Dead Visions – A Sea Of Troubles

Passiamo alle pietruzze, anzi, forse l’unica pietruzza ma considerando il “genere” è un limite facilmente perdonabile soprattutto se ci si lascia trasportare da questa musica: stiamo parlando di una certa “ripetitività” seppur minima, è un difetto?! Non lo è? Questo giudicatelo voi. Si parte con Dust una bella cavalcata adrenalinica a base di chitarre fuzz e ritmica sostenuta per passare alla successiva To Love Who Burns un ottimo e scatenato rockabilly garage in pieno stile Cramps, si torna a pestare nel più classico garage punk di derivazione anni 80 con la buona Dead Visions, buoni cambi e ripartenze sull’incedere sferragliante delle due chitarre (Bigelow e Giammatei, due che sanno trovare il groove giusto). Si prosegue con la quasi rollingstoniana I Got You, ottimi chorus e refrain che fanno subito breccia nel cuore, sicuramente una tra le più riuscite tracce dell’album, come anche la successiva Creatures Of The Night un horror garage che rallenta quel tanto che basta per apprezzarne appieno le tessiture armoniche e il lavoro dietro le pelli di Sergio Innocenti. Belong è un buon garage punk stradaiolo imbevuto di vecchio whiskey ma stenta a decollare completamente, cosa che invece riesce a Black Seagull, pezzo dal giusto tiro sixties, teso e melodicamente eccellente dove finalmente le linee di basso si ritagliano il giusto spazio. Boys & Girls prosegue sulle stesse coordinate, di buona presa ma si sente anche una certa ripetitività di schemi; altro brano ben riuscito è invece Death Knocks On My Door buoni riff e la giusta intensità, scarna ed essenziale ma ricca di profumi sixties. Si chiude con Last Train, introdotta da un giro di basso che spinge fin da subito verso un beat anfetaminico e metallico che vi implorerà di alzare al massimo il volume.
A questo album non manca quindi nulla, personalmente avrei visto bene (un po’ come ciliegina sulla torta) l’inserimento di un bell’Hammond, non in tutte le tracce ma giusto per arricchire il suono ed evitare quella ripetitività che alle volte traspare, ma è solo una considerazione personale (per quel che può valere). Alcuni di voi lettori si staranno chiedendo se oggi abbia ancora un senso riproporre certe sonorità appartenenti ad un remoto passato, vi diciamo subito di sì: innanzitutto perché non si tratta di un semplice copia e incolla, in ogni singola traccia si sente chiaramente la personalità e la passione; inoltre perché in questi tempi di plastica (e lattine abbandonate) c’è più che mai bisogno di suoni “vivi” e poco importa se grezzi, sporchi e rumorosamente alcolici, anzi, è questa l’essenza stessa del rock’n’roll. Veniamo al voto, quello che andrete a leggere (se non lo avete già fatto) sarà leggermente inferiore a quello che in un ambito personale avrei dato, questo per mia scelta, cercare di mantenere la recensione il più oggettiva possibile, anche a scapito di un voto più basso, ma vi assicuriamo che non ve ne pentirete così come siamo certi che sarete proprio voi ad alzare quel voto. Ma di una cosa non dimenticatevi, prima di tutto e al di là di un semplice numero, viene la musica, questa musica. Buon garage a tutti!
Autore: Dead Visions | Titolo Album: A Sea Of Troubles |
Anno: 2020 | Casa Discografica: Slimer Records |
Genere musicale: Punk Rock, Garage | Voto: 8 |
Tipo: CD | Sito web: https://www.facebook.com/deadxvisions/ |
Membri band: Francesco Mandelli – voce Cesar P. Bigelow – chitarra Federico Giammattei – chitarra Carlo Alberto Maria Rossi – basso Sergio Innocenti – batteria | Tracklist: 1. Dust 2. To Love Who Burns 3. Dead Visions 4. I Got You 5. Creatures Of The Night 6. Belong 7. Black Seagull 8. Boys & Girls 9. Death Knocks On My Door 10. Last Train |