• Facebook
  • Twitter
  • RSS

RockGarage

      

Seguici anche su

        Il Rock e l'Heavy Metal come non li hai mai letti

  • Chi siamo
  • News
  • Recensioni
  • Articoli
  • Live Report
  • Foto Report
  • Interviste
  • Regolamento
  • Contatti
  • COLLABORA
22nd Mag2015

Aghast Afterglow – Imaging

by Marcello Zinno

Aghast Afterglow - ImagingA discapito della line-up stringata e della giovane età musicale, il nuovo album degli Aghast Afterglow ci colpisce e non di poco. Diciamolo subito: moniker, look e artwork (basta con gli inglesismi) da subito ci proiettano in un ambito sinfonico e fantasy (avevamo detto basta) ma qui non siamo davanti alla solita band di symphonic metal che scimmiotta Nightwish, Epica, Within Temptation et similia. Imaging è un album ricco e ben curato che ha il grandissimo pregio di non sbilanciare il proprio baricentro sulla (comunque ottima) voce di Lisa Lee ma di affidare grande attenzione alla musica, agli effetti e agli arrangiamenti. Questo fa di Imaging un album che offre tantissimo, da band del calibro internazionale, che talvolta lascia il fianco scoperto addirittura all’elettronica (Stolen Dreams) anche se il sapore metal si sente spesso (come nella bellissima You’re Killing Me From Inside o in There’s No Time). Può sembrare strano ma uno dei momenti che ci ha colpiti di più è l’intro, Fearless, un minuto e mezzo di metal sinfonico in stile “metal opera” che preannuncia i vari livelli di musica proposta, dal metal al rock, dalla sinfonia alla classica, tutti da scoprire.

Dicevamo che c’è tanto in questi quaranta minuti di ascolto: le melodie di Gaze My Sin impreziosiscono una ritmica impostata, melodia ripresa in uno degli apici dell’album, When Winter Will Come Back, una traccia stratificata che ad ogni taglio presenta uno strato di bellezza differente; Stream Of Awareness è un altro grande momento di melodia, forse l’uso delle parti vocali viene accentuato ma è proprio qui che Lisa Lee offre il meglio in un’ambientazione lenta e coinvolgente. Affascinante Angels Can’t Love che vede la partecipazione di Mark Basile dei DGM (e si sente) mentre sul finire compare Muto Inconscio, unico brano con testi in italiano ma resta legato alla scena sinfonica: quattro minuti pieni di arrangiamenti mai scontati che stupiscono l’orecchio attento pronto a trovare qualcosa di più oltre le liriche facilmente assimilabili. Stona invece la cover di Hot Stuff sul finale che poteva essere anche evitata. Comunque attenzione al progetto Aghast Afterglow che va tenuto sotto stretta osservazione!

Autore: Aghast Afterglow Titolo Album: Imaging
Anno: 2015 Casa Discografica: Revalve Records
Genere musicale: Symphonic Metal, Heavy Metal, Gothic Voto: 7,5
Tipo: CD Sito web: http://www.revalverecords.com/Aghast_Afterglow.html
Membri band:

Lisa Lee – Vocals, Choirs

Denny Di Motta – Guitar

Tracklist:

  1. Fearless

  2. You’re Killing Me From Inside

  3. Angels Can’t Love

  4. Gaze My Sin

  5. Stolen Dreams

  6. VIII.X

  7. When Winter Will Come Back

  8. There’s No Time

  9. Stream Of Awareness

  10. Muto Inconscio

  11. Hot Stuff

Category : Recensioni
Tags : Gothic
0 Comm
11th Apr2015

Katatonia – Viva Emptiness

by Davide Cosentino

Katatonia - Viva EmptinessSuccessore dell’acclamatissimo (da pubblico e critica) Last Fair Deal Gone Down, Viva Emptiness rappresenta senza ombra di dubbio il penultimo scalino prima del raggiungimento dell’apice stilistico compositivo nella discografia degli svedesi Katatonia che sarà il successivo The Great Cold Distance. La formazione vede l’innesto in pianta stabile del drummer Daniel Liljekvist, mentre al basso firma i credits ancora Matias Norrman. Il sound di Renske e soci si evolverà ancora e le produzioni successive saranno ancora più raffinate dal punto di vista tecnico e della qualità del suono, ma il trademark è ora definito, con la solita alternanza tra parti doom semiacustiche e riff distorti ultragranitici. Le parti vocali seguono il canovaccio classico della band, garantendo la melodia portante dei brani. In alcuni casi, come in One Year From Now, viene distorta anche la voce introducendo effetti precedentemente mai usati. Ghost Of The Sun apre le danze, solito riff velenoso seguito da un imponente muro di chitarre intervallate da un atmosferico pre-chorus e da un violentissimo chorus quasi death metal. Sleeper non si discosta molto dallo stile dell’opening track, così come Criminals, ritmo più cadenzato, spazio ad un bel giro di basso ed al delay della chitarra di Fredrik Norrman. Killer song!

A Premonition ripropone lo stesso suono di synth che ha contraddistinto le prime fatiche dei Nostri (Dance Of December Souls /Jhva Eloihm Meth), ed il risultato è un gradevole gothic/doom con una stupenda linea vocale. Will I Arrive parte con una strofa pestata ed utilizzando il solito schema si apre su un ritornello semplicemente fantastico. Burn The Remembrance si sviluppa su binari invertiti, strofa soft e chorus su mid tempo piacevole e d’impatto, mentre Wealth suona molto metal per poi rilassarsi su un riff circolare molto suadente. Walking By A Wire si candida a miglior episodio del disco, perfetta sotto ogni punto di vista, Complicity non si discosta dalla media compositiva; molto “elettrica” e potente grazie anche all’ottimo lavoro dietro le pelli. Evidence è un altro ottimo pezzo, che diventerà un must dal vivo, grazie al ritornello molto melodico.

A chiudere Omerta, ballad acustica quasi in stile Metallica, a mio parere evitabile, così come Inside The City Of Glass, probabilmente ripescata dal cestone dei brani del decennio precedente, che non aggiunge nulla di interessante a quest’ottima release.

Autore: Katatonia

Titolo Album: Viva Emptiness

Anno: 2003

Casa Discografica: Peaceville Records

Genere musicale: Gothic Metal Voto: 8,5
Tipo: CD Sito web: https://www.katatonia.com
Membri band:

Jonas Renske – voce

Daniel Liljekvist – batteria

Fredrik Norrman – chitarre

Anders Nystrom – chitarre, tastiere

Matias Norrman – basso

 

Tracklist:

  1. Ghost Of The Sun

  2. Sleeper

  3. Criminals

  4. A Premonition

  5. Will I Arrive

  6. Burn The Remembrance

  7. Wealth

  8. One Year From Now

  9. Walking By A Wire

  10. Complicity

  11. Evidence

  12. Omerta

  13. Inside The City Of Glass

Category : Recensioni
Tags : Gothic
0 Comm
31st Mar2015

Neracruz – Neracruz

by Trevor dei Sadist

Neracruz - NeracruzI Neracruz sono una band attiva dal lontano 1995, sono passati anni e molte vicissitudini, ma finalmente possiamo ascoltare l’omonimo debut album. La formazione italo/britannica è in grande forma, la loro musica è da considerarsi genericamente rock, anche se sfumature gothic, new wave, electro arricchiscono l’intero lavoro, dando quel tocco di originalità alla band, che non guasta di sicuro. La partenza del disco è affidata a Pure Love, capiamo da subito quello che i Neracruz vogliono trasmettere all’ascoltatore, il messaggio di un rock genuino, diretto, suonato senza troppi fronzoli da una parte ma altrettanto elegante dall’altra. Non ci sono cali di tensione, il disco scorre piacevolmente, lasciandoci buon gusto al nostro palato, tra le mie preferite il singolo The Dream e Blind Game, canzoni che nei 3:30 circa racchiudono il concetto Neracruz, rendendo omaggio alla new wave degli anni 80, al rock grezzo e stradaiolo, al gothic.

Chiudendo gli occhi, il primo accostamento che risvontro è quello ai The Cult, periodo Love, specie per le linee vocali, che rimandano al pellerossa Ian Astbury, ho sempre apprezzato questa grande band, ma non ci fermiamo qui nella musica dei Neracruz c’è molto altro, ad esempio l’elettronica dei Depeche Mode, la spontaneità di Billy Idol, il suono ribelle dei Litfiba, e poi c’è il gothic dei maestri Type O Negative, proviamo a frullare tutto questo, ne verrà fuori un cocktail di nome Neracruz. Ogni singolo componente svolge il proprio compito in maniera egregia, delle buone linee vocali, dei chorus mozzafiato abbiamo già parlato; ho apprezzato anche il connubio basso/batteria, ruvido, diretto, quanto efficace alla funzionalità dei brani, le chitarre emergono solo a tratti, anche se quando vengono alla luce riescono ad imporsi, tra le ricche sfumature di questo disco, dove una parte essenziale e molto presente è recitata dalla tastiera e synth.

Pollice in su per le liriche, interessanti e mai scontate, così come un giudizio positivo merita la scelta dei cantati, equamente divisi tra italiano e inglese, fattore che, nonostante le lingue siano per storia e geografia lontane, risulta dare omogeneità all’interno del brano, senza forzature ed ostentazione. Infine la produzione del disco, davvero più che buona, dei giorni nostri, dove la pulizia in un genere come questo è sinonimo di qualità. Siamo al “The End”, i rossi tendoni del teatro si chiudono, mentre la musica dei Neracruz risuona imponente nel nostro cervello sconvolto. In alto il nostro saluto!

Autore: Neracruz Titolo Album: Neracruz
Anno: 2014 Casa Discografica: Valery Records
Genere musicale: Rock, Gothic Voto: 7,5
Tipo: CD Sito web: http://www.neracruz.com
Membri band:

Raff Cruz – voce

Steve Pons – basso

Stefano Lucchese – batteria

Marco Mazzesi – tastiere

Kevin Fisher – chitarra

Tracklist:

  1. Pure Love
  2. Borderline
  3. The Dream
  4. Nova
  5. Moonwatch
  6. Kill Me Not
  7. Fever
  8. Look Of Your Eyes
  9. The Only One
  10. Blind Game
  11. War Dance
Category : Recensioni
Tags : Gothic
1 Comm
21st Feb2015

Katatonia – Last Fair Deal Gone Down

by Davide Cosentino

Katatonia - Last Fair Deal Gone DownDa molti considerato il vero masterpiece della discografia dei Katatonia, Last Fair Deal Gone Down, quinta fatica per gli ex doom/death masters di Stoccolma (seconda su Peaceville Records) risente ancora in minima parte, (Dispossession, Clean Today, The Future Of Speech, Passing Bird) del songwriting del passato, fino a Tonight’s Decision compreso. Un percorso perfetto, che vedrà l’apice compositivo con il seguente Viva Emptiness, che passa necessariamente da qui; e da qui non si ritornerà più indietro per Jonas Renske e Blackheim (Anders Nystrom), ora accompagnati da Mattias Norrman, fratello di Fred, al basso, e Daniel Liljekvist, al posto di Dan Swano, alle pelli. Chrome fa subito capire la cifra stilistica di questa evoluzione, batteria più secca sul riff portante, a costituire l’incipit della song, e fin qui poco di diverso dal passato. Delay meno abusati e finalmente un basso che dà più corpo per concludere con una produzione decisamente migliore delle parti vocali. Il vero passaggio di consegne è rappresentato da We Must Bury You, strofa acustica con qualche synth d’accompagnamento che apre ad un chorus letale per potenza ed oscurità.

Teargas, primo singolo estratto, ripercorre gli stessi passi proponendo un ritornello molto più melodico ed accattivante, I Transpire mischia ancora un pò le carte andando a pescare ritmiche care all’ambiguo Discouraged Ones, riscoprendole brillantemente nel chorus, Tonight’s Music, rilasciato in veste di singolo/EP qualche mese dopo è una cavalcata con lo schema classico strofa acustica quasi sussurrata e ritornello pestato, in cui si percepisce in modo netto quanto fosse importante inserire un basso di spessore; Sweet Nurse è probabilmente la ciliegina sulla torta di questo CD, con la voce di Renske a costruire sempre di più la linea melodica del brano, in cui si apprezza un utilizzo massiccio di delay e riverberi che saranno una costante nei lavori del decennio successivo. Rimasterizzato nel 2004, sono state aggiunte 3 tracce abbastanza anonime (Sulfur, March 4, Help Me Disappear) per probabili finalità commerciali.

Autore: Katatonia

Titolo Album: Last Fair Deal Gone Down

Anno: 2001 Casa Discografica: Peaceville Records
Genere musicale: Gothic metal Voto: 8
Tipo: CD

Sito web: http://www.katatonia.com

Membri band:

Jonas Renske – voce

Anders Nystrom – chitarre, tastiere, cori

Fredrik Norrman – chitarre

Daniel Liljekvist – batteria

Mattias Norrman – basso

Tracklist:

  1. Dispossession

  2. Chrome

  3. We Must Bury You

  4. Teargas

  5. I Transpire

  6. Tonight’s Music

  7. Clean Today

  8. The Future Of Speech

  9. Passing Bird

  10. Sweet Nurse

  11. Don’t Tell A Soul

  12. Sulfur

  13. March 4

  14. Help Me Disappear

Category : Recensioni
Tags : Gothic
0 Comm
02nd Feb2015

Katatonia – Tonight’s Decision

by Davide Cosentino

Katatonia - Tonight’s DecisionPrimo full-lenght su Peaceville Records per i Katatonia, Tonight’s Decision non convince completamente la critica, convinta che i doom/gothic masters svedesi abbiano voluto riaffidarsi a sonorità più estreme per riprendere i fan persi per strada, dopo aver abbandonato growl e pesanti distorsioni con il precedente Discouraged Ones. Nulla di più falso, e se consideriamo le produzioni successive, risulta evidente che forse è proprio quet’ultimo il vero episodio “incompreso” della discografia dei Katatonia, tentativo di distacco dal death metal “relented” degli albori, malinconico e poco distorto, ma grezzo ed ipnotico ed in ogni caso anch’esso un ottimo full-lenght. E’ altresì un’evoluzione continua quella dei ragazzi di Stoccolma, e Tonight’s Decision rappresenta il trampolino di lancio che vedrà, nei successivi Last Fair Deal Gone Down, Viva EmptinesseThe Great Cold Distance, l’apice stilistico-compositivo della band. Il wall of sound complessivo del disco è palesemente più aggressivo e metal, come giustamente la stessa critica fa notare, ed è stato ottenuto potenziando le chitarre e rendendo il drumming, affidato a Dan Swano, meno trascinato e lontano, oltre che lavorando in modo netto sulla voce.

For My Demons definisce il trademark presente e futuro del sound Katatonia, nel suo lisergico alternarsi tra strofa e chorus, come momenti distanti che si incastrano perfettamente grazie al cantato di Jonas Renske, unico nel suo genere. I Am Nothingprosegue nell’alternanza di distorsioni e suono pulito tra strofa, pre chorus e chorus, e fra melodia ed antimelodia, risultando forse il miglior brano del disco. In Death, A Song risente moltissimo dell’influenza di Dan Swano in studio, nel main riff della strofa e negli stacchi, ricordando Nightingale ed Edge of Sanity. Had To (Leave) ricalca gli slow tempo dei primi lavori ma lascia spazio ad atmosfere molto cupe grazie all’utilizzo di sintetizzatori nello stacco centrale. This Punishment regala una parentesi acustica/vocals, molto suggestiva ed onirica, Right Into The BlisseStrained riportano in auge la caratteristica predominante del gruppo, main riff protagonista su mid tempo e distorsioni a palla, con la linea vocale che cuce la sua trama angosciata e drammatica. No Good Can Come Of Thisnon si distacca un centimetro dallo schema preferito dei Katatonia, con la voce che intreccia il riff portante nel ritornello, come se si stessero inseguendo in un tunnel. A Darkness Coming è un altro ottimo episodio acustico, parecchio Opeth.

Chiudono Nightmares By The Sea, personalissima cover di Jeff Buckley, e Black Session. In conclusione, un disco fondamentale, per nulla interlocutorio, in cui i Katatonia pongono le basi dei successi discografici degli anni a venire, nonostante le future dipartite di Fred Norrman e di altri componenti che si sono succeduti nel corso degli anni.

Autore: Katatonia Titolo Album: Tonight’s Decision
Anno: 1999 Casa Discografica: Peaceville Records
Genere musicale: Gothic Metal Voto: 8
Tipo: CD Sito web: http://www.katatonia.com
Membri band:

Jonas Renske – voce

Anders Nystrom – chitarra, tastiere, voce

Fred Norrman – chitarra, basso

Dan Swano – batteria

Tracklist:

  1. For My Demons

  2. I Am Nothing

  3. In Death, A Song

  4. Had To (Leave)

  5. This Punishment

  6. Right Into The Bliss

  7. No Good Can Come Of This

  8. Strained

  9. A Darkness Coming

  10. Nightamres By The Sea

  11. Black Session

Category : Recensioni
Tags : Gothic
0 Comm
16th Dic2014

Blackdahlia – Fragments

by Marcello Zinno

Blackdahlia - FragmentsAmy Lee con i suoi Evanescence aveva dato uno scossone al dark metal internazionale. Il loro merito era quello di convertire la scena gothic metal e symphonic metal ad un pubblico più vasto aprendo le porte delle grandi classifiche senza svendersi del tutto. Se consideriamo le grandi band con voce femminile del genere (Nightwish, Epica, Within Temptation, After Forever…) hanno tutte come grande nemico (discografico) quello di non riuscire ad approdare al pubblico dei grandi numeri. Nonostante gli enormi successi, nessuno riesce a conquistare una radio commerciale né un’emittente come Mtv, seppur nell’ultimo decennio sia fin troppo affine ai successi da Top 10. Invece gli Evanescence (e solo in seguito i Lacuna Coil) sono riusciti a rendere appetibile questo suono e diffonderlo con risultati ciclopici.

Parliamo di loro perché gli emergenti Blackdahlia, scritturati dall’Areasonica Records, con il loro album Fragments si avvicinano molto alla proposta musicale di Amy Lee e soci. Voce femminile in assoluta prima linea accompagnata da un piano che regala quella veste di epicità e di oscurità tanto cara a questo sound; anche qui Samuela, come Amy, è l’autrice delle linee vocali e di piano, fatto questo che prova la comunanza ideativa dei due strumenti, pensati per fondersi all’unisono. Ma si tratta pur sempre di rock duro, infatti le due chitarre si appropriano del proprio ruolo e giocano in attacco grazie ad una scelta produttiva che non le fa passare inosservate. Il loro sound è volutamente poco pulito, in modo che possa piacere anche a chi è più avvezzo al metal, e questa è una scelta che può affascinare o far discutere alla luce della eccellente pulizia di voce e piano.

Fragments non è però un album di brani sempliciotti ma cela capacità ideative che si colgono in vari frangenti: ad esempio Wounds (e in parte Fly) è sì caratterizzata da un ritornello popolare seppur duro alla sei corde, ma non nasconde arrangiamenti e sprazzi di iniziative fuori dal concetto di rock anthem che ne rendono più particolare l’ascolto. Nel brano Lost In The Daylight si toccano con mano le similitudini rispetto agli Evanescence e la capacità di abbracciare gusti più da pubblico americano: una sorta di rock ballad che entra nella mente e si confà a situazioni di tristezza come di romanticità senza alcun problema di sorta.

Un lavoro che più che la pura personalità mette in luce delle doti di alto livello e lo fa con una semplicità (almeno percepita) che pochi sono in grado di tradurre in un album.

Autore: Blackdahlia Titolo Album: Fragments
Anno: 2014 Casa Discografica: Areasonica Records
Genere musicale: Gothic Voto: 7
Tipo: CD Sito web: http://www.blackdahliaofficial.com
Membri band:

Samuela Fuiani – voce, piano

Ruggero Doronzo – chitarra

Gianlica Raio – chitarra

Antonio Petito – basso

Ludovico Massariello – batteria

Tracklist:

  1. Falling Down

  2. No Regrets

  3. Eclipse

  4. Wounds

  5. Alice

  6. Lost In The Daylight

  7. Fly

  8. Goodnight

  9. Falling Down (radio edit)

Category : Recensioni
Tags : Gothic
0 Comm
04th Dic2014

Aevum – Impressions – Il Palcoscenico Della Mente

by Cristian Danzo

Aevum - Impressions il palcosenico della menteNon è facile portare avanti o affrontare un progetto musicale come quello di cui ci accingiamo a parlare. Perché una band di sette elementi che debutta con un album molto particolare, un’opera metal dietro la quale alberga il concetto di teatralità (nel senso di teatro, non di glam rock) al giorno d’oggi può solo avere molto coraggio. Poi se in più l’album è di pregio e ben realizzato, ancora meglio. Ed ecco quindi che Impressions – Il Palcoscenico Della Mente dei torinesi Aevum va avvicinato con molta cautela. Perché di sicuro non è un prodotto alla portata di tutte le orecchie. Non si tratta di proporsi con spocchia ma con una release molto particolare che, quindi, non è di facile fruibilità. La musica proposta dai Nostri è qualcosa che mescola molti generi. La definizione di gothic metal è molto riduttiva anche se poi, per comodità di categorizzazione, l’album può essere così definito. Anche se dentro c’è di tutto e di più. Molto power, molto death, molti passaggi sinfonici e canzoni che ricordano da vicino i Nightwish del periodo Whishmaster. Il condimento poi viene completato da alcune contaminazioni elettroniche e blues. Se gli Aevum vogliono dare vita ad una rappresentazione e ad una storia teatrale decadente, pomposa e barocca, la conclusione è che ci siano riusciti molto bene.

La voce di Evelyn Moon, lirica e pulita e con qualche scream, bene si integra alle risposte maschili nella band Hydra e Richard. Il tutto sostenuto da orchestrazioni e arrangiamenti che si sposano alla perfezione con il continuo contrappunto di voce maschile e femminile ed i cambiamenti che anche la musica si porta dietro. Un continuo intrecciarsi di soluzioni mutevoli. Come dicono nella loro biografia la musica proposta “è un continuo tendere verso l’unione tra l’umano e il divino, fra gli opposti, l’essere maschile e quello femminile”. Di solito trattasi di altisonanti definizioni di presentazione. In questo caso no. E’ proprio la sensazione che Impressions – Il Palcoscenico Della Mente ci ha suscitato durante il suo ascolto.

Autore: Aevum Titolo Album: Impressions – Il Palcoscenico Della Mente
Anno: 2014 Casa Discografica: Fuel Records
Genere musicale: Gothic Metal Voto: 7
Tipo: CD Sito web: http://www.aevumband.com
Membri band:

Evelyn Moon – voce femminile

Hydra – voce maschile

Lord Of Destruction – chitarra

Violet – basso

Matt – batteria

Ian – tastiere

Richard – piano, voce

Tracklist:

  1. Il Palcoscenico Della Mente

  2. Blade’s Kiss

  3. Intermezzo

  4. The Battle

  5. Il Lamento Della Ninfa

  6. Impressioni

  7. Lost Soul

  8. To Be Or…To Be

  9. Aevum

  10. Monsters

  11. Adieu à La Scène

Category : Recensioni
Tags : Gothic
0 Comm
24th Nov2014

Rainover – Transcending The Blues And Drifting Into Rebirth

by Marcello Zinno

Rainover - Transcending The Blues And Drifting Into RebirthI Rainover sono una band “mediterranea”, con origini spagnole ma che hanno scelto l’Italia per registrare il loro album Transcending The Blues And Drifting Into Rebirth. Eppure la loro anima si muove su sonorità gotiche che, solo sulla carta, si rifanno ad una scena molto attiva nel nord Europa. Perché solo sulla carta? Perché l’heavy metal e la voce femminile non vanno sempre accostate a band come Nightwish, Epica, Within Temptation, After Forever, eccetera; i Rainover infatti sembrano molto più vicini allo stile di Evanescence e Lacuna Coil. le tastiere infatti non sono troppo presenti e la vena gothic metal è molto sobria, piuttosto è l’heavy, che resta comunque molto spesso vestito di rock, a presentarsi in primo piano insieme alla voce di Andrea (una donna) che comunque risulta d’impatto. Un’altra loro caratteristica sono i tempi: il loro sound è sì duro ma soprattutto romantico, non si opta quasi mai per tempi veloci, mettendo quindi da parte l’aggressività e lasciando invece che sia l’ambientazione dark (seppur elettrica) a rendere originale la loro proposta musicale. Cycles è un ottimo esempio del loro buon potenziale: due voci, una maschile e una femminile, si dividono le parti vocali così come la chitarra che si presenta prima in forma elettrica (con refrain molto semplicistici) e poi in veste acustica; struttura da singolo e assolo e ritornello orecchiabili, qualche arrangiamento e un suono pulito fanno il resto. Una ottima hit da dare in pasto alle radio! In alcune tracce si inseriscono un po’ di effetti che a nostro parere potrebbero farli apprezzare a chi usa consumare new wave e musica dark in generale (o anche elettronica), per il resto non vi sono novità di spicco lungo i vari brani.

Rain Over My Tears ad esempio è un altro buon pezzo che segue gli stessi binari di Cycles: il lato compositivo del quintetto non si perde in soluzioni sofisticate né sperimentazioni, il loro intento è quello di mettere sul campo da gioco un rock/heavy semplice, a tratti morbido a tratti deciso, molto democratico (nel senso che accontenta un po’ tutti) e che si fa ascoltare. Non è un caso che noi troviamo molte somiglianze stilistiche proprio con gli Evanescence (ascoltare l’inizio di Hopeless per credere) con cui condividono sicuramente lo stesso ascoltatore medio e lo stesso amore per il dark. Quindi se vi piacciono queste sonorità i Rainover meritano un ascolto, o anche se si vuole trovare una band da cui partire per entrare nel misterioso (e per noi amatissimo) mondo del metal.

Autore: Rainover Titolo Album: Transcending The Blues And Drifting Into Rebirth
Anno: 2014 Casa Discografica: Wormholedeath Records
Genere musicale: Gothic, Heavy Metal, Dark Voto: 6
Tipo: CD Sito web: http://www.rainoverwebshop.bigcartel.com
Membri band:

Andrea Casanova – voce

Antonio Perea – basso, voce

Arturo Hernàndez – tastiere

Quini Pelegrìn – batteria

Anthon Lo – chitarra

Tracklist:

  1. Rebirth

  2. Despair

  3. Cycles

  4. Rain Over My Tears

  5. H2SO4

  6. Oh, My Cross!!

  7. An Ocean Between Us

  8. Dust And Dawn

  9. Hopeless

  10. In Free Fall

  11. Remembrances

Category : Recensioni
Tags : Gothic
0 Comm
07th Ott2014

Levania – Renascentis

by Marcello Zinno

Levania - RenascentisCon una scenica ed esterofila presentazione, i Levania presentano il loro nuovo album dal titolo Renascentis. I ferraresi settano subito le aspettative abbastanza in alto dichiarando da un lato di afferire alla scena gothic metal ma d’altro canto di non essere la classica band con melodie a profusione e voce femminile pulita. Sulla prima in realtà siamo d’accordo perché l’approccio del quintetto resta ancorato al metal e oltre l’ovvio panorama gothic compaiono molte influenze epiche che spingono la tastiera in alcuni momenti a spostarsi in primo piano, ma in realtà ascoltando bene questo Renascentis non possiamo dirci davvero colpiti. Infatti pur essendoci un doppio gioco di ruoli vocali (Still per le linee maschili e Ligeia per quelle femminili, direttamente influenzata da quelle delle sue colleghe), la proposta è in linea con quelle di band molto note della scena. Spicca la componente musicale con una sezione ritmica ben presente e una chitarra che riesce a costruirsi un suo ruolo, forse talvolta anche più presente rispetto agli altri strumenti; il gioco infatti è retto da una parte dal sound grezzo della sei corde e del growl maschile, dall’altra dalla melodia pulita della tastiera e la voce in simil-lirica di Ligeia: questo scontro crea la vera personalità della band che però a nostro parere non contribuisce a condurre più in avanti la scena gothic metal.

Oltre ai riferimenti a band ingombranti che hanno contribuito a creare il genere, quello scelto dai Levania è un percorso stilistico già imboccato da molte band emergenti come (con i dovuti piccoli distinguo) gli Eternal Silence, i Ravenouse e gli Holy Shire, quindi il loro volersi differenziare lo troviamo assolutamente un’ottima idea ma quasi per niente concretizzata nella loro proposta musicale. Difficile segnalare in particolare una traccia visto che lo stile si ripresenta coerente in tutta la dozzina di brani inclusi in questo lavoro, ad eccezione dell’intro Prooemium dal sapore quasi sinfonico che apre il sipario e di Drakarys. Se infatti la sete di gothic metal è dura a svanire, sopratutto nei Paesi del nord Europa (sarà un caso che la band parla e scrive sul web solo in inglese?!), è pur vero che c’è bisogno di qualcosa di nuovo e noi speriamo che sia una band italiana a condurre la bandiera del gothic dove nessuno l’ha mai portata.

Autore: Levania Titolo Album: Renascentis
Anno: 2013 Casa Discografica: Worm Hole Death Records
Genere musicale: Gothic Metal Voto: 5
Tipo: CD Sito web: http://www.levania.net
Membri band:

Ligeia – voce

Still – tastiere, voce

Richie – chitarra

Fade – basso

Moon – batteria

Tracklist:

  1. Prooemium

  2. Arcadia

  3. Needles

  4. Spiral

  5. Seven Times To Forget

  6. My Writings Of Hope

  7. An Icy Embrace

  8. Metamorphosis

  9. Drakarys

  10. Onirica

  11. Lucretia

  12. Four Seasons

Category : Recensioni
Tags : Gothic
0 Comm
20th Ago2014

Eternal Silence – Raw Poetry

by Marcello Zinno

Eternal Silence - Raw PowerGli Eternal Silence sono una band tutta italiana dedita alle sonorità sinfoniche tipiche delle band del nord Europa di cui abbiamo più volte parlato. Sono varie le formazioni nel nostro Paese che seguono questi passi, da quando i Nigthwish avevano lanciato il genere verso il grande successo, ma per una band emergente è davvero molto difficile differenziarsi per vari motivi: innanzitutto si tratta di un genere in cui è già stato detto molto e di solito i nuovi musicisti non amano sperimentare ma seguire pedissequamente i predecessori, inoltre con i pochi mezzi (anche economici) a disposizione delle nuove formazioni è quasi impossibile realizzare un suono perfetto che colpisca l’ascoltatore attento (e magari chi non è proprio abituato a queste sonorità). Infatti il titolo di questo album, Raw Poetry, trova la sua massima declinazione proprio negli aspetti della produzione, curata sì ma che potrebbe risultare più potente e con delle chitarre più corpose che avrebbero accresciuto la personalità metal della band. Si tratta comunque di una considerazione a latere visto che curare i suoni di un gruppo che propone symphonic metal è appunto impegno molto arduo. Questo il biglietto da visita per gli Eternal Silence, band che con Raw Poetry confeziona il primo capitolo discografico e che sfiora l’ora di ascolto.

Va detto che a livello compositivo si percepisce un buon mix tra i vari strumenti, passaggi differenti che mettono in luce le capacità di tutti i musicisti, compresa la cantante Marika Vanni, sicuramente a suo agio con il genere. Purtroppo però non si ottiene nulla di particolare, qualcosa di cui valga davvero la pena parlare. Difficile che Raw Poetry avvicini persone non vicine alle sonorità sinfoniche ed altrettanto difficile che stupisca grandi conoscitori del genere; non siamo però d’altra parte nemmeno fuori traccia visto che questo può rappresentare un buon primo passo verso un secondo lavoro più complesso e ricercato.

Autore: Eternal Silence Titolo Album: Raw Poetry
Anno: 2013 Casa Discografica: Underground Symphony Records
Genere musicale: Symphonic Gothic Metal Voto: 6
Tipo: CD Sito web: https//myspace.com/eternalsilenceband
Membri band:

Marika Vanni – voce

Alberto Cassina – chitarra, voce

Davide Rigamonti – chitarra

Alessio Sessa – basso

Davide Massironi – batteria

Tracklist:

  1. Musa

  2. The Day Of Regret

  3. Braving My Destiny

  4. Incubus

  5. Forlorn Farewell

  6. Run Is Search Of Flame

  7. Lord Of The Darkest Night

  8. Beneath This Storm

  9. Braided Fates

  10. December Demise

  11. Death And The Maiden

  12. Vigdis (bonus track)

Category : Recensioni
Tags : Gothic
0 Comm
Pagine:«12345»
« Pagina precedente — Pagina successiva »
  • Cerca in RockGarage

  • Rockgarage Card

  • Calendario Eventi
  • Le novità

    • Novaffair – Aut Aut
    • Depulsor – Walking Amongst The Undead
    • Giuseppe Calini – Polvere, Strada E Rock’n’roll
    • Bull Brigade – Il Fuoco Non Si È Spento
    • Mandragora Scream – Nothing But The Best
  • I Classici

    • Royal Hunt – Moving Target
    • Angra – Omni
    • Black Sabbath – 13
    • Saxon – Inspirations
    • Whitesnake – Forevermore
  • Login

    • Accedi
  • Argomenti

    Album del passato Alternative Metal Alternative Rock Avant-garde Black metal Cantautorale Crossover Death metal Doom Electro Rock Folk Garage Glam Gothic Grunge Hardcore Hard N' Heavy Hard Rock Heavy Metal Indie Rock Industrial KISS Libri Metalcore Motorpsycho Motörhead New Wave Nu metal Nuove uscite Podcast Post-metal Post-punk Post-rock Power metal Progressive Psichedelia Punk Punk Rock Radio Rock Rock'N'Roll Rock Blues Stoner Thrash metal Uriah Heep
Theme by Towfiq I.
Login

Lost your password?

Reset Password

Log in