• Facebook
  • Twitter
  • RSS

RockGarage

      

Seguici anche su

        Il Rock e l'Heavy Metal come non li hai mai letti

  • Chi siamo
  • News
  • Recensioni
  • Articoli
  • Live Report
  • Foto Report
  • Interviste
  • Regolamento
  • Contatti
  • COLLABORA
22nd Giu2020

The Wild – Still Believe In Rock And Roll

by Alberto Lerario
I The Wild sono una band canadese, il cui parallelo musicale si pone tra l’hard rock ed il rock’n’roll. Quel tipo di musica che i fratelli Young hanno saputo portare ai massimi livelli e ha creato numerosa progenie. Non sono un gruppo alle prime armi avendo macinato numerosi chilometri dividendo il palco con band più conosciute nel panorama mainstream come Airbourne, Rose Tattoo e Steel Panther. Il titolo dell’album è la loro dichiarazione d’intenti, Still Believe In Rock And Roll. Ci credono e ci hanno sempre creduto, coerenti con la propria visione musicale hanno sempre proceduto dritti spediti per la loro strada con gli ottani sparati al massimo nelle casse. Le fondamenta sonore sono basate sul tipico riffing rock’n’roll AC\DC style, mid tempo di stoppate e ripartenze. Negli anni tuttavia hanno saputo personalizzare il suono inserendo in modo calibrato ed equilibrato elementi dell’hard rock più anfetaminico classico e del punk rock con metriche più serrate, basso metallico e scoppiettante in primo piano, come si può apprezzare nel brano Crazy For You. Il risultato è un album variegato che è capace di non annoiare, talvolta riesce anche a sorprendere quando si avverte il sapore del southern erock, che si fa smaccato nell’ultimo traccia, la ballad Gasoline.

Il più grande pregio di Still Believe In Rock And Roll è quello di evitare la classica trappola in cui può incappare un album di questo genere, l’effetto cover band. Rimane sì un album di genere, ma grazie a tutte le sue sfaccettature può essere apprezzato da diversi tipi di orecchio. Gran parte del merito è dovuto al singer e leader Dylan Villain, che oltre al graffio e alla potenza riesce ad aggiungere un pathos coinvolgente a testi d’impatto ma minimalisti. A conti fatti quindi un album che deve essere ascoltato da tutti, imperdibile per i seguaci dei fratelli Young. I The Wild sono una di quelle band che non vediamo l’ora di poter apprezzare dal vivo.

Autore: The Wild Titolo Album: Still Believe In Rock And Roll
Anno: 2020 Casa Discografica: eOne
Genere musicale: Hard Rock Voto: 7,5
Tipo: CD Sito web: www.thewildrocknroll.com
Membri band:
Dylan Villain – voce, chitarra
Benny The Kid – chitarra
Boozus – basso, voce
Crash Anderson – batteria
Tracklist:
1. Bad News
2. Crazy For You
3. Nothing Good Comes Easy
4. High Speed
5. King of This Town
6. Still Believe In Rock And Roll
7. Playing With Fire
8. Young Rebels
9. Goin To Hell
10. Gasoline
Category : Recensioni
Tags : Hard Rock
0 Comm
18th Giu2020

Anthony Valentino – Walking On Tomorrow

by Alberto Lerario
Seppur la tecnologia moderna ed il web siano spesso accusate di aver svilito il riconoscimento artistico nel settore della musica (in primis a causa dello streaming ed il download illegale che ha intaccato le vendite fisiche), hanno però da un altro lato creato nuove opportunità. Negli ultimi anni capita di sovente che musicisti con competenze trasversali decidano per ragioni artistiche ed economiche di fare tutto in proprio ed esprimersi a briglia sciolta registrando il disco completamente in autonomia. Anthony Valentino, conterraneo nato a Milano, è uno dei beneficiari dei progressi della tecnologia. Innamorato della sei corde ha studiato i guitar heroes del passato, rifacendosi in particolar modo a Hendrix, Van Halen e Slash, ha successivamente ampliato i suoi orizzonti musicali divenendo compositore polistrumentista. Walking On Tomorrow, il suo album solista di debutto, è un concept album basato sulle sue esperienze di vita; le donne, i combattimenti, il coraggio e la paura, tutti intrecciati a una colonna sonora creata e registrata nel suo studio.

È certamente una mossa coraggiosa realizzare un album così ambizioso al debutto e mentre ci sono alcune buone idee, come i riff che strizzano l’occhio ai Guns ‘N’ Roses di I Want A Lie e Sweet Hell, e la potente ballad The Old Witch, la produzione non è sempre impeccabile come bilanciamento generale, che talvolta risulta sin troppo asciutto. In generale nel bene e nel male è un album di genere che ricalca il rock, l’hard’n’heavy fine anni 80 primi anni 90, diretto e potente che però spesso scivola in virate pseudo prog soliste e prolisse, certamente espressione della moltitudine di idee che Anthony ha voluto mettere sul piatto tutte assieme. Il debutto è molto convincente, la sua carica ed urgenza compositiva devono solamente essere incanalate a dovere per raggiungere quell’equilibrio personale necessario a fare il definitivo salto di qualità, che date le premesse, non tarderà ad arrivare.

Autore: Anthony Valentino Titolo Album: Walking On Tomorrow
Anno: 2017 Casa Discografica: Autoproduzione
Genere musicale: Hard Rock Voto: 7
Tipo: CD Sito web: www.facebook.com/AnthonyValentinoWOT
Membri band:
Anthony Valentino – chitarra, basso, batteria

Special guest:
Antonella Poerio – voce
Scream Chiummo – voce
Tracklist:
1. Another Way
2. I Want A Lie
3. The Old Witch
4. American Dream
5. Get Off
6. My Light Found In The Rain
7. Sweet Hell
8. Night After Night
9. Your Eyes
10. Run Oh My Baby
11. Scathing Time
Category : Recensioni
Tags : Hard Rock
0 Comm
14th Giu2020

Hardbone – No Frills

by Alberto Lerario
Gli Hardbone di Amburgo sono una di quelle band su cui puoi sempre contare: rimangono fedeli a loro stessi in ogni situazione. No Frills non fa eccezione, Hard Rock senza fronzoli. I fan degli AC/DC, Krokus e Airbourne ameranno questo nuovo disco perché musicalmente si allinea proprio lì con loro. Con questo quinto album, registrato interamente dal vivo è come se il gruppo avesse voluto catturare le esperienze degli ultimi quattro anni elaborate acusticamente in un album. L’opener Bang Goes The Money inizia subito a stimolare la muscolatura cervicale che fa dondolare la testa. Si continua con lo stesso ritmo con Off The Beaten Track. I testi sono ovviamente leggeri, in puro stile rock stradaiolo ribelle, quest’ultima traccia infatti è rivolta a coloro che vedono gli Hardbone solo come una sorta di cover band. A Man In His Prime parla degli uomini che pur invecchiando mantengono ancora il morso necessario, mentre Breaking The Chains come da cliché raccomanda di fare solo quello che vuoi fare (in realtà così come la successiva To Hell). Il rock’n’roll può essere in fin dei conti semplice, per poter apprezzare una traccia più elaborata dobbiamo aspettare la penultima canzone Beastlike, con un riffing dal tiro killer che difficilmente lascia indifferenti.

No Frills è un album di genere, nel bene e nel male. Di sicuro non lascia indifferenti, annoiando o esaltando durante l’ascolto a seconda dei gusti. L’altra sicurezza però è che questo genere se eseguito e prodotto a dovere, ci regala sempre del tempo spensierato, fatto che a nostro avviso rappresenta sempre un valore prezioso.

Autore: Hardbone Titolo Album: No Frills
Anno: 2020 Casa Discografica: Rude Records
Genere musicale: Hard Rock Voto: 7
Tipo: CD Sito web: www.hardbone.net
Membri band:
Tim Dammann – voce
Sebastian Kranke – chitarra
Tommy Lindemann – chitarra
Tim Schwarz – basso
Benjamin Ulrich – batteria
Tracklist:
1. Bang Goes The Money
2. Off The Beaten Track
3. Too Hot
4. A Man In His Prime
5. Breaking The Chains
6. To Hell
7. Holy Water
8. Less Talk, Less Bull
9. Boy´s Night Out
10. Back In The Day
11. Beastlike
12. I´m Talking To You
Category : Recensioni
Tags : Hard Rock
0 Comm
16th Mag2020

King’s X – Out Of The Silent Planet

by Fabio Loffredo
E’ il 1980 quando due giovanissimi musicisti, Doug Pinnick e Ty Tabor decisero di formare una band e trovarono in Jerry Gaskill il drummer ideale e perfetto per le loro idee. La prima band si chiamava The Edge e si fecero le ossa suonando molto dal vivo. Nel 1983 decidono di trasferirsi a Houston dove incontrano il presidente della casa di produzione degli ZZ Top, Sam Taylor, che li convince a cambiare il nome in King’s X e li prende sotto la sua ala protettiva. Il passo successivo di Taylor è di far avere un contratto con la Megaforce Records e diventa manager e produttore della band. Out Of The Silent Planet è il primo album che esce nel 1988, il titolo è preso dal libro di C. S. Lewis, uno degli scrittori preferiti di Tabor e Gaskill e la copertina è lo skyline di Houston con il contorno meridionale dello Stato del Texas, la produzione è di Sam Taylor e l’ingegnere del suono è Steve Ames. Il risultato è un sound molto particolare, ottimi brani dove i tre musicisti amalgamo molto bene gusto per la melodia con passaggi più metal, hard rock e anche delle linee progressive. Sonorità in parte sperimentali e dal gusto indiano introducono In The New Age, breve preludio strumentale che apre a Goldilox, dove emerge subito il particolare sound della band statunitense, duri riff di chitarra, ma che ben si incastrano ad arpeggi melodici, a momenti vocali corali e atmosferici, ma anche ai trascinanti vocalizzi di Pinnick; non manca un bel guitar solo di Tabor, molto passionale ed elegante. Power Of Love, splendido brano scandito da un arpeggio di chitarra atmosferico e cullante dove le melodie avvolgono e accarezzano e le armonie vocali emozionano.

A seguire c’è Wonder, brano più trascinante e hard rock, con le voci di Tabor e Gaskill nel ritornello e Pinnick con eccellenti vocalizzi, potenti e versatili e ancora una volta Tabor ci offre un ottimo guitar solo e passionale è il finale acustico e orientale, ma che riporta in crescendo a un roccioso hard rock. C’è poi Sometimes, brano più lineare, ma con un forte groove e un ritornello orecchiabile che sfida i duri riff di chitarra di Tabor ed il basso pulsante di Pinnick e ancora c’è King, che sembra voler proseguire il discorso del precedente brano anche se le armonie vocali qui sono più marcate. Ancora quattro brani nella parte finale di questa splendida opera prima. What It This?, che è il brano dall’impronta più metal dell’album, anche se con ampi spazi di melodie aperte, Far, Far Away, dai riferimenti molto prog, riferimenti che continuano di più in Shot Of Love e Visions chiude il CD con le sue atmosfere calde e molto progressive, ma il brano esplode poi nel finale, diventa veloce e molto hard rock e con le dita di Ty Tabor che corrono sul manico della sua chitarra.

Out Of The Silent Planet, seppur un ottimo album e molto innovativo per l’epoca, non ha un grande successo, ma Sam Taylor continua a credere in loro e il passo successivo sarà quello decisivo, il vero decollo dei King’s X.

Autore: King’s X Titolo Album: Out Of The Silent Planet
Anno: 1988 Casa Discografica: Megaforce Records
Genere musicale: Hard Rock, Progressive Metal Voto: 8,5
Tipo: CD Sito web: www.kingsxrocks.com
Membri band:
Doug Pinnick – voce, basso
Ty Tabor – chitarra, voce
Jerry Gaskill – batteria, voce
Tracklist:
1. In The New Age
2. Goldilox
3. Power Of Love
4. Wonder
5. Sometimes
6. King
7. What It This?
8. Far, Far Away
9. Shot Of Love
10. Visions
Category : Recensioni
Tags : Hard Rock, King's X
0 Comm
05th Mag2020

Electric Feat – Electric Feat

by Marcello Zinno
Giunti ormai nella terza decade del XXI secolo, quando leggiamo che il genere di una band è l’hard psych, oltre a leccarci le dita, ci immaginiamo anche dei lunghi passaggi sperimentali, intermezzi psichedelici e brani da 7 minuti. Per fortuna gli Electric Feat smontano tutti questi luoghi comuni e piazzano un album (omonimo) che elogia quel sound tipico degli anni 70 ma lo fa in 10 tracce che durano mezz’ora circa. Perché gli Electric Feat arrivano al sodo e capiscono che non è più tempo per inconcludenti sfuriate di effetti di chitarra o per avanguardistiche incursioni in floidiani territori: suoni lisergici sì ma anche riff consistenti, trame ritmiche a volte caute ma intrise di sapore hard (Leather Jacket è un ottimo esempio) …i rimandi nella loro biografia sono tanti, da Alice Cooper a The Doors passando per Pentagram e sono corretti, ma a nostro parere manca un altro riferimento cardine per questa band che è dato dai Blue Öyster Cult. È per i fan di questa band che suggeriamo caldamente l’ascolto degli Electric Feat anche se in questo album troviamo riflessi diversi, come l’hard blues di It’s Alright (With You), un’impostazione bluesy che compare anche in altri momenti, come nelle parti più cattive di Song Of Disobedience, un brano molto variegato e che mette in scena tutto il range di diversità della band. Per chi invece ha sete di un rock pulsante consigliamo l’ascolto di Blackwood Secrecy, brano tosto e deciso. Menzione a parte per la copertina che è davvero ben fatta, resta impressa e richiama subito le sonorità inserite in questo album.

Gli Electric Feat ci fanno compiere davvero un salto nel passato ma a differenza di altre formazioni qui non vince solo il sapore nostalgico. Certo la produzione (volutamente legata agli anni 70) lascia desiderare qualcosa di più moderno ma poi svanirebbe l’intero sapore vintage del progetto. A nostro parere sono perfetti così.

Autore: Electric Feat Titolo Album: Electric Feat
Anno: 2020 Casa Discografica: Inner Ear Records
Genere musicale: Hard Psych Voto: 7,5
Tipo: CD Sito web: https://www.facebook.com/ElectricFeat
Membri band:
Dionysis Nanos (Dr. Nanos) – chitarra
Themos Ragousis (Madam Manthos) – basso
Georgios Dimakis (Prins Obi) – voce, percussioni
Kostas Stergiou (The Tree) – batteria, percussioni
Tracklist:
1. It’s Alright (With You)
2. Lizard Queen
3. Song Of Disobedience
4. The Caveman
5. Leather Jacket
6. Subatomic Plane
7. Blackwood Secrecy
8. Son Of Evil
9. Fogdancing
10. Bring Something From The Night
Category : Recensioni
Tags : Hard Rock
0 Comm
30th Apr2020

Mountain’s Foot – Mountain’s Foot

by Marcello Zinno
Arrivano dal Nord Italia ma in realtà sembrano arrivare da molto, molto più lontano. Almeno 4-5 decadi fa, quando l’hard rock e il rock classico si prendevano il loro spazio nelle classifiche americane e di mezzo mondo. È lì che punta il quartetto a nome Mountain’s Foot, a quelle sonorità classiche incredibili che ammaliano ma che donano ricchezza tramite dei riff precisi e cadenzati. Ascoltate Little Big Valley Man ci riporta ai fasti dei The Black Crowes, anche se l’opener Angry Bear ci aveva fatto immaginare trame più dure che citano, a parer nostro, Whitesnake e un certo hard’n’heavy. Eppure in questo range già abbastanza variegato di influenze noi percepiamo una base per lo più comune alle tracce incluse nel loro omonimo album, una base fatta di rock blues che poi viene sapientemente indurito per acquisire quel sapore hard, ricetta comune a diverse band dell’epoca. Davvero prezioso il lavoro delle due chitarre, la ripartizione dei ruoli e l’enorme contributo in termini di stile che offrono alla band: Rock And Roll Dose spiega l’importanza delle due asce in questo combo, creando praticamente per intero la scenografia. Pregevole anche Libra, un brano che può piacere sia a chi si attende la carica rock, sia a chi apprezza melodie e ritmica meno accelerata.

Dall’altro lato compaiono anche le ammalianti My Happy Song (con una slide guitar che fa da sfondo ma che è una forte impronta nel brano) e By Way Home (che sembra una ballad in stile Pearl Jam), brani più pacati. Ecco, ci rendiamo conto che per rendere più trasversale possibile la propria musica c’è bisogno anche di tracce come queste ma se dovessimo dare un consiglio ai Mountain’s Foot sarebbe quello di spingere sulle tracce più energiche visto che lì esce fuori tutta la carica emozionale della band (Always Sick And Tired). Un bell’album e se vi piacciono Led Zeppelin, The Black Crowes et similia non potete non dargli un ascolto.

Autore: Mountain’s Foot Titolo Album: Mountain’s Foot
Anno: 2020 Casa Discografica: Delta Promotion
Genere musicale: Hard Rock Voto: 7,25
Tipo: CD Sito web: www.facebook.com/mountainsfoot
Membri band:
Matteo Scaringelli – voce, chitarra
Mauro Ramozzi – chitarra, voce
Simone Facchi – batteria, percussioni, voce
Fabio Bonomi – basso
Tracklist:
1. Angry Bear
2. Little Big Valley Man
3. Admirable Vision
4. Rock And Roll Dose
5. My Happy Song
6. By Way Home
7. Always Sick And Tired
8. On A Beat Of A Gun
9. Libra
Category : Recensioni
Tags : Hard Rock
0 Comm
21st Apr2020

Rozz And Roll – Calm Down

by Cristian Danzo
Power trio tutto italiano questi Rozz And Roll che debuttano con Calm Down di cui parleremo nelle prossime righe. Il combo si muove nel macrocosmo dell’hard rock anche se lo stile e le influenze sono più di una e quindi sarebbe riduttivo parlare solamente di rock duro. Una bella combinazione di Jimi Hendrix Experience e Motorhead, Kyuss e Queens Of The Stone Age, più una bella dose di personalità sono il risultato di ciò che i musicisti ci propongono. E l’effetto è quello di trovarsi di fronte ad un discorso musicale che mostra un lato molto moderno nello stile piuttosto che affondare le sue fondamenta nel passato storico (a cui facciamo giustamente riferimento più per l’energia e l’attitudine che sprizza da Calm Down che per le soluzioni compositive espresse). Provate ad ascoltare questo disco e vi accorgerete che in più di un caso i ritmi funkeggianti la fanno da padrone, anche se, nei casi meno eclatanti e palesi, sono molto ben amalgamati alla composizione e “nascosti”. Questo, a nostro avviso, è sinonimo di grande ricettività e capacità di riproporre le varie influenze che, per ovvi motivi, un musicista subisce, in uno stile del tutto personale, avendole metabolizzate per bene. Per cui, il prodotto che ne risulta non è un pedissequo copia e incolla di tutto ciò che sta attorno, ma qualcosa di originale (che non vuol dire per forza “mai sentito prima”) e che fa accendere quella scintilla nel profondo che ci porta ad apprezzare ciò che ascoltiamo.

In aggiunta a tutto questo, Calm Down non contiene la solita ballad o il pezzo più lento che, solitamente, in un debut appare a spezzare il ritmo del tutto. Ritmo che rimane alto e tirato come un rasoio affilato dalla prima all’ultima nota. Una bella manata in faccia e nelle orecchie. Avete bisogno di energia in questa quarantena? I Rozz And Roll ve la daranno. Eccome se ve la daranno. Come diceva il grande Guido Angeli: “provare per credere”.

Autore: Rozz And Roll Titolo Album: Calm Down
Anno: 2020 Casa Discografica: Elevate Records
Genere musicale: Hard Rock, Rock Voto: 7
Tipo: CD Sito web: https://www.facebook.com/RozzRoll
Membri band:
Diego Reali – chitarra, voce
Rey Noman – basso
Simone Tomei – batteria
Tracklist:
1. Run
2. Missing Song
3. Everyday
4. Rollin’ All The Time
5. Up & Down
6. Back In Bed
7. Calm Down
8. Wonderful
9. Revolution
10. Someone Else
11. Vshedoman
Category : Recensioni
Tags : Hard Rock
1 Comm
14th Apr2020

Alba Caduca – Nigredo

by Marco Pisano
Concretezza, solidità, essenzialità, grande cattiveria e tanta, tanta energia; queste sono alcune delle cose che emergono più nitidamente dopo l’ascolto di Nigredo, quarto LP della band friulana Alba Caduca, autoprodotto dalla band, mixato e masterizzato presso lo Studio 73 di Ravenna. Un lavoro contraddistinto da sonorità abrasive, ruvide, minimaliste e cattive al punto giusto. Chitarre energiche e violente, a tratti allucinate, appuntite come lame, vi scuoteranno e vi terranno sull’attenti per tutta la durata dell’album; le ritmiche a nostro avviso costituiscono la parte migliore dell’album: feroci, selvagge, compatte e granitiche, sono la porta d’ingresso ideale per farvi entrare appieno dentro i brani e farvi percepire la grande energia che questi trasmettono. Sonorità sporche, aggressive e minimaliste fanno da degna base a testi forti, che affrontano in modo molto diretto e schietto temi di carattere sociale, quali la misoginia, il cinismo distruttivo, il consumismo sfrenato e l’emarginazione degli ultimi, alterando comunque anche viaggi introspettivi. Il cantato in italiano consente di mantenere un’impronta melodica e conferisce una certa sensazione di malinconia ai brani.

La band friulana è riuscita, con questo LP, a dar vita ad un hard rock ben fatto, concreto, essenziale e determinato, che punta dritto al cuore, riuscendo comunque nello stesso tempo a far riflettere e ad analizzare con grande sincerità temi che riguardano la nostra società e la nostra quotidianità. In un mondo dove spesso si ha l’impressione che la forma abbia preso il sopravvento sul contenuto, questo lavoro mette ben in evidenza quale dei due aspetti vada privilegiato, dal punto di vista della band, e io concordo in pieno con la loro visione.

Autore: Alba Caduca Titolo Album: Nigredo
Anno: 2020 Casa Discografica: Autoproduzione
Genere musicale: Hard Rock Voto: 7
Tipo: CD Sito web: https://www.facebook.com/albacaduca/
Membri band:
Massimo Dubini – voce, synth
Elena Feragotto – chitarra
Massimo Cisilino – basso, voce
Mario Sabadelli – batteria e percussioni
Tracklist:
1. Bomber
2. S.O.C.
3. Assassini
4. Marnero
5. Il Fine
6. Kronos
7. La Resa
8.Widu
9. Si Muove
10. Violento
11. Afghano
Category : Recensioni
Tags : Hard Rock
0 Comm
13th Apr2020

The Lu Silver String Band – Rock‘n’Roll Is Here To Stay

by Alberto Lerario
Dopo aver ottenuto il successo con i Small Jackets, il chitarrista/cantante Lu Silver (Luca Donini) inizia un nuovo percorso rock’n’roll creando la quasi omonima The Lu Silver String Band. Presumibilmente, Silver desiderava più soul, boogie e blues nel suo rock’n’roll, anche se già dopo qualche ascolto di Rock’ N ‘Roll Is Here To Stay, la maggior parte degli stili che hanno reso gli Small Jackets una band di un certa importanza si sentono ancora occupare uno spazio significativo nella musica dei The Lu Silver String Band. Quindi possiamo apprezzare in alcuni passaggi le melodie che si inclinano verso suoni vicini ai Quireboys, The Georgia Satellites. Tuttavia la linea di fondo è ben marcata dal potente segno del rock’n’roll grezzo e stradaiolo. Il disco si apre subito con un brano tutto stoppate e ripartenze in puro stile AC/DC, seguito poi da una cover di Stevie Wright (ex vocalist degli australiani Easybeats) perfetta come primo singolo/video. Ma l’album non si ferma certo qua, perché sono le restanti nove tracce originali che rendono davvero degno di nota Rock ‘N Roll Is Here To Stay. Immediatamente evidente è il suono caldo della registrazione. La sezione ritmica formata dal piede incisivo e martellante di Matt Drive ed il basso di El Xicano, oltre alla chitarra di Silver, crea un letto rock’n’roll nitido ma crudo per la chitarra principale di Ale Tedesco, che appena ha lo spazio per esprimersi fa gemere la chitarra come solo un vero seduttore della sei corde sa fare. La tagliente spavalderia vocale di Silver infine è la miccia perfetta per un’esplosione di pura energia rock. Rock ‘N’ Roll Is Here To Stay possiede però anche un’anima soul molto apprezzabile in brani come I Got You e In A Broken Dream.

Per concludere ispirati dall’atmosfera del disco finiamo con una frase concisa di grande impatto, da prendere non come un consiglio ma come un semplice dato di fatto: se vi piace la musica non potete non ascoltare un album come questo.

Autore: The Lu Silver String Band Titolo Album: Rock‘n’Roll Is Here To Stay
Anno: 2019 Casa Discografica: Go Down Records
Genere musicale: Hard Rock, Classic Rock Voto: 8
Tipo: CD Sito web: www.facebook.com/lusilverandstringband
Membri band:
Lu Silver- voce, chitarra
Ale Tedesco – chitarra
El Xicano – basso
Matt Drive – batteria
Tracklist:
1. It’s Difficult
2. Hard Road
3. Miss Sugar
4. We Are Monkeys
5. I Got You
6. No More Time
7. Radio Star
8. In A Broken Dream
9. Reputation
10. The Sky Turns Blue
Category : Recensioni
Tags : Hard Rock
0 Comm
02nd Mar2020

PrincesS – Lovely Heaven Crazy Band

by Massimo Volpi
Lovely Heaven Crazy Band, secondo album dei romani PrincesS, è palesemente dedicato alla musica. Una copertina in stile Sgt. Pepper, con un sacco di protagonisti della storia del rock, preannuncia quello che poi sarà il contenuto dell’album, appunto un omaggio e una dichiarazione d’amore per il rock. Da un’ottima strumentale introduttiva si passa a All We Need Is R’n R, brano molto in stile opera rock / musical. Le sonorità sono rock con influenze prog e opera; ci sono molti Queen, ovviamente, e la cosa non è celata. Anche perché il primo singolo, We Still Love You, è una canzone dedicata a Freddie Mercury. Spesso, quasi per tutto l’album, sembra di trovarsi davanti a un musical, uno show dedicato alla storia del rock, con tutte le qualità e le pecche che questo può avere. Il bel cantato risente spesso di un inglese non proprio madrelingua (o probabilmente troppo scandito e pulito). Le chitarre, la composizione, la teatralità, tutto molto ben fatte.

Influenze prog con tastiere (Waiting For The Next Summer e Empty People), un paio di ballad (Sky e Stella) e perfino un duetto con voce femminile (To Everyone) completano il copione di un’opera rock tradizionale. Nel complesso tutto molto piacevole, una stesura perfetta per un musical o un film Disney.

Autore: PrincesS Titolo Album: Lovely Heaven Crazy Band
Anno: 2019 Casa Discografica: Swan Edition
Genere musicale: Hard Rock Voto: 6,5
Tipo: CD Sito web: https://www.facebook.com/playwolf.freddiewolf.ph
Membri band:
Freddie Wolf – voce
Orlando Monteforte – basso
Max “Warner” Brodolini – chitarra
Mauro Manzoni – tastiere
Alfonso Corace – batteria, percussioni, chitarra
Tracklist:
1. Confrontation
2. All We Need Is R’n R
3. Waiting For The Next Summer
4. Sky (Always With You)
5. We Still Love You (Song For Mercury)
6. Rock’em All
7. Empty People
8. Lover Lover
9. To Everyone
10. Stella
Category : Recensioni
Tags : Hard Rock
0 Comm
Pagine:«1234567...33»
« Pagina precedente — Pagina successiva »
  • Cerca in RockGarage

  • Rockgarage Card

  • Calendario Eventi
  • Le novità

    • At First – Deadline
    • Rainbow Bridge – Unlock
    • Typhus – Mass Produced Perfection
    • Hybridized – Hybridized
    • Methodica – Clockworks
  • I Classici

    • Quiet Riot – Alive And Well
    • Pallas – XXV
    • Offlaga Disco Pax – Socialismo Tascabile (Prove Tecniche Di Trasmissione)
    • Mountain – Masters Of War
    • King’s X – XV
  • Login

    • Accedi
  • Argomenti

    Album del passato Alternative Metal Alternative Rock Avant-garde Black metal Cantautorale Crossover Death metal Doom Electro Rock Folk Garage Glam Gothic Grunge Hardcore Hard N' Heavy Hard Rock Heavy Metal Indie Rock Industrial KISS Libri Marillion Metalcore Motorpsycho Motörhead New Wave Nu metal Nuove uscite Post-metal Post-punk Post-rock Power metal Progressive Psichedelia Punk Punk Rock Radio Rock Rock'N'Roll Rock Blues Stoner Thrash metal Uriah Heep
Theme by Towfiq I.
Login

Lost your password?

Reset Password

Log in