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08th Mar2022

PRP – No Pristine Rubbery Perception

by Raffaele Astore
Pubblicato il 12 novembre dello scorso anno, i finlandesi PRP si presentano con questo disco dalle sfaccettature progressive dal titolo No Pristine Rubbery Percpeption, un disco che raccoglie in sé tutto il gotha delle sfumature progressive che si rispettino. La band, anzi il duo, è composto da Rami Turtiainen e Petteri Kurki che con le loro grandi abilità di musicisti confezionano un prodotto dal largo e “consumato” respiro. Perché diciamo consumato? Ci riferiamo espressamente alle grandi ariosità che il rock finlandese, oggi, è in grado di offrirci; ed in particolare a quel rock progressivo nordico rappresentato ad esempio dai Petteri Kurki, forse più propensi ad un jazz rock caratterizzato dalle propensioni progressive, o ancora come i Wigwam che con quel lavoro del 1975 dal titolo Nuclear Nightclub dipinsero un album sfacciatamente progressive con venature pop che non guastavano davvero ed alle quali, anche band italiane, ci pare, si siano poi ispirate in quel periodo. Ma torniamo a No Pristine Rubbery Percpeption che oltre a presentare un buon sound è spesso sostenuto da un condensato effetto canoro che non dispiace. Di sicuro, il classico underground dei due musicisti finlandesi qui è molto presente, lo si sente sin dall’inizio, sin dalle prime battute di Rubber Hands, Pt. 0 – Prelude of the Distant Past, interrotto da un urlo alla Pink Floyd periodo Ummagumma che introduce alla Rubber Hands piena di quelle sonorità plasmate allo Steven Wilson solista che è più conosciuto dal pubblico meno difficile da soddisfare. Ne è esempio la poetica It’s Never Always che di Wilson prende la parte più morbida allo stesso modo in cui prende alcune sonorità Jethro Tull ma stavolta con un folk rock più rigoglioso.

Ma le progressioni musicali qui ci sono tutte come ci sono in No, anche questo giocato come in quei cambi che spesso erano e sono la prerogativa di grandi nomi come quello dei Porcupine Tree. Ma al di là di tutti i paragoni che qui è possibile richiamare, vedi ad esempio Rubber Hands, Pt. II – Days capace di ricordare in parte David Gilmour come lo stesso Mike Oldfield, c’è da dire che al di là di tutte le emozioni che i brani dei PRP richiamano, questo è un disco che di certo non entusiasma in fatto di novità sonore, ma è comunque gradevole ascoltare, magari in una domenica di pioggia quando non ti va di uscire. Resta il fatto comunque che anche il rock finlandese è quel rock che in un periodo oscuro per tante band è riuscito a dire la propria durante questo lungo periodo di “oscurità” sensoriale.

Autore: PRPTitolo Album: No Pristine Rubbery Perception
Anno: 2021Casa Discografica: Inverse Records
Genere musicale: Progressive RockVoto: 6,5
Tipo: CDSito web: www.facebook.com/PRPprog
Membri band:
Rami Turtiainen (Grus Paridae) – voce, chitarra, synth, batteria
Petteri Kurki (Grus Paridae) – voce, chitarra, basso, synth, batteria
Tracklist:
1. Rubber Hands, Pt. 0 – Prelude Of The Distant Past
2. Rubber Hands
3. No
4. Rubber Hands, Pt. II – Days
5. Exp
6. It’s Never Always
7. Rubber Hands, Pt. III – The Sea of Streets
8.SunSon (Bonus Track)
Category : Recensioni
Tags : Nuove uscite, Progressive
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