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18th Set2020

The story of life: gli ultimi giorni di Jimi Hendrix

by Massimo Canorro
Sempre più spesso, grazie alla rete, delle rockstar passate a miglior vita conosciamo vita, morte e miracoli. Sappiamo (quasi?) tutto di loro: dall’infanzia all’adolescenza spesso tormentate, fino al grande salto nell’olimpo della musica, passando (non di rado) per eccessi, ricadute e risalite. Eh ahinoi, inevitabilmente, per la loro dipartita. Da qui il peso specifico del volume scritto a quattro mani da Enzo Gentile e Roberto Crema e dedicato agli ultimi giorni di esistenza del genio mancino di Seattle, della chitarra che costruì la storia del rock, del musicista e cantautore capace di innovare l’uso dello strumento nella musica di genere. Ergendosi tra i più grandi rappresentanti artistici del Novecento. “Jimi era stato vestito di broccato di seta verde e aveva l’aria tranquilla e pacifica, quasi come se stesse dormendo o semplicemente pensando con gli occhi chiusi al suo prossimo progetto musicale. È così che mi piace immaginarlo a distanza di cinquant’anni”, scrive Leon Hendrix nella prefazione del libro – dedicato al fratello maggiore – The story of life: gli ultimi giorni di Jimi Hendrix (Baldini+Castoldi/La nave di Teseo, brossurato con alette, 336 pagine, 20 euro), nel quale Gentile – milanese, giornalista professionista, “hendrixiano” dalla nascita – e Crema (presidente dell’associazione culturale “jimihendrixitalia.blogspot” nonché curatore dell’omonimo blog) cercano di capire – soprattutto, di far comprendere al lettore – e scandagliare l’incredibile parabola di Jimi Hendrix, scomparso nella City il 18 settembre 1970 all’età di 28 anni (proprio oggi ricorre il cinquantenario della sua morte).

Il referto medico parlerà di soffocamento da vomito ed uso eccessivo di tranquillanti, nonché di “insufficient evidence of the circumstances”. Circoscrive Gentile: “L’avventura di Hendrix, che stampa e tv da subito annovereranno tra le vittime di overdose, collocando l’artista tra i tanti caduti stroncati dalla droga, viene qui narrata e smentita attraverso uno scrupoloso lavoro di ricostruzione del suo ultimo periodo di vita”. Bizzarro ed impareggiabile già a partire dal nome (all’anagrafe era stato registrato come Johnny Allen Hendrix, ma qualche anno dopo il padre lo fece registrare di nuovo come James Marshall), il ciclone Jimi Hendrix – incrocio fra indiani, neri e bianchi – emerge al pari di un dipinto a figura intera nel ritratto che ne fanno Gentile e Crema. Un’effige sorprendente, intorno alla quale ardono – proprio come la famosa chitarra data alle fiamme sul palco del festival di Monterey, il 18 giugno del 1967 – interrogativi e ambizioni, progetti e riflessioni, gioie e fatica di un musicista che il tempo non ha scalfito. A scalfire l’uomo, semmai, è stata proprio la solitudine dei suoi ultimi giorni, lontano anni luce – ad esempio – dalla mattina del 18 agosto 1969, quando Hendrix salì sul palco del festival di Woodstock davanti a 400mila persone.

Scrive ancora Leon Hendrix: “Un evento, la morte di Jimi Hendrix a Londra, che sarà a lungo esibito e strumentalizzato, oggetto di false informazioni, ipotesi fantasiose e versioni distorte. Ancora oggi qualcosa affiora, di tanto in tanto, nelle cronache e nei libri di storia, come l’overdose per droga spacciata quale causa del decesso”. In The story of life: gli ultimi giorni di Jimi Hendrix, gli autori ricostruiscono, in modo minuzioso, i movimenti, gli incontri, i viaggi, le esibizioni live, la quotidianità sia privata sia professionale di un musicista magistrale (tra i più rilevanti esponenti e promotori del blues revival a Chicago a partire dalla seconda metà degli anni sessanta, il chitarrista Michael Bernard “Mike” Bloomfield definì “un’esplosione di bombe atomiche e missili teleguidati che volavano ovunque” la prima esibizione di Hendrix alla quale assistette). Nel presentare il volume – che è arricchito da un inserto fotografico di 40 pagine, con alcuni scatti inediti, a colori e in bianco e nero – Gentile e Crema sottolineano: “Per comprendere ed esplorare la parabola di Jimi Hendrix nell’ultimo mese di vita ci siamo affidati alle fonti più attendibili: documenti, riviste, giornali dell’epoca, vagliando le interviste più intriganti rilasciate in quei giorni e ascoltando le persone che ne avevano condiviso non solo il palco, ma anche le trasferte e il tempo libero”. Non solo, però, le voci di chi aveva frequentato l’adrenalinico Hendrix.

“The story of life” presenta al lettore un vasto rapporto sulla battaglia legale per l’eredità del musicista dal blues elettrico inconfondibile, chiosando con una serie di contributi di personaggi che sviscerano il loro punto di vista “hendrixiano”: da George Benson a Eric Burdon, da Pat Metheny a Franco Mussida, da Beppe Severgnini a Fabio Treves a Carlo Verdone (che a Hendrix ha dedicato il suo film “Maledetto il giorno che t’ho incontrato” del 1992). Concludono gli autori: “Con ‘The story of life’ abbiamo voluto, come in un’inchiesta giornalistica, fugare le ombre e i segreti di un caso che appartiene di diritto al costume e alle cronache dell’epoca, qui affrontate come un giallo di cui portare alla luce la verità”.

Category : Articoli
Tags : Libri
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