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29th Set2018

Art Against Agony – Shiva Appreciation Society

by Marcello Zinno

Art Against Agony - Shiva Appreciation SocietyArt Against Agony, tre “a” ad identificare una band tedesca che ha tutti gli ingredienti assenti nella propria terra natale. Sì nel loro sound c’è del metal ma il quintetto non intende per nulla seguire i generi resi noti in casa, come l’heavy metal classico o l’hard rock; gli AAA propongono musica decisamente sperimentale. L’apparire non è nei loro obiettivi, gli elementi iconoclasti molto usati dalle band teutoniche sono completamente assenti nel loro progetto, tanto da vestire maschere per mantenere l’anonimato e far in modo che tutta l’attenzione dell’ascoltatore sia riposta sulla musica (come agli esordi dichiaravano gli Slipknot). Shiva Appreciation Society è un album di 70 minuti di musica completamente strumentale, che attraversa sicuramente molti stadi e molti stati d’animo. Si inizia dalle prime tracce con un’impronta molto forte sul djent, quasi a citare i Meshuggah, scelta probabilmente fatta per mostrare subito i muscoli e collocarsi nel più generico mondo metal, poi ripresa in altri pezzi (Lemon Tree è solo un esempio, un brano che però sconfina nel prog-core); è solo con Katz (quarta traccia) che il jazz entra in scena, anche se pacato, l’ambientazione è quella e tramuta l’idea musicale degli Art Against Agony in qualcosa di più colto.

A meno di qualche traccia decisa i ritmi non sono mai molto veloci, piuttosto la batteria si diverte a tessere trame aritmetiche e intricate: non è un caso che i riferimenti al prog metal sono tantissimi pur non condividendo alcuna somiglianza con band di quel genere. Ma la band spazia anche in quanto a strumenti: interessante la presenza di tastiere/piano che assumono un ruolo centrale in Emissary in cui le note si infittiscono e sembrano decidere ritmo e melodia; l’elettronica in Write A Sentence: The Headbanger’s Confusion lo fanno sembrare un brano scritto e suonato da un’altra band, ciò chiarisce davvero che questo quintetto non si pone confini. Qualcuno potrebbe obiettare che si tratta di un album ostico, difficile e questo è sicuramente vero ma la tecnica e le capacità compositive nel passare da un genere all’altro sono di primissimo livello. È come ascoltare un supergruppo formato da membri di King Crimson, Meshuggah, Protest The Hero e WorldService Project, tanto per avere dei riferimenti in termini di sonorità, il tutto all’interno della stessa cornice. Ma la cornice è come il cucchiaio, la verità è che non esiste.

Autore: Art Against Agony

Titolo Album: Shiva Appreciation Society

Anno: 2018

Casa Discografica: SAOL

Genere musicale: Sperimentale, Djent, Jazz-core, Prog Metal

Voto: 7,5

Tipo: CD

Sito web: http://www.artagainstagony.de

Membri band:

The Machinist – chitarra

The Malkavian – batteria

The Maximalist – percussioni

The Twin – basso

The Sorcerer – chitarra

Tracklist:

  1. Introduction

  2. Nthing To Declare!

  3. Nandi

  4. Katz

  5. Pumpkin Thief

  6. Emissary

  7. Feste

  8. Voerman Interlude

  9. Write A Word: THC

  10. Write A Sentence: The Headbanger’s Confusion

  11. Lemon Tree

  12. Hulullùlulu Pt. II

  13. House Built On Sand

  14. Queen’s Lullaby

  15. Coffee For The Queen (bonus track)

  16. Above The Cloud (bonus track)

Category : Recensioni
Tags : Progressive
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