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07th Set2020

Brzask – Brzask

by Simone Rossetti
Avete presente il gelato al pistacchio? Lo apprezzo ma non mi prende, mettete pure che sia un gelato completamente artigianale con soli ingredienti naturali e fatto in casa, niente da fare, lo ritengo un buon gelato ma niente di più. È la stessa sensazione che ho provato ascoltando questo primo lavoro dei Brzask, ma c’è un “ma”, è una considerazione (come nel caso del pistacchio) puramente soggettiva e che non trova alcun riscontro nelle migliaia (milioni?) di persone a cui piace il pistacchio, ci tenevo a sottolinearlo; riguardo ai Brzask le informazioni che siamo riusciti a recuperare in rete sono pochissime (niente line-up) quindi per il momento dovrete accontentarvi; sappiamo che arrivano dalla Polonia, dalla regione sudeta al confine con la Germania, suonano un black metal (e lo suonano anche bene) abbastanza “moderno” ma che si rifà al culto di Rubezahl, una antica leggenda popolare di quelle zone impervie che viene tramandata ancora oggi, uno spirito che aleggia nelle foreste alle volte con sembianze di gigante altre simile ad un diavolo con la testa di animale. Vorrei però soffermarmi sull’artwork, veramente bello con le sue sfumature di rosso carminio (crediamo) ed un paesaggio spettrale giallo ocra molto cupo, è il climax giusto e predispone bene all’ascolto.

Per essere un album autoprodotto ha un buon suono, grezzo e ruvido al punto giusto mentre si sente la mancanza di un basso più corposo e nitido; ad aprire l’album ci pensa una breve intro (ormai sembra quasi una regola e questo mi indispone) dopodichè inizia la prima traccia vera e propria White Ravine, la più intensa ed evocativa delle tre con un buon growl (forse non brilla come espressività ma in quanto a potenza niente da dire) e brevi parti acustiche più atmosferiche, i riff sono pesanti e insistenti senza mai cali di tensione, quello che si percepisce è la voglia di far bene anche se non tutto è perfetto; la seconda traccia Wind Incantation non è male e prosegue sulle stesse coordinate black della precedente, introdotta da lenti arpeggi di chitarra si apre subito ad una ritmica più sostenuta, doppio pedale e riff che si ripetono incombenti e rocciosi, non male ma non lascia il segno sperato. L’ultima traccia Crimson Dawn Ritual è forse la più violenta ed anche la più strutturalmente complessa, i riff seguono una interessante ed originale linea melodica in puro black ma purtroppo il tutto si risolve senza sviluppi che ne siano all’altezza e viste le possibilità questo ci lascia un pò di amaro in bocca; musicalmente il pathos non manca e anche una buona onestà di fondo, a mancare sono quelle variazioni cromatiche (ma anche il nero più profondo) capaci di fare la differenza, quelle sfumature che ad esempio si ritrovano nell’artwork.

Ovviamente questo Brzask è solo un mini EP il che rappresenta anche un limite all’approfondimento di un personale percorso musicale ma come impostazione, come approccio, la strada è quella giusta, sulla lunga distanza saranno più chiare le reali possibilità di questo gruppo; un EP quindi, che come ogni buon gelato al pistacchio che si rispetti vi invitiamo ad assaggiare e valutare senza alcun preconcetto, almeno è un pistacchio interessante.

Autore: Brzask Titolo Album: Brzask
Anno: 2020 Casa Discografica: Autoproduzione
Genere musicale: Black Metal Voto: s.v.
Tipo: digitale Sito web: www.facebook.com/brzaskbm
Membri band:
n.d.
Tracklist:
1. Intro
2. Brzask I (White Ravine)
3. Brzask II (Wind Incantation)
4. Brzask III (Crimson Dawn Ritual)
Category : Recensioni
Tags : Black metal
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