Slash feat. Myles Kennedy And The Conspirators – Living The Dream
Ma come fa a far tutto? L’interrogativo – che è anche il titolo di un (dimenticabile) film – accompagna molti tra coloro che seguono le vicende di Slash, al secolo Saul Hudson, chitarrista e cofondatore dei Guns N’ Roses, tra le rock band più influenti degli anni novanta, nonché songwriter, produttore discografico e testimonial. La domanda in questione si rinnova in occasione dell’uscita del suo nuovo lavoro solista, con il (prezioso) supporto di Myles Kennedy e dei suoi Conspirators. Da qui una premessa: la qualità artistica e professionale di Kennedy (frontman degli Alter Bridge e autore di un concept album da capogiro, Year Of The Tiger) e dei “cospiratori” Todd Kerns (basso), Frank Sidoris (chitarra) e Brent Fitz (batteria), sono fuori discussione. Parliamo di professionisti con la “P” maiuscola. Ciò nonostante, il terzo album di Slash e soci, Living The Dream – che segue Apocalyptic Love (2012) e World On Fire (2014), senza contare il disco dal vivo Live At The Roxy 25.9.14 – risulta come qualcosa di già (fin troppo) ascoltato. Certo, l’iconico chitarrista dei Guns con cilindro nero, cascata di capelli ricci, sigaretta quasi sempre accesa e immancabile Les Paul (“per me stare in una stanza piena di Les Paul equivale a stare in una stanza piena di ragazze nude. Queste chitarre sono eccitanti per me”, ha dichiarato) non ha fallito l’obiettivo minimo, che è quello di proporre un disco onesto, forte del solito (in senso buono) hard rock blueseggiante sublimato durante i live.
Ma Living The Dream manca, oltre che di una copertina all’altezza – la cover “acida” lascia perplessi – di mordente, assoli, riff e melodie pungenti che colpiscono fin dal primo ascolto (il brano più memorabile è il singolo Driving Rain, la cui uscita è stata accompagnata da un video divertente). Ad essere assente – o quantomeno ben nascosta – è una cifra stilistica legata non tanto al songwriting (Slash è un chitarrista fantastico, ma non è mai stato un compositore memorabile) quanto ad un’anima che pare assente. È lontano l’appeal di brani come You’re A Lie, Bad Rain, World On Fire, Halo; a fare eccezione ci sono una manciata di canzoni (oltre alla stessa Driving Rain): Slow Grind, che in parte ricorda Ain’t Life Grand (2000), il secondo album dell’ottimo progetto Slash’s Snakepit, anticipato da It’s Five O’Clock Somewhere (1995), la struggente ballata The One You Loved Is Gone, dove Kennedy fa il buono e il cattivo tempo, la tiratissima My Antidote. Pochino, se pensiamo all’attesa legata all’uscita di questo album. Sembra quasi che Slash fatichi ad affrancarsi dai Guns (in merito alla pubblicazione del loro primo nuovo disco a distanza di venticinque anni, ha ammesso: “Axl ha una tonnellata di materiale che ha già registrato, dunque lavoreremo su quanto fatto. Se realizzeremo un disco e faremo un tour, poi potrei andare avanti all’infinito”), che tema di rischiare in prima persona, anche sbagliando.
Ascoltare Living The Dream è come uscire per la prima volta con la persona che ti piace della quale conosci tutto. Fila liscio ma il rischio sbadiglio è dietro l’angolo.
Autore: Slash feat. Myles Kennedy And The Conspirators |
Titolo Album: Living The Dream |
Anno: 2018 |
Casa Discografica: Roadrunner Records UK |
Genere musicale: Hard Rock |
Voto: 6,5 |
Tipo: CD |
Sito web: http://www.slashonline.com |
Membri band: Myles Kennedy – voce Slash – chitarra Todd Kerns – basso Frank Sidoris – chitarra Brent Fitz – batteria |
Tracklist:
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