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29th Giu2015

Paolo Tocco – Il Mio Modo Di Ballare

by Cristian Danzo

Paolo Tocco - Il Mio Modo Di BallarePaolo Tocco è personaggio poliedrico della scena musicale italiana. Fonico, produttore, discografico, speaker radiofonico, giornalista musicale. E’ anche cantautore e rilascia la sua opera seconda, questo Il Mio Modo Di Ballare che giunge dopo bene sette anni dal precedente Anime Sotto Il Cappello. Il nuovo disco del cantante di Chieti è un delicato e melodioso viaggio attraverso storie e parole che mettono a nudo la personalità di questo artista vero. Le musiche e le atmosfere create sono di una delicatezza estrema, non c’è mai esagerazione o scavallamento per mostrare a tutti la dimensione poetica che crea il suo mondo. Al di là di qualche pezzo che rimanda e suscita convivialità e gioia (Aveva Ventanni, Il Magico Mondo Di Un Vecchio Che Sapeva Ballare), il resto del disco è un lavoro intimista e molto poetico, dove spiccano sicuramente pezzi bellissimi e da pelle d’oca come l’opener D’oro E Di Pane o Nenè. Il Mio Modo Di Ballare è legato direttamente alla sua terra, o almeno questa è l’idea che in noi ha suscitato il suo ascolto. Aspetto molto positivo e da sottolineare inoltre, come già detto, è che Paolo non fa nulla di affettato e finto per dimostrare qualcosa a qualcuno.

Non dobbiamo dire altro perché troppe parole non possono sostituire comunque un ascolto. Un disco da assaporare lentamente e con attenzione, in totale relax per poterne apprezzare le variegate sfumature e farsi inondare dalle emozioni che evoca e suscita ad ogni nuovo ascolto che se ne fa.

Autore: Paolo Tocco

Titolo Album: Il Mio Modo Di Ballare

Anno: 2015

Casa Discografica: Protosound Records

Genere musicale: Cantautorale, Folk

Voto: 7

Tipo: CD

Sito web: https://www.facebook.com/pages/Paolo-Tocco/69751347511

Membri band:

Paolo Tocco – voce

Claudio Esposito – chitarra, basso

Giulio Berghella – basso

Carlo Porfilio – batteria

Walter Coratelli – percussioni

Angelo Tracanna – contrabbasso

Giuliano De Leonardis – vasso Fretless

Simone Agostini – chitarra classica, bouzouki greco

Daniele Di Diego – chitarra classica a sette corde

Gabriel Rosati – tromba, trombone

Marco Di Blasio – fisarmonica

Vincenzo Muré – pianoforte

Domenico Pulsinelli – synth, programmazioni e orchestrazioni

Elena Dragani – coce femminile

Helen Tesfazghi – coce femminile

Tracklist:

  1. D’oro E Di Pane

  2. Da Questo Tempo Che Passa

  3. Come Le Formiche

  4. Aveva Ventanni

  5. Il Magico Mondo Di Un Vecchio Che Sapeva Ballare

  6. Nenè

  7. Chiodi Di Pioggia, Fiocchi Di Neve

  8. Luna Nera

  9. 11 Settembre

  10. Occhi Di Cenere

  11. Pezzi Di Bugie

Category : Recensioni
Tags : Cantautorale
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08th Giu2015

Cesare Basile – Tu Prendi L’amore Che Vuoi E Non Chiederlo Più

by Alberto Lerario

Cesare Basile - Tu Prendi L'amore Che Vuoi E Non Chiederlo PiùCesare Basile, cantautore siciliano, si ripropone con il suo nuovo album Tu Prendi L’amore Che Vuoi E Non Chiederlo Più. Questo disco è pieno di storie di emarginati e di esclusi, di chi ha deciso di non lasciarsi dominare dalla sicura, prevedibile e manipolabile legalità, dal lavoro, che a conti fatti rappresenta una gabbia dorata da cui difficilmente si riesce e si vuole scappare. Esistenze abusive e feroci che ben dipingono lo scenario siciliano, grazie alla scelta dell’autore di cantare queste storie in dialetto catanese, quasi a rimarcare l’idea di voler riappropriarsi della propria terra e delle proprie origini. L’album in sé è una storia a parte a sua volta. L’urgenza di libertà, resistenza e riappropriazione di Basile si ripercuote anche sulla S.I.A.E. Le canzoni di questo disco infatti, non sono sotto la tutela di nessuna società di collecting internazionale, ma dell’autore. In fondo, secondo Basile, chi è davvero sicuro di essere proprietario di una canzone?

La musica si muove in maniera altalenante, tra pezzi più incisivi, sussurri cantilenanti, arrangiamenti essenziali e altri più ricchi e raffinati. A tratti il blues si sposa con la Sicilia e il cantautorato italiano. Un album che gli appassionati del genere apprezzeranno a scatola chiusa. Per tutti gli altri, vale comunque la pena di prestarci un orecchio, fosse solo per le storie che vengono raccontate.

Autore: Cesare Basile

Titolo Album: Tu Prendi L’amore Che Vuoi E Non Chiederlo Più

Anno: 2015

Casa Discografica: Urtovox Records

Genere musicale: Cantautorato

Voto: 6

Tipo: CD

Sito web: http://www.facebook.com/pages/Cesare-Basile

Membri band:

Cesare Basile – Chitarra, voce

Tracklist:

  1. Araziu Stranu

  2. Franchina

  3. Tu Prenditi L’amore Che Vuoi

  4. Manianti

  5. La Vostra Misera Cambiale

  6. Filastrocca Di Jacob Detto Il Ladro

  7. Ciuri

  8. Libertà Mi Fa Schifo Se Alleva Miseria

  9. A Muscatedda

  10. U Chiamunu Travagghiu

  11. Di Quali Notti

Category : Recensioni
Tags : Cantautorale
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02nd Giu2015

Michele Maraglino – Canzoni Contro La Comodità

by Amleto Gramegna

Michele Maraglino - Canzoni Contro La ComoditàOk, carte in tavola: abbiamo un disco, il cui titolo è Canzoni Contro La Comodità, con brani come I Miei Coetanei, Canzone d’Amore Contro il Consumismo, Se non Saremo Forti Abbastanza. Avete capito? Insomma, aspettiamo di sentire il solito cantautore contro il sistema, portatore di una bandiera di diversità, che la società non ha piegato, che il comunicato stampa definisce “praticamente il solito menù di ogni cantautore disilluso da tutto e tutti che sfida il mondo con la sua chitarra e le sue poesie…“. È così anche per il lavoro di Maraglino? Ebbene no! Come detto il titolo del disco poteva solo far temere il peggio, anche per il comunicato stampa che ne descrive il concept come “storia di una generazione dopata dalla comodità e di chi…”, e invece no, il disco è pulito, ben suonato, senza quella retorica inutile e supponente della nuova leva cantautorale anni 2000. Anche la pericolosa (per il titolo) I Miei Coetanei è fortunatamente priva del “dito contro” da primo della classe o da intellettuale “de sinistra”.

I toni scelti sono freschi e naif e le pennellate di moog e rhodes gettate qui e lì aiutano l’ascolto. stupenda la placida La Vernice, il lento ballato in una stanza in fiamme de Se Non Saremo Forti Abbastanza (chi capisce la citazione vince un abbonamento di un anno a RockGarage…), la calda Vie Di Mezzo o la cupa La Rivincita. Bello, un disco di un cantautore diverso dalla massa.

Autore: Michele Maraglino

Titolo Album: Canzoni Contro La Comodità

Anno: 2014

Casa Discografica: La Fame Dischi

Genere musicale: Cantautorale

Voto: 7

Tipo: CD

Sito web: http://www.michelemaraglino.bandcamp.com

Membri band:

Michele Maraglino – voce, chitarra

Daniele Rotella – rhodes, moog, Tr909, chitarra, basso, batteria

Tracklist:

  1. Triste Storia

  2. I Miei Coetanei

  3. La Vernice

  4. Se Non Saremo Forti Abbastanza

  5. Canzone D’amore Contro Il Consumismo

  6. Vie Di Mezzo

  7. Felice Mediocrità Comodità

  8. La Rivincita

Category : Recensioni
Tags : Cantautorale
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28th Mag2015

Telestar – Così Vicini Così Lontani

by Marcello Zinno

Telestar - Così Vicini Così LontaniIn un certo senso bisogna dare un grande merito ai Baustelle: in un’era (quella di ormai dieci anni fa) in cui l’indipendenza stava dettando le regole a livello musicale e forse l’alternative stava procedendo nel suo calo di attenzione, i ragazzi di Montepulciano rispolveravano la scena cantautorale del passato per darla in pasto ai “giovani disattenti” che erano usi ascoltare indie. Mescolando musica acustica e strumenti elettrici, approccio giovanile e cantautori del passato sfornarono una ricetta che ebbe (e lo ha ancora) un ottimo seguito. Su quegli stessi passi si muovono i Telestar, i quali in passato hanno anche supportato dal vivo i Baustelle come molte altre realtà. Lo stile è lo stesso (ascoltare Lontano ce lo conferma inequivocabilmente), mescolato anche da un buon folk non impegnato per mettere insieme una manciata di tracce pronte per i grandi ascolti, per chi è attento alle classifiche e ai ritornelli cantabili sotto la doccia o magari quando non si è al settimo cielo. Così Vicini Così Lontani riprende quell’amarezza messa in musica, fatta di elementi poco rock e di sfighe (per fortuna nel loro caso poco attinenti con ambiti politici) o di emozioni tipiche di quella mentalità compositiva, seguendo la moda del lento perché in fondo la musica del Telestar è rilassante e non tiene impegnata la mente.

Lo stile è questo e le varie tracce lasciano il medesimo senso di successione di un sound che ormai è stato definito da altri. Da segnalare il buon contributo al basso elettrico di Francesco Baiera che riesce ad aggiungere valore e rendere alcuni passaggi più ricercati.

Autore: Telestar Titolo Album: Così Vicini Così Lontani
Anno: 2015 Casa Discografica: Labella
Genere musicale: Cantautorale, Folk Voto: 5
Tipo: CD Sito web: http://www.telestarmusic.it
Membri band:

Edoardo Bocini – voce, chitarre

Marco Tesi – batteria

Francesco Baiera – basso

Remo Morchi – tastiere

Tracklist:

  1. Mi Lascio Vivere

  2. Katy

  3. Ancora Noi

  4. Via Dal Tempo

  5. Idra

  6. Diversi

  7. Sulla Mia Pelle

  8. Lontano

  9. Il Grano Nei Campi

  10. Un Padre

Category : Recensioni
Tags : Cantautorale
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11th Mag2015

Cumbo – Cumbo

by Marcello Zinno

Cumbo - CumboDi solito quando si parla di cantautori ci si trova dinanzi giovani leve che cercano di ripercorrere i passi, divenute ormai impronte incancellabili, dei grandi cantautori del passato. Complice una chitarra acustica ma ancora di più un senso di agitazione e un disagio interiore, vengono così riproposte strutture simili a quelle che ascoltiamo da decenni dove la voce gioca un ruolo principale, rime si svendono alla buona e la melodia l’elemento che resta più impresso, oltre i testi. Per Cumbo questo discorso non vale, o meglio vale solo il concetto di melodia incastrata nella sua personale formula. Infatti Stefano Cumbo è un cantautore anomalo: inserisce nella sua musica più di un elemento elettrico e riesce a creare delle ambientazioni davvero particolari (I Furbi ne è un ottimo esempio); inoltre nel suo omonimo album vi sono molti strumenti particolari (violino, sax e synth) che lo allontanano dalle sue radici cantautorali e degli anni ormai passati in cui proponeva cover di Bob Dylan e Leonard Cohen (del quale inserisce una citazione all’interno del suo album). Sarà perché Cumbo non è più un ragazzino e non a caso parla anche di amore senza ricorrere al dolore (Quello Che So) o anche di un amore ritrovato e non solo di amori persi.

Cumbo è un viaggio in varie sonorità e classificarlo come cantautore è di certo molto restrittivo. Chiaro che le linee vocali giocano un ruolo principale ma ogni traccia di questo lavoro ci introduce in ambienti emotivi differenti: La Ruota ad esempio è soffusa, ha anche una chitarra elegante e dei sax che entrano in maniera prepotente ma non maleducata, o le linee di basso di Visioni che lasciano poi spazio ad una sezione di fiati che impreziosisce il tutto. E poi le citazioni, perché a Cumbo piacciono davvero le citazioni. Noi lo troviamo perfetto per un contesto teatrale, dove l’acustica ha l’attenzione che merita e il live si tramuta in uno spettacolo a 360°. Finalmente un po’ di aria fresca nella sua scena di appartenenza che però, a nostro parere, va riclassificata.

Autore: Cumbo Titolo Album: Cumbo
Anno: 2014 Casa Discografica: FarmStudioFactory
Genere musicale: Cantautorale Voto: 6,5
Tipo: CD Sito web: https://www.facebook.com/cumbostefano
Membri band:

Stefano Cumbo – voce

Matteo Carbone – pianoforte, synth programmazioni

Nicola Matteaggi – basso, chitarra

Matteo Brodi batteria

Emanuela Agatoni – viola, violino

Marta Paceschi – sax baritono, tenore, alto

 

Tracklist:

  1. L’amore Ritrovato

  2. Canzone Per Angelo

  3. I Furbi

  4. Quello Che So

  5. Gli Arditi

  6. La Ruota

  7. Emil

  8. Una Brezza Di Vento

  9. Visioni

Category : Recensioni
Tags : Cantautorale
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17th Mar2015

Morning Tea – Nobody Gets A Reprieve

by Amleto Gramegna

Morning Tea - Nobody Gets A ReprieveQuando ci si trova innanzi un disco acustico si resta sempre un attimo interdetti: la regola del disco acustico risiede in una parola, “eleganza”, quindi o è così o si ascolta il classico discaccio folk bellaciaosemodiversiprecario con tre accordi messi in croce che si ripetono all’infinito. Un brano musicale, spoglio delle vibrazioni elettriche e presentato nudo e crudo, ha sempre un’altra natura rispetto alla controparte “rock” (passateci il termine), infatti MTV lo capì e fece i miliardi con la serie Unplugged. Ma stiamo divagando. Il nuovo lavoro di Mattia Frenna, nato sotto il moniker Morning Tea si presenta proprio così: brani decostruiti, spogli, ben suonati (ottima la tecnica fingepicking del nostro amico), ben registrati, eleganti nella forma e nel gusto. Il Nostro si presenta solo sul palco con la sua chitarra e i suoi versi, con la discreta presenza di Tomas Tai per alcuni interventi pianistici, ma alla fine il lavoro è solo il suo. Come il Nick Drake di Pink Moon (sebbene Frenna utilizzi arrangiamenti più ricchi) il disco ha una natura notturna. Last Night è lì, tra le pieghe più nascoste della notte, quando la città dorme e tu rimani sveglio con i tuoi pensieri e le tue paure, The Free World è un pianoforte ammaliante che si staglia nel buio, insomma ci siamo capiti, è inutile descrivere tutti i brani.

Un lavoro elegante e soprattutto INTERESSANTE (lo mettiamo in maiuscolo perché ultimamente…), tra il folk ed il rock, senza la pesante ombra di Drake (croce e delizia di ogni cantautore acustico) dietro le spalle. Davvero bello, acquistatelo ed ascoltatelo ad occhi chiusi…rimarrete affascinati dal mondo dei Morning Tea.

Autore: Morning Tea Titolo Album: Nobody Gets A Reprieve
Anno: 2014 Casa Discografica: Sherpa Records
Genere musicale: Cantautorale, Folk Voto: 8
Tipo: CD Sito web: http://morning-tea.bandcamp.com
Membri band:

Mattia Frenna – chitarra, percussioni, voci

Tomas Tai – pianoforte

Tracklist:

  1. Peckinpah

  2. Grey Eyes

  3. Last Night

  4. The Free World

  5. A Place Like Home

  6. It’s Not Too Late

  7. To Alex

  8. Neon Light

  9. Ash In The Morning

  10. If There Was a Start This Could Be The End

Category : Recensioni
Tags : Cantautorale
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10th Mar2015

I Picari – Radiosi Saluti Da Fukushima

by Marcello Zinno

I Picari - Radiosi Saluti Da FukushimaA sentire I Picari si crede a stento che si tratta di una band proveniente dal centro Italia. Sarà per il loro moniker, per i loro suoni molto mediterranei, per la fisarmonica che addolcisce la loro forma di band, ma se avessimo dovuto indovinare la loro città natale non avremmo mai detto Perugia. Giusto per avere un esempio, la parte iniziale del brano Buoni Propositi (Per L’anno Nuovo) sembra il classico motivetto che Elio farebbe suonare sul palco del 1° maggio, con i tanto amati/odiati suoi suoni “balcanici”; in realtà il brano in questione contiene delle parti strumentali molto introspettive che inspessiscono l’ispirazione del gruppo e i loro intenti, in una traccia che comunque parla di amore. Questo è molto significativo perché nel corso dell’ascolto di Radiosi Saluti Da Fukushima, album che già dal titolo sembra ispirarsi ad uno spirito ironico, si toccano vari lati della band, da Marlene, che sembra essere uscita dalla penna di Francesco Baccini (soprattutto per i testi), alla divertente, blue (quasi blue-grass), title-track.

Il quadro non è esattamente quello del rock, data anche la diversità degli strumenti adottati: musica cantautorale, uno sprizzo di folk a cui attinge la sei corde, ma anche dell’altro in circa mezz’ora di ascolto in cui si passa da momenti di puro divertimento a frangenti più seriosi, senza prendere (e perdere) posizioni. Ma allora cosa sono davvero questi I Picari? Molte cose e varie forme, noi sentiamo le radici cantautorali molto forti che però, riviste spesso in versione “musica da sala”, perdendo mordente. Ciò non vuole svilire la proposta musicale de I Picari ma solo testimoniare una certa lontananza con la nostra concezione musicale.

Autore: I Picari Titolo Album: Radiosi Saluti Da Fukushima
Anno: 2014 Casa Discografica: Autoproduzione
Genere musicale: Rock, Cantautorale Voto: 5,5
Tipo: CD Sito web: http://wwwipicari.com
Membri band:

Lorenzo Melloni – voce, chitarra

Alex Bicchielli – fisarmonica

Michele Turco – batteria

Simone Zordan – basso

 

Special guest:

Umberto Ugoberti – tromba

Francesco Fioriti – sax

Mauro Businelli – violoncello

Tracklist:

  1. All’agenzia Delle Entrate

  2. Buoni Propositi (Per L’anno Nuovo)

  3. Marlene

  4. Don Bastiano

  5. Radiosi Saluti Da Fukushima (Plagio Country All’italiana)

  6. L’india

  7. Centerbe

  8. 7 Titoli

Category : Recensioni
Tags : Cantautorale
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27th Dic2014

Luca Laurini – Il Look Degli Animali Domestici Vaganti

by Luigi Di Lorenzo

Luca Laurini - Il Look Degli Animali Domestici Vaganti“Ciò che rende l’uomo che vaga per la città simile agli animali che scorrazzano nella fattoria è il look, essenzialmente. Per tutto il resto, l’uomo deve fare ancora molta strada”. Freschezza, ironia e ritmi mediterranei sono le parole chiave di questo debutto del cantautore Luca Laurini. Dieci brani per sorridere, ballare e rimanere spensierati, Luca Laurini centra appieno l’obiettivo, riuscendo a mettere a fuoco un’atmosfera scanzonata e contagiosa. Ritmiche irrefrenabili, un mood positivo, ma aperto alla riflessione, sono le caratteristiche de Il Look Degli Animali Domestici Vaganti, album ben riuscito e degno di nota. Incipit convincente con Poeta, brano dal retrogusto decisamente latino, e con il singolo Menomale, coinvolgente e molto radiofonico. Il resto dei brani è un viaggio coerente che passa dalla protesta sociale all’introspezione. Le tematiche dei testi vengono sempre affrontate con apparente leggerezza e ironia per far sì che l’ascolto sia fluido e risulti sempre leggero e mai noioso.

Un giusto mix di impegno sociale e vita quotidiana, una ventata di allegria sulle tribolazioni è ciò che rappresenta al meglio Il Look Degli Animali Domestici Vaganti.

Autore: Luca Laurini Titolo Album: Il Look Degli Animali Domestici Vaganti
Anno: 2014 Casa Discografica: Alka Record Label
Genere musicale: Cantautorale, Folk Voto: 7
Tipo: CD Sito web: http://www.lucalaurini.it
Membri band:

Luca Laurini – voce, chitarra

Tracklist:

  1. Poeta

  2. Menomale

  3. Il Più Simpatico

  4. Come Mi Volevi Tu

  5. I Tacchi L’alzano Un Po’

  6. Mariarosa

  7. Fra Diavolo

  8. L’abito

  9. Mele Marce

  10. Oggi È Un Giorno Bellissimo

Category : Recensioni
Tags : Cantautorale
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28th Ago2014

Ruben – Spezzacuori

by Amleto Gramegna

Ruben - SpezzacuoriPer quelle tre persone che hanno vissuto buona parte della loro vita all’interno di una buia caverna diciamo subito chi è Massimo Bubola: cantante, chitarrista, autore, poeta veronese e soprattutto braccio destro del più importante cantautore italiano di sempre. Quel Fabrizio de Andrè che chiese il suo aiuto per una manciata di album a cavallo tra i ’70 e i ’90. Con Faber Bubola scrisse testi e musiche per Rimini, compose buona parte dell’altrettanto storico Fabrizio de Andrè (meglio conosciuto come Indiano) e contribuì – seppur marginalmente – a Le Nuvole. Fiorella Mannoia, Ligabue, Lucio Dalla, Roberto Vecchioni sono solo alcuni nomi di punta che hanno collaborato con il cantautore veronese. Oltre che sideman di lusso, Bubola porta avanti anche una sua carriera solista che anticipa (il primo album è del 1976) almeno di un ventennio quel rock di matrice americana che esploderà in Italia solo con il successo di Ligabue nei primi ’90. Ruben, al secolo Pierfrancesco Ciccolella, anch’egli da Verona, rende omaggio al suo conterraneo con Spezzacuori. Che dire, Pierfrancesco Coppolella omaggia con sentita passione il canzoniere di Bubola proponendo arrangiamenti ora fedeli agli originali ora decisamente modificati. Però ci troviamo in sincera difficoltà: come si fa a parlare male di questi pezzi? Ma anche come si fa a parlare, per dire, de Il Cielo d’Irlanda? È un capolavoro, punto.

Il Ciccolella ha fatto una scelta, coraggiosa o meno, di proporre una buona selezione di un autore oggi praticamente sconosciuto – purtroppo – alle giovani generazioni e questo è sicuramente un bene. Partire dalla cover per arrivare alla riscoperta del brano originale e dell’album dal quale esso proviene è sempre un bene e lodiamo Pierfrancesco Coppolella per questa sua scelta. Anche perché, e non ci stancheremo mai di dirlo, oggi riascoltare una discografia di un artista è roba di un minuto. Spotify, Youtube, iTunes sono lì apposta per dire “Hey, non conosci Massimo Bubola? Diamine, ora ci penso io!” Quindi approfittatene e fatene tesoro. E ringraziate Coppolella acquistando il suo disco!

Autore: Ruben Titolo Album: Spezzacuori
Anno: 2014 Casa Discografica: Vrec
Genere musicale: Cantautorale, Rock Voto: 7
Tipo Cd Sito web: http://www.rubenrock.com
Membri band:

Pierfrancesco Coppolella – voce, chitarre

Carlo Poddighe – chitarre, tastiere, voci

Carmelo Leotta – basso

Andrea Poddighr – batteria

Tracklist:

  1. Marabel
  2. Bar dei Cuori Infranti
  3. Maria Che Ci Consola
  4. Senza Famiglia
  5. Encantado Signorina
  6. Tre Rose
  7. Giorni Dispari
  8. Doppio Lungo Addio
  9. Spezzacuori
  10. Alì Zazà
  11. Niente Passa Invano
  12. Il Cielo d’Irlanda
  13. Canzone di Maggio
  14. Chi Ruberà
  15. Tutti Assolti
Category : Recensioni
Tags : Cantautorale
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25th Ago2014

Guignol – Ore Piccole

by Alessio Capraro

Guignol - Ore PiccoleAttivi da fine anni novanta, la carriera dei Guignol è stata fino ad ora abbastanza intensa arrivando al loro quarto lavoro, dopo Guignol (2005), Rosa Dalla Faccia Scura (2008) e Addio Cane (2012), dal titolo Ore Piccole. Questa band ha esplorato diversi stili del rock, mantenendo un suono caratterizzato sia da pienezza che da una capacità di evocare atmosfere notturne, il disagio strisciante che permea la vita notturna dei quartieri di periferia con gli inserti di violino che danno più l’impressione di aumentare la schiettezza che la ricchezza sonora. Si parte con L’Ulisse, una metafora di come sia difficile trovare un posto in cui ci vada tutto davvero bene, mentre Piccola Città è la più vivace tra le canzoni tranquille ed ha una struttura in continua variazione, soprattutto dal punto di vista ritmico. Il Quartiere porta con sé uno stile fortemente blues a differenza di Le Consegne che risulta essere soffice e delicata. Ci sono anche momenti di puro rock con Staremo Bene e Mr. Faust, ma senza tralasciare i testi che hanno ognuno una propria identità: Gli Alberi Degli Impiccati, ad esempio, è dedicata al numero crescente di suicidi che si susseguono per problemi economici mentre chi ci governa non solo non fa nulla ma peggiora la situazione.

Il genere non sarà forse tra i più facili da mandar giù ma non è semplice trovare un gruppo che, dopo tanti dischi, si mantenga coerente con la propria natura, trovando sempre un modo diverso e azzeccato per esprimersi. I Guignol riescono ancora a proporre una raccolta di brani con moltissimi spunti e motivi di interesse, mostrando di avere ancora tanto da dire rimanendo comunque se stessi.

Autore: Guignol Titolo Album: Ore Piccole
Anno: 2014 Casa Discografica: Atelier Sonique
Genere musicale: Alternative Rock Voto: 6,5
Tipo: CD Sito web: http://www.guignol.it
Membri band:

Pierfrancesco Adduce – voce, chitarra

Davide Scarpato – violino elettrico, chitarre

Stefano Fascioli – basso

Enrico Berton – batteria

Tracklist:

  1. L’ulisse

  2. Gli Alberi Degli Impiccati

  3. Certe Cose

  4. Tappezzeria

  5. Piccolo Città

  6. Il Quartiere

  7. Mr. Faust

  8. Un Pezzo Alla Volta

  9. Staremo Bene

  10. Le Consegne

Category : Recensioni
Tags : Cantautorale
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