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01st Dic2017

Royal Blood@Fabrique (MI)

by Marco Castoldi

ROYAL-BLOOD-fabriquePrimo giorno di freddo cane a Milano e unica tappa italiana del tour di How Did We Get So Dark. A differenza di altre date (tipo Dublino) dove allo stesso prezzo ti vedi pure gli At The Drive In come spalla, la line-up al Fabrique prevede solo loro, che per quanto possano suonare, con due album alle spalle fatti di solo basso, batteria, birra e powerchord non credi possano durare più di un’oretta. Quindi aspettative settate bassissime di default. Aspettative smentite e stroncate fino dal pre-concerto: kebab + birra a tre euri e mezzo a Milano non si vedevano dal tour promozionale di Aftermath dei Rolling Stones. Il Fabrique, per quanto pregevole, riesce a fatica a contenere sia il sound che il pubblico. Ovunque ti giri, dal palco, al bancone, alle scale dei cessi c’è una foresta di teste pronte a scaldarsi. L’impressione, prima dell’attacco, è di trovarsi nella stiva di una petroliera pronta a saltare. Con l’attacco di Get So Dark Mike Kerr ha buttato una sigaretta accesa dentro la pompa della benzina. Bisogna ammettere che per tutte le due ore (dove abbiamo constatato che la chitarra è uno strumento sottovalutato) l’impressione è stata che la potenza della musica dei Royal Blood stesse scoperchiando il locale. La potenza disumana della batteria di Ben Thatcher perfora i timpani: pure i water del Fabrique sono crollati sotto il rullante dell’assolo di batteria dei Royal Blood.

In due ore il duo copre (oltre alla voce delle coriste meramente ornamentali a fondo palco) tutta la propria discografia e noi dalla platea capiamo finalmente perché Dave Grohl, Josh Homme e Jimmy Page decantano la figosità del duo di Brighton. Oltre all’energia incredibile di pezzi grandiosi come Loose Change, Lights Out e Little Monster i Nostri ci mettono un carisma granitico che esalta la folla. Non manca niente nella formula del concerto perfetto: grandi vibrazioni, animazione del frontman, stage diving, pogo. C’è l’ombra del terrore che sonorità a base di basso, batteria e powerchord tra il punk e lo stoner bruceranno i Royal Blood velocemente, tuttavia non ce ne frega una cippa, perché c’è anche la certezza, abbandonato un live più sudati e adrenalinici della band, di avere visto qualcosa di unico, innovativo, iconico e ganzo. Insomma, dal vivo i Royal Blood sono la prova inconfutabile che il rock è vivo, può innovare e rinnovarsi.

Scaletta Royal Blood:

1. Get So Dark

2. Where Are You

3. Lights Out

4. Come On Over

5. Cruel

6. Only Lie

7. Creeping

8. Little Monster

9. Hook Line

10. Blood Hands

11. Sleep

12. Hole In Your Heart

13. Ten Tonne

14. Loose Change

15. Figure It Out

16. Hole

17. Out Of The Black

Live del 2 novembre 2017

Category : Live Report
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