Saxon – Into The Labyrinth

La seguente Demon Sweeney Todd ha quel quid di poderoso che si intuisce sin dalle prime note: Byff parte per la tangente, imbarcandosi in una cavalcata vocalmente impeccabile che sfocia in un ritornello godibilissimo e di facile ricezione. Non vi sono cedimenti di sorta nell’esecuzione della traccia che è al tempo stesso speed e delicata, specie nell’interpretazione del refrain, mentre le chitarre sono sempre aggressive ed oggettivamente molto intense. The Letter si pregia dell’esecuzione in coppia del duo Scarrat/Quinn che fanno a gara per dimostrare la loro abilità, tanto da ricordarci esecuzioni di qualche decade addietro senza apparire eccessivamente oltraggiosi verso le precedenti esibizioni dei Nostri: ma il brano non risente di tali paragoni, reggendo anzi bene la vena metallica del gruppo anche in tale frangente. Valley Of The Kings ha una struttura molto più canonica, dall’incedere maestoso e quasi epicheggiante con la sua marcia impetuosa dettata ancora da chitarre fresse e drumming che Glockler rende intenso con l’uso sapiente della grancassa, che serve a far risaltare anche un bel coro intenso e partecipato. L’accostamento blues/metal spesso è apparso irrispettoso, ma quando viene concepito ed eseguito con la bravura di una band come la nostra non può che entusiasmare: Slow Lane Blues, infatti, non riesce a non entusiasmare per la tecnica che ci viene qui proposta ed abbinata ai canoni di un genere che può apparire lontano anni luce dal metal, ma che invece ha molto in comune per le basi armoniche alla base di ambo i mondi e qui ne viene dato esempio fulgido.
Crime Of Passion probabilmente è la traccia meno riuscita: appare quasi un filler per l’eccessivo uso delle chitarre troppo proiettate nel “moderno”, ovvero sganciate stavolta dai parametri classici adoperati di solito dai Nostri, mentre Premonition in D Minor è un breve esercizio a sei corde, pur se infuocato e di buon livello, il tutto per introdurre la seguente Voice e la voce del singer molto affabile e a modo, ma altrettanto arrabbiata nella sua esecuzione che, a causa della struttura del brano, si manifesta molto in divenire ed in progressione solida ed armonica, con il marchio di fabbrica della timbrica inconfondibile. Protect Yourselves si “candida”, per così dire, ad altro brano del disco: la buona volontà e di Byff e degli altri di mettere in piedi una traccia credibile, stavolta non riesce perché la medesima è troppo caciarona, con tanto di coro ripetuto ad oltranza e drumming opprimente sì ma senza quel quid in più che resti in mente. Hellcat fa destare dal torpore del brano precedente, ma senza anch’esso entusiasmare, trattandosi di brano molto elementare, dove stavolta l’hard’n’roll scivola via senza infamia e senza lode, mentre Come Rock Of Ages vede nuovamente la coppia di asce alla ribalta, che accompagnano bene il singer nell’esecuzione di una traccia gradevole, poco elettrificata ed a tratti molto mid-tempo.
Chiude Coming Home e la sua versione leggermente diversa da quella già offerta in Killing Ground, che anche in questa occasione non delude gli aficionados per la sua vena a tratti romantica e strappalacrime che specie nei fan della prima ora non mancherà di essere motivo di vanto per aver avuto una band simile quale paladino dei veri “difensori” della fede”.
Autore: Saxon | Titolo Album: Into The Labyrinth |
Anno: 2009 | Casa Discografica: Spv |
Genere musicale: Heavy Metal | Voto: 7 |
Tipo: CD | Sito web: www.saxon747.com |
Membri Band: Byff Byford – voce Paul Quinn – chitarra Doug Scarrat – chitarra Tim Carter – basso Nigel Glockler – batteria | Tracklist: 1. Battalions Of Steel 2. Live To Rock 3. Demon Sweeney Todd 4. The Letter 5. Valley Of The Kings 6. Slow Lane Blues 7. Crime Of Passion 8. Premonition In D Minor 9. Voice 10. Protect Yourselves 11. Hellcat 12. Come Rock Of Ages 13. Coming Home |