Mountain – Masters Of War

Serve Somebody With inizia con una elettrica in sottofondo che par voler esplodere da un momento all’altro: cosa che in effetti si verifica presto, grazie anche alla esplosione dei crash del sempre valido Laing e della slide qui affidata nientemeno che al fondatore dei Gov’t Mule, Warren Haynes. L’accoppiata funziona ampiamente, unendosi l’elettricità di West alla slide di Haynes, che pare facilitare l’esibizione del buon West per una generale ottima riuscita. Si giunge ad una versione a dir poco torrida di Blowin’ In The Wind: nel mentre l’inizio è morbido e delicato con l’acustica a dispensare le note che occorrono, con il cantato rilassato e sereno, così il prosieguo diventa quasi heavy con la voce che diventa più roca e torrida, che fa assumere alla traccia venature molto tese specie nella fase centrale, anche grazie ad un sostenuto drumming e ad un solo notabilissimo che giostra molto sul plettrato e sul pizzicato, con un esito finale a dir poco emozionante e commovente. Everything Is Broken ed il suo intro molto “trattenuto” paiono voler dare un attimo di pausa all’album, ma solo un attimo, perché il sound torna ad essere nuovamente infuocato, con Laing che dosa alla grande le sue tempistiche e West ancora sugli scudi nella doppia veste, da perfetto “sudista” duro e puro; le incursioni della sei corde sono sempre precise e pulite, grazie anche ai sapienti arrangiamenti ed ai legati che la difficoltà del brano richiede, tanto per fornire un ulteriore encomio al Nostro.
Highway 61 Revisited contiene tutte le caratteristiche di un brano hard’n’roll: mentre il cantato si mantiene su linee sempre “sudiste”, il resto della traccia pare risentire di corpose “manomissioni” in studio soprattutto per quel che riguarda il suono delle percussioni, che qui paiono campionate di brutto, pur non risultando del tutto disprezzabili; certamente in questo caso, West ha voluto farsi “sostenere” dalle diavolerie digitali che tanto consentono, ma che non sempre portano fieno in cascina, come in questo caso. Con This Heart Of Mine, la voce di West torna ad ammorbidirsi in uno con la sua sei corde: certamente è lo stile che si addice all’originario autore del brano, ma in realtà ci si attenderebbe che la sua rivisitazione fosse più aggressiva, pur mantenendo una certa leggerezza di fondo; ma tant’è, dato che in fondo il suo buon assolo il simpatico West lo regala sempre. Si arriva così alla superba resa di Subterranean Homesick Blues, dove singer e sezione ritmica si lanciano in una sfida a colpi di bravura, con stacchi improvvisi e ascia infuocata che trae il meglio di sé, grazie anche al solido lavoro della seconda chitarra di Todd Wolfe: il combinato centrale di chitarra e voce è davvero importante, con Laing che segue alla perfezione gli arpeggi di West senza sovrapporsi, lasciando chiara la percezione dello strumento.
Sono le tastiere di Brian Mitchell ad introdurre una nuova superba cover: The Times They Are A-Changin’ è nuova escursione nel profondo Sud degli States, traccia blueseggiante di suo ed impreziosita dalla perfezione vocale di West che trova il tempo di dedicare le sue attenzioni ad una chitarra tecnicamente impeccabile, che sa quando (ri)lasciare il campo al piano impeccabile che accompagna sino alla fine il brano, impreziosito qua e là dalla sei corde di Haynes che anche in questo brano sa ancora il fatto suo. Seven Days e la sua carica di energia ci fanno ancora apprezzare le cartucce a disposizione dei Nostri, che sanno ben dosare tempi di battuta ed interventi vocali: è ancora il duo a sei corde che disegna un tappeto non indifferente di riff, ritmiche ed alchimie che anche alla fine della prima decade del nuovo millennio riescono ad entusiasmare ed a far rimpiangere i tempi che furono. L’esecuzione di Mr Tambourine Man è a dir poco da sobbalzi: oltre West che non delude, abbiamo Laing che continua a pestare da par suo, pur con il dubbio che anche stavolta vi siano aiutini in studio: il sound infatti appare troppo meccanico e freddo, pur non inficiando abbastanza sulla resa finale; il cantato resta più che buono ed il resto dei musicisti si adegua alla situazione per portare a termine il brano.
Si chiude, stavolta per davvero, con la migliore esecuzione dell’album: a base di sola batteria e voce, è lo stesso Corky Laing a farsi carico di Like A Rolling Stone in una versione visionaria ed a tratti quasi “techno”: ma il batterista pare a suo agio in questa interpretazione che magari farà storcere la bocca ai puristi della prima ora ma che è coerente con l’interpretazione che Laing ha voluto darne, sempre con il placet del nostro mentore, che ha lasciato la chiusura del (buon) disco al suo più fido collaboratore che mette del suo per non sfigurare in questa che, al momento, è l’ultima esibizione in studio dei Nostri.
Autore: Mountain | Titolo Album: Masters Of War |
Anno: 2007 | Casa Discografica: Big Rack Records |
Genere musicale: Hard Rock | Voto: 7 |
Tipo: CD | Sito web: www.mountainrockband.com |
Membri Band: Leslie West – voce, chitarra Todd Wolfe – chitarra Kenny Aaronson – basso Richie Scarlett – basso Corky Laing – batteria Special guest: Ozzy Osbourne – voce su traccia 1 Brian Mitchell – organo, tastiere Warren Haynes – chitarra su traccia 2 e 8 | Tracklist: 1. Masters Of War 2. Serve Somebody With 3. Blowin’ In The Wind 4. Everything Is Broken 5. Highway 61 Revisited 6. This Heart Of Mine 7. Subterranean Homesick Blues 8. The Times They Are A-Changin’ 9. Seven Days 10. Mr Tambourine Man 11. Like A Rolling Stone |