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02nd Feb2019

Porcupine Tree – Deadwing

by Fabio Loffredo
Dopo The Sky Moves Sideways e In Absentia, nel 2005 i Porcupine Tree scrivono il loro terzo capolavoro, Deadwing, un album meraviglioso che racchiude tutte le sfumature, le idee, la fantasia sia in sede di composizione che esecutiva della progressive rock band inglese. Si rafforza la collaborazione con Mikael Akerfeldt, un incontro che metterà un accento più progressive nella musica degli Opeth e un accento più metal in quella dei Porcupine Tree e che sfocerà poi nel 2012 con gli Storm Corrosion. Si inizia subito con un brano spettacolare, Deadwing, la title-track, quasi dieci minuti di arte espressa in musica, il brano è molto ritmato e trascinante e il lavoro della sezione ritmica di Gavin Harrison e di Colin Edwin è egregiamente perfetto, la voce di Steven Wilson è sempre ben equilibrata e le tastiere di Richard Barbieri creano ambientazioni dark e progressive, in alcuni momenti i riff di chitarra sfociano nell’hard rock e l’assolo di chitarra è affidato ad un ospite speciale, all’ex King Crimson Adrian Belew. Dopo un brano del genere le aspettative non vengono affatto deluse perché ogni brano è frutto delle genialità di Steven Wilson e dei Porcupine Tree in generale; Shallow è un brano più breve, e il riff di chitarra è stavolta puro hard rock, la chitarra graffia e avvolge, ma nel ritornello torna il rock progressivo più melodico e c’è anche il pianoforte di Barbieri, ma torna sempre il riff duro e impenetrabile.

Al contrario Lazarus è una ballata progressiva e dal gusto pop, brano meraviglioso, una rara perla progressiva, dove la melodia tocca il cuore e l’anima ed emoziona a non finire; il giro di pianoforte di Barbieri ci culla verso mondi lontani e arriva poi Halo, altro splendido brano e il sapore gustoso della musica si sposta verso un rock progressivo dalla vena molto psichedelica, grazie anche al basso molto presente di Edwin e alle tastiere più dark e misteriose di Barbieri e la chitarra solista che è affidata nuovamente a Adrian Belew. A seguire c’è un vero capolavoro, per chi scrive è forse il brano più bello di tutta la storia dei Porcupine Tree e del rock progressivo in generale, parlo di Arriving Somewhere But Not Here, dodici minuti introdotti da tastiere misteriose, arriva poi un arpeggio di chitarra ipnotico che accompagnerà tutto il brano fino all’esplosione heavy metal dove a rinforzare le chitarre e i cori c’è proprio Mikael Akerfeldt degli Opeth. L’album potrebbe finire qui, con questo brano hanno detto e dimostrato tutta la loro grandezza e il loro potenziale, ma ci sono altri quattro ottimi brani, Mellotron Scratch, lento ed atmosferico, Open Car, tra hard rock e progressive rock, splendido il ritornello dark e dalle linee melodiche malinconiche, Start Of Something Beautiful, psichedelia misteriosa e avvolgente e Glass Am Shattering, brano lento, spaziale e atmosferico, grazie ad un ispiratissimo Ricahrd Barbieri.

Arriveranno altri live e altri due album in studio prima che Steven Wilson metta in stand by la band per affrontare la sua oramai lunga carriera da solista.

Autore: Porcupine Tree Titolo Album: Deadwing
Anno: 2005 Casa Discografica: Lava Records
Genere musicale: Progressive Rock Voto: 10
Tipo: CD Sito web: http://www.porcupinetree.com
Membri band:
Steven Wilson – voce, chitarra, pianoforte, tastiere, hammered dulcimer, basso nei brani 1, 3, 5 e 7
Colin Edwin – basso
Richard Barbieri – tastiere, synth
Gavin Harrison – batteria, percussioni

Special guest:
Adrian Belew – chitarra solista nei brani 1 e 4
Mikael Akerfeldt – armonie vocali nei brani 1, 3 e 5, secondo assolo di chitarra nel brano 5
Tracklist:
1. Deadwing
2. Shallow
3. Lazarus
4. Halo
5. Arriving Somewhere But Not Here
6. Mellotron Scratch
7. Open Car
8. Start Of Something Beautiful
9.Glass Am Shattering
Category : Recensioni
Tags : Porcupine Tree
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