spires – Solveig
I fan della scena metal sinfonica nord europea devono sicuramente segnarsi il nome dei Seven Spires. La female fronted metal band arriva diretta come un treno con questo Solveig, un album davvero ottimamente prodotto e dal carisma internazionale: un metal rotondo e compatto che si dipana su diverse coordinate lungo le 15 tracce dell’album rappresentando concretamente l’animo di un concept album. Definirla un’uscita di symphonic metal è un po’ generico e immeritevole, non spiega bene infatti la proposta musicale del combo: certo le tastiere assumono spesso un ruolo da protagonista, però heavy metal, passaggi più spinti in stile death e atmosfere epiche convivono egregiamente in un quadro che ha dei colori gotici e delle sfumature teatrali. La voce di Adrienne Cowan sfiora la perfezione, non tanto per tecnica ma per aderenza al loro sound: tesa e acuta valorizza i riff di stampo metal ma non si perde mai in vocalizzi lirici (come fanno altre colleghe), piuttosto rafforza la matrice heavy e tiene testa a musicisti dall’ottimo calibro. Di tanto in tanto compare anche qualche growl vocale, giusto per non farsi scappare nulla, ma lo stile di Adrienne è indubbiamente prevalente.
In Solveig non si può parlare di singoli riff o di solismi isolati: già dal primo ascolto sono le tracce nel loro complesso a penetrare sotto cute, provate ad ascoltare un brano come Closure e non sentirvi catapultati in un’altra era, quasi come fosse un pezzo degli Orphaned Land. Vari sono i pezzi vincenti, sicuramente The Cabaret Of Dream a nostro parere è un singolo dal potenziale intercontinentale, una possibile futura anthem per la band da proporre in sede live per elargire adrenalina gratuita. In Stay troverete delle cavalcate in pieno power metal ma con delle aperture anche relativamente melodiche che faranno le gioie dei defender di mezzo pianeta; molto bella anche Distant Lights un brano assolutamente versatile che appaga chi ha apprezzato Stay ma anche si aspetta melodie, trame orecchiabili e assoli concreti. Uno dei pezzi più estremi della tracklist è The Paradox che, con la partecipazione di Cameron Earnshaw, regalerà gioie invece a chi ha consumato i primi album dei Cradle Of Filth.
Una citazione ad hoc merita sicuramente il brano Burn, traccia di 8 minuti in cui vi sono tutti gli elementi del DNA della band, dalla sei corde affilata agli stacchi ritmici, dal potere vocale della Cowan ai cambi di tempo e di atmosfera. 8 minuti che passano in un attimo e che conferiscono ai Seven Spires un posto nell’olimpo del metal sinfonico mondiale. Chi mastica da anni Arch Enemy o anche Epica avrà trovato degli altri paladini da idolatrare, che sono la perfetta via di mezzo che mancava. Sicuramente la migliore espressione di metal sinfonico proveniente dall’America che abbiamo mai ascoltato.
Autore: Seven Spires |
Titolo Album: Solveig |
Anno: 2017 |
Casa Discografica: SAOL |
Genere musicale: Symphonic Metal |
Voto: 8 |
Tipo: CD |
Sito web: http://www.sevenspiresband.com |
Membri band: Adrienne Cowan – voce, tastiere Jack Kosto – chitarra Peter de Reyna – basso Chris Dovas – batteria |
Tracklist:
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