AC/DC – Ballbreaker
Per la pubblicazione del loro dodicesimo album i nostri rocker australiani chiamarono addirittura il guru del rock/metal americano Rick Rubin alla produzione (e si sente, di fatti l’album è forse l’unico ad avere un suono così metallico e tosto in tutto il loro catalogo) storico collaboratore di Slayer e di altre realtà nel campo hard’n’heavy come System Of A Down, Linkin Park e Red Hot Chili Peppers. È il primo disco dopo cinque anni di distanza dall’ultima fatica discografica di successo (The Razors Edge) e vedrà anche il ritorno dietro ai tamburi dello storico drummer Phil Rudd che aveva lasciato la band agli inizi degli anni ’80, evento causato da forti dissidi musicali avuti con il chitarrista Malcolm Young. Anche questo Ballbreaker si dimostrò essere un buonissimo prodotto musicale, album capace di rimettere in primo piano, forse più del precedente lavoro, quel chitarrismo puro e crudo che da sempre contraddistingue il sound del gruppo che negli ultimi anni si era un pò ammorbidito. Undici brani memorabili capaci di far battere il piede come non succedeva da tempo, carichi di groove con le chitarre sempre in risalto e con il cantato di Brian Johnson che, non cambiando di una virgola la propria impronta vocale, esalta queste canzoni con il classico spirito degli AC/DC.
Si aprono le danze con Hard As A Rock, e già il titolo parla da sé, grande intro di chitarra arpeggiato che ti batte sulla spalla come se fosse la pacca ricevuta da un vecchio amico, con quell’incedere classicheggiante che sfocia nel grandioso riff portante della canzone che accompagna l’ascoltatore fino ad uno dei ritornelli boccacceschi e sessisti che la band ti suona e canta davanti al naso; grandioso e sempre spettacolare anche il video clip che accompagna il brano che era stato scelto anche come singolo apripista dell’intero lavoro, che sarà seguito dal rilascio sul mercato anche da Cover You In Oil e da Hail Ceasar. Quest’ultima ha il pregio di avere dalla sua parte il riff e l’andamento complessivo che riprende dei giri di chitarra ed il modo di avere impostato la canzone come solo loro erano in grado di fare agli inizi della loro carriera, nel senso che assolo di chitarra, riff portante ed anche il cantato suonano molto retrò (l’avrebbe potuta cantare benissimo anche il buon vecchio Bon Scott tanto per intenderci). Stesso ragionamento lo si può fare con la traccia intitolata Boogie Man, brano che sembra arrivare dai seventies con quell’andamento che fa tornare alla mente addirittura un grande brano come The Jack, dove Brian Johnson canta dei versi che sono puri racconti di strada e di vita notturna passata tra un locale all’altro, basti leggere le lyrics per entrare in un bar e chiedere al bancone un boccale di birra quando si legge: “Some people say I’m only out of night, maybe those folks might of got it right. And some people say I drive a cadillac car, or sell my wares hauntin’ hotel bars“.
The Honey Roll non si discosta molto dalle ultime produzioni ed insieme al brano che dà il titolo all’album rendono l’idea del perchè abbiano chiamato mr. Rubin alla produzione: qui c’è tutto il succo sonoro degli AC/DC, grandi riff di chitarra e gli assoli di Angus Young suonano diretti e limpidi come non si sentiva da un sacco di tempo. Questo disco ci ripresentò la band in gran forma ed il fatto di avere recuperato il suo storico drummer dal tocco unico per questo genere dimostrò anche la volontà di ripescare quelle vecchie sonorità tanto care a loro per distaccarsi da tante altre band in circolazione. E per lanciare anche un messaggio ben preciso al mondo, ossia che gli AC/DC ci sono ancora e sempre ci saranno! Almeno per noi che ci porteremo dietro il loro bagaglio musicale fino alla tomba, ed anche nella prossima vita terrena.
Autore: AC/DC | Titolo Album: Ballbreaker |
Anno: 1995 | Casa Discografica: EastWest Records |
Genere musicale: Hard Rock | Voto: 7 |
Tipo: CD | Sito web: http://www.acdc.com |
Membri band:
Brian Johnson – voce Malcolm Young – chitarra, voce Angus Young – chitarra Cliff Williams – basso, voce Phil Rudd – batteria |
Tracklist:
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