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20th Nov2020

AC/DC – Power Up

by Alberto Lerario
Eh…già, sono ancora qua. Gli AC\DC sono tornati, fatto già di per sé abbastanza sconcertante considerando l’età anagrafica dei membri e della band (47 anni sulle scene, conoscendoli punteranno ai 50), ma soprattutto le vicissitudini capitate: la dipartita di Malcolm, le noie di salute all’orecchio di Brian, il rifiuto di Cliff di continuare e le beghe legali di Phil. Tutto questo non può non essere tenuto in considerazione nella recensione del disco Power Up. Angus ha difeso per una volta ancora il suo mantra ad andare avanti sempre e comunque per la propria strada, soprattutto in un periodo inedito di pandemia, con la voglia di portare un po’ di spensieratezza e intrattenimento nel solo e unico modo che conosce, con il buon vecchio hard rock‘n roll. Quest’ultima affermazione regala il gancio per l’annosa diatriba che avvolge questa band: hanno fatto 17 dischi tutti uguali (18 con questo, direbbe Angus ridendo). Per i fan ciò è motivo di vanto, per gli haters è motivo di scherno. Proveremo quindi a fornire versioni parallele, parimenti valide, per far emergere i due lati di questo disco.

Versione da Fan. Disco solido e piacevole che conferma nonostante il passare del tempo la loro grandezza e capacità nel creare melodia con il ritmo. Sono loro, sono in forma e non tradiscono, c’è tutto quello che ci si aspetta: blues, groove, riff ed energia. Le migliori tracce si trovano nella prima parte del disco: Realize, Shot In The Dark hanno riff e refrain che si stampano in testa al primo ascolto; Through The Mists Of Time (con batteria in controtempo, una rarità per loro) e Demon Fire escono piacevolmente dal seminato grazie ad un Brian versatile e convincente che riesce a spaziare tra sonorità più pop rock o più oscure. Anche Witch’s Spell si esprime con un tiro accattivante e catchy. L’album è infine ottimamente prodotto (e ci mancherebbe) da Brendan O’ Brian che già aveva lavorato sui precedenti Black Ice e Rock Or Bust, conferendo un sound più morbido e patinato rispetto al passato, prediligendo il mid tempo all’up tempo (cosa che può dipendere anche dalle primavere che passano per Angus e soci). In sintesi un disco ottimo, superiore al precedente e che si pone ai livelli di Black Ice, i capolavori del passato sono stati onorevolmente tributati. L’album contiene anche un valore emotivo, considerando che rappresenta un ringraziamento a Malcom (di cui però si sente la mancanza, soprattutto della sua impareggiabile mano destra) grazie a sue idee e vecchie tracce conservate gelosamente e sapientemente da Angus nel corso degli anni.

Versione da Hater. Album che nulla dà e nulla toglie alla loro discografia, così come a quella del panorama musicale. E’ presente qualche pezzo carino qua e là (es. Shot In The Dark) ma nel complesso annoia presto essendo la solita solfa da trent’anni a questa parte. Non se ne sentiva il bisogno di un disco del genere, gradevole a piccole dosi ma mediocre nel complesso, e questi dinosauri farebbero meglio a farsi da parte per dare spazio a qualcosa di più fresco. Power Up è quindi un disco degli AC\DC uguale a tutti gli altri, più bello di altri ma non a livello dei capolavori irripetibili del passato. Ma il punto è proprio questo, il passato non esiste più, per fortuna però esiste ancora un presente per loro. Se avete bisogno di alcuni minuti di distrazione e di energia positiva questo album saprà regalarvi senza troppi problemi. Consigliamo di sentire il disco liberi da preconcetti che distorcono il giudizio, e lasciare decidere solo al proprio gusto musicale che essendo soggettivo è insindacabile.

Chiudiamo con una provocazione: se gli AC\DC hanno fatto dischi tutti uguali, o sono tutti belli o sono tutti brutti. Oppure qualcuno è più uguale degli altri? Forse dovremmo semplicemente ricordarci che band del genere non avranno mai torto dal punto di vista oggettivo (la storia parla per loro) e che la musica per un ascoltatore è cosa che ha che fare con la sfera soggettiva, non critichiamo quindi la tecnica di professionisti di lungo corso, la moda (che loro hanno creato, non usato), il passato, ma concentriamoci sulla musica e sul presente. Avrebbe senso pretendere un’anatra all’arancia in una pizzeria? Terminiamo quindi come avevamo cominciato, con un’altra citazione: non è bello ciò che è bello ma è bello ciò che piace. E gli AC/DC continuano a piacere.

Autore: AC/DC Titolo Album: Power Up
Anno: 2020 Casa Discografica: Columbia Records, Sony music
Genere musicale: Hard Rock Voto: 7,5
Tipo: CD Sito web: www.acdc.com
Membri band:
Brian Johnson – voce
Angus Young – chitarra
Stevie Young – chitarra
Cliff Williams – basso
Phil Rudd – batteria  
Tracklist:
1. Realize
2. Rejection
3. Shot In The Dark
4. Through The Mists Of Time
5. Kick You When You’re Down
6. Witch’s Spell
7. Demon Fire
8. Wild Reputation
9. No Man’s Land
10. Systems Down
11. Money Shot
12. Code Red
Category : Recensioni
Tags : AC/DC, Hard Rock
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