Lorø – Hidden Twin

Arriva il secondo album dei Lorø e alla vista ci fa innamorare. Una confezione così curata non la vedevamo da anni, scelta azzeccatissima trattandosi di una delle 200 copie limitate a disposizione per il mercato (solo a partire da questo mese sono disponibili altrettante 200 copie in versione vinile). Packaging, booklet di una pagina in cartoncino, tutto è ricercato per esprimere subito immensa distanza verso un qualsiasi prodotto convenzionale e come dare torto ai Lorø visto che anche il genere proposto non è per nulla simpatizzante alle radio popolari. Il loro rock avanguardistico fonde ritmiche math con effetti cybernetici che sanno di industrial, il tutto con un approccio noise ma che offre all’ascoltatore la possibilità di tenere distinti i diversi strumenti (a differenza di quanto accade in altre realtà noise che creano un miscuglio uniforme e irriconoscibile di suoni). Hidden Twin è un album prevalentemente strumentale, le poche voci percepibili sono sibili di dolore infettate da veleni sperimentali come in Last Gone, brano in cui tra l’altro compaiono le partiture più math del lotto.

In tutto questo marasma compare anche il synth in Deaf’s Hymm, la batteria che esce fuori in tutta la sua irruenza in Point & Comma, e un carrarmato metal che procede sensa sosta e senza chiedere autorizzazione. Dietro questa arte espressiva c’è però un fattore che a nostro parere avrebbe migliorato il prodotto finale, cioè l’equalizzazione e la scelta dei suoni. I volumi degli strumenti infatti sembrano essere più bassi rispetto alla media dei prodotti discografici e anche alcune “esplosioni” potevano essere enfatizzate maggiormente, anche in fase di post-produzione, conferendo una carica distruttiva maggiore al sound nel complesso (ad esempio nell’opener Low Raw). In generale Hidden Twinè un album da non sottovalutare.