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04th Feb2021

Simone Cicconi – Cosa Potrebbe Mai Andare Storto?

by Marcello Zinno
Il rock del futuro molto probabilmente non sarà quello di oggi, al netto delle band che ripercorrono i binari di band del passato. Difficile ipotizzare una forma, una direzione, il nuovo album di Simone Cicconi potrebbe tracciare delle coordinate possibili, coordinate che ci convincono ma non del tutto. La sua scelta, anche a causa del suo background di sound designer, è di affiancare strumenti tradizionali a forti dosi di elettronica creando un melting pot che veste dei panni diversi da brano a brano. Un esempio lampante ce lo offre Non So Più Stare Senza Te, un brano che non passerà per la storia per i suoi testi, ma che unisce un synth molto ben presente ad una ritmica incalzante, soprattutto nel ritornello. Altro elemento che troviamo spesso sta nella scelta di parlare/rappare, soprattutto nelle strofe per poi aprire il brano nel ritornello orecchiabile e che si presta al riascolto (Lontano Da Qui, Cover Band). Poi in alcuni frangenti vi sono dei passaggi che si legano maggiormente al rock e che a noi sembrano più riusciti, per l’energia che riescono a sprigionare: Me Lo Dicevano ad esempio è un brano che ti si attacca alla pelle.

Di sicuro la proposta di Simone Cicconi si avvicina ad un pubblico molto giovane, non è un caso il brano Il Paradosso Di Fermi che vede la partecipazione di Riccardo “Elettrone” Cofanelli o anche i brano rap Un’altra Come Te (anche qui escluso il ritornello). Insomma chi ama il melting pot troverà tanta carne in questo Cosa Potrebbe Mai Andare Storto?, noi vediamo un buon potenziale nelle tracce che spingono più nella direzione del rock, ma sarà la nostra deformazione professionale.

Autore: Simone Cicconi Titolo Album: Cosa Potrebbe Mai Andare Storto?
Anno: 2020 Casa Discografica: Art Media Music
Genere musicale: Electro Rock, Crossover Voto: 6,25
Tipo: CD Sito web: https://www.facebook.com/simonecicconirock/
Membri band:
Simone Cicconi
Tracklist:
1. Il Vuoto
2. Non So Più Stare Senza Te
3. Lontano Da Qui
4. Cover Band
5. Me Lo Dicevano
6. La Pioggia Scenderà
7. Il Paradosso Di Fermi
8. Un’altra Come Te
9. Indietro Non Si Torna
Category : Recensioni
Tags : Electro Rock, Nuove uscite
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14th Dic2020

Lightpole – Daylight

by Marcello Zinno
Il primo full-lenght dei Lightpole, Dusk, ci era piaciuto, ne avevamo parlato qui. La band a due anni di distanza torna sulle scene con un nuovo accordo discografico e un lavoro dal titolo Daylight. La prima cosa che ci stupisce di questo album è la produzione, un lavoro che rende tutti i suoni in modo egregio e un missaggio fatto con grandissima capacità: Daylight suona come un album mainstream americano con produttori di grandissima fama. Questa caratteristica, unita alla forte impronta elettronica che la band dà al proprio rock, rendono la proposta musicale del quartetto un vero viaggio nel rock del futuro. Un po’ indie, un po’ elettronico, con dei suoni puliti e molto ben bilanciati, con tanta attenzione ai dettagli e che guarda decenni avanti: i Lightpole sono partiti dalla tradizione dell’indie rock britannico per costruire uno stile proprio, contaminato con la psichedelia ma rafforzato dal rock moderno e dall’elettronica usata come condimento (ad eccezione di alcuni brani come Damned Conjuncionts e First Step To The Sun in cui il condimento diventa pietanza principale). Qualcuno li accosterà ai Muse ma il discorso per loro è più complesso perché si intrecciano sfumature differenti.

Buoni gli arrangiamenti di Won The Breath Over, in particolare sul finire, ci confermano oltremodo che i Lightpole sono una band matura, che sa dove vuole arrivare e che sicuramente gioca un proprio ruolo sui palchi grandi; The Ocean ricorda nelle linee vocali qualcosa targato The Mars Volta ma qui il brano è più rotondo, molto meno sperimentale. Difficile trovare una matrice unica nella musica della band, come difficile leggerli alla luce del presente. Noi crediamo che i Lightpole saranno capiti e apprezzati in futuro.

Autore: Lightpole Titolo Album: Daylight
Anno: 2020 Casa Discografica: Dimora Records
Genere musicale: Electro Rock Voto: 7,5
Tipo: CD Sito web: www.lightpoleofficial.com
Membri band:
Eug Iommi – voce
Claudio Marc – chitarra
Davide Tox – synth
Dominguez Marcos – batteria
Tracklist:
1. Lunar Horse Ride
2. Fifty-Four Series
3. Won The Breath Over
4. Shoot Down
5. Damned Conjunctions
6. The Oceans
7. First Step To The Sun
8. Great Wheel
9. Father’s Thought
10. Voices
Category : Recensioni
Tags : Electro Rock
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03rd Dic2020

Kill Your Boyfriend – Killadelica

by Marcello Zinno
A vederli i Kill Your Boyfriend, ma soprattutto ad ascoltarli, mai si direbbe che le loro origini sono legate al nostro Paese. Il loro noise tumultuoso, sottolineato anche da una line-up composta da soli due membri, rende austera la proposta musicale, a tratti sperimentale. Infatti il noise si scontra con una sezione ritmica (se possiamo chiamarla così) che al contrario è quadrata e conforme (a tratti post-punk), procede nella sua marcia mantenendo il medesimo incedere e lasciando alla voce e agli effetti il tentativo di creare qualcosa di sperimentale. E se sulla prima si apprezza una certa vena espressiva (pur non essendo la voce l’elemento principale di questo Killadelica), è sugli effetti usati che ci sorge qualche dubbio: in alcuni frangenti la band sembra virare verso un electro rock (Natasha) che fa perdere in genuinità, la nostra impressione è che ci sia l’intenzione di riempire, attraverso l’uso di effetti ed elettronica, un suono altrimenti piuttosto mancante. Affascinante l’idea di usare per i singoli brani titoli di nomi propri di donne, anche se non c’è una certa omogeneità compositiva in questo lavoro (Eve sarebbe perfetto per un rave party), quasi fosse un concept in un album non concept.

Nei momenti in cui la sperimentazione incontra la psichedelia e una certa ricerca sonora (Belle) il duo centra l’obiettivo, gioca con la musica, si nasconde e la scopre, sa dosare e prova a disegnare qualcosa di originale; a volte sembra addirittura sfumare e perdere consistenza (Marie o ancora di più Elizabeth) ma non è un punto a loro sfavore, piuttosto una loro caratterizzazione. Su questo fattore secondo noi c’è ancora da lavorare, tracciare le coordinate di un sound sì particolare ma personale, che però abbia consistenza e che resti maggiormente confinato all’ambito rock. Questo il nostro consiglio.

Autore: Kill Your Boyfriend Titolo Album: Killadelica
Anno: 2020 Casa Discografica: Shyrec
Genere musicale: Noise, Sperimentale, Electro Rock Voto: 5
Tipo: CD Sito web: https://www.facebook.com/kyboyfriend/
Membri band:
Matteo Scarpa – voce, chitarra
Antonio Angeli – batteria
Tracklist:
1. Anula
2. Jean
3. Natasha
4. Nancy
5. Agave
6. Belle
7. Marie
8. Elizabeth
9. Eve
10. Aileen
11. Kathleen
Category : Recensioni
Tags : Electro Rock
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27th Set2020

Frank Fear – Criminal Experiment

by Marcello Zinno
Frank Fear ha una lunga (e passata) esperienza nel mondo della musica elettronica e dei dj set. Ora è un uomo adulto e ha deciso di mettere a fattor comunque questa esperienza all’interno di una band vera, creata da lui, che suona degli strumenti, e che mette insieme diverse idee volendo approdare anche al metal, uno suo storico amore. L’idea è sicuramente lodevole, il risultato un po’ meno perché Criminal Experiment in realtà suona molto più elettronico del dovuto: effetti, inserti digitali, ritmi da dancefloor prendono il sopravvento rispetto a passaggi in 4/4, batteria incalzante e chitarra rock. Anzi a dir la verità di questi ultimi elementi non ve n’è proprio traccia. Lodevole anche l’idea di Frank Fear di provocare con i suoi brani, come racconta lui stesso, volendo stuzzicare il perbenismo e giocare, come fatto nel suo passato, tra male e bene, tra religione e anti religione, tra tanti aspetti che potrebbero anche regalare qualche momento su cui pensare; peccato che il suo album (il cui titolo, a tal proposito, alza le aspettative) sia quasi completamente strumentale! Per dubbi a riguardo suggeriamo di ascoltare il brano Space Rock il cui titolo tradisce tutte le attese non avendo nulla di space rock (intendendo il genere) ma nemmeno di rock; il campionamento di Help Me, brano dei Beatles, ovviamente non può giocarsela con l’originale e le altre tracce aggiungono veramente poco rispetto ad un lavoro creato nella propria stanzetta con PC e digitalizzazioni varie.

Quindi se il tentativo è stato quello di mettere su una band (seppur duo) e proporre musica a nostro parere non è riuscito a meno di appassionati di musica elettronica e sperimentale.

Autore: Frank Fear Titolo Album: Criminal Experiment
Anno: 2020 Casa Discografica: Hellbones Records
Genere musicale: Electro Rock Voto: 4
Tipo: CD Sito web: https://frankfear.altervista.org/
Membri band:
Frank Fear – voce, tastiere, batteria, effetti
Thomas Lee – chitarra, basso, effetti
Tracklist:
1. Hagen D_B
2. Fade To Grey
3. Ocean Deep Song
4. Space Rock
5. Help Me
6. We Have A Lucky Day
7. Shout Of Heaven
8. Criminal Experiment
9. Space Shuttle
10. Brain Wash
Category : Recensioni
Tags : Electro Rock
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16th Set2020

Nakbyte – Obliquus Experience

by Marcello Zinno
I Nakbyte vengono dalla Puglia e nonostante siano nati già da qualche anno si presentano ad inizio 2020 con il loro EP Obliquus Experience. 4 tracce strumentali di un power trio che poggia l’intero concept del progetto sulla ciberneticità, intesa in senso stretto ovvero legata ai diversi sistemi di controllo informatico. In tal senso il concept è molto coerente con lo stile musicale scelto dai ragazzi che poggia decisamente su un suono elettronico, a tratti industriale e decisamente futuristico; d’altra parte i Nakbyte fissano a parer nostro i piedi in modo stabile nell’heavy rock fatto di riff affilati e ritmi incisivi nonché multiformi, tanto che l’opener Obliquus (ascoltata tutta per intero) vi convincerà quanto vale questo terzetto. Ma ciò non basta per raccontare l’estro dei Nostri perché con Revolution inizia il percorso progressive dei Nakbyte, un percorso che potrebbe dare grande soddisfazioni a condizione che si resti in panorami heavy, il tutto arricchito (e ci stava benissimo) dal discorso de Il Grande Dittatore del 1940 (ulteriore elemento di coerenza rispetto al concept).

Obliquus Experience non apre uno varco mai percorso da altre band in passato (inevitabile ricordare i Fear Factory) ma, grazie al giusto mix di approccio futuristico e tecnico, riesce a tenere alto l’interesse per tutta la sua durata. Ci piace ne complesso il progetto messo in piedi da questo terzetto che sicuramente più essere sviluppato in tante direzioni per renderlo ancora più imprevedibile.

Autore: Nakbyte Titolo Album: Obliquus Experience
Anno: 2020 Casa Discografica: Seahorse Recordings
Genere musicale: Electro Rock, Heavy Metal Voto: s.v.
Tipo: EP Sito web: www.facebook.com/nakbyte
Membri band:
Daniele Gatto – basso
Pierluigi Greco – batteria, percussioni
Marco Cesari – chitarra, synth
Tracklist:
1. Obliquus
2. Revolution
3. Scuti Crash
4. Turtles
Category : Recensioni
Tags : Electro Rock
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12th Ago2020

Maria Forte – Un Re Minore

by Marcello Zinno
L’inizio di questo album ci aveva fatto immaginare territori indie pop da classifica (ma anche la fine), mentre abbiamo potuto scoprire che dietro Un Re Minore c’è dell’altro. Parliamo dell’album di Maria Forte, che non è una donna bensì è il musicista Roberto Maria Forte che ha scelto questo suo moniker spiazzando chi di certo non lo conosce. 9 tracce che non raggiungono la mezz’ora di ascolto registrati con poco materiale a disposizione di Roberto ma che a livello sonoro mantengono un buon livello (certo molte cose le avremo viste diversamente noi) ma per un prodotto DIY è più che soddisfacente. Il lavoro prende il volo in alcuni momenti come nel ritornello di Saliva in cui il crossover di sponda Subsonica sembra prendersi spazio, l’electro rock potente di Eloi Eloi Lema Sabachtani che strizza l’occhio a certo industrial, fino a Roma (Covid) che sconfina per certi versi nel metal, sicuramente i momenti che al primo ascolto balzano all’orecchio di ogni ascoltatore. Ma noi preferiamo andare oltre e scendere in composizioni più argute e ricercate, come Stati D’ansia, un peccato che la durata sia così breve di questa piccola colonna sonora da film horror drammatico.

Diversi quindi sono i registri per un album che è sicuramente molto ispirato dal presente. In questo il nostro augurio a Roberto che in futuro possa mettere a fattor comune idee e fonti sicuramente differenti ma finalizzati a dare una visione unica di musica che possa spiazzare l’ascoltatore solo per l’elemento qualitativo.

Autore: Maria Forte Titolo Album: Un Re Minore
Anno: 2020 Casa Discografica: Autoproduzione
Genere musicale: Electro Rock, Alternative Rock Voto: s.v.
Tipo: CD Sito web: https://www.facebook.com/mariaforte0
Membri band:
Maria Forte
Tracklist:
1. Irrisolto (Bergamo)
2. L’arrivo
3. Saliva
4. Eloi Eloi Lema Sabachtani
5. Stati D’ansia
6. Uomo Nero
7. Roma (Covid)
8. Gemini 8
9. Un Nuovo Inizio
Category : Recensioni
Tags : Electro Rock
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22nd Lug2020

Overlogic – Delife

by Marcello Zinno
From Where? (di cui avevamo parlato a questa pagina) era l’EP che aveva sancito l’inizio della storia degli Overlogic, band che arriva quest’anno alla pubblicazione del primo full-lenght dal titolo Delife. Ai tempi avevamo accusato un eccessivo uso della personalità digitale ed elettronica nella musica del duo e questo nuovo lavoro ci conferma che sono proprio questi i binari su cui si muove il duo: synth e batteria sono gli strumenti presenti in line-up e da un connubio come questo non è difficile stupirsi se le incursioni nella dance (The Others, …..) o in territori lontani dal rock siano evidenti. Ma probabilmente anche l’etichetta new wave non rappresenta il miglior abito per i Nostri, un po’ per l’assenza di una drum machine (la batteria “vera” degli Overlogic offre un suono più crudo e “reale”, eccezion fatta per Whatever You May Fear) un po’ per la tendenza ad una ritmica che dia il tempo piuttosto che trascini l’ascoltatore in limbi emotivi cupi; certo che l’abuso di synth in alcuni brani (Skate, Time-Lapse) suggerisce alcune vicinanze con scenari new wave, ma noi lo definiremo più un electro pop (Waves) che una new wave nel senso stretto del termine.

Uscendo però da etichette che a volte lasciano il tempo che trovano, a nostro parere gli Overlogic dovrebbero inserire altri strumenti nella loro “forma musica” per creare qualcosa di realmente interessante: oltre quelli sopra citati si percepiscono delle linee di basso ben presenti, ma mancano molti elementi che potrebbero davvero aiutare nel creare una proposta originale. Perché non prevedere una chitarra elettrica in grado di inserti spigolosi rispetto ad un sound così rotondo? E perché non vedere anche degli elementi sì orchestrali ma più analogici (percussioni, xilofono…) che possano inspessire il valore della musica. Perché se proprio deve essere “fuori dalla logica” lo deve essere in tutti i sensi.

Autore: Overlogic Titolo Album: Delife
Anno: 2020 Casa Discografica: Urtovox Records
Genere musicale: Electro Rock Voto: 5
Tipo: CD Sito web: www.facebook.com/overlogicduo
Membri band:
Francesco Cavasinni – synth, voce
Emanuele Orsini – batteria
Tracklist:
1. Gaslighting
2. The Others
3. Pick Click Shit
4. Skate
5. Time-Lapse
6. Waves
7. This Can’t Be Fixed
8. Whatever You May Fear
9. Deframmentazione
Category : Recensioni
Tags : Electro Rock
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04th Lug2020

Il Mulo – Fingo Di Non Vederti

by Marcello Zinno
Fondere, ma farlo bene, la musica elettronica con quella elettrica non è cosa da tutti. Ci provano in tanti ma c’è molto spesso qualche elemento che trasborda, una delle due nature che sconfina e prevale sull’altra, indicando in maniera relativamente evidente la personalità prevalente della band. Questo nel progetto Il Mulo non avviene e già ciò è segno di grande sapienza stilistica. Gli ex Clamidia, ora coinvolti in questo nuovo percorso espressivo, escono sul finire del 2019 con Fingo Di Non Vederti, un EP con dei suoni moto esterofili ma con liriche in italiano (altro elemento che merita più di un plauso). Ma sono le trame, spesso che presentano poche varianti nella stessa traccia, a colpirci muovendosi in maniera caparbia, sottile ma entrandoti nel profondo (Antonio è un perfetto esempio) e prendendosi per certi versi gioco dell’alternative rock. I più intransigenti farebbero notare che in diversi momenti la batteria elettronica fa sentire la mancanza di battute “reali” (come in Savannah ma ancora di più in Hopper) ma il fascino de Il Mulo è proprio questo, diverse concezioni di musica che fanno l’amore tra loro.

Uno dei complici della ottima fusione di cui parlavamo è sicuramente la produzione che riesce a unire molto bene i contributi dei tre musicisti ed esaltarli; da segnalare il contributo della chitarra, mai invasivo ma distintivo nel sound della band. Il Mulo entrano a nostro parere nella striminzita schiera di band tricolore che propongono un art rock stratificato ed interessante.

Autore: Il Mulo Titolo Album: Fingo Di Non Vederti
Anno: 2019 Casa Discografica: Seahorse Recordings
Genere musicale: Art Rock, Alternative Rock, Electro Rock Voto: s.v.
Tipo: EP Sito web: https://www.facebook.com/IlMuloBand
Membri band:
Morris Celli – voce
Mattia Benvenuti – chitarra
Luca Balacca – synth, programmazione

Samuele Albani – batteria in Trick House, La Malaria, Desaparecido
Tracklist:
1. Trick House
2. La Malaria
3. Antonio
4. Hopper
5. Savannah
6. Anima
7. Osannale
8. Desaparecido
Category : Recensioni
Tags : Electro Rock
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12th Mag2020

Seta – Venere Tascabile

by Amleto Gramegna
Giunti al loro terzo album, la band veneta dei Seta si dimostra ormai sempre più matura e convincente nella loro proposta electro-pop-rock. Anni di gavetta hanno forgiato il loro sound, rendendolo maturo e al passo con i tempi, grazie anche ai live in apertura ad artisti come i Velvet, il Cile, Omar Pedrini. Tutto è servito per definire il pop rock degli esordi fino al taglio elettronico attuale, ed è emblematica in questo la produzione artistica di Megahertz, già collaboratore di Morgan. Il risultato finale è un mashup, se così possiamo definirlo, tra le sonorità più rock dei Timoria e il groove glaciale dei Subsonica. Venere Tascabile è dunque una parificazione sonora tra passato e futuro che però funziona, e funziona decisamente bene. Si parte con Resta Un Solo Nome, synth pop martellante e funky ’80 al punto giusto, e va anche bene perché ormai gli ’80 vanno di nuovo di moda, grazie a serie come Stranger Things. Segue Lui È Lei (Chi Sei?), che tratta il tema dell’omosessualità e potrebbe essere una buona hit radiofonicae. L’hard rock vecchia scuola non è del tutto assente, vedi Prendere O Lasciare, con chiare influenze stoner rock, mentre la melodica Decideremo In Volo è scritta per l’ASD Cerea Calcio, squadra del paese di origine dei ragazzi.

Lo stoner rock lascia il passo in Dare Un Senso ad un sanguigno rock sentito e sofferente, con richiami al movimento Seattle ’90 filtrato dai deliri elettronici millenials. Presente una bella cover la cara vecchia Piove, piccolo sconosciuto capolavoro dei Timoria, contenuta in quell’altro sconosciuto capolavoro che rispondeva al nome di Viaggio Senza Vento, qui riproposta con il suo autore Omar Pedrini alla chitarra e alla voce. In chiusura il brano migliore, Sotto Il Peso Dei Miei Pensieri. Atmosfere dark alla The Cure grazie ad un giro di basso cupo e melodico allo stesso tempo, ad un cantato teso (il brano tratta il tema dell’eutanasia), nonché al buon solo di synth. Un album in grado di confermare la crescita musicale di una buona band, in grado di dare qualcosa di nuovo al panorama stantio della musica italiana, ormai invasa soltanto da fenomeni indie senza alcun valore reale e da baracconi trap.

Autore: Seta Titolo Album: Venere Tascabile
Anno: 2019 Casa Discografica: Vrec Music Label
Genere musicale: Rock, Electro Rock Voto: 8
Tipo: CD Sito web: https://www.facebook.com/SetaOfficial
Membri band:
Luca Tosato – voce
Rudy “Boss” Ferrarese – basso
Alberto Rossetti – tastiere/synth
Lorenzo Meuti – chitarra
Matteo Ortolani – batteria
Tracklist:
1. Resta Solo Un Nome
2. Lui è Lei (Chi Sei?)
3. Non Posso Stare Senza
4. Dare Un Senso
5. Prendere O Lasciare
6. Venere Tascabile
7. Decideremo In Volo
8. Piove
9. Sotto il Peso Dei Pensieri
Category : Recensioni
Tags : Electro Rock
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19th Mar2020

iFasti – Tutorial

by Paolo Tocco
Ho sempre amato la provincia in tutte le sue forme, soprattutto nella sua vita notturna quando la poca luce sa come alterarle quelle forme. Ho sempre pensato che l’energia arrivi sempre dai sobborghi e dalle periferie ed oggi che, almeno in letteratura e tra i ben pensanti, si fa un ritorno alle origini, suona sempre bene al mio cuore un disco che alla periferia (o provincia, ma non è questo il caso) deve molto. Tutorial è il nuovo lavoro dei reazionari sociali iFasti, emancipati fino al punto di concepire con equilibrio l’incontro tra un suono digitale dalle trame acide e psichedeliche, e una voce analogica di resistenza sociale, quasi da centro sociale, quasi da “Consorzio Indipendente”. E se i rimandi al CSI o CCCP (fedelmente legati alla linea originale) o – quando i suoni si fanno più strutturati e gutturali – ai più semplici TdO, è anche vero che il post-punk digitale degli iFasti sinceramente non ha troppi debiti da pagare a spasso per il mondo…certamente non hanno scoperto nuove frontiere ma sinceramente nessuno voleva aspettarsi questo e nessuno è stato illuso da false promesse. Che poi questa musica, libera, istintiva, priva di cliché e forme ruffiane, ha finalmente l’unico scopo di parlare al suo pubblico e la voce saggia di Rocco Brancucci sa benissimo come fare.

Tutorial è una distesa acida e monotona di sequenza digitali, di chitarre punk, di una melma di magma che vuole fondere le infrastrutture del perbenismo e, per edulcorare un trancio di lirica tratta da Pietro, probabilmente a forza di spinte ci lascino passare, forse a forza di spinte ci ascolteranno, qualcuno si sveglierà, qualcuno la smetterò di fare affari in centro. Non ascolto Tutorial per cercare la melodie (che tra l’altro raramente fanno capolino dentro queste scritture), ascolto Tutorial per cercare aria buona di libertà, di espressione, di verità. Abbiamo bisogno di dischi come questo dove la parola torna ad avere un ruolo sociale e, per niente paghi di questo, i nostri torinesi (di periferia, li voglio collocare io), hanno buon gusto nelle soluzioni di arrangiamento, tra amplificatori e programmazioni. Tra l’altro nel video di Lamore ho intravisto una bellissima Vocal Bass della Korg che mi rimanda a periodi di indefessa proliferazione avanguardista. E non lo potevo dire in altro modo se non con queste parole. In questo momento storico in cui siamo tutti rimbecilliti da un pop farlocco, in cui osanniamo burattini fatti diventare televisivi per comodità, in cui siamo vittime di una mercificazione che ha intaccato anche la libertà dei social network, in un periodo in cui siamo tutti schiavi della bellezza, dischi come questo servono perché, sfamando la bellezza notturna di una periferia dal futuro post-apocalittico, si innaffia anche la coscienza civica, magari passando dalle orecchie con testi diretti, semplice e per niente obesi di chissà quale ricerca poetica. Ecco, forse avrei preferito un impegno maggiore sotto questo punto di vista e non perché sento la mancanza di allegorie o di chissà cosa, ma perché forse la parola poteva essere ancora più ficcante, pungente, demolente.

Altro punto dolente per me? Lo stilema del mix di voce è sì fin troppo in linea con quella di Capovilla, magari ecco, anche in questa direzione avrei cercato una maggiore personalità. Ma in fondo siamo tutti figli di qualcuno e ben vengano famiglie simili. Potevamo esser figli di Elettra Lamborghini che, tette e milioni a parte (e rispetto che sempre si deve alle persone), denota quanto basso sia divenuto il livello della musica ufficialmente riconosciuta tale. Dunque ascolto Tutorial e non venitemi a fare paranoie sulla storia della musica pop. Credo che un disco come Tutorial rappresenti un alto significato di musica pop.

Autore: iFasti Titolo Album: Tutorial
Anno: 2020 Casa Discografica: I Dischi del Minollo,Scatti Vorticosi Records, Party Tonite Boking
Genere musicale: Post-Punk, Electro Rock Voto: 7
Tipo: CD Sito web: www.ifasti.it
Membri band:
Rocco Brancucci – voce
Roberto Bagaini – basso, effetti
Federico Bosi – basso, effetti
Eros Giuggia – chitarra
Andrea Granato – chitarra
Tracklist:
1. L’umanità Migliore
2. Ionoi
3. Lamore
4. Pietro
5. Bomba
6. Buoni Anni
7. Tpunto4
8. Meritiamo
Category : Recensioni
Tags : Electro Rock
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