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22nd Dic2020

Duocane – Sudditi

by Marcello Zinno
Tornano i Duocane con un EP che non tocca i 30 minuti di ascolto ma che a livello di contenuti ne ha sicuramente di più. Presentati come gruppo noise in realtà si muovono agiatamente nel crossover, inserendo riff fuzz (di basso), spesso volutamente molto sporchi (a noi ricordano echi di Helmet e di Pantera, ecco ora fatene una via di mezzo) e pattern ritmici che strizzano l’occhio al math senza far impazzire l’ascoltatore ma cullandolo (per lo più) o schiaffeggiandolo (un po’ meno) a seconda dei casi. Stratificato e congegnato questo Sudditi, lo capiamo da diversi momenti come ad esempio Vilipendio, un brano per nulla banale in cui al basso viene conferito lo scettro di strumento musicale principe (essendo anche l’unica componente melodica del duo), ancora di più delle altre tracce, soprattutto grazie all’uso che ne viene fatto. Testi che ad un primo ascolto potrebbero sembrare non sense ed invece sono collocati come un puzzle, agevolati nella loro interpretazione dalle immagini inserite nei loro videoclip (davvero consigliati). Non può mancare un brano incazzato che prende il nome di Peritonite e incalza sui torni e sulla ritmica conquistando chi mastica hardcore (per approccio, non per bpm).

Infine arriva Buon Compleanno, Sudo (Sudo è l’amico dei due musicisti che ha ispirato l’EP), un brano che estende il territorio su cui si muove il duo e che apre a nuovi panorami musicali verso i quali la band potrebbe evolvere il proprio sound a venire. I Duocane riescono nell’impresa di fondere l’animo dirty rock/metal con l’approccio compositivo attinto dalla psichedelia per ottenere così un miscuglio artistico e molto personale. Davvero consigliati.

Autore: Duocane Titolo Album: Sudditi
Anno: 2020 Casa Discografica: Autoproduzione
Genere musicale: Crossover, Noise Voto: s.v.
Tipo: EP Sito web: https://www.facebook.com/duocanemusic/
Membri band:
Stefano “Banana Mayor” Capozzo – voce, basso
Giovanni “Turangalila” Solazzo – batteria, percussioni
Tracklist:
1. Martello
2. Memorie Dal Sottosuono
3. Vilipendio
4. Peritonite
5. Buon Compleanno, Sudo
Category : Recensioni
Tags : Crossover
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25th Nov2020

NDM – Non So Se Avete Presente

by Marcello Zinno
Nel 2020 parlare di indie rock è fuori tempo e per certi versi è fuorviante. Se il significato è relativo alla scena indipendente c’è da chiedersi indipendente da cosa, se invece si fa riferimento all’indie rock inteso come sonorità nata in terre inglesi, quelle sono ormai morte e sepolte. Ma crediamo che gli NDM, quartetto romano, sappiano molto bene questo tanto che ascoltando il loro nuovo EP, Non So Se Avete Presente, possiamo spolverare più i meccanismi legati al crossover, di quelli che non hanno tempo e che, se ben attuati, danno sempre l’impressione di essere moderni. Ritmi incalzanti, liriche rappate, tanto groove e sapore profondamente live: questi sono i quattro elementi che si combinano alla perfezione nel sound dei NDM e che non possono lasciare indifferenti fin dal primo ascolto. Noi suggeriamo di schiacciare play su Cattiva Madre, un brano che sembra una reinterpretazione italiana in stile Rage Against The Machine (tra l’altro il pattern di basso in Giostra sfiora il plagio), con una parte strumentale che dimostra quanto i ragazzi sappiano scrivere musica anche con la testa e non solo con il cuore.

La rabbia cresce in Onde Danzanti, un brano che contiene messaggi che la band intende veicolare con convinzione anche al i fuori della ricetta musicale, in altri momenti un po’ più sbarazzina; buona la scelta di optare per Indieota come singolo dell’uscita considerando l’appeal del ritornello: ti entra in testa in un bit. La produzione è buona anche se noi avremo optato per dei suoni ancora più personali in modo da creare qualcosa vestito addosso ai NDM. Ma è la verve l’elemento centrale di questo EP che vi darà carica per la maggior parte dei suoi 19 minuti e che, anche per questo motivo, ha bisogno di essere ascoltato di fronte ad un palco.

Autore: NDM Titolo Album: Non So Se Avete Presente
Anno: 2020 Casa Discografica: Maninalto! Records
Genere musicale: Crossover Voto: s.v.
Tipo: EP Digitale Sito web: https://www.facebook.com/NDMBand
Membri band:
Aldo Onori – voce
Giulio Scipioni – chitarra
Valerio Pistilli – basso
Giulio Colletti – batteria
Tracklist:
1. Indieota
2. Elettroshock
3. Cattiva Madre
4. Onde Danzanti
5. Giostra
Category : Recensioni
Tags : Crossover
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03rd Set2020

Little Pieces Of Marmelade – Little Pieces Of Marmelade

by Marcello Zinno
Il duo Little Pieces Of Marmelade giunge al fatidico full-length, pubblicato nel periodo in cui “il mondo della musica è quasi fermo” ma la pubblicazione “è stata dettata da un’esigenza/urgenza artistica”. L’album omonimo mette in scena il loro crossover che è imperniato su sonorità grunge che spiccano in primo piano anche se poi, nel substrato, si trova molto di più. Riff appunto, anche perché la chitarra è l’unico strumento veramente melodico del combo e che prende il sopravvento insieme chiaramente alle parti cantante. E qui il disco assume una personalità particolare, infatti tra i testi rappati, gli scretch e gli effetti vari, l’album sembra voler essere caratterizzante pur citando schemi già noti nella scena nu metal di fine secolo scorso (Bitch) ed è proprio questo il contesto musicale in cui a nostro parere il duo si colloca. Lone Wolf è un altro passaggio muscoloso in cui la chitarra pesca da radici djent creando un muro di note, pulite e costanti durante le strofe, distorte e metal nel ritornello.

Eccezione è data da Pig Man, psycho blues che alterna momenti puliti a ritornelli elettrici e corrosivi dal sapore The Cyborgs (gusto ritrovato anche in One Cup Of Happiness), dando carica energetica alla proposta; altra eccezione è la pacata Akané, una sorta di ballad alla Radiohead ma assemblata in una struttura più orecchiabile. Crib è invece un momento che parte languido e intimo per poi esplodere con un mood alla Rage Against The Machine, altra influenza presente in diversi passaggi di questo album omonimo. Brani tendenzialmente brevi, a tratti dal suono esplosivo anche se non dalla ricetta originalissima, a tratti ragionati e controllati. Un’ambivalenza che difficilmente fa riconoscere la vera essenza dei Little Pieces Of Marmelade, un duo stravagante e alternativo.

Autore: Little Pieces Of Marmelade Titolo Album: Little Pieces Of Marmelade
Anno: 2020 Casa Discografica: Homeless Records
Genere musicale: Crossover, Grunge Voto: 6,25
Tipo: Digitale Sito web: https://www.facebook.com/littlepiecesofmarmelade
Membri band:
Francesco Antinori – chitarra
Daniele Ciuffreda – voce, batteria
Tracklist:
1. L.P.O.M.
2. Ballan-Tee
3. Bitch
4. Pig Man
5. Akané
6. Lone Wolf
7. One Cup Of Happiness
8. Crib
9. Man Killed By The Hero
Category : Recensioni
Tags : Crossover
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25th Ago2020

Bring Out Your Dead – Bring Out Your Dead

by Simone Rossetti
I Bring Out Your Dead (band madrilena) avrebbero tutto quello che ci vuole per spiccare il volo con le proprie gambe, soprattutto l’originalità (mi rendo conto che è una questione di gusti personali e può giustamente piacere o meno), l’unica cosa in cui forse difettano è la consapevolezza di una propria strada stilistica ma bisogna anche considerare che questo Bring Out Your Dead è il loro primo album (pubblicato agli inizi di questo 2020). Non male comunque, generalmente un heavy metal abbastanza classico ma ben suonato con incursioni in un’elettronica più sperimentale; due chitarre, basso, batteria, le intuizioni non mancano come nella prima traccia, Macedonia, riff pesi e buoni passaggi melodici più ambient, ottima sezione ritmica e cori, niente di nuovo si dirà ma il tutto è ben fatto. La seconda traccia è In The Blink Of A Snake’s Eyes, un buon refrain ma già ascoltato migliaia di volte, il fatto che sia suonato bene e abbia il giusto sound non basta se si vuole fare il salto di qualità, si prosegue con Mad Girl’s Love Song, brano più sperimentale solo voce ed effetti, bello ma in contrasto con quanto ascoltato precedentemente; si prosegue con 90, l’incipit riprende la traccia precedente per poi partire con un ritmo sostenuto e sonorità più classic metal anni 80, un buon refrain radiofonico con una bella pausa più soft ed accenni jazz rock ma non lascia il segno sperato o almeno non abbastanza, peccato perchè al di là di certe sonorità che possono piacere o meno c’è del buono.

Si continua con Kot Beremot che ha il giusto tiro, potente e malsana ma anche qui la sensazione è di qualcosa di già troppo sentito, mentre Outrun è un bel pezzo strumentale ma totalmente slegato dal resto (o il suo contrario?), per questo una chiarezza d’intenti sarebbe importante; ultima traccia è Rain Over Fire, sostenuta al punto giusto e con un buon sviluppo armonico che rende il refrain molto rock fm ma anche questa dal sapore già ascoltato. Vorremo precisare che non è una questione di gusti personali dai quali cerchiamo sempre di tenerci ben alla larga, come si sarà capito è un lavoro che può piacere o meno (come tutte le cose capolavori compresi); indipendentemente da questo si percepisce la mancanza di una linea guida, quella strada da percorrere in barba a tutto e tutti (me compreso), si può (quindi si dovrebbe) osare di più perchè le possibilità non mancano ma bisogna volerlo e questo indipendentemente da certe scelte stilistiche non di genere che potrebbero anche essere la rivendicazione di una propria originalità.

Da parte nostra se siete amanti di un certo rock non banale ma neanche troppo “difficilmente assimilabile” non possiamo che consigliarvelo, è sicuramente l’inizio di un qualcosa, poi si vedrà.

Autore: Bring Out Your Dead Titolo Album: Bring Out Your Dead
Anno: 2020 Casa Discografica: Art Gates Records
Genere musicale: Metal Crossover Voto: 6
Tipo: CD Sito web: www.bringoutyourdead.band
Membri band:
Reverend J. Nibbler – voce, chitarra
M. R. Boyd – voce, chitarra
Litos & Ti – basso
Tim The Enchanter – batteria
Tracklist:
1. Macedonia
2. In The Blink Of A Snake’s Eyes
3. Mad Girl’s Love Song
4. 90
5. Kot Beremot
6. Outrun
7. Rain Over Fire
Category : Recensioni
Tags : Crossover
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25th Lug2020

MPM Producer – Reborn

by Marcello Zinno
Mescolare generi differenti è sempre un’arma a doppio taglio, questo è stato l’insegnamento di centinaia di band crossover ma anche di parte della scena nu-metal. Se poi viene frullato il metal con schemi sonori molto distanti, come il rap o l’elettronica, allora il rischio diventa ancora maggiore e molto spesso la partita si gioca tra “capolavoro” o “completa ciofeca”. Perché questo?! Perché unire mondi così diversi produce uno scontento tra chi di questi mondi vorrebbe rispecchiare nell’opera solo la musica che lui ama, finendo quindi per non accontentare tutti. Ma la musica di qualità, si sa, non deve accontentare tutti, non deve essere (per forza) popolare e questo lo sa molto bene anche MPM Producer, un produttore che esce allo scoperto (dopo qualche anticipazione) con un suo EP che a noi convince. Certo, c’è di tutto e anche di più e questo commercialmente parlando non è un elemento vincente ma artisticamente va detto che il lavoro paga. Paga perché è pensato e realizzato molto bene, non vi sono elementi che prevaricano sugli altri ma il connubio è ottimo, tra l’altro anche la produzione è molto curata (Anybody Free?) ma questo non ci stupisce visto che l’artista è principalmente un produttore.

Spesso in progetti simili le influenze metal vengono limitate ad una chitarra ben distorta o ad un riffing, mentre in Reborn vi sono diversi elementi metal che trovano buona pace nelle linee vocali, a volte rappate altre urlate (l’opener ha entrambe le personalità vocali), e in effetti fuori portata. Ad ascoltarlo bene Reborn non è nemmeno un EP futurista (Gettin’ Over You è un esercizio pop rock il cui ritornello prende in prestito le chitarre di Valvonauta) ma è proprio l’approccio concettuale che porta una ventata nuova tra le coordinate di scrittura dei brani. MPM sa anche molto bene che sperimentare così vuol dire fare un po’ un salto nel vuoto e quindi piazza Migrant Worker e Lives On Air, due brani più accessibili ma per nulla scontati. Come avrete intuito quindi un ascolto a questo EP è davvero doveroso.

Autore: MPM Producer Titolo Album: Reborn
Anno: 2020 Casa Discografica: Autoproduzione
Genere musicale: Crossover Voto: s.v.
Tipo: EP Sito web: www.facebook.com/MPMproducer
Membri band:
MPM Producer – voce, chitarra, produzione
Rob Miles – batteria
Tracklist:
1. Reborn
2. Crossroads
3. Anybody Free?
4. Gettin’ Over You
5. Migrant Worker
6. Lives On Air
Category : Recensioni
Tags : Crossover
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17th Apr2020

Under The Bed – Controlled Filth

by Marcello Zinno
Un EP breve ma che ha tanto da dire l’ultima opera degli Under The Bed, una formazione che potrebbe davvero portare il tricolore in giro per il mondo dato il sound che li contraddistingue. Stilisticamente ci sono tantissimi appigli diversi, fondamentalmente sembra un album tra il metalcore e l‘hardcore ma con un lavoro diverso sulle linee vocali e sul programming, aspetti questi che si prendono tanto spazio nelle singole tracce, in particolar modo le voci clean e i chorus che si fanno cantare. Ritmica incendiaria dall’odore hardcore nell’opener Threshold ma anche dei cori che aprono a grandi emozioni durante i live, il sound della band è davvero potente e si presta tantissimo alle esecuzioni dal vivo tanto che durante gli attacchi ritmici ci si immagina già sotto il palco con le luci che colpiscono a ripetizione. Belli gli inserti elettronici, mai invasivi, ci riportano ai tempi del nu metal di fine secolo (scorso) quando le chitarre facevano battere il collo e l’elettronica non lottava con il metal ma riusciva a parlare una lingua similare. Con la terza traccia tentano un percorso particolarmente innovativo, di sponda crossover e che attinge senza paure a stacci math rock, brano davvero interessante e che ci ricorda i primi Incubus; questo percorso è seguito anche dalla intensa Rebid.

Molto difficile non battere il piede sotto brani come Cleansed By Failure, eppure c’è anche tanta melodia che permette ai pezzi di entrare nella testa dell’ascoltatore e crearsi uno spazietto laddove, per stile, poche band riescono ad arrivare; in questa traccia si segnala anche un gran lavoro d cori. Freschi gli Under The Bed hanno tutte le carte in tavola per conquistare le playlist e spingere all’ascolto continuo di questo EP comunque molto variegato.

Autore: Under The Bed Titolo Album: Controlled Filth
Anno: 2020 Casa Discografica: Autoproduzione
Genere musicale: Post-Hardcore, Metalcore, Hardcore, Nu Metal, Crossover Voto: s.v.
Tipo: EP Sito web: https://www.facebook.com/UTB.UnderTheBed
Membri band:
Armando – voce, chitarra
Federico – basso, voce
Joshua – voce
Michele – chitarra, voce
Andrea – batteria, voce
Tracklist:
1. Threshold
2. Slouch Off
3. #3 Blew My Mind
4. Rabid
5. Cleansed By Failure
Category : Recensioni
Tags : Crossover
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09th Apr2020

MusicaPerBambini – Alla Fiera Della Fine

by Marcello Zinno
Il progetto MusicaPerBambini torna sul finire del 2019 con un nuovo album dal titolo Alla Fiera Della Fine e stavolta, oltre alla conferma del rapporto con Trovarobato, compare anche Hukapan, etichetta di Elio E Le Storie Tese con cui c’è più di un punto di incontro. Anzi a dir la verità è proprio questo minimo comun denominatore che rappresenta, meglio di chiunque altro, una recensione dell’album visto che troviamo un approccio molto simile, una follia messa in musica, probabilmente meno ironica ma con il medesimo approccio sperimentale. Alla Fiera Della Fine è un concept album e ci ha riportato proprio ai tempi di Samaga Hukapan Kariyana Turu, con quella voglia di rompere i canoni e quelle vocine effettate che sono in bilico tra il fastidio e la chicca; qualcosa però cambia ed è l’eccessivo uso di elettronica e di effetti che caratterizza il sound di MusicaPerBambini e che allontanano l’ascoltatore che ha sete di chitarra e di contributi che siano lontani da manopole e post-produzione. Un po’ di strumenti si fanno apprezzare in Uomo Di Camicia e in qualche altro passaggio, e una certa musicalità si apprezza nell’ultima Il Temutissimo Vampiero ma questo non è il fulcro dell’album; stacchi, partiture che cambiano ritmiche costantemente, tutto si accumula e si dissolve…impazzisco solo a pensare a come i ragazzi abbiano trascritto le partiture per depositare i brani.

In tutta questa follia non controllata noi avremo preferito più strumenti, più musica suonata e meno elettronica. In fondo gli EELST erano amati anche per il loro incredibile spessore tecnico, elemento che qui invece non viene a galla; chiaramente il suggerimento è quello di farlo con un’idea personalmente in modo da non essere più paragonati agli Elio.

Autore: MusicaPerBambini Titolo Album: Alla Fiera Della Fine
Anno: 2019 Casa Discografica: Trovarobato, Hukapan
Genere musicale: Crossover Voto: 5
Tipo: CD Sito web: http://www.musicaperbambini.com/
Membri band:
Manuel Bongiorni
Andrea Mansi
Mirko Montesissa
Gigi Funcis
Tracklist:
1. Vivere Nel Tuo Naso
2. #afdf Atto Primo
3. Cartolino
4. Il Capo Dei Nonni
5. #afdf Capitolo Secondo
6. Corpo Di Mille Corpi
7. Mario Antiorario
8. #afdf Canto Terzo
9. Uomo Di Camicia
10. Occhiotristo Menagramura
11. #afdf Libro Quarto
12. L’uomo In Mano
13. Marmellano
14. #afdf Puntata Quinta
15. Elanemonefenomenale
16. Gambe Di Sedano
17. #afdf Coso Sesto
18. Il Temutissimo Vampiero
Category : Recensioni
Tags : Crossover
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08th Mar2020

Beelzebeat / Cibo – Beelzebeat / Cibo Split

by Marcello Zinno
Il Nord-Est unisce le forze con il Nord-Ovest: da questo intento i torinesi Cibo, di cui avevamo già parlato ai tempi di Capolavoro a questa pagina, e i padovani Beelzebeat realizzano insieme un 7″ in cui tutto il crossover più stravagante, l’hardcore più veloce e lo psychobilly più graffiante affiorano in una tempesta di note che seguono una corsa contro il tempo e pongono un’impronta evidente nella scena estrema sperimentale italiana. I Cibo ci mettono il loro solito estro inserendo il parlato di Papa Ratzinger in Transustanziazione, un brano che cerca di invocare ambientazioni evangeliche fuse a quelle più peccaminose del quintetto, in uno pseudo cortometraggio splatter che ha solo audio e che offre tanto all’immaginazione. Sul Mio Tagliere invece prende in causa Mike Buongiorno e offre due minuti a cavallo tra l’hardcore e il grindcore che trattano le abitudini alimentari (“sul mio tagliere ci sono sono vegetali“), ormai fonte di ispirazione di diverse formazioni, ma con un chorus stranamente orecchiabile per lo stile della band. Anche i Beelzebeat ci regalano due tracce ma la durata complessiva si dimezza (dei 6 minuti complessivi dei Cibo, qui se ne aggiungono solo 3), le sfuriate ritmiche mantengono lo stesso incedere ma con un appeal più psychobilly il che rende tutto più speziato. Born To Booze, Live To Grind è un’accelerata senza fine che espone il fianco ad un grind più spigoloso e acerbo, per chi ha sete di estremo.

Uno split piacevole e che serve a riporre l’accento su due formazioni davvero interessanti. Peccato per la durata davvero risicata, ma le band ci degusteranno (speriamo) presto con nuovi full-lenght.

Autore: Beelzebeat / Cibo Titolo Album: Beelzebeat / Cibo Split
Anno: 2020 Casa Discografica: Distrozione, ZAS, Finte Platte, Pasidaryk Pats, TADCA, Associazione Uroboro
Genere musicale: Crossover, Hardcore, Psychobilly Voto: s.v.
Tipo: EP Sito web: https://www.facebook.com/Beelzebeat/ https://www.facebook.com/ciboband/
Membri band:
Beelzebeat:
Brombe – voce
Nekro – chitarra
Richi – basso
Garo – batteria
Cibo:
Giorgiorico – voce
MArco – batteria
Dario – basso
Matteo – chitarra
Tracklist:
1. Losers
2. Born To Booze, Live To Grind
3. Transustanziazione
4. Sul Mio Tagliere
Category : Recensioni
Tags : Crossover
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14th Feb2020

Los Talker – El Dia De Lor Muertos

by Marcello Zinno
Tornano i Los Talker che avevano ascoltato con piacere un anno fa ai tempi del loro EP d’esordio di cui avevamo parlato qui. Li avevamo lasciati con due certezze: che sarebbero tornati con un secondo album e che non si sarebbero banalmente ripetuti e le certezze possiamo dire che sono confermate. I Los Talker hanno una ricetta molto chiara: linee vocali rappate, chitarre dalle tinte metal (Marco Vitali, ex chitarrista degli Ibridoma ha delle radici molto forti in queste sonorità), testi per lo più incazzati ma con messaggi ben precisi (“Questa pagliacciata della festa celebrata che costringe tutti quanti a far visita nei cimiteri, andate a trovare anziani soli chiusi in casa, abbracciateli più forte che tra un po’ saranno ieri“) e tante idee ad arricchire il tutto. Ricetta quindi che non possiamo definire del tutto innovativa, visto che come detto anche all’epoca dell’EP sono tante le band che hanno puntato su queste soluzioni, ma indubbiamente coraggiosa. Questo è di sicuro l’elemento che più va riconosciuto a questo duo (all’occorrenza ampliato ad altri musicisti) visto che la scena rap/hip hop italiana ultimamente non è sulla cresta dell’onda e il fatto di unire queste trame al rock/metal non aiuta a far lievitare le quotazioni della band (nu metal e rap metal sono generi davvero rari da trovare nelle proposte di band emergenti).

E così le trame dance di Dopo Dicembre insieme ai fiati aggiunti fanno intuire quanto si estende il range musicale a cui la coppia Foresi/Vitali si ispira, ma anche l’opener che infligge colpi di elettrica sotto trame hip hop e mantiene un’ambientazione cupa molto particolare; Mort-Cinder punta sui classici refrain in stile Rage Againt The Machine ma non suona eccessivamente derivativa. Certo, per i nostri gusti musicali in alcuni frangenti i Los Talker rischiano di uscire fuori trama (Mi Calmi e Difficile Accettarlo hanno davvero pochissimo di rock) e quindi il nostro consiglio per il loro futuro è quello di incorporare maggiormente trame rock e metal e far storcere il naso ai rockettari incalliti, creando quella provocazione che è fondamentale per allargare la mente alle persone e far crescere artisticamente la scena.

Autore: Los Talker Titolo Album: El Dia De Lor Muertos
Anno: 2020 Casa Discografica: Autoproduzione
Genere musicale: Crossover, Rap Metal Voto: s.v.
Tipo: CD Sito web: n.d.
Membri band:
Mattia Foresi – voce
Marco Vitali – chitarra, basso, voce
Tracklist:
1. Troppo Spesso
2. Mort Cinder
3. Dopo Dicembre
4. Mi Calmi
5. El Dia De Los Muertos
6. Difficile Accettarlo
7. Dico Che
Category : Recensioni
Tags : Crossover
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04th Feb2020

Kuadra – Cosa Ti È Successo

by Marco Pisano
Definire lo stile dei Kuadra, storica band della scena alternative italiana, ormai attiva da quasi 15 anni, è compito assai arduo. Specialmente dopo aver ascoltato il loro ultimo album, Cosa Ti È Successo, autoprodotto con l’aiuto di Giulio Ragno Faver del Teatro Degli Orrori. Un lavoro che fa dell’unione di stili diversi, del crossover, la sua caratteristica sonora più immediatamente percepibile e riconoscibile. In quest’album, confluiscono e si incontrano anime sonore lontane e apparentemente quasi incompatibili fra loro quali rap, hip-hop, metal, elettronica e alternative rock. La band di Pavia è riuscita in modo egregio nel suo tentativo di cercare e trovare una giusta e interessante sintesi di questi elementi così diversi fra loro: impalcature elettroniche, con atmosfere quasi darkwave (effetto dei synth) sostengono liriche flow tipiche dell’hip-hop e del rap, combinate con ritmiche pulsanti e trascinanti e riff di chitarra grintosi e poderosi come quelli più tipici del nu-metal old school. Bella anche l’alternanza al livello testuale di una dimensione intima, riflessiva e introspettiva, evidente in particolare nelle sezioni centrale e finale dell’album (Mio Padre, Naomi, A Te Che Non Sai Chi Sei, Daniela, Labirinto, Cosa Ti è Successo), unita ad una fortissima componente militante, di denuncia sociale, di attivismo e di incitamento al risveglio delle coscienze, molto tipica dei Rage Against The Machine.

Tutto ciò, assieme alla volontà di scuotere e svegliare le coscienze di chi ascolta, anche con prese di posizione piuttosto forti e radicali, è una delle cose che abbiamo maggiormente apprezzato di quest’album; la capacità della band di essere schietta, sincera, onestamente schierata e senza la paura del politically correct che spesso taglia le gambe o rende decisamente difficile esprimersi su temi scottanti e di attualità al giorno d’oggi, senza suscitare polemiche di sorta. Decisamente apprezzabili il coraggio e la determinazione della band nel voler tracciare e seguire con le proprie forze, un percorso artistico, sonoro e musicale personale e indipendente, sganciato da qualsiasi logica di compromesso, e il loro desiderio di esplorare e esprimere al massimo tutte le loro potenzialità e le direzioni musicali in cui hanno deciso di tuffarsi. Un rock che non ha paura di confrontarsi ed aprirsi alle potenzialità e alle influenze del mondo moderno, capace di dialogare con il mondo attuale e di saper stare al passo coi tempi. Complimenti ai Kaudra per il bel lavoro fatto.

Autore: Kuadra Titolo Album: Cosa Ti è Successo
Anno: 2019 Casa Discografica: Autoproduzione
Genere musicale: Alternative Rock, Post-Metal, Electro Rock Voto: 7
Tipo: CD Sito web: https://www.facebook.com/kuadraBand/
Membri band:
Yuri La Cava – voce, synth
Emanuele Savino – chitarra
Van Minh Nguyen – batteria, drum machine
Simone Tiriboschi – basso
Tracklist:
1. L’incendio
2. Il Quarto Reich
3. La Scelta
4. Cose Ti È Successo
5. Mio Padre
6. Trashlady
7. Naomi
8. A Te Che Non Sai Chi Sei
9. Webcam Girl
10. Daniela
11. Labirinto
Category : Recensioni
Tags : Crossover
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