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02nd Mag2019

Mortado – Rupert The King

by Marcello Zinno
Gianluca GL Perotti si fa risentire e lo fa con il massimo delle intenzioni. Dopo l’uscita dagli Extrema e i vari, transitori, percorsi come i Rebel Devil, GL ha deciso di dedicarsi ad un progetto “suo” che però figura come una band a tutti gli effetti, i Mortado. Come ci ha raccontato durante la nostra lunga intervista (disponibile a questa pagina) i brani inediti contenuti nel debut album Rupert The King sono stati scritti tutti oltre dieci anni fa, sono pezzi quindi legati ad una scena thrash diversa da quella attuale e che erano destinati ad altri usi, non ad un progetto solista di GL. Ma tanto è, eppure dobbiamo ammettere che fin dal primo ascolto i brani suonano molto potenti e diretti. È vero, ricordano molto il thrash metal dell’ondata internazionale (80s), quando le principali formazioni stavano raggiungendo il successo planetario (si ascoltino gli stacchi, il rifferama e le cavalcate ritmiche), ma più ascoltiamo questo album e più ci convinciamo che è la natura stessa di GL ad esprimere questo stile compositivo; anche se le avesse scritte oggi probabilmente questo sarebbe stato il suo carisma espressivo, perché lui è profondamente legato al thrash metal che ha reso famoso il genere stesso.

L’intensità dell’album si ravvisa subito nelle prime tracce, potentissime e convincenti, in particolare in In The Middle Of The Night, in cui viene a galla l’amalgama dei singoli strumenti in una forma musicale univoca che spicca il volo con il muscoloso ritornello ma anche con le variazioni presenti lungo la seconda parte del brano. Poi arriva No Escape, un brano diverso dagli altri che presenta delle melodie e dei cori lontani da una certa visione di thrash che l’album vuole offrire, passaggi che ci sembrano influenzati dal blues e che coinvolgono anche chi è abituato ad ascoltare un metal non della Bay Area. Con Dangerous Deal sembrano comparire alcune influenze death (strofa e intermezzo strumentale), Venom invece la segnaliamo perché nei testi rappresenta il “GL pensiero” riassumendo le idee che il singer porta avanti da tempo; ancora, The Art Of Soul che musicalmente esalta tutto il legame di GL e della band per il Pantera-sound (forse anche un po’ troppo) ed infine Secret Society che si avvicina ad un thrash meno intransigente, strizzando l’occhio per certi versi anche ad influenze NWOBHM. Interessanti le due cover, soprattutto Blood Shower dei Blind Illusion che guadagna una potenza sonora inimmaginabile nel 1988.

Peccato per l’artwork che avrebbe meritato sicuramente più attenzione (forse ispirato proprio da The Sane Asylum dei Blind Illusion), non solo per sostanziare i testi scritti da GL ma anche per vestire adeguatamente un album che nella sostanza risulta essere un’uscita di thrash metal di tutto rispetto. Siamo pronti a scommettere ad un secondo album in cui lo stile della band diverrà più particolare, un motivo in più che ci spinge a seguirli.

Autore: Mortado Titolo Album: Rupert The King
Anno: 2019 Casa Discografica: Blasphemous Records
Genere musicale: Thrash Metal Voto: 7,5
Tipo: CD Sito web: https://www.facebook.com/magomortado/
Membri band:
Gl Perotti – voce
Manuel togni – batteria
Simone Franzé – basso
Stefano Franzé – chitarra
Tracklist:
1. Rupert The King
2. In The Middle Of The Night
3. Babylon’s Flag
4. No Escape
5. Double Face (Extrema Cover)
6. Dangerous Deal
7. The Great Spirit
8. Venom
9. The Art Of Soul
10. Secret Society
11. Blood Shower (Blind Illusion Cover)
Category : Recensioni
Tags : Thrash metal
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