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08th Dic2020

Redswine – Clodhopper Rock n’roll

by Marcello Zinno
Il buono e “sano” (le virgolette sono d’obbligo) hard’n’heavy regala sempre forti emozioni ad ascoltarlo, soprattutto quando è ben concepito e ben suonato. Così con gli italianissimi Redswine che nel loro sound non hanno nulla di tricolore, anzi si rifanno proprio agli stilemi del passato del genere, partendo da Led Zeppelin e continuando per tutti quelli che hanno percorso quei binari. Le somiglianze ci sono con tante formazioni, ma in realtà non è per mancanza di idee, è proprio l’intenzione della band di omaggiare quel sound: lo si percepisce nel loro EP Clodhopper Rock n’roll che i ragazzi suonano in maniera decisa, con attitudine e che vogliono riproporre proprio quel sound. The Last Tale Of A Lover Boy ricorda alcune costruzioni di scuola Deep Purple, bella anche My Baby che sa essere anche heavy metal, o ancora la zeppeliana No Waltz For The Boss…un EP che di certo non lesina in fatto di note e di rock.

Musicalmente niente da dire, la tecnica c’è e la sfoggiano bene (assoli compresi); unica nota a nostro parere migliorabile è la resa della parte vocale, infatti anche la produzione la colloca in un piano di secondo ordine, per offrire una sensazione quasi live dell’album, mentre a nostro parere andava collocata più in evidenza. Ma l’album non perde comunque un’oncia di carica energetica. Un EP interessante e davvero consigliato per gli amanti dell’hard’n’heavy.

Autore: Redswine Titolo Album: Clodhopper Rock n’roll
Anno: 2020 Casa Discografica: Vrec Music Label
Genere musicale: Hard’N’Heavy Voto: s.v.
Tipo: EP Sito web: https://www.facebook.com/redswinevr/
Membri band:
Mattia Mazzucato – voce
Cristian Fascina – chitarra
Francesco Porcelluzzi – chitarra
Luca Avanzi – basso
Federico Caputo – batteria, voce
Tracklist:
1. Guilty
2. The Last Tale Of A Lover Boy
3. November 1995
4. My Baby
5. No Waltz For The Boss
6. Last Night
Category : Recensioni
Tags : Hard N' Heavy
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08th Set2020

Indie Place – Persistent Visions

by Marcello Zinno
Indie Place, un nuovo progetto che con la scena indie ha davvero poco a che fare. Un salto indietro di 40 anni possiamo fare con il loro nuovo EP Persistent Visions, un album che ha delle radici forti e facilmente riconoscibili: siamo nella scena hard’n’heavy anni 80, con voci pulite, chitarre ben in evidenza e debitamente graffianti, assoli incredibili, sezione ritmica compatta (anche se per lo più di accompagnamento) e suoni distinguibili al primo ascolto. Per alcuni versi si potrebbe definire una scelta semplice quella di riproporre un genere già di successo, seppur diverse decadi fa, a nostro parere è una scelta coraggiosa perché il paragone con i grandi nomi parte spontaneo ed è davvero difficile emergere. Gli Indie Place piazzano comunque un buon EP, con dei suoni belli e cattivi allo stesso tempo, una produzione all’altezza dell’EP anche se chiaramente non come quella di prodotti internazionali; i brani sprigionano tutta quella carica hard’n’heavy che un ascoltatore si aspetta di trovare, ad eccezione di Where The Light Go Down che risulta essere un intermezzo (tra l’altro in un EP è un po’ strano trovare un intermezzo). Ma manca qualcosa secondo noi. Manca la personalità, il volersi lanciare in qualcosa di personale e di originale: In Your Dark Place vi farà sicuramente muovere il collo, ma sembra un copy&paste di brani già sentiti, mentre avremo preferito qualcosa di più identitario. Anche Master Of Ghosts è un buon pezzo ma invece di calcare il piede sulla parte metal, sembra virare nelle strofe verso l’AOR. Compare anche una cover dei Saxon, Out Of Control, potente quanto fedele.

Insomma Persistent Visions è un nuovo EP di heavy metal ottantiano che noi ascoltiamo anche con piacere ma ci chiediamo chi possa essere interessato ad ascoltare un EP di una nuova band che propone un sound stra-noto invece di ascoltare un grande album del passato, soprattutto quando non vi sono grossi elementi di differenziazione. Ma siamo solo al primo EP e siamo certi che gli Indie Place si evolveranno in qualcosa di buon spessore, dato l’ottimo livello tecnico che c’è dietro questa uscita.

Autore: Indie Place Titolo Album: Persistent Visions
Anno: 2020 Casa Discografica: Tanzan Music
Genere musicale: Heavy Metal, Hard’n’Heavy Voto: s.v.
Tipo: EP Sito web: n.d.
Membri band:
Gianfranco Previ – chitarra
Aiden – voce
Eric Castiglia – piano, hammond
Marco Cossu – tastiere
Tracklist:
1. Walk In My Shadow
2. Out Of Control
3. Master Of Ghosts
4. Where The Light Go Down
5. In Your Dark Place
Category : Recensioni
Tags : Hard N' Heavy
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24th Feb2020

Blowtorch – Hangoverdose

by Marcello Zinno
Attivi dal 2014 i Blowtorch arrivano agli anni ’20 con un nuovo album e una line-up molto diversa dai loro esordi. Finlandesi di origine, propongono un genere tutt’altro che estremo: vengono presentati come una hard rock band anche se noi preferiamo inserisci nell’hard’n’heavy (in diversi brani addirittura nell’heavy metal) perché il loro stile è molto graffiante, le chitarre grattano e sono lontani anni luce dalle asce luccicanti che molte band hard del passato hanno affilato a dovere. Ascoltare infatti brani come Asses On Shoulders o Leathers fa pensare subito all’heavy metal vero e proprio, soprattutto quest’ultima traccia che è di stampo Judas Priest nella prima parte, per poi cambiare rotta ma mantenere comunque lo stesso livello di energia profusa. Altra caratteristica della band è la voce di Niko Laaksonen, anch’essa molto graffiante e che per questo si fonde bene con il suono delle sei corde, trasmettendo il “gusto alcolico” del progetto nel suo complesso. Quando però Niko tenta di rendere più pulite le proprie corde vocali il rendimento è altalenante: interessanti alcuni passaggi dell’opener, in cui mostra anche una certa tenuta di note, mentre più discutibile la quasi ballad Starmachine che in verità sembra un brano delle Hole mal riuscito con una resa vocale assolutamente da rivedere. Sicuramente migliore l’interpretazione in Unborn Son Of Armageddon.

Barbados è un brano un po’ troppo tenero nel suo incedere, noi preferiamo i passaggi più veloci e dalla ritmica incalzante dove la band dà il meglio: parliamo ad esempio di Weekend Warriors con un riffing deciso e variegato, o Voidbearer. Va detto che l’aspetto compositivo è variegato e tendenzilamente i brani non si reggono mai sempre sul medesimo riff. Nel complesso possiamo definire i Blowtorch i nuovi W.A.S.P. ma per essere all’altezza del progetto di Black Lawless c’è ancora della strada da percorrere e non solo in fatto di pubblico.

Autore: Blowtorch Titolo Album: Hangoverdose
Anno: 2020 Casa Discografica: Inverse Records
Genere musicale: Hard’N’Heavy, Hard Rock Voto: 6
Tipo: CD Sito web: www.blowtorchband.com
Membri band:
Niko Laaksonen – voce, chitarra
Eetu Kauhanen – chitarra
Tero Korkeakoski – basso, voce
Juha-Tapio Anttonen – batteria
Tracklist:
1. Natural Porn Killers
2. Celebrate My Suicide
3. Asses On Shoulders
4. Starmachine
5. Leathers
6. Barbados
7. Weekend Warriors
8. Euphoria
9. Second
10. Voidbearer
11. Unborn Son Of Armageddon
Category : Recensioni
Tags : Hard N' Heavy
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21st Gen2020

Perfect View – Timeless

by Marcello Zinno
Tornano i Perfect View, band che noi avevamo osannato nel loro disco d’esordio Hold Your Dreams di cui avevamo parlato a questa pagina ma che vede nella propria discografia anche il lavoro dal titolo Red Moon Rising del 2014. Sul finire del 2018 tornano sul mercato discografico (stavolta grazie ad un nuovo accordo con la Lions Pride Music) con Timeless un album che per certi versi conferma quanto di buono il quintetto ha fatto in passato e quanto di nuovo c’è sotto la loro cute. L’ambito è sempre un AOR/Hard Rock di ottantiana memoria costruito e suonato con grandissima classe, cura e una produzione assolutamente di primo livello. Questo dovrebbe bastare agli appassionati del genere per ascoltare (anzi consumare!) questo lavoro che sicuramente si piazza sui gradini più alti delle uscite di pari genere. C’è da segnalare che la band è cambiata in diversi componenti rispetto ai primi anni di attività della band: singer, tastiere e batteria sono di più recente inserimento e ciò ha comportato un cambiamento anche nel sound della band. Se infatti le linee vocali seguono gli stilemi tipici dell’AOR, dell’Hard Rock (comunque impressionanti, provate ad ascoltare la titletrack) e anche quelle che la band ha voluto impostare fin dai tempi di Hold Your Dreams, va detto che la proposta della band è molto meno tastiera-centrica, poggiandosi invece molto di più sulla chitarra, sul riffing, strizzando l’occhio più a formazioni tipo Tygers Of Pan Tang, giungendo in diversi minuti a sfondare il muro dell’hard’n’heavy e affascinando chi si attende dei suoni più granitici.

Certo, anche negli album passati c’erano momenti hard rock più decisi (ricordiamo ancora Run pulsare nelle nostre orecchie) ma qui i brani dall’incedere deciso, dalla ritmica veloce e dalla sei corde metal sono davvero più numerosi: Don’t Look Back, No Regrets (dall’intermezzo quasi prog), Fallin’ e Can’t Stop The Fire (che ci starebbero benissimo in un album dei Whitesnake) o anche Shades Of Us. La ballad prende il nome di Your Love Is Gone e pur essendo un brano affascinante ricalca un po’ troppo i copioni delle ballad che furono e poco aggiunge al contesto di appartenenza. Timeless potrebbe essere considerato un “album senza tempo”, in realtà secondo noi il fattore tempo è chiarissimo ed corrisponde al decennio ottantiano; ma al di là delle sue radici va detto che il cambiamento di rotta della band è apprezzatissimo e regala attimi di vera adrenalina. Non capiamo davvero come l’italianissima Frontier Records si sia fatta sfuggire questa formazione tutta italiana e dal gran valore, lasciando ad una label straniera riporre in loro fiducia. Poi noi italiani siamo bravissimi a lamentarci di fuga dei cervelli, ma se non siamo i primi a valorizzare le nostre ricchezze…

Autore: Perfect View Titolo Album: Timeless
Anno: 2018 Casa Discografica: Lions Pride Music
Genere musicale: Hard’N’Heavy, AOR, Hard Rock Voto: 8
Tipo: CD Sito web: https://www.facebook.com/perfectviewtheband/
Membri band:
Francesco Joe Cataldo – chitarra, voce
Frank Paulis – basso, voce
Marco Babba Ciancio – voce
Davide “Dave” Lugli – batteria
Alberto Bettini – tastiere
Tracklist:
1. Stop Me, Kill Me, Leave Me
2. Can’t Stop The Fire
3. Shades Of Us
4. Your Love Is Gone
5. Don’t Look Back
6. No Regrets
7. Fallin’
8. Promises
9. Outlaw
10. Lorelai
11. Timeless
12. Let If Go
Category : Recensioni
Tags : Hard N' Heavy
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22nd Dic2019

BS Bone – Inside Insanity

by Marcello Zinno
Attitudine. Questo è il termine che al meglio descrive questo caldissimo EP del nuovo progetto BS Bone, una band di hard’n’roll che sfacciatamente si rifà agli stilemi hard’n’heavy per inserirci una carica adrenalinica incredibile, sicuramente decisiva per le loro esibizioni live. L’opener ci ha rimandato subito alla potenza degli Skid Row degli esordi, un po’ per quel retrogusto glam (stile e interpretazione vocale) un po’ per quell’abilità di inserire un metal sporco e ruvido all’interno di una cornice musicale tutto lacca e luccichio. Ma se pensate di trovarvi a confronto con una band hair metal cambiate subito idea: nella seconda 99 Lions In A Cage affiorano le influenze maidiane nel passaggio strumentale ma anche un buon gusto nell’aggiunta dei cori che dimostra un’attenzione in fase di songwriting. Il rock’n’roll arriva dritto con la terza Dysfunctional Souls, il brano più veloce del lotto (non a caso quello con una durata totale minore) e che sa di whiskey fin dai primi secondi, lasciando poi alla strofa il momento irruento per il drummer Leo; bello anche l’assolo di basso e quello di chitarra subito dopo. Nella conclusiva Rant l’effetto wah wah prende il sopravvento, la sezione ritmica diventa più scandita e il sapore hard’n’roll prende il sopravvento. Un vero party al sapore di alcol.

Una prova che ha sostanza, heavy rock fino all’ultima nota. Purtroppo, è questa è la naturale nota dolente dell’EP, si tratta di un EP nel pieno stile do it yourself, quindi con una produzione basica che non dà il giusto valore agli strumenti. Il loro stile merita sicuramente un sound molto più curato e questo non fa che crescere le attese circa un loro prossimo album completo (e meglio prodotto).

Autore: BS Bone Titolo Album: Inside Insanity
Anno: 2019 Casa Discografica: Autoproduzione
Genere musicale: Hard’N’Heavy, Rock’N’Roll Voto: s.v.
Tipo: EP Sito web: https://www.facebook.com/bsboneband
Membri band:
Vyper – voce, basso
Steve Grind – chitarra
Leo – batteria, voce
Tracklist:
1. I Don’t Give A Fuck
2. 99 Lions In A Cage
3. Dysfunctional Souls
4. Rant
Category : Recensioni
Tags : Hard N' Heavy
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16th Ago2019

The Strikes – The Capital

by Marcello Zinno
Arrivano dal profondo sud Italia e propongono un sound incendiario, dedito all’hard’n’heavy. I The Strikes (nome non originalissimo a dire il vero) hanno nelle loro chitarre le radici dell’heavy metal, quello classico, ma nell’incedere ritmico e nel mood musicale ci sono pattern hard rock, anzi in alcuni momenti oseremo dire quasi glam. L’opener suggerisce un sapore vagamente Motley Crue, subito dopo War Criminal ce lo conferma, seppur qui viene a galla un glam più hard, in stile Kiss tanto per intenderci, e meno afferente all’ambiente del metal. Il brano funziona bene per le sue diverse partiture, studiato e melodico, un mix che permette di conquistare fin dal primo ascolto. È Iron Shield che ci lancia nel pieno della NWOBHM con dei riff veloci e graffianti: niente di nuovo rispetto a quanto sentito ai tempi (sul finale cita gli immancabili Iron Maiden), ma la maggiore velocità del riffing, le linee di basso e i cambi di stile ci piacciono e regalano adrenalina a non finire. Nebula è il momento più pacato del lotto, un esperimento ai confini con il rock psichedelico che fa tirare il fiato fino alla sua seconda parte quando di nuovo il classic heavy metal si fa sentire.

La “Vergine di Ferro” e le sue influenze riaffiorano nella prima parte di Run Over Time, una traccia che mantiene ritmi controllati nelle strofe e li alterna ad accelerazioni che dal vivo sicuramente accenderanno la miccia al di là del palco. Nel complesso si tratta di un buon EP che guarda indubbiamente al passato ma che dimostra quanto i ragazzi si siano messi in gioco. La produzione non è eccezionale, molto vintage quasi settantiana in alcune scelte, potremo definirlo un EP acerbo in quanto a suoni ma pronto per il songwriting (all’interno di una traccia si celano numerose partiture). Dati i presupporti crediamo che in futuro questa band possa regalarci sicuramente momenti davvero interessanti.

Autore: The Strikes Titolo Album: The Capital
Anno: 2019 Casa Discografica: Autoproduzione
Genere musicale: Hard’N’Heavy Voto: s.v.
Tipo: EP Sito web: https://www.facebook.com/thestrikesrock/
Membri band:
Giovanni Andrea Dieni – voce, chitarra
Nicola Casazzone – chitarra
Chiara Cerri – basso, voce
Francesco Tocci – batteria
Tracklist:
1. The Capital
2. War Criminal
3. Iron Shield
4. Nebula
5. Run Over Time
6. Out Of Here
Category : Recensioni
Tags : Hard N' Heavy
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11th Mar2019

Ex – I Nostri Fantasmi

by Marcello Zinno
Tornano gli Ex, dopo quel Cemento Armato del 2015 che calava nella lava l’hard’n’heavy della band, d’altra parte gli Ex non sono per nulla un nome nuovo a chi ascolta heavy rock da decenni, essendo una formazione storica del genere. E con questo nuovo I Nostri Fantasmi i “ragazzi” sembrano pigiare di più sull’acceleratore, infatti mentre il precedente lavoro era caratterizzato da matrici ritmiche più cadenzate, qui riffing e batteria sembrano essere stati registrati a bordo di un’auto sei cilindri pronta a puntare al primo dosso per spiccare il volo. Heavy rock al limite con l’hard’n’heavy, stile e sound che si lasciano ascoltare più che volentieri, non solo per la loro trasversalità rispetto ad un pubblico che ascolta i generi più disparati ma anche per la loro raffinata cura tecnica: in diversi passaggi infatti le linee di basso così come gli intermezzi strumentali fanno capire che gli Ex non sono intenzionati a scrivere “canzonette metal”, nonostante chorus e strofe orecchiabili siano presenti a iosa in questo album. Luoghi comuni per il metal ne abbiamo?! Sì e titoli come La Mia Donna Odia Il Rocchenròll, La Sconfitta Del 2000 o California (anche se quest’ultima ha dei testi tutt’altro che scontati) lo sono senza dubbi, eppure gli Ex riescono a far piacere queste tematiche grazie ad una ricetta trasversale e ben suonata. I cori di Ora,

L’intermezzo strumentale di No Panic sembra voler omaggiare i Rolling Stones di Jumpin’ Jack Flash ma questo non ci stupisce perché gli Ex hanno da sempre assorbito influenze rock blues nel proprio stile (più evidenti in Cemento Armato che in I Nostri Fantasmi a dire il vero); se avete sete di heavy rock allora (Ogni Giorno È) Un Nuovo Giorno è il brano che vi suggeriamo, un brano che ci ricorda gli Amore, scevri però della loro attitudine ironica in stile Steel Panther. La produzione è di ottimo livello, linee di basso davvero sugli scudi, la timbrica di Roberto Mancini è adeguata ad una struttura sonora che talvolta sconfina nel metal ma che vuole piacere ad un pubblico variegato pur non svendendo l’anima al pop. Quindi che ascoltiate i Whitesnake o che siate fautori del metal estremo, la semplicità di questo album ma anche la sua esecuzione senza sbavature possono davvero stupirvi.

Autore: Ex Titolo Album: I Nostri Fantasmi
Anno: 2019 Casa Discografica: Andromeda Relix, Defox Records
Genere musicale: Hard’N’Heavy, Heavy Rock Voto: 7,25
Tipo: CD Sito web: https://www.facebook.com/expastarock
Membri band:
Roberto Mancini – voce
Stefano Pisani – chitarra
Gabriele “Ago” Agostinelli – basso, voce
Yari Borin – batteria, voce
Tracklist:
1. Vieni A Vedere
2. La Mia Donna Odia Il Rocchenròll
3. No Panic
4. L’ambiguità
5. Ora
6. La Sconfitta Del 2000
7. (Ogni Giorno È) Un Nuovo Giorno
8. Idee Uniche
9. California
10. Santi E Delinquenti
11. Cicatrice
Category : Recensioni
Tags : Hard N' Heavy
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26th Gen2019

Fist Of Rage – Black Water

by Marcello Zinno
I Fist Of Rage sono una carta conosciuta in casa Andromeda Relix, label che aveva già firmato il loro disco d’esordio praticamente otto anni fa. Ora tornano con un secondo lavoro, Black Water, sempre all’insegna dell’hard rock ma con una potenza particolare che i FOR iniettano tramite il loro stile. Difficile infatti capire se si predilige l’heavy metal classico e potente o l’impostazione hard rock: ad ascoltare l’opener infatti sembra che le movenze hard abbiano la meglio, addirittura influenzate da certe melodie AOR a parer nostro, mentre già con la successiva New Beginning il gioco si fa più pesante e, al netto dei chorus, il brano assume muscoli heavy ed un appiglio più groovy. La title track è sicuramente un pezzo vincente, da playlist, un brano che fonde arrangiamenti moderni (tastiere nel bridge) ad un riffing compatto e dirty come hard’n’heavy insegna; belle le melodie di questa traccia che entrano nella testa senza bussare alla porta, pur mantenendo un forte animo rock/metal lungo i quattro minuti d’ascolto; infine pregevole l’assolo di chitarra. These Days è un altro pezzo che a parer nostro fonde uno stile classico ad incursioni più moderne, una ricetta che rappresenta il marchio di fabbrica della band e che ne fa lievitare il valore; a noi convince molto e sembrano fatti apposta per bucare le classifiche ma soprattutto conquistare in sede live.

In Mudman si sentono le influenze dei Deep Purple e piace molto il cambio di tempo prog sul finale, al contrario Set Me Free è un pezzo di metal attuale con riff in palm mute e una compattezza sonora da band dal potenziale internazionale; le ottime capacità interpretative del singer Piero Pattay (che tra l’altro firma tutti i brani di questo album) escono fuori nella orchestrale ed emotiva September Tears, consigliata davvero. Black Water è un album che elargirà gioia per chi ama le strutture hard rock ma anche l’heavy metal moderno.

Autore: Fist Of Rage Titolo Album: Black Water
Anno: 2018 Casa Discografica: Andromeda Relix
Genere musicale: Hard’N’Heavy Voto: 7,25
Tipo: CD Sito web: https://www.facebook.com/Fist.Of.Rage.Band
Membri band:
Piero Pattay – voce
Davide Alessandrini – chitarra
Marco Onofri – chitarra
Stefano Alessandrini – tastiere
Saverio Gaglianese – basso
Alfredo Macuz – batteria
Tracklist:
1. Just For A While
2. New Beginning
3. Between Love And Hate
4. Black Water
5. Mudman
6. Lost
7. These Days
8. Awake
9. Set Me Free
10. September Tears
Category : Recensioni
Tags : Hard N' Heavy
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01st Gen2019

Powerdrive – Rusty Metal

by Marcello Zinno
A volte basta uno sguardo per avere le idee chiare. Nel caso dei Powerdrive è un lavoro semplice: logo, copertina, titolo dell’album, foto della band e il salto direttamente negli anni 80 è cosa spontanea, quando l’hard’n’heavy aveva un successo planetario. Panciotti di pelle con sotto petti villosi, chiome fluenti, sezione ritmica quadrata e veloce, riffing affilato, voce dalle tonalità acute…tutti gli ingredienti sono collocati di proposito e omaggiano quella scena creando più godurie a chi è appassionato di hard’n’heavy. La produzione non è di altissimo livello però i musicisti si destreggiano bene e creano una buona fusione musicale tra tutti gli elementi; le linee vocali non ci convincono a pieno nei passaggi meno acuti (come in Moonlight Lady) ma questi vengono compensati dalle parti più alte. Strumentalmente i ragazzi sono preparati, basta ascoltare End Of The World. Ma il problema secondo noi è un altro: manca, almeno per il momento, uno “stile Powerdrive”, la band non propone un marchio proprio ma ricalca troppo da vicino gli stilemi del passato. The Road Is My Best Friend è di stampo Mötley Crüe; Hard To Survive si avvicina molto invece al sound targato AC/DC; On The Run e Serpent Seib sono quasi dei b-side targati Judas Priest; Fire In The Small Club omaggia i Motörhead; infine anche la semi-ballad Moonlight Lady, pur essendo un buon pezzo, risulta già sentita.

Quindi i Powerdrive restano una band consigliata per gli amanti dell’hard’n’heavy ma ci chiediamo se l’hard’n’heavy targato 2018 possa essere reinterpretato in modo diverso magari inserendo una vena più personale o quantomeno distaccandoci da tutto ciò che abbiamo ascoltato per decenni. Ecco forse è questo il punto di partenza per un secondo lavoro targato Powerdrive.

Autore: Powerdrive Titolo Album: Rusty Metal
Anno: 2019 Casa Discografica: Diamonds Prod
Genere musicale: Hard’N’Heavy Voto: 6,5
Tipo: CD Sito web: https://www.facebook.com/powerdrivesavona
Membri band:
Jaco – voce
Grinder – basso
Machine Gun Miche – voce
Ylme – batteria
Doc – chitarra
Tracklist:
1. The Road Is My Best Friend
2. Hard To Survive
3. Living…Hell
4. On The Run
5. Moonlight Lady
6. Serpent Seib
7. Fire In The Small Club
8. Midnight Dancer
9. Powerdrive
10.End Of The World
Category : Recensioni
Tags : Hard N' Heavy
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27th Nov2018

Stins – Through Nightmares And Dreams

by Marcello Zinno

Stins - Through Nightmares And DreamsGiovane formazione toscana gli Stins che si presenta al pubblico con questo Through Nightmares And Dreams, un album di genuino hard’n’heavy di quello classico che raramente si sbilancia nell’essere più hard o più heavy. Gli Stins sanno di non dover correre il rischio di scimmiottare i mostri sacri del genere che dalla loro avevano un’epoca (discografica) molto più florida, e quindi cercano di attingere riff e ritmiche ma cercando di usare coordinate più morbide, soprattutto nelle parti liriche e smussare degli angoli nei posti giusti. Le linee vocali (ovviamente in inglese, lingua che si addice di più a questo sound) sono infatti più accessibili, sembrano in alcuni frangenti prendere lezioni dal pop rock su un tessuto musicale che accentua il piano rock/hard rock; questo non risulta una battaglia tra le due anime della band, piuttosto a parer nostro rende la proposta più adatta agli ascolti italiani. Inoltre dimostra che pur essendo giovani gli Stins non sono per nulla una band alle prime armi, ascoltate ad esempio Adolescence Coalescence, un pezzo che tra linea di basso e crescendo nella strofa dice molto, inoltre grazie a dei testi semplici ti entra in testa al primo ascolto.

Altri brani degni di nota sono Billy Goes To School, un pezzo in cui troviamo dell’alternative metal statunitense e che propone un riff rotondo di sicuro impatto e Everything Or Anything, potenziale hit radiofonica. La melodia e l’hard rock più orecchiabile arrivano con Ride My Skin, classico pezzo dai riff tagliati e dal chorus da far cantare al pubblico, al contrario il metal si tocca da vicino con la piestiana The Chaser che a nostro parere risente anche molto delle influenze (dei loro ascolti) dei Metallica. Una bella prova che speriamo possa essere conosciuta da tutti gli estimatori del rock e del metal. Speriamo in un’evoluzione stilistica più particolare in modo da creare qualcosa di più personale.

Autore: Stins

Titolo Album: Through Nightmares And Dreams

Anno: 2018

Casa Discografica: Red Cat Records

Genere musicale: Hard’N’Heavy

Voto: 6,5

Tipo: CD

Sito web: https://www.facebook.com/thestinsofficial/

Membri band:

Giulio Nencini – voce

Manuel Vuono – chitarra, tastiere

Lorenzo Matteuzzi – chitarra

Andrea Devoti – basso

Andrea Del Francia – batteria

Tracklist:

  1. Drowning Into You

  2. All I Want

  3. Ride My Skin

  4. Black Lily

  5. The Chaser

  6. Adolescence Coalescence

  7. Can’t Let Go

  8. Billy Goes To School

  9. I’m On Fire

  10. Everything Or Anything

Category : Recensioni
Tags : Hard N' Heavy
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