Gotthard – Firebirth
“If you wanna be anything at all, if you wanna be what you see, just put your name down; and if you wanna feel what you think is real, if you wanna pick up a steal, just put your name down!…..Starlight. I don’t even know your name……Starlight. You sure you wanna play my game?“. Signori! I Gotthard sono tornati. Non se ne erano mai andati a dire il vero e questo concetto lo ha ribadito e descritto nella maniera più naturale possibile anche Leo Leoni quando ci ha concesso un’intervista poco tempo fa parlando insieme di come sarebbero andate avanti le cose in casa Gotthard dopo la prematura scomparsa del cantane e membro storico Steve Lee (intervista completa al seguente link). Non ci hanno mai lasciato, è arrivato un nuovo cantante nella persona di Nic Maeder, dotato di una gran voce e di un grande carisma e che si è ben inserito all’interno della band. Il loro nuovo album si chiama Firebirth e già dalla fenice infuocata che compare in copertina il concetto ci appare forte e chiaro: loro sono rinati dalle ceneri dell’inferno che gli è caduto addosso dopo l’incidente che ci ha portato via uno dei cantanti più rappresentativi della scena hard rock europea. I versi che abbiamo riportato ad inizio recensione sono l’inizio ed il chorus centrale del primo brano dell’album intitolato Starlight che è per noi tutti il giusto biglietto da visita che ben introduce il nuovo percorso musicale di questa grande band che ha scritto delle pagine importanti della nostra amata musica. Nuovo si fa per dire, perchè Firebirth non si discosta molto dalla classica linea musicale della band, che risulta essere marchiato Gotthard al 100%, un disco che non tarderà ad essere apprezzato da chiunque abbia seguito album dopo album il lungo percorso musicale della band che va avanti da quasi 20 anni e sempre con ottime canzoni hard rock, che sono entrate e rimarranno per sempre nei nostri cuori.
Questo è un disco che sa mostrare anche il lato selvaggio della band, ci sono diversi brani caratterizzati da arrangiamenti molto robusti e gli assoli di chitarra sono la cosa più pregevole che le nostre/vostre orecchie abbiano il piacere di raccogliere. Ascoltate brani come Give Me A Real, Fight, S.O.S. e Right On e vi ritroverete davanti ad una muro roccioso fatto di riff granitici e potenti ben sostenuti dalla sezione ritmica curata come sempre da due grandi musicisti come Marc Lynn e Hena Habegger. Il livello delle composizioni è sempre alto, orecchiabili o potenti dove lo devono essere; un brano come Yippie Aye Yay non mancherà mai da un loro live, contraddistinto da un grande chorus molto funny nel suo incedere e che riporta alla mente grandi canzoni come Mighty Queen, Mountain Mama o Lift U Up, da sempre presenti in una loro raccolta live e che insieme alle ballad sono le cose che hanno portato i Gotthard a diventare la grande band che sono. Infatti le quattro ballad che sono presenti su Firebirth saranno la vostra più bella compagnia quando avrete voglia di essere romantici, Remember It’s Me è anche il primo brano che è stato composto insieme a Nic Maeder, semplice e diretto capace di arrivare al cuore. Tell Me è un brano bellissimo, il pianoforte e la chitarra acustica messi insieme all’inizio della canzone ti prendono per mano e ti accompagnano fino a casa quando hai finito una piacevole serata insieme ai tuoi amici di sempre, la miglior compagnia che si possa avere. Qui Nic Maeder canta in maniera impeccabile ponendo ad una donna immaginaria una serie di domande per chiedere una conferma dell’amore offerto dal proprio uomo.
Shine è un’altra piccola gemma rock, una semi ballad dal giusto appeal con una melodia che vi rimarrà in testa per tanto tempo, qui l’assolo di chitarra di Freddy Scherer è da antologia. The Story’s Over ha melodie che si riaffacciano un’altra volta nel passato della band con linee melodiche vocali tanto care al sound dei Gotthard, un’altra semi ballad eseguita con stile e con gran mestiere e che fa tornare alla mente molti brani del loro recente passato. La seguente Right On viaggia sopra dei binari hard, potente e melodica allo stesso tempo con quel chorus contagioso che dal vivo starà facendo vittime dappertutto; la band è già in tournée a promuovere il loro nuovo lavoro e noi di RockGarage abbiamo avuto modo di vedere all’ultima molto intensa edizione del Gods Of Metal festival 2012 (qui il live report). Take It All Back è un’ altra semiballad con un bel giro di chitarra che Leo Leoni ci mette sugli scudi, contenente anche un chorus molto pregevole e ben riuscito. Si ritorna a ritmi sostenuti con la penultima traccia che si intitola I Can dove la band si lancia in una cavalcata hard rock senza voler fermarsi più, tutto il disco è di altissimi livelli compositivi, nettamente superiore agli ultimi due studio album pubblicati pur non allontanandosi troppo dagli standard sonori a cui ci avevano abituato.
L’ultima traccia si chiama Where Are You ed è stata scritta totalmente dal chitarrista Leo Leoni: bellissima canzone dove Leo dà l’ultimo saluto e si chiede dove sarà andato il suo vecchio amico, come si sentirà nel luogo dove dimora adesso. Un testo toccante ed intimo che ben descrive il vuoto che ha lasciato nelle nostre vite la morte di Steve Lee e solamente il ricordo della sua grande voce e delle sue grandi interpretazioni regalateci negli anni sanno riempire. Bellissimo il ritornello del brano dove il nuovo singer canta: “How is life for you out there? Are you dancing on a rainbow lane? Are you singing in the rain?” e ancora: “Will you make me understand? Will you be my chosen Angel? Will I find you right at the end? Right at the end“. Molto toccante il verso colmo di speranza che recita “Hope you found your piece of heaven, hope you found your way back home, tell me!” che rimanda al ritornello della grande Heaven, brano che trovate nell’album Homerun dato alle stampe nel 2001.
Non aggiungiamo altro, questo è un album bellissimo, suonato da una grande band che ha trovato un grandissimo cantante che ha il pregio di non assomigliare troppo al suo predecessore, ma di seguirne le stesse linee melodiche che si sposano col suono che da sempre contraddistingue questa realtà. Abbiamo detto che sono tornati, che non se ne erano mai andati e che da adesso in poi saranno ancora insieme a noi.
Autore: Gotthard | Titolo Album: Firebirth |
Anno: 2012 | Casa Discografica: Nuclear Blast |
Genere musicale: Hard Rock | Voto: 9,5 |
Tipo: CD | Sito web: http://www.gotthard.com |
Membri band:
Nic Maeder – voce, chiatta, piano Leo Leoni – chitarra, voce Freddy Scherer – chitarra Marc Lynn – basso, voce Hena Habegger – batteria
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Tracklist:
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Bellissima recensione Gianlu! Forse la tua migliore in assoluto! Mi hai convinto a comprare l’album 😉
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