Paola Pellegrini Lexrock – Lady To Rock
Diciamoci la verità: siamo ancora preda di tanti luoghi comuni, sia pur in misura molto ridotta rispetto al passato; non riuscendo a superare convinzioni e preconcetti, a volte dobbiamo durare fatica per comprendere di avere sbagliato nelle nostre interpretazioni o certezze. Dovendo dirsi lo stesso in tutti i campi della nostra vita moderna, non può certo fare eccezione il nostro beneamato ambito artistico in generale, e musicale in particolare esordendo con affermazioni del tipo “una donna che suona rock? “, ci si pone già dalla parte del torto. Ritenendo, chi scrive, che non occorra farsi influenzare dalle opinioni altrui senza prima aver toccato con mano, in questo caso aver ascoltato, si potrebbe ricordare che il variegato mondo del rock in generale (e dell’hard in particolare) ha sfornato fior di interpreti al femminile: potremmo citare tra le altre Lee Aaron, Doro Pesch, Lorraine Lewis, Girlschool, tanto per introdurre la nostre eroina di oggi. Stimato professionista toscano, in questa sede Paola Pellegrini porta a dama il frutto di una già valida carriera musicale che negli anni scorsi ha visto susseguirsi una intensa attività dal vivo senza lesinare le energie, facendola assurgere tra le più belle realtà musicali di genere del nostro Paese.
Circondandosi, stavolta, di un parterre de roi davvero notevole, con la leggenda Franco Li Causi al basso e del valido drummer Simone Morettin, la nostra protagonista sforna 10 tracce che si dipanano una dietro l’altra senza soluzione di continuità all’insegna dell’energia, della potenza ed anche della melodia, che fa capolino di quando in quando. A cominciare da No Half Way, con un azzeccatissimo mix di chitarra distorta e voce stentorea che dona al brano quel giusto indirizzo che la sezione ritmica, già sugli scudi, contribuisce a rendere aggressivo e tuttavia sempre ben bilanciato: l’inatteso, ma non tanto, assolo centrale accelera ancor di più la già infuocata atmosfera, in cui il clangore della batteria si amalgama alla perfezione con gli altri compagni di viaggio. Ottimo l’intro di Lovely Man, in cui un appena accennato groove acustico spiana la strada alla delicata ed intensa voce della protagonista, che qui si mantiene saggiamente su di una linea sonora che consente gli improvvisi cambi di tempo ed i ripetuti stacchi di batteria, che fa molto uso di rullanti e grancassa, tanto per seguire il ritmo forsennato che la sei corde dona al brano, drammatizzato il giusto anche dai cambi vocali donati alla traccia.
Il cantato in lingua madre di Avuta Mai non fa perdere un’oncia di energia al brano che, anzi, assume quel quid in più che l’interpretazione fornita dalla nostra eroina accresce. Da notare una piacevolissima e ben congegnata fase centrale in cui basso e chitarra appena “slide” danno la stura alla cavalcata finale potente ed aggressiva. La bellezza di Cut The Chains proviene dalla ritmica: il qui presentissimo rock d’annata consente alla chitarrista di tenere bene il passo del cantato, con la sei corde al servizio della voce, che con una graffiante e sicura interpretazione rende il brano tra i migliori del lenght, grazie ancora all’eccellente prestazione di tutta la squadra che non perde una battuta. Senza scomodare mostri sacri del genere, l’intro di Endless Begin potrebbe riecheggiare benissimo melodie care ai Pretty Maids: l’infuocata sei corde iniziale fa infatti da apripista ad un ben congegnato inferno sonoro, su cui si erge ancora la voce del deus ex machina al femminile, che mantiene bene le sue tonalità per tutto il brano. Efferato, il taglio aggressivo dato a Wild Shot, che per tutta la durata mantiene intenso il feeling potente che la voce particolare di P.P. riesce a dare anche ad una traccia apparentemente “semplice” nella sua struttura, che comunque resta venata sempre del sound infuso dalla poliedrica sei corde, capace di passare in pochi secondi dallo slide al distorto grezzissimo e che lascia temporaneamente il posto all’interpretazione molto rilassata della seguente Making Love Forever, in cui il cantato si rivela adattissimo anche alla gloria di un passaggio televisivo alla Mtv dei tempi d’oro del genere, in cui brani molto meno meritevoli di questo hanno avuto il loro quarto d’ora di celebrità, che invece ben merita la traccia in questione, molto articolata e ben congegnata, su cui si eleva ancora la bella voce della Pellegrini.
What I Like è probabilmente il brano più articolato dell’album: i continui cambi di ritmo sono passaggi che un orecchio attento può ben apprezzare, di modo che le sfumature hard’n’roll della traccia siano piacevolmente valutate, ben eseguite e con ottimi arrangiamenti soprattutto nella fase centrale del brano, con un bridge che resta ben stampato in mente. Arriviamo al dittico finale che si apre con gli ottimi legati della chitarra in You Better Believe e la voce “per nulla italiana” della nostra protagonista, che qui ampiamente ricorda le movenze delle eroine menzionate all’inizio di questo nostro articolo; ma intanto la chitarra va che è un piacere, districandosi alla grande tra svisate di breve ma intenso hard che improvvisamente si congeda. A chiudere, la violenza di All My Love Has Gone, in cui la axeman decide di puntare ancor di più sul suo già valido cantato che consente alla traccia di ergersi tra le perle del disco, grazie all’interpretazione sentita che consente al terzetto di non disgiungersi nell’esecuzione con il drumming puntuale e metronomico ed alla quattro corde che sostiene alla grande il riffone che chiude con il botto un album che certo farà parlare di sé, non solo nel circuito nazionale.
Autore: Paola Pellegrini Lexrock |
Titolo Album: Lady To Rock |
Anno: 2018 |
Casa Discografica: Red Cat Records |
Genere musicale: Hard Rock |
Voto: 8 |
Tipo: CD |
Sito web: http://www.lexrock.it |
Membri band: Paola Pellegrini – voce, chitarra Franco Li Causi – basso Simone Morettin – batteria |
Tracklist:
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Album davvero interessante, le prime due tracce poi sono davvero una potenza. Sono estremamente d’accordo con la recensione. L’ascolto di questo album, personalmente, mi ha ricordato tantissime band hard’n’heavy ma anche band punk rock…strutture potenti e dirette, riff crudi. Dal vivo si preannunciano schiaffi per tutti.
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