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17th Dic2019

Mad Museum – It Seems Legit

by Massimo Canorro
Prima le dolenti note: un debut album che – seppur nel pieno rispetto del lavoro altrui – mostra editing approssimativo (scarno e con imprecisioni) e booklet inesistente – a meno che non si tratti di un CD copia per la stampa, ma pure in questo caso l’assenza di testi e bio sarebbe abbastanza singolare – non rende merito a una band milanese, i Mad Museum, di per sé interessante. Certo, a livello di sonorità – in bilico tra rock, hard rock classico e alternative metal – nulla di nuovo sotto il sole: osare, oggi, non è tra le priorità delle band nostrane né tra quelle oltre confine. Detto ciò, il quartetto meneghino – Caterina “Brisen” Camesasca (voce), Sebastiano Sala (chitarra), Francesco Lacopo (basso) e Daniele Motta (batteria) – ci sa fare, va giù bello duro dritto al punto e sprigiona sonorità accattivanti, che nella dimensione live potrebbero emergere davvero prorompenti, considerata l’attitudine. Merito probabilmente – il condizionale è d’obbligo, non avendoli purtroppo mai visti suonare dal vivo – della vocalist, autrice dei testi insieme a Sebastiano. “Brani che parlano di introspezione, nei quali Caterina cerca di mettere a fuoco i suoi disagi, le sue paure. Scrive soprattutto per analizzare e dare sfogo a queste situazioni. Ma ci sono anche canzoni più leggere – come la conclusiva Keep Rolling o Yelp Bitch – che affrontano tematiche come il sesso occasionale e l’amore saffico», hanno spiegato.

It Seems Legit, album di debutto dei Mad Museum prodotto da Titta Morganti e Bagana Rock Agency – registrazione e mix sono ad opera di Frank Altare presso 33Hz Studio di Trezzo Sull’Adda (Milano), master presso gli Elephant Studios di Roma da Riccardo Parenti – accoglie undici tracce veloci nel ritmo e accattivanti nelle sonorità. A livello personale sono rimasto (piacevolmente) sorpreso dal brano di apertura, Mad, dove le chitarre distorte la fanno da padrone, ma anche da Don’t Say AWord – che in alcuni passaggi strizza l’occhio ai tedeschi Guano Apes e all’ottima vocalist Sandra Nasić – e dalla già citata Keep Rolling, dove la band spinge il piede sull’acceleratore; un gran bel groove. Sulla cover del disco campeggia un cervello, e anche qui la band ha precisato: “L’idea del cervello è da collegarsi direttamente al nostro nome: le varie declinazioni di follia, oppure pazzia, di cui raccontiamo nelle canzoni arrivano prive di mediazioni da un’unica sorgente, la mente: cos’è il cervello se non il museo dei pensieri che custodiamo?”. Diretti e spontanei, senza filtri. Nata sei anni fa da un’idea di Sebastiano e Daniele (qualche mese dopo si unisce il bassista Francesco e nel 2015 la formazione si completa con Caterina), la band Mad Museum – che tra i suoi dischi “di riferimento” annovera, tra gli altri, Appetite for Destruction (1987) dei Guns N’ Roses, Nevermind (1991) dei Nirvana, Follow The Leader (1998) dei Korn, a dimostrazione della totale apertura mentale – ha il merito, non da poco, di proporre brani orecchiabili, che danno la carica, da ascoltare a tutto volume. La musica al centro, e questo è un ottimo punto di partenza.

La tecnica c’è e la “pietanza” è succulenta, ma occorrerebbe lavorare di più sull’impiattamento, su come presentare il prodotto-disco al pubblico e agli addetti ai lavori. Si può solo migliorare.

Autore: Mad Museum Titolo Album: It Seems Legit
Anno: 2019 Casa Discografica: Bagana
Genere musicale: Rock, Hard Rock, Alternative Metal Voto: 7,5
Tipo: CD Sito web: https://www.facebook.com/madmuseumlive/
Membri band:
Caterina “Brisen” Camesasca – voce
Sebastiano Sala – chitarra
Francesco Lacopo – basso
Daniele Motta – batteria
Tracklist:
1. Mad
2. Where Is My Aim?
3. Yelp Bitch
4. Don’t Say A Word
5. Cruel Desire
6. Tremble
7. Mesmerise
8. Give Me One
9. Girly Girly Girl
10. Happiness
11. Keep Rolling
Category : Recensioni
Tags : Alternative Metal
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