Neil Young – Homegrown

Se il dolore non lo si può non affrontare, allo stesso modo non si può non gioire per i piccoli miracoli, come una canzone, un fiore, un tramonto. E non c’è nulla di banale in tutto ciò, solo un sentimento di primitiva malinconia che Neil si tiene addosso da sempre come una coperta pesante ma confortevole. E non è mai cambiato, coerente nei decenni con il suo sound che sia acustico che elettrico somiglia ad un bellissimo calcio in petto, coerente con la sua visione delle cose. La scoperta di Neil Young è una catarsi che vorrei tutti affrontassero. E’ un capire ciò che conta, da che parte stare, come affrontare il proprio cammino. E tutta la sua produzione musicale gronda di queste potenti suggestioni, attraversando il tempo senza mai sembrare obsoleto, cantore hic et nunc. Ascoltando Homegrown, perdendoci in quei 12 brani in perfetto stato di grazia, non sappiamo più che anno è. Non stiamo lì a pensare al genere musicale, a come incasellarlo, a chi somigliarlo, se suona nuovo, se suona vintage. Pensiamo solo a come siano fottutamente belle quelle canzoni. Tante piccole gemme, per un durata totale di 35 minuti. E dentro c’è tutto, il suo country rock, il suo folk, il suo psychedelic, il suo rock blues, il suo proto grunge.
Tra ballad più profonde (Different Ways, White Line) e brani più scanzonati e solari (Love Is A Rose, Try, Mexico, Homegrown) si materializza la sua figura imponente ma tenera, il volto e i lunghi capelli chini sulla sua storica Gibson nera, nell’intimità del suo Broken Arrow Ranch in California, davanti al camino, o fuori che strimpella alla presenza dei suoi animali da cortile, proprio come abbiamo imparato ad apprezzarlo nelle sue fireside sessions durante il lockdown. E il piano, e la chitarra, e la sua armonica struggente, e il dobro, tutto ci scatena dentro una danza di battiti, ora più accelerati, ora più rilassati, che ci riconnettono con il nostro io più profondo, con il cosmo, con la vita che spesso sprechiamo che spesso non riusciamo ad amare.
Autore: Neil Young | Titolo Album: Homegrown |
Anno: 2020 | Casa Discografica: Reprise |
Genere musicale: Rock, Country Rock, Folk Rock | Voto: 10 |
Tipo: CD | Sito web: https://neilyoungarchives.com/ |
Membri band: Neil Young – chitarra, armonica, piano, voce Ben Keith – pedal steel guitar, lap slide guitar, dobro, voce Tim Drummond – basso, voce Levon Helm – batteria Karl T. Himmel – batteria Robbie Robertson – chitarra Emmylou Harris – cori Sandy Mazzeo – cori Stan Szelest – piano, Wurlitzer piano | Tracklist: 1. Separate Ways 2. Try 3. Mexico 4. Love Is A Rose 5. Homegrown 6. Florida 7. Kansas 8. We Don’t Smoke It Anymore 9. White Line 10. Vacancy 11. Little Wing 12. Star Of Bethlehem |
Di questo album non ne sapevo nulla, capita di vivere altrove, comunque bellissima recensione, non si finirebbe mai di leggerla, ora non resta, sulla strada del ritorno, che ascoltare l’album.ciao
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