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05th Nov2018

Lampi di Gloria raccontati dal Prof. Garage: American Woman by The Guess Who

by Ottaviano Moraca

Prof Garage docente di storia del rockIl Prof. Garage è docente di Storia del Rock all’Università della Musica. Nella sua materia non sfoglia libri e non traduce lingue antiche ma sul suo furgoncino sgangherato ascolta la musica e i cuori di chi ha il Rock nel sangue. Durante i suoi studi di tanto in tanto si imbatte in brani stupendi, divenuti giustamente celeberrimi, i cui autori però, per un motivo o per l’altro, non godono più di altrettanta fama o sono stati addirittura dimenticati. E’ per soddisfare i più curiosi e sopperire a questa ingiustizia che il Prof. Garage ci guida attraverso la Storia del Rock seguendo questi… Lampi di Gloria.

Continuiamo la serie dedicata a brani rappresentativi di compagini ormai dimenticate di cui avevamo parlato già a questa pagina per chiarire un malinteso che spesso si sente anche sulle labbra dei più preparati maestri del rock. Rockofili e Rockofagi di ieri e di oggi ricordatevi che la celeberrima American Woman non è stata scritta da Lenny Kravitz e nemmeno dai The Who. Il primo ne ha registrato nel 1999 una bella cover caratterizzata da un tempo più lento e senza l’iconico assolo che, pare, avesse un sound troppo difficile da riprodurre. I secondi hanno un nome simile ma non uguale agli autori originali: i The Guess Who. Ed è proprio di loro che ci occuperemo oggi ma non prima aver chiarito un ulteriore malinteso. Successe nel 1970 in seguito alla pubblicazione dell’album American Woman. Il famoso verso “American woman, stay away from me” (trad. “donna americana stai lontana da me) venne interpretato da alcuni come un messaggio misogino mentre altri videro nel resto del testo un’aperta critica al militarismo americano in un periodo, occorre ricordarlo, in cui gli Stati Uniti erano impegnati nella Guerra del Vietnam. Tutto questo ovviamente non portò nulla di buono alla band che dovette a più riprese chiarire il vero messaggio del brano: i The Guess Who sono canadesi e preferivano le ragazze del loro Paese alle americane alle quali chiedevano appunto di…stare lontane! Tutto qui…potremmo stare per ore a discutere di gusti e di ragazze ma il Preside non approverebbe quindi è meglio tenere il discorso per quando saremo al bar davanti ad una bella birra gelata!

Torniamo invece al nostro pezzo storico. American Woman fu un successo immediato e conquistò la prima posizione nelle classifiche di molti paesi tanto al di qua quanto al di là dell’oceano. Nel tempo è stato votato addirittura come miglior singolo canadese di tutti i tempi ed è incredibile se consideriamo che è frutto di un’improvvisazione. E’ davvero una bella storia e devo proprio raccontarvela: il chitarrista Randy Bachman stava cambiando una corda rotta sul palco prima di un concerto e iniziò a suonare qualche accordo per verificare l’accordatura. Ne venne fuori un riff a cui si unì il resto della band e la fortuna volle che un ragazzo del pubblico stesse immortalando questa jam session spontanea con un registratore portatile. La band lo notò, chiese di poter avere il nastro e quella divenne la prima presa di una delle canzoni più popolari e di maggior successo che il rock canadese abbia mai sfornato! A volte è così (nella musica come in tante altre forme d’arte): non bisogna essere solo tanto bravi da scrivere un brano di successo, bisogna anche essere così svegli da riconoscere il valore del materiale che si ha per le mani. Bravi.

Vi avevo promesso di parlarvi dei The Guess Who ed è proprio giunto il momento. La prima cosa che oggi stupisce di questo gruppo è la durata della sua carriera. Il primo album è datato 1965 ma la prima formazione, seppur con un altro nome, risale addirittura al 1958. Partiti con un rock leggero, e confinato per lo più in patria, la band si è poi spostata verso territori più duri in occasione dell’album american Woman del 1970 per poi approdare a lidi più progressive e dall’impostazione jazzistica intorno al 1975, quando il gruppo si sciolse a causa delle divergenze artistiche che tanti cambi di rotta avevano portato. Solo due anni più tardi una formazione rimaneggiata rimise in pista il progetto che da allora non ha più subito arresti. Fino agli inizi degli anni ottanta la band ha continuato a produrre nuovi album di altalenante successo per poi dedicarsi quasi esclusivamente all’attività live. Non è mancata comunque la pubblicazione di materiale inedito tanto che è atteso proprio per il 2018 un loro nuovo disco. Ad oggi dunque i The Guess Who possono vantare una ventina di lavori in studio, una miriade di live e di raccolte disseminati in quasi sessant’anni di presenza sui palchi e sugli scaffali dei negozi di tutto il mondo. Ovviamente nel tempo molti componenti sono entrati e usciti dalla band ma è un piacere notare che la compagine attuale annovera ancora tra le sue file la sezione ritmica originale. Davvero mirabile!

Ecco insomma perchè, non solo dovrebbero essere apprezzati, ma anche perchè sia arrivato il momento di ricordarsi di un gruppo che per estrazione e carriera è da considerarsi per veri appassionati di rock d’annata nonchè per palati fini in grado di rivalutare una proposta e un sound particolarissimi. A chi non li conosceva affatto o a chi voglia mettere in pista un corposo ripasso consiglio di iniziare dagli album della prima metà degli anni settanta: Canned Wheat (1969), American Woman (1970), Share the Land (1970), Road Food (1974), Flavours (1974), Power in the Music (1975). Buon ascolto! Follow the Professor…

Category : Articoli
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