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12th Gen2021

Vic Petrella – Sperimentalist

by Raffaele Astore
Ascoltare il prodotto di questo artista foggiano è un vero e proprio tuffo in quella musica che viaggia tra post-rock, elettronica, ambient ed un certo sperimentalismo sinfonico che a volte ci sembra di accarezzare le note appena uscite da questo CD che ci è giunto e che già dalla copertina si presenta affascinante. Un mini lavoro questo Sperimentalist di soli quattro brani, ma che contiene tanta di quella vitalità sonora da far paura per quanto la stessa è coinvolgente. C’è poi, giusto per non farsi mancare nulla, una tematica attualissima da spingere gli ascoltatori ad una riflessione profonda sui temi che Vittorio ci propone con questo esordio che non è solo musicale, un esordio che a differenza di tanti altri lo si potrebbe definire addirittura “politico”, di quella politica vera dove, il pensiero che vede l’uomo al centro delle riflessioni, è l’uno vero atto politico che ci si possa permettere. Da Red Zone, brano scritto durante la quarantena a cui tutti siamo stati costretti durante il lockdown, a Under The Stars che tratta del nostro essere minuscoli in confronto all’universo con una sonorità unica, ricercata, raffinata, a quella ricerca e realizzazione sonora che giunge con Historia Magistra Vitae che spinge ad una ulteriore riflessione, validissima in questo periodo, e cioè imparare dal passato, dagli errori commessi per salvarsi, una riflessione che di questi tempi tiene banco così come tengono banco le riflessioni su quello che siamo e su dove andremo.

Chiude Nature che vuole essere quella conclusione perfetta di un viaggio in cui tutti gli esseri umani dovrebbero aspirare perché, salvare la natura vuol dire salvare noi stessi, vuol dire salvare l’intera umanità. Vic Petrella stupisce davvero con questo suo esordio fatto di una musicalità che, anche se sembra essere una space suite è invece una musica che prende in testa e nel cuore.

Autore: Vic Petrella Titolo Album: Sperimentalist
Anno: 2020 Casa Discografica: (R)esisto Distribuzione
Genere musicale: Avantgarde, Elettronica Voto: s.v.
Tipo: EP Sito: www.facebook.com/VicPetrella
Membri band:
Vic Petrella
Tracklist:
1. Red Zone
2. Under The Stars
3. Historia Magista Vitae
4. Nature
Category : Recensioni
Tags : Avant-garde
0 Comm
24th Nov2020

Bj Jazz Gag – Somestring Else!

by Marcello Zinno
Dopo due anni dalla nascita del progetto, ma tanta strada alle spalle per questo trio, viene pubblicato Somestring Else! un album che a vederlo nel suo packaging essenziale e nella sua tracklist minuta sembrerebbe quasi un EP. E invece è un album completo, seppur strumentale, pieno di musica suonata, di tecnica ma soprattutto di improvvisazione. L’improvvisazione non è per tutti e non può essere compresa da tutti e questo è il maggior limite di Somestring Else!: musica a cavallo tra soft rock, jazz, e fusion è di per sé qualcosa di molto particolare, di nicchia. Ma il trio in questione non fa mai sfoggio delle proprie doti, non mette mai in scena esercizi di stile e di tecnica che potrebbero essere collocati per zittire eventuali colleghi o per eccitare fan alla ricerca di scale impossibili; piuttosto è un songwriting emotivo il loro, che a volte si perde in ripetizioni eccessive (come in Fino All’ultimo Respiro) e che a tratti sembra voler esplodere ma che non lo fa mai, resta sempre un passo indietro, timido, quasi a voler mettere in scena una jam session intima e per un pubblico striminzito.

A nostro parere, sulla lunga distanza, Somestring Else! potrebbe risultare un lavoro molto acerbo nel senso che i Bj Jazz Gag potrebbero davvero concepire musica con un range sonoro molto più vasto, introdurre strumenti differenti (fiati?!), creare ambientazioni ed arrangiamenti intorno alle loro composizioni molto variegati. E forse lì si aprirà la loro mente ma anche quella del pubblico.

Autore: Bj Jazz Gag Titolo Album: Somestring Else!
Anno: 2020 Casa Discografica: Fonterossa Records
Genere musicale: Avantgarde Voto: 6
Tipo: CD Sito web: n.d.
Membri band:
Biagio Marino – chitarra
Luca Bernard – basso
Massimiliano Furia – batteria
Tracklist:
1. Emblemata
2. Alghero
3. Fino All’ultimo Respiro
4. Abbia Masella
5. Native American Painting
Category : Recensioni
Tags : Avant-garde
0 Comm
22nd Nov2020

ĀraṇyakAƔnoiantAḥkaraṇA – ĀAAA

by Marcello Zinno
Che sia un progetto sperimentale, fuori dagli schemi lo si intuisce dal proprio moniker, contrario ad ogni basilare regola per poter essere memorizzato. Anche il titolo dell’album (che in realtà riprende le “4 A” incluse nel moniker) non è da meno e come se non bastasse si parla di un duo che resta nell’ignoto (anche per strumenti adottati oltre che per nome dei componenti) e di un’uscita in vinile realizzata a mano in sole 21 copie. Cosa c’è di più anti-commerciale rispetto a questo? Molto poco. Detto questo potrete immaginare già la musica ricompresa nelle tre tracce che fanno parte del LP, musica avanguardistica che nell’opener abbraccia sonorità mediorientali aprendosi a linee vocali ruvide e ostiche solo sul finire (la traccia da sola dura 22 minuti). La seconda traccia funge da intermezzo e si passa a The Margin Spread con una ritmica più incisiva, percussioni che sembrano una marcia (funebre?!) posta lì per esaltare il canto a tratti ecclesiale, una visione onirica che con difficoltà spicca il volo confutandosi come rito orientale che sancisce l’abbandono dello spirito dal corpo (14 minuti complessivi). Fine.

Solo quei pazzi della Family Sounds potevano dare forma discografica ad un progetto del genere e ce l’hanno fatta. Vediamo se sarete tra i pochi fortunati a volerne ardentemente una copia.

Autore: ĀraṇyakAƔnoiantAḥkaraṇA Titolo Album: ĀAAA
Anno: 2020 Casa Discografica: Family Sounds
Genere musicale: Avantgarde Voto: s.v.
Tipo: LP Sito web: https://www.facebook.com/aranyakagnoiantahkarana/
Membri band:
0 – musica, voce
1 – voce, musica
Tracklist:
1. No Store Of Cows
2. As Much Wealth As You Can Afford
3. The Margin Spread
Category : Recensioni
Tags : Avant-garde
0 Comm
08th Ago2020

Lacinskij – Sound(E)scaping Vol. I

by Marcello Zinno
Lacinskij, ovvero Giuseppe Schillaci, è il produttore-musicista che si trova dietro la Doremillaro Records e anche dietro questo album, probabilmente interamente concepito e suonato da lui stesso. Quando un artista progetta e realizza da solo un album o è un polistrumentista di grandissimo livello o chiede un grande ausilio all’elettronica; non mettiamo in dubbio le doti di Giuseppe ma sicuramente in Sound(E)scaping Vol. I c’è un grande uso di effetti ed elettronica, tanto da etichettarlo come album sperimentale di confine tra il rock e la musica avantgarde. Se infatti l’opener ci predispone in un contesto appunto avanguardistico, già con la seconda traccia si fa un tuffo in una musica che, pur abbellita da diversi pattern melodici, non risulta semplice e che fa il pari con la sua natura poco (quasi per nulla) analogica. Drum machine, effetti, synth, si intersecano tra di loro sovrapponendosi nel corso di Reichalia Odissey optanto per un crescendo che poi si sgonfia sul finale; salviamo lo xilofono (speriamo di aver riconosciuto bene) che piazza un buon incipit e si differenza dagli altri contributi. Innegabili i rimandi agli anni 80 in Travel With Raffaella Carrà [Let’s Try Love] (il titolo in verità c’entra poco): anche qui viene a galla la ricetta di Lacinskij, ovvero su una base costante creare sovrastrutture melodiche e per lo più elettroniche, con l’ausilio di loop, un po’ come quando sentivate decenni fa brani remixati e anabolizzati di effetti in modo da far loro conquistare una veste nuova.

Compaiono diverse tracce con una ritmica quasi dance (come in Quarantine Rain o in The Before It Happens Theme), scelta questa che a nostro parere fa allontanare l’album da uno spessore artistico-sperimentale e in generale nelle singole tracce compaiono raramente cambi di direzione in grado di stupire l’ascoltatore. Un animo molto legato alla sperimentazione (interessante) ma anche più al software che alla musica suonata (questo ci piace meno) che però a differenza di inconcludenti e lunghe strumentali composizioni, tende a poggiarsi su paradigmi ascoltabili che, seppur non restino impressi nella mente, si fanno ascoltare anche ad un orecchio non allenatissimo. Complice l’elettronica e il songwriting, ma la nostra domanda è un altra: tra 5 o 10 anni, chi si ricorderà di questo album?

Autore: Lacinskij Titolo Album: Sound(E)scaping Vol. I
Anno: 2020 Casa Discografica: Doremillaro (sb) Recs
Genere musicale: Avantgarde Voto: 4,5
Tipo: Digitale Sito web: www.doremillaro.com/lacinskij
Membri band:
Giuseppe Schillaci
Tracklist:
1. C – Major Irresolution
2. Reichalia Odissey
3. Travel With Raffaella Carrà [Let’s Try Love]
4. Arab Reflective Anxiety
5. Quarantine Rain
6. Ossessione – Endgame
7. The Before It Happens Theme
8. Midwest
Category : Recensioni
Tags : Avant-garde
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09th Mag2020

Hammer Of The Sky – Aarni

by Marcello Zinno
La mitologia nord europea, unita alla loro cultura dei boschi e al paganesimo, rappresenta un ambito molto affascinate, seppur nei decenni dibattuto e teatro di estremismi a tratti schizofrenici. Quest’anno, dopo due anni dalla nascita del progetto, giunge il primo EP del duo Hammer Of The Sky (il riferimento al martello di Odino non è probabilmente casuale dato l’imprinting del progetto) che unisce lo stesso ascetismo legato alla natura e alla mitologia norrena ma in una chiave ambient, lasciando qualsiasi forma di metal e di suoni black ad oltranzismi che non sono consoni all’epoca in cui viviamo o quantomeno alla visione del duo. E così 4 tracce (dai titoli orgogliosamente in lingua madre) si susseguono, i riferimenti sono facilmente riallacciabili al Bathory meno metal o a Burzum nel periodo di prigionia, anche se Aarni suona molto moderno, con una produzione che cura una pulizia dei suoni apprezzabile, incredibilmente d’atmosfera.

Kultaisen Kuninkaan Kaitselmus segue degli impulsi ritmici profondamente spirituali, creando trame ambient che potrebbero facilmente sconfinare nella psichedelia se solo fossero “sostanze terrene” a dar vita al songwriting. Si percepiscono quasi influenze di strumenti asiatici e indiani, tanto a dimostrare che questa visione di ambient (come certa spiritualità) non ha validità territoriale, ma solo collocazione all’interno dello spirito delle persone, di qualsiasi estrazione esse siano. Una leggera chitarra si sente in Valkoista Tuhkaa ma non sono le note le protagoniste di questo EP, bensì l’anima che c’è dietro.

La copertina è centrale nella musica del duo, affascinante, ispira precisamente la visione musicale del progetto perché come disse Gaahl bisogna trovarsi nelle gelide foreste del nord per comprendere profondamente l’origine delle emozioni che poi danno vita a certa musica.

Autore: Hammer Of The Sky Titolo Album: Aarni
Anno: 2020 Casa Discografica: Inverse Records
Genere musicale: Ambient, Pagan Folk Voto: s.v.
Tipo: EP Sito web: https://www.facebook.com/hammerofthesky
Membri band:
Aleksi Martikainen – voce, strumenti
Kimmo Huhtala – voce, strumenti
Tracklist:
1. Vuodenaikojen Panssaripeite
2. Kultaisen Kuninkaan Kaitselmus
3. Sudenveressä
4. Valkoista Tuhkaa
Category : Recensioni
Tags : Avant-garde
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25th Apr2020

Xabier Iriondo – Snare Drum Exorcism – Tierra / Maree

by Giuseppe Celano
Lo split che vede coinvolti Xabier Iriondo e Franz Valente (Snare Drum Exorcism) è una coproduzione fra le etichette Wallace Records, Dischi Bervisti, Diodrone e la neonata Truebypass. S’intitola Tierra / Maree e consta di tre tracce in cui l’improvvisazione e la sperimentazione sonora regnano sovrane. Il lavoro è disponibile nella versione digitale e fisica in tiratura limitata, 300 vinili 12” di cui 250 copie nere e le altre 50 marmorizzate. Le sonorità sono figlie della sperimentazione ritmica sulle percussioni sfruttando un oggetto costruito con aste di metallo, molle e altri accessori capace di produrre effetti spettrali e riverberi metallici. Tierra, 15 minuti, è il primo lavoro di Xabier in solo con il Mahai Metak, cordofono autocostruito a 10 corde con il quale crea il suo solito, si fa per dire, mondo fatto di rumorismi e atmosfere sfuggenti. Nella prima take della seconda facciata, più contenuta nel minutaggio rispetto all’altra, è Franz Valente a gestire l’orchestra (mentale) attraverso un’organizzazione che fonde rock, post-punk e noise.

Iriondo e Valente si ritrovano a suonare insieme nell’ultima traccia Mosaique in cui alternano strumenti autocostruiti e tradizionali, sigillo che funge da trait d’union fra i due impegnati in questa mezzora in cui il metalinguaggio creato è arricchito di suoni e sfumature, silenzi e rumore su cui fioriscono accattivanti dissonanze. Il videoclip di Mosaique, realizzato dall’attore, fotografo e videomaker Simone Baldassarri, è interpretato dalle danzatrici Valeria Bonalume e Alessia Baldassarri in bilico fra danze indiane e l’altra in pole dance.

Autore: Xabier Iriondo – Snare Drum Exorcism Titolo Album: Tierra / Maree
Anno: 2020 Casa Discografica: Wallace Records, Dischi Bervisti, Diodrone, Truebypass
Genere musicale: Avantgarde Voto: 7
Tipo: CD Sito web: https://www.facebook.com/XabierIriondoUnofficial https://www.facebook.com/Snaredrumexorcism/
Membri band:
Xabier Iriondo – Mahai Metak
Franz Valente – Drums
Tracklist:
1. Tierra
2. Maree
3. Mosaique
Category : Recensioni
Tags : Avant-garde
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18th Feb2020

Palmer Generator / The Great Saunites – PGTGS

by Marcello Zinno
Un succoso split album, pubblicato in versione vinile, frutto della collaborazione di una band che fanno della musica strumentale il loro messaggio univoco, band che non temono di risultare pesanti, alternative e fuori dai canoni che il mercato richiede. Così i Palmer Generator (band della famglia Palmieri) e i The Great Saunites mettono a fattor comune tutta la loro sperimentazione e creando due tracce che sembrano due suite, intrise di psichedelia e di strumenti che si accavallano. I primi seguono il classico copione delle band strumentali, quello del crescendo emotivo che porta ad un’intensità sempre maggiore nel corso della singola traccia e puntando all’esplosione finale; i secondi invece caricano la dose sui suoni, sulle sfumature e sulla musica avanguardistica. Mandrie è separata in due parti, nella seconda apprezziamo un basso incisivo che detta i tempo nel turbinio di musica che ci si appresta ad ascoltare. Invece Zante, dei The Great Sautines, gioca con strumenti più alternativi, sonorità medio orientali, elettronica, per stratificare il suono, più ostico rispetto a Mandrie.

Nel complesso le due tracce hanno un forte sapore cinematografico, potrebbero essere delle vere e proprie soundtrack di corto/lungometraggi conferendo quel colore e quell’intensità che non sempre le immagini riescono a regalare. Nello specifico risulta comunque difficile scomporre queste due tracce, che insieme sfiorano i 40 minuti di musica, perché sono ricamate insieme ad incursioni sperimentali e stop-and-go che ne intensificano la resa finale. Sicuramente in un contesto live questo split album è capace di regalare emozioni.

Autore: Palmer Generator / The Great Saunites Titolo Album: PGTGS
Anno: 2020 Casa Discografica: Bloody Sound Fucktory, Brigadisco, Il Verso Del Cinghiale
Genere musicale: Strumentale, Avantgarde Voto: s.v.
Tipo: LP Sito web: https://www.facebook.com/palmergenerators/ https://www.facebook.com/TheGreatSaunites/
Membri band:
Plamer Generator:
Tommaso Palmieri – chitarra
Michele Palmieri – basso
Mattia Palmieri – batteria
The Great Saunites:
Atros – basso, tastiere
Leonard Layola – tamburi, elettronica
Tracklist:
1. Mandrie
2. Zante
Category : Recensioni
Tags : Avant-garde
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22nd Gen2020

Five Tons Of Flax – Lucid Dream Abduction

by Marcello Zinno
La categorizzazione alternative rock per i Five Tons Of Flax sta stretta come una felpa taglia S su di un pachiderma. Nel loro Lucid Dream Abduction (secondo lavoro) ma in generale nel loro sound c’è di tutto e di più: cornici prettamente rock che si tramutano in paradigmi new wave e dark wave, chitarre decise che incidono pattern duri che in seguito lasciano spazio ad incursioni psichedeliche di matrice pinkfloidiana, sezione ritmica digitale programmata che cede il posto ad un rullante incessante e dalla regolazione volutamente aperta. E tutto questo avviene anche nella stessa traccia, provate ad ascoltare Pink Show o Adam’s Arousal, due brani che nei primi istanti sembrano un esercizio elettronico per poi essere ingurgitati da un animo elettrico difficile da percepire nello stesso luogo. La loro musica è decisamente sperimentale ed avanguardistica a tal punto che si supera il concetto di strumenti e si giunge a quello di suoni: ascoltando con attenzione l’album ci si perde di vista cosa sta producendo quale nota ma si pensa al mix di effetti e suoni che vengono fuori e che danno forma alle tracce. Oltre agli echi dei Pink Floyd sentiamo anche tracce di Genesis/Peter Gabriel, più che altro per ispirazione nelle parti vocali e in alcune avvisaglie sperimentative, ma anche del rock anni 90, ciò a dimostrare che davvero non ci sono confini nella musica del duo.

Ascoltando per intero Lucid Dream Abduction si nota comunque una forte dose di elettronica, tra batteria e synth, che però a nostro parere non sovrasta le parti più canoniche dei nostri tipici ascolti, solismi di chitarra e drumming analogico che si fanno sentire. A noi piace Dance With Monsters un perfetto esempio di come unire questi due ambiti così diversi della musica ma che si fondono alla meraviglia, e non è una cosa alla portata di tutti i musicisti. Chiaramente c’è un lavoro di produzione immenso dietro questo album che ne permette una resa così curata, altrimenti l’effetto “ammasso di suoni” sarebbe venuto a galla molto spesso e in maniera ben evidente. Un album davvero complesso ma che ad ogni ascolto regala sensazione diverse.

Autore: Five Tons Of Flax Titolo Album: Lucid Dream Abduction
Anno: 2019 Casa Discografica: Too Loud Records
Genere musicale: Sperimentale, Avant-garde, Alternative Rock Voto: 7,5
Tipo: CD Sito web: https://www.facebook.com/Five.tons.of.flax/
Membri band:
Vincenzo Orsini – chitarra, synth, basso, voce, programmazione
Matteo Blundo – violino, basso, synth

Special guest:
Fabrizio Scariolo – testi e synth in An Autumn Day In Tokyo
Daniele Marturano – synth in Minimal Mass
Tracklist:
1. Minimal Mass
2. Pink Shows
3. Catholic Mambo Jambo
4. An Autumn Day In Tokyo
5. Blank War
6. Dance With Monsters
7. Lucid Dream Abduction
8. Adam’s Arousal
9. Chimaera Bobinans In Vacuo
10. On Culture
Category : Recensioni
Tags : Avant-garde
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26th Dic2019

Golden Heir Sun – Holy The Abyss

by Marcello Zinno
Comporre un album strumentale non è per niente un lavoro semplice. E non solo perché l’assenza di parti vocali incastrate in ritornelli permette di far breccia più facilmente nelle orecchie dell’ascoltatore. È un lavoro difficile perché è più complesso tradurre in un linguaggio sonoro le emozioni dell’artista e farle giungere a chi si trova dall’altra parte. Matteo Baldi, già Wows ora con il suo percorso solista dal nome Golden Heir Sun, spiega bene il motivo di questo progetto: “riconnettersi con la natura, che è l’unica vera forza che ci tiene in vita”. Assoluto elogio alla fonte di ispirazione e plauso per aver tradotto in maniera coerente questa fonte di ispirazione in una composizione dal sapore fantascientifico. Un’unica traccia di venti minuti, ancorata nel profondo drone ma potremo dire nella musica avantgarde in generale, senza però cedere alle lusinghe di effetti futuristici o inserti sperimentali, piuttosto in questo Holy The Abyss ci troviamo derive complesse in stile Bjork e melodie viscerali che ricordano Nick Cave.

Un lavoro decisamente complesso, indigesto probabilmente per molti, ma a parer nostro nobile. L’autore avrebbe dovuto però inserire maggiormente il significato (e l’esistenza stessa) della natura nella sua musica per trasmettere più facilmente il messaggio di cui è portatore.

Autore: Golden Heir Sun Titolo Album: Holy The Abyss
Anno: 2019 Casa Discografica: Karma Conspiracy Records
Genere musicale: Drone Voto: s.v.
Tipo: EP Sito web: https://www.facebook.com/GoldenHeirSun
Membri band:
Matteo Baldi – chitarra, effetti
Tracklist:
1. Holy The Abyss
Category : Recensioni
Tags : Avant-garde
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30th Ott2019

Mata – Archipel{o}gos

by Marcello Zinno
Tornano dopo un EP i Mata, band composta da membri del progetto Nevroshockingiochi e Esdem ma più in generale musicisti con una certa esperienza alle spalle. Diciamo subito che questo secondo album è ostico fin dal titolo, Archipel{o}gos, le sonorità sono di base elettroniche ed electro post-metal ma avvolte da tanta sperimentazione e la stessa scena avangarde non riesce a trattenere la trasversalità di questo trio sprofondando appunto nell’elettronica e nell’IDM. L’opener è uno dei brani meno semplici, gli electro-effetti distorti sono il fulcro della traccia (Nine Inch Nails più sperimentali?!) ed è solo con l’inserimento della sezione ritmica nella successiva M&D che la musica sembra acquisire una forma propria. Purtroppo in questa stessa traccia una sorta di drum machine prima e una voce flebile e ripetitiva poi distaccano l’idea musicale dal rock/noise/metal, ambito in cui i Nostri ci sembravano vicini e lo avvicinano a territori sperimentali e privi di forme elettriche predominanti. La partita si gioca sulle ambientazioni e sugli arrangiamenti che rendono questi momenti intrisi di pathos, al contrario mancano volutamente pattern, riff o partiture che permettano il riconoscimento di passaggi cruciali o di memorizzazioni anche dopo vari ascolti.

Sicuramente l’etichetta industrial è quella che più aiuta la descrizione dello stile della band anche se a nostro parere l’elettronica avanguardistica assume il ruolo centrale della musica dei Mata (a dire il vero anche un po’ troppo, ascoltare The Block) e questo rende il progetto come dicevamo ostico ma anche tendenzialmente lontano dalla matrice rock o metal che può appassionare un nuovo ascoltatore. Buono quindi nel complesso lo stile solo se visto come cornice da riempire con contenuti specifici e che risaltino un’espressività musicale, in senso stretto, che qui manca. Interessante infine la foto di presentazione della band che prende spunto dagli Shining di qualche anno fa e dai The Mars Volta di Frances The Mute.

Autore: Mata Titolo Album: Archipel{o}gos
Anno: 2019 Casa Discografica: OFN Records
Genere musicale: Industrial, Avantgarde Voto: 5
Tipo: CD Sito web: https://www.facebook.com/matamusicale
Membri band:
Alessandro Bracalente – effetti, chitarra, voce
Emanuele Sagripanti – batteria
Mauro Mezzabotta – basso, synth
Tracklist:
1. Message No.11
2. M&D
3. Underwater
4. In The Pool
5. A Multitude
6. The Block
7. What’s Your Cover?
8. Message No. 29
Category : Recensioni
Tags : Avant-garde
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