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29th Mag2012

Intervista ai Gotthard

by Gianluca Scala

Abbiamo avuto l’occasione di scambiare quattro chiacchiere con Leo Leoni, chitarrista storico e co-fondatore degli hard rocker svizzeri Gotthard, accompagnato dal nuovo cantante della band Nick Maeder. Ne è uscita una piacevole conversazione dove il buon Leo Leoni ci ha raccontato il punto della situazione in casa Gotthard, dell’uscita del nuovo album Firebirth e dell’imminente tour mondiale che i Nostri si accingeranno a tenere in giro per il mondo  a partire dal mese di maggio. Ecco qui di seguito che cosa ci ha detto Leo Leoni all’interno di un ufficio della casa di produzione e distribuzioni discografiche Warner Music Italia.

R.G.: Dopo la morte di Steve Lee vi siete presi un periodo di riflessione, dopodiché avete deciso di continuare questa avventura musicale; quanto tempo avete impiegato a trovare un nuovo cantante? Si può parlare di una rinascita per la band?
L.L.: Sicuramente è una nuova rinascita, sì si può dire così, anche se non è proprio una nuova rinascita perchè la band non era morta in ogni caso. Comunque sì, diciamo che era quasi morta dopo quello che è successo, dopo la tragedia che tu saprai; è chiaro che ci è voluto un pò per riflettere su cosa volevamo fare, dove volevamo andare, per quanto tempo volevamo portare avanti questa band se avessimo trovato la persona giusta, cosa che abbiamo trovato strada facendo, e quindi abbiamo confermato la nostra voglia di continuare perché abbiamo proprio trovato la persona giusta, che è Nick appunto. Ci abbiamo messo un po’ di tempo perchè le candidature, se si possono chiamare così, di chi avrebbe voluto prendere questo posto vacante (lo sto dicendo in maniera un po’ fredda non è che sia facile parlarne) erano molte…è un po’ brutto da spiegare questa situazione, non so se capisci cosa intendo dire.

R.G.: Adesso tutto il mondo è a conoscenza del fatto che il nuovo singer dei Gotthard è Nick Maeder: da cosa vi siete accorti che Nick era la persona giusta?
L.L.: Probabilmente perché ha gli occhi blu. Ahahahahahahahah! Scherzo, no sicuramente Nick é la persona giusta perchè ce ne siamo accorti durante l’audizione, abbiamo scoperto che c’era comunque qualcosa di comune assieme, gusti musicali uguali ai nostri, tutti questi fattori che comunque erano importanti. Abbiamo cominciato a scrivere pezzi assieme, si parlava di musica, si usciva insieme e si passavano delle belle giornate insieme. Questo era importante, quindi guardavamo il lato umano sopratutto oltre al lato musicale, questo è un aspetto importante per prendere il posto nella band. Nick è sicuramente un  ottimo vocalist, è un grande talento musicale, tanto è vero che abbiamo cominciato a scrivere pezzi e il primo brano che abbiamo scritto con lui è Remember It’s Me, ed è per questo che lo abbiamo utilizzato per presentarlo all’ambiente musicale.

R.G.: In precedenza avete avuto diversi cambi nella vostra line-up, per lo più chitarristi e tastieristi che si sono susseguiti nella formazione ufficiale negli anni, come l’arrivo di Freddy Scherer che ha sostituito Mandy Mayer. Puoi raccontarci il motivo di questi cambiamenti?
L.L.: Mah, io penso che sia più semplice capire innanzitutto che la band è nata con quattro persone e Mandy è arrivato con noi nel 1995 nel tour dell’album G Squad e abbiamo passato alcuni anni insieme, dopodichè lui non si sentiva così realizzato con noi e a preferito lasciare la band e di conseguenza abbiamo cercato un altro chitarrista. In questo caso abbiamo chiamato Freddie, lo feci io personalmente perchè lo conosciamo da una vita, era nei China ed ha fatto altre cose nel frattempo, siamo restati sempre grandi amici negli anni e già ai tempi ci si frequentava e quindi di conseguenza lo abbiamo chiamato; lui è arrivato facendo il suo lavoro, ottimo aggiungerei. Sono cose che succedono, io penso che il nucleo della band sia stato sempre lo stesso, è cambiato purtroppo adesso per motivi di forza maggiore…. e ora siamo contenti che Freddy fa parte della line-up. I primi anni erano guest, c’era Igor, Mandy ha passato un po’ di anni in più con noi, suonando in diversi album, fino al tour di Human Zoo, non è che ci siano stati questi grossi cambiamenti in formazione ufficiale negli anni ecco.

R.G.: Firebirth è il titolo che avete scelto per il nuovo album, ha un significato particolare questo titolo?
L.L.: Sicuramente c’è, la rinascita dal fuoco, è un po’ simbolico il tutto nel senso che si può dire che siamo stati all’inferno e siamo tornati indietro, no?! Con la storia che è accaduta non ci sono stati momenti facili e quindi il fatto di avere scelto questa fenice stilizzata sulla copertina è anche questo simbolico nel senso di questa rinascita come dicevi tu prima. Non è però che siamo veramente morti, non è mai successo questo, c’è stato un attimo di destabilizzazione, FireBirth rappresenta questo significato.

R.G.: Che cosa rappresenta per voi questo nuovo album? Si avvicina al vostro sound tipico o rappresenta un’evoluzione? Cosa dovremo attenderci dal nuovo capitolo a nome Gotthard?
L.L.: Io penso che il capitolo Gotthard continuerà, che il nostro sound è rimasto Gotthard, è chiaro che c’è un altro vocalist che magari in tante cose ricorda un po’ Steve, è un grandissimo vocalist anche lui e i Gotthard continueranno a fare musica come hanno sempre fatto. Posso dire che questo disco è tipicamente Gotthard: back to the loose quindi, cioè che dopo quello che è successo abbiamo guardato all’interno di noi stessi e ci siamo chiesti cosa vogliamo fare e come nelle migliori situazioni abbiamo deciso di costruire un qualcosa, di far spazio, di fare ordine. Fare in modo che questa cosa, questa creatura dovrà avere lo spazio per crescere e che lo faccia in maniera sana, in modo che si possa costruire questa nuova casa, capisci cosa intendo? È un concetto molto chiaro e molto sicuro, e quindi di conseguenza devi guardare te stesso, ricominciare da zero come ad esempio fare uno schizzo e cercare di ricostruire il tutto. Come ricostruire una casa, non puoi costruire un edificio sopra delle macerie, devi ripulire, fare spazio e ricominciare d’accapo. E quindi posso dire che siamo andati a riguardare alle nostre radici, per quello che volevamo fare, io penso che il disco sia veramente Gotthard , questo disco ha sicuramente tanti colori, non è un disco monotono come tanti album che abbiamo fatto, è molto ricco! Mi piace un po’ ricordare, quando è successo quello che è successo, che uno degli esempi che abbiamo preso in considerazione era quello che è successo agli AC/DC : dopo la morte di Bon Scott han detto, ok andiamo avanti, hanno trovato un egregio sostituto, chiamiamolo così, purtroppo è una parolaccia quello che sto dicendo però lo dico con rispetto a quello che è accaduto è che comunque sono andati avanti, hanno fatto la loro storia, gli è andata bene capisci? Hanno fatto Back In Black che ora è l’album hard rock più venduto al mondo. Voglio dire che comunque questo esempio mi ha dato la forza, ci ha dato la forza di continuare e cercare di andare avanti e di trovare la persona giusta che potesse prendere il posto di vocalist in questo caso e sperare di continuare a fare quello che hanno fatto gli AC/DC, continuare a fare musica, che i fan continuino ad apprezzare la band,  come hanno fatto con gli AC/DC. Sicuramente ci sarà quello che trent’anni dopo dirà che dopo Bon Scott era meglio smettere, però ormai, sono situazioni che non si possono cambiare. Io spero, anzi meglio dire che noi speriamo di essere sempre qui per cercare di portare avanti questa storia, nel senso che penso che sia lecito per non deludere i nostri fan e per continuare a fare quello che abbiamo sempre fatto, e sopratutto per non deludere noi stessi e rovinare quello che magari abbiamo costruito in venti e passa anni di lavoro.

R.G.: Certo, possiamo immaginare la situazione. Ci saranno 13 brani nel prossimo album, quanti pezzi avete scritto in tutto per questo nuovo lavoro? Ci sono brani che risalgono al periodo pre-Steve Lee?
L.L.: Mah, c’erano delle idee a cui avevamo cominciato a lavorarci su che però non sono mai state concluse perché poi quello che abbiamo fatto è cercare di ricostruire il tutto di nuovo e logicamente dovevamo scrivere , c’è sempre qualcosa che viene fatto assieme……..e quindi c’era qualche idea sicuramente che comunque era in ballo. I pezzi che abbiamo scritto sono di più di 13, tanto è vero che ci sono dei bonus, delle special edition dove sono presenti più brani, penso al Giappone , alla Svizzera che avrà il digipack con dei pezzi in più. C’è un tributo ad Edilson che ho voluto fare io, quindi ci sono dei pezzi che sono stati fatti e che magari non sono inclusi su questo disco e che sicuramente i fan troveranno da una qualche parte prima o poi, sicuramente nel mercato del collezionismo.

R.G.: Ora siete impegnati nella promozione dell’album: quando inizierà il tour vero e proprio? Quanti paesi toccherà?
L.L.: Quanti paesi toccherà non lo so, ogni giorno nel programma si vede una bandieretta in più, penso che è più semplice per te quando arrivi a casa e devi scrivere l’articolo, vai sul nostro sito web e conti le bandiere aahahahahahah. È più semplice (ride divertito). Non so risponderti guarda, so sicuramente che se ne aggiungeranno ancora molti di paesi. La Russia è un posto dove sicuramente andremo a suonare.

R.G.: Sappiamo che verrete a suonare qui in Italia in occasione del Gods Of Metal 2012, siete contenti di far parte del bill di questo festival? Ti manca il pubblico italiano?
L.L.: Allora prima di tutto mi manca il pubblico in generale, nel senso che purtroppo abbiamo fatto una pausa più lunga del previsto, per il motivo che tutti conoscono. Mi manca il pubblico italiano e penso che gli italiani sono fantastici, sono molto accoglienti, ci hanno sempre supportato e sopportato tutti i cambiamenti che abbiamo fatto. Penso che sia una cosa bellissima il fatto di suonare al Gods Of Metal dove dovevamo già suonare anni fa ma la cosa non era andata in porto non so bene il perché. Sì sono molto contento di far parte di questo festival, noi tutti siamo contenti anche perché finalmente anche in Italia riusciamo forse ad essere su un palcoscenico con un pubblico più vasto, cosa che purtroppo negli anni passati in Italia non era mai successa visto che suonavamo in posti più piccoli, perlopiù piccoli club. Però adesso avremo la possibilità per una volta di suonare davanti a tantissime persone su di un palcoscenico più grande, almeno qui intendo dire e conoscendo il pubblico italiano sicuramente sarà un gran bell’evento. Come quella volta a Torino dove eravamo di spalla agli AC/DC fu un’esperienza fantastica, malgrado non fosse il nostro pubblico; siamo stati accolti in maniera egregia, voglio dire questo per noi era una cosa importantissima e speriamo che anche questa volta sia così, ma penso che sarà ancora così. Sopratutto perchè noi a differenza degli altri possiamo salutare in italiano, eh eh eh!

R.G.: Ricordi qualche aneddoto divertente dei tour passati qui in italia?
L.L.: Te ne posso raccontare uno ambientato a Roma durante l’ultimo tour che abbiamo fatto per Need To Believe. Siamo stati invitati dalle guardie svizzere a visitare i musei vaticani e devo dire che è stata un’esperienza bellissima lì al Vaticano. Dopodichè li abbiamo invitati alla serata che si sarebbe tenuta in un club abbastanza piccolo, durante lo show c’era la porta di sicurezza vicino al palco dalla quale si poteva uscire, io mi trovavo lì vicino con l’intento di prendere una boccata d’aria, sono uscito dal palco e la sicurezza non voleva farmi rientrare non avendo capito che ero il chitarrista del gruppo! Probabilmente è andata così, non avendo la chitarra non hanno creduto a quello che gli dicevo annunciandomi. Quindi è stato un po’ un casino, con gli altri che mi aspettavano on stage e io bloccato fuori! Siamo riusciti a fare in modo che poi aprissero la porta con l’aiuto del nostro tour manager che si era accorto della mia assenza.

R.G.: Questa è l’ultima domanda: oltre alla tournée ci sono altri progetti futuri in casa Gotthard?
L.L.: Penso che sia un po’ presto per parlare di progetti futuri, la tournée inizierà a maggio e finirà spero il più in là possibile, credo quasi a dicembre. Poi comincia l’anno nuovo e da lì rivedremo i programmi, ripeto probabilmente andremo in Russia a continuare il tour e a ricominciare a recuperare il terreno un po’ perso. Intanto abbiamo pubblicato questo disco e ritorniamo sulle scene, poi si vedrà, strada facendo ti potrò dare più news, adesso mi sembra un po’ presto per parlare di novità in questo senso. Sono già tante le novità no, siamo ancora qua, siamo vivi, siamo ritornati, stiamo ritornando diciamo così, abbiamo trovato una grandissima persona, anche questa è una gran news no? Penso che abbiamo fatto un bel lavoro se devo essere sincero con me stesso.

R.G.: Leo ti ringrazio a nome della redazione di RockGarage per la disponibilità, thank you very much!
L.L.: Grazie a te, è stata una bella chiacchierata.

Category : Interviste
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