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07th Set2017

Bravi Tutti – La Ruota Della Sfortuna

by Stedi

Bravi Tutti - La Ruota Della SfortunaSecondo album completo per questa band proveniente dalla provincia piacentina. Il loro punk hardcore melodico è sicuramente influenzato da band americane come Green Day e Rancid ma è soprattutto l’influenza di band italiane degli anni novanta a balzare subito agli occhi. Prime fra tutte Pornoriviste (con le loro scanzonate melodie ed i testi ironico/demenziali) e Punkreas da cui prendono gli inserti ska e ska-core, tutte band che avranno conosciuto a posteriori dato la loro giovane età, chissà se hanno ascoltato anche i Supereroi, altra band piacentina attiva dal ’95 al ’97. Questo La Ruota Della Sfortuna è un disco molto ben suonato e ben prodotto, energico, divertente ed orecchiabile con testi semplici e diretti. La canzoni parlano di storie personali vissute nel mondo del lavoro Aspettativa, Mutua; oppure di esperienze vissute come band, Gabriele, Egidia, Flop. Non mancano incursioni nel sociale come in Leone Da Tastiera in cui si scagliano contro i cosiddetti haters, in Daniele, La Ronda dove prendono di mira la sicurezza fai da te così molto diffusa al nord e neanche la critica alle band alternative come in Festa Del PD che ironizza su quelle band che predicano la linea da “duri e puri” e poi decidono di suonare alle feste di partito.

La band ha grosse capacità esecutive e di scrittura musicale ed in definitiva ha prodotto un disco dalla facile fruizione. Quello che manca e la giusta cattiveria per affrancarsi dall’essere una band per adolescenti. Hardcore per nostalgici del punk italiano della metà degli anni 90, dove la melodia e la spensieratezza adolescenziale la facevano da padrona e centinaia di giovani si mettevano alla prova in umide cantine di provincia.

Autore: Bravi Tutti

Titolo Album: La Ruota Della Sfortuna

Anno: 2017

Casa Discografica: Orzorock Music

Genere musicale: Hardcore

Voto: 6,5

Tipo: CD

Sito web: http://www.bravitutti.biz

Membri band:

Andy – batteria, voce

Suzza – chitarra, voce

Vincio – chitarra, voce

Kiappo – basso, voce

Tracklist:

  1. Festa Del PD

  2. Egidia

  3. Daniele, La Ronda

  4. Leone Da Tastiera

  5. Roberto

  6. Aspettativa

  7. Flop

  8. Mutua

  9. Frankie Ha L’NRG

  10. Gabriele

Category : Recensioni
Tags : Hardcore
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16th Lug2017

Rise Against – Wolves

by Piero Di Battista

Rise Against - WolvesPer parlare del nuovo disco dei Rise Against verrebbe da scrivere un incipit come “c’era una volta una band che nel lontano 2001 debuttò con il disco The Unraveling, proponendo un hardcore melodico fatto e finito, paragonabile ai mostri sacri del decennio antecedente”. Quasi una fiaba insomma, perché quel sound, giunto al culmine nel 2004 con Siren Song Of The Counter Culture, con il passare degli anni, è andato quasi perso, tesi confermata anche dagli ultimi lavori. Cambiamenti? Maturità? Crescita? Sì tutto può essere ed è per questo che Wolves, nuovo disco del gruppo di Chicago, suscita non poca curiosità. Edito Virgin Records, Wolves rimane in linea con i lavori che l’hanno preceduto: la spinta hardcore, se non per rare eccezioni, rimane un piacevole quanto indelebile ricordo, anche se la opener e title track Wolves, e The Violence, primo singolo del disco, riescono nell’intento di farci tornare indietro di una decina d’anni. Il disco è composto da soli undici brani, ma a tratti tende a cadere in una sorta di anonimato, soprattutto quando il sound si avvicina, con troppi orpelli a un rock al limite del radio-friendly. Ma se da un lato ci ritroviamo, e senza sorprenderci, questa “lacuna” dall’altra abbiamo una crescita riguardo i testi. I Rise Against sono sempre stati attenti alle tematiche sociali, in particolare la politica e l’ecologia, ed è proprio la politica a esser protagonista di Wolves, dato che per quanto riguarda le liriche, tutto il lavoro è stato fortemente influenzato dall’elezione di Donald Trump quale Presidente della loro terra natìa. Brani come How Many Walls o Mourning In Amerika, rappresentano delle forti critiche verso gli eventi a sfondo politico avvenuti in terra statunitense quest’anno, considerato anche che “Mourning In Amerika” inizialmente doveva essere il titolo del disco.

Wolves è un passo avanti rispetto ai recenti Endgame e The Black Market e ci dà la conferma che quelle tinte hardcore emanate dallo scream di Tim e dalle devastanti sonorità create dal resto della band difficilmente le ritroveremo, se non durante il live, contesto in cui i Rise Against dimostrano da sempre di saperci fare. E lo vedremo ulteriormente tra un mese scarso in occasione del BayFest di Igea Marina, dove avremo anche l’occasione di percepire la resa live dei nuovi brani, anche se una grossa fetta di pubblico resterà sempre in perenne attesa di pezzi alla Give It All o Black Masks And Gasoline. Inizialmente si parlava di fiaba, ma è una di quelle che anziché avere un lieto fine, ha un finale quasi scontato.

Autore: Rise Against

Titolo Album: Wolves

Anno: 2017

Casa Discografica: Virgin Records

Genere musicale: Melodic-Hardcore, Punk

Voto: 6

Tipo: CD

Sito web: www.riseagainst.com

Membri band:

Tim McIlrath – voce, chitarra

Zach Blair – chitarra

Joe Principe – basso

Brandon Barnes – batteria

Tracklist:

  1. Wolves

  2. House On Fire

  3. The Violence

  4. Welcome To The Breakdown

  5. Far From Perfect

  6. Bullshxt

  7. Politics Of Love

  8. Parts Per Million

  9. Mourning In Amerika

  10. How Many Walls

  11. Miracle

Category : Recensioni
Tags : Hardcore
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12th Lug2017

Deez Nuts – Binge & Purgatory

by Marcello Zinno

Deez Nuts - Binge & PurgatoryArrivano dall’Australia i Deez Nuts ma ci regalano un’attitudine più tipica degli USA che non del nuovissimo continente. Si presentano come un’hardcore band (ormai non più di primo pelo) ed effettivamente alcune cadenze (voce) e ritmi (groove) della scena HC statunitense si sentono in maniera evidente ma il quartetto cerca di inserire nella propria ricetta anche un marchio più metal (soprattutto alla sei corde) che avrebbe il compito di innalzare le loro idee dall’impastata scena fatta di bandane, canotte da basket e Vanz come se non ci fossero altri stili. Questo è un bene anche se a nostro parere l’impiego della vena metal è fatto con un occhio (anzi un orecchio) troppo rivolto al passato, spolverando le riminiscenze nu metal di fine secolo scorso, con tanto di liriche talvolta rappate e groove incalzante per far saltare il pubblico al di là del palco (impossibile restare immobili sotto For What It’s Worth). Alcuni momenti appagano appunto la sete di metal, come Break Out e Lessons Learned, passaggi che ci piacciono e che mostrano un lato della band interessante, soprattutto immaginandoceli in apertura a realtà molto più ingombranti in ambito heavy; al contrario la parte hardcore la sentiamo debole (quante volte abbiamo ascoltato un pezzo come Remedy?), meglio puntare su qualcosa di più particolare che magari possa far nascere una vera e propria scena hardcore australiana.

Autore: Deez Nuts

Titolo Album: Binge & Purgatory

Anno: 2017

Casa Discografica: Century Media Records

Genere musicale: Hardcore, Nu-Metal

Voto: 5

Tipo: CD

Sito web: http://www.deeznutshardcore.com

Membri band:

JJ Peters – voce

Matt ‘Realbad’ Rogers – chitarra

Sean Kennedy – basso

Alex Salinger – batteria

Tracklist:

  1. Binge

  2. Purgatory

  3. Antidote

  4. Commas & Zeros

  5. Break Out

  6. Discord

  7. Lessons Learned

  8. Carried By Six

  9. Cakewalk

  10. For What It’s Worth

  11. Hedonistic Wasteland

  12. Remedy

  13. Do Not As I Do

Category : Recensioni
Tags : Hardcore
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04th Giu2017

Raw Power – Inferno

by Piero Di Battista

Raw Power - InfernoRaw Power. Un nome che non ha alcun bisogno di chissà quale presentazione: stiamo parlando di una band attiva dal 1981 e che, con alternanza, ha tenuto saldamente in piedi la scena hardcore italiana degli anni 80-90, una scena che, con forte prepotenza, ha varcato i nostri confini, imponendosi a livello mondiale. I Raw Power possono orgogliosamente dire che loro c’erano, ma anche che ci sono, tant’è che sono tornati con un nuovo disco, intitolato Inferno, pubblicato con la collaborazione dell’etichetta bresciana IndieBox Music. Il gruppo reggiano torna dunque alla ribalta; seppur con tanti momenti bui alle spalle, momenti che hanno visto anche dei lutti, i Raw Power si ripresentano con la stessa grinta e la stessa rabbia che li ha sempre contraddistinti. I quindici brani presenti in Inferno si alternano tra l’italiano e l’inglese e, attraverso un hardcore duro e puro, chitarra graffiante e ritmiche sparate come una combinazione di diretti, pongono lo sguardo anche sull’attualità come in Sono Morto, sempre all’insegna della protesta, in particolare durante Dedico Questa Righe e I Lost My Patience, tutto urlato attraverso la voce ruvida di Mauro Codeluppi, storico leader del combo emiliano.

Dopo quasi quarant’anni di carriera i Raw Power dimostrano, ancora una volta, di essere una delle realtà più credibili nel panorama hardcore nostrano. Inferno si dimostra un disco rabbioso, energico, ma allo stesso tempo solido quanto ben strutturato. Ma non stiamo parlando ovviamente di 4 ragazzi alle prese con delle prove dentro un garage; parliamo di una band che ha influenzato, e continuerà a influenzare e a crear proseliti, riusciti o meno, continuando a rimanere tra coloro che hanno segnato di più l’hardcore made in Italy. Come si diceva poc’anzi, i Raw Power ebbero un forte riscontro anche all’estero, tant’è che Inferno sarà distribuito anche al di là dei nostri confini, tramite Demons Run Amok Entertainment. Nota di merito anche per l’artwork della copertina del disco, realizzato dall’artista americano Vince Packard, che in passato aveva già collaborato con il gruppo, realizzando le copertine dei dischi Screams From The Gutter (1985) e After Your Brain (1986). Non ci resta che verificare la resa live dei questi nuovi brani. Anche se, conoscendo l’enorme impatto live dei Raw Power, c’è ben poco da verificare.

Autore: Raw Power

Titolo Album: Inferno

Anno: 2017

Casa Discografica: IndieBox Music

Genere musicale: Hardcore

Voto: 7,5

Tipo: CD

Sito web: www.rawpowerhardcore.com

Membri band:

Mauro Codeluppi – voce

Paolo Di Bernardo – chitarra

Marco Massarenti – basso

Gianmarco Agosti – batteria

Tracklist:

  1. Look The Other Way

  2. You Don’t Know Your Enemy

  3. Inferno

  4. All It Takes It’s One Minute

  5. How Many Bands

  6. Sono Morto

  7. I Lost My Patience

  8. Mean Machine

  9. The Jurassic Hounds

  10. Amici

  11. Dedico Queste Righe

  12. Prison

  13. You Were Right

  14. Harassment

  15. La Paura

Category : Recensioni
Tags : Hardcore
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23rd Mag2017

Intervista ai Madball

by Piero Di Battista

Intervista Piero di Battista e Freddy Cricien dei MadballIn quasi trent’anni di carriera sono rare le volte in cui un tour dei Madball non ha toccato il suolo italiano. E’ avvenuto anche in questa primavera, quando l’hardcore band newyorkese, durante il lungo tour europeo, si è esibita a Roma, Bologna e Magenta (MI). E presso la venue lombarda, il Decibel, abbiamo avuto l’onore di scambiare quattro chiacchierare con Freddy Cricien, leader e voce del gruppo. Freddy è tutto tranne che una persona prolissa, ma è certamente una persona gentile e visibilmente sorridente ci ha raccontato dell’ultimo disco, oltre che svelato qualcosa sui piani futuri dei Madball.

 

R.G.: Ciao Freddy e bentornato in Italia! Come stai?
F.C.: Molto bene grazie! E’ sempre bello essere qui!

R.G.: (ci accoglie con in mano un bicchiere di birra) Presumo che la birra che stai bevendo sia di gran lunga più buona di quella americana vero?
F.C.: Certamente! Non so però se questa è una birra italiana…ma devo dire che di italiano preferisco però il vino!

R.G.: Il vostro ultimo disco, “Hardcore Lives”, è uscito ormai da circa tre anni: è un disco davvero di ottima fattura e immagino siate totalmente soddisfatti del vostro lavoro.
F.C.: Assolutamente sì! E’ stato un disco che sentivamo proprio dentro e siamo ovviamente molto felici del fatto che prima di tutto siano stati i fan ad averlo apprezzato. Allo stesso tempo siamo ovviamente soddisfatti anche del fatto che le recensioni sulle riviste specializzate siano state in generale molto positive.

R.G.: Il titolo del disco ovviamente incarna il vostro spirito, ma è anche una definizione riguardo l’attuale scena hardcore?
F.C.: Il titolo dell’album ricorda semplicemente che noi ci siamo ancora e che l’hardcore come genere, e soprattutto come stile, c’è stato e resiste ancora dopo trent’anni.

R.G.: Parlando sempre dell’album, forse per la prima volta nella vostra carriera, vi siete approcciati verso sonorità magari più ammiccanti verso un sound più punk, almeno per quanto riguarda alcuni dei pezzi presenti. Dunque possiamo aspettarci in futuro dei Madball più “sperimentali”?
F.C.: Per quanto riguarda un paio di pezzi, credo che sia la prima volta che abbiamo aggiunto un sound leggermente più melodico rispetto al passato. Noi, sin dagli inizi, abbiamo come obiettivo quello di spingerci sempre oltre, magari a piccoli passi, senza però mai snaturare la nostra vera identità, ovvero quella di una band hardcore.

R.G.: Come definiresti l’attuale scena hardcore di New York?
F.C.: Noi siamo stati e saremo sempre parte integrante della scena NY-hardcore. Fa parte della nostra identità. Secondo me si è evoluta, ci sono molti gruppi interessanti e non mi riferisco esclusivamente ai nomi più famosi. L’esempio che cito spesso durante le interviste che concedo è quello del Black’n’Blue Bowl, un festival che promuovo io stesso; in queste occasioni, in questi eventi è molto bello constatare come l’hardcore riesce ad unire diverse generazioni, quindi sì, la scena è assolutamente viva!

R.G.: Ed in generale, ci sono delle band che ti hanno particolarmente colpito?
F.C.: Strenght Approach! (hardcore-band di Roma che ha aperto, assieme ai Face Your Enemy, la serata) Loro sono fortissimi, li conosciamo da tempo. Riguardo ai gruppi giovani c’è ne sono diversi, come ad esempio i Wisdom In Chains, gruppo che viene dalla Pennsylvania e personalmente una della band che più apprezzo per quanto riguarda il panorama hardcore. Come dicevo prima la scena è viva e non solo a New York, ma anche in diversi Paesi dove siamo stati a suonare.

R.G.: Quest’estate suonerete in diversi grandi Festival: è un contesto che vi piace o preferite sempre il piccolo club e quindi un contatto più diretto con il pubblico?
F.C.: Il piccolo locale è il contesto che più si addice con il nostro genere, ma poi dipende anche dal piccolo locale (risate)! Certo che ci piace suonare anche nei grandi festival, soprattutto in quelli europei perché, rispetto a quelli americani, danno più spazio all’hardcore e a noi ovviamente fa piacere proporre il nostro genere…il sound dei Madball davanti a grosse platee.

R.G.: Oltre al tour, immagino, o meglio, i fan possono sperare in un nuovo disco?
F.C.: Certamente! In questi tre anni, anche se li abbiamo passati tra concerti e star con le nostre famiglie, abbiamo comunque scritto e lavorato a quello che sarà il nostro prossimo album, quindi ancora un po’ di pazienza e presto ci saranno delle novità.

R.G.: Nei vostri tour non mancano mai le tappe italiane, ormai siete affezionati all’Italia immagino.
F.C.: Assolutamente, è favoloso il calore di voi italiani e non solo visto che amo anche la vostra cultura. D’altronde se veniamo qui dal 1993 un motivo ci sarà.

R.G.: Speriamo di non deluderti tra poco allora, nel frattempo grazie per il tempo che ci hai concesso!
F.C.: Grazie a te, è stato un piacere!

Category : Interviste
Tags : Hardcore
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07th Mag2017

After Laughter – Quest For Sanity

by Piero Di Battista

After Laughter - Quest For SanityC’è dell’aria nuova proveniente dall’Est Europa, provocata da una scena punk hardcore in lenta ma costante crescita. E di questa scena ne fanno parte gli After Laughter, band originaria di Katowice, Polonia, nata nel 2012 dalle ceneri di un altro gruppo, i Last Believer. Il combo polacco ha da poco pubblicato Quest For Sanity, album edito Antena Krzyku, etichetta loro connazionale, proponendo un punk hardcore di chiara matrice West Coast. Il disco è formato da dodici brani; una colonna portante ben solida dove i quattro sfoderano il loro punk hardcore, senza disdegnare accompagnamenti più melodici, creando un sound che tende la mano a quello di gruppi ben più noti di provenienza “stelle e strisce”. Gli After Laugher incentrano le loro tematiche, cantando in inglese, su argomenti che pongono il loro sguardo sul sociale, come lo stare dalla parte dei più deboli, il sogno per un mondo senza conflitti bellici o per i diritti degli animali, facendo in modo di risultare un gruppo fortemente impegnato.

E questo, messo assieme con le sonorità proposte, ci spinge a creare un paragone, con le dovute proporzioni, ad un gruppo come gli Anti-Flag. Sia ben chiaro: non ci troviamo di fronte ai Bad Religion made in Poland, ma parliamo di una realtà ad ogni modo interessante e che ci sentiamo di consigliare a quei pochi che sottovalutano il panorama punk hardcore europeo. Nonostante ci troviamo di fronte ad un discreto lavoro, rimane comunque prematuro considerare gli After Laughter una solida realtà, ma allo stesso tempo siamo dell’idea che le premesse non mancano. L’antipasto è di qualità, aspettiamo le altre portate.

Autore: After Laughter

Titolo Album: Quest For Sanity

Anno: 2017

Casa Discografica: Antena Krzyku

Genere musicale: Punk Hardcore

Voto: 6

Tipo: CD

Sito web: https://afterlaughter.bandcamp.com

Membri band:

Art – voce

Bolo – basso

Szym – chitarra

Mac – batteria

Tracklist:

  1. Wag The Dog

  2. November

  3. Huggy Bear

  4. Regulatae Per Metum

  5. Reminder

  6. Downhill

  7. Criminal Heroes

  8. Blueout

  9. Warming Light

  10. Sacred Private Choice

  11. Collective Responsibility

  12. Crossroads

Category : Recensioni
Tags : Hardcore
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09th Apr2017

Carnero – Assalto

by Piero Di Battista

Carnero - AssaltoL’influenza della scena hardcore italiana degli anni 80 è stata fondamentale, quasi formativa per diversi gruppi nati successivamente; tra questi ci sono i Carnero, band proveniente da Forlì ed attiva dal 2015. Il gruppo romagnolo ha da poco pubblicato il disco Assalto, undici tracce di puro hardcore punk old school contaminato da influenze crust e math. Venti minuti circa di veleno sputato fuori nella maniera più veloce e violenta possibile; l’influenza a cui si faceva riferimento poc’anzi è molto evidente nel lavoro dei Carnero, a partire dall’artwork della copertina del disco, interamente in bianco e nero, passando appunto dal sound e dalle liriche, tutte in lingua madre, che sin dai titoli (Dissanguare La Preda, Ignoranza e Veleno) fanno percepire la rabbia che pervade i quattro romagnoli.

“Carnero” è anche la traduzione in spagnolo di “caprone”, “ariete” e il disco si propone come un ariete che ti travolge totalmente in maniera spietata, senza darti alcuna speranza di sopravvivenza. Un lavoro anche ben strutturato ed omogeneo, che dimostra in maniera ineccepibile una forte attitudine da parte dei Carnero. Assalto è un disco pubblicato nei giorni nostri, ma che non avrebbe certo sfigurato negli 80’s; troppo nostalgici? No, semplicemente appassionati e rispettosi di una scena e di un periodo spesso troppo sottovalutato.

Autore: Carnero

Titolo Album: Assalto

Anno: 2017

Casa Discografica: Dischi Bervisti, Retro Vox Records

Genere musicale: Hardcore Punk

Voto: 6,5

Tipo: CD

Sito web: www.facebook.com/CARNEROHC

Membri band:

Enrico – voce

Gianmaria – chitarra

Marco – basso

Damiano – batteria

Tracklist:

  1. Città Nere

  2. Dissanguare La Preda

  3. Nodi Al Pettine

  4. Spreco pt.1

  5. Spreco pt.2

  6. Ignoranza

  7. Il Filo Del Coltello

  8. Rifletti

  9. Veleno

  10. Potere Produttivo

  11. +Punk

Category : Recensioni
Tags : Hardcore
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01st Gen2017

Descendents – Hypercaffium Spazzinate

by Piero Di Battista

descendents-hypercaffium-spazzinateDove eravamo rimasti? Può tranquillamente essere questa la prima domanda che ci si pone quando tra le mani ci si ritrova un nuovo disco dei Descendents. Non hanno bisogno di tante presentazioni, anche perché ne abbiamo ampiamente parlato quanto abbiamo trattato tutta la loro discografia. Quindi la risposta al quesito iniziale è: eravamo rimasti a Cool To Be You, disco che Milo e compagnia pubblicarono nell’ormai lontano 2004. Dopo di che ne è conseguita una lunga pausa, nella quale il cantante Milo è tornato ad insegnare Biologia, fino al 2010, quando avvenne una reunion per alcuni shows. Nel 2015 i quattro, nella stessa identica formazione del 2004, iniziano a lavorare a quel che sarà il loro nuovo album, venuto alla luce nell’estate di quest’anno tramite Epitaph Records ed intitolato Hypercaffium Spazzinate. Sedici brani (ventuno nell’edizione deluxe) per mezz’ora e passa di purissimo hardcore melodico. L’unico dubbio che poteva ristagnare prima dell’ascolto era quello di ritrovarsi una band alle prese con la parodia di sé stessa. Ma non è così. Il disco ci riporta ad un sound tipicamente 90’s. Pezzi brevi, intensi, efficaci e carichi di energia al punto giusto. Un disco che potrebbe diventare una sorta di (nuovo) manifesto del suo genere, contornato da punte di rock‘n’roll (Victim On Me) ed anche di quel pizzico di punk rock più ruvido (No Fat Burger).

Le tematiche proposte dal combo californiano trattano svariati argomenti, sfociando anche sul personale, come nel caso della opener Feel This che il bassista Karl Alvarez ha scritto dopo la morte della madre, o Limiter, dove Milo racconta di suo figlio alle prese con l’ADHD (sindrome da deficit dell’attenzione e dell’iperattività). Il disco ci pone come punto di chiusura Beyond The Music, brano incentrato sull’amicizia al di là della musica e dell’essere musicisti. Ed è proprio questa che, dal 1978, al di là delle pause, tiene saldamente in piedi il progetto Descendents. Un valore inossidabile che, anche in solitudine, riesce a tenere in vita per quasi quarant’anni uno dei gruppi più importanti della scena punk hardcore californiana. Verrebbe da dire semplicemente bentornati. E ci uniamo volentieri al coro di chi aspettava questo ottimo disco. E’ sempre un piacere vedere come queste band non più giovanissime riescono ancora a creare dei prodotti d’alto livello.

E per i fan italiani c’è un altro motivo in più di gioia: nel prossimo 11 giugno 2017 potremo finalmente vederli dal vivo al Carroponte di Sesto San Giovanni (MI) per un’unica data italiana. E’ vietato mancare.

Autore: Descendents

Titolo Album: Hypercaffium Spazzinate

Anno: 2016

Casa Discografica: Epitaph Records

Genere musicale: Hardcore melodico

Voto: 7,5

Tipo: CD

Sito web: www.descendents.tumblr.com

Membri band:

Milo Auckerman – voce

Stephen Egerton – chitarra

Karl Alvarez – basso

Bill Stevenson – batteria

Tracklist:

  1. Feel This

  2. Victim Of Me

  3. On Paper

  4. Shameless Halo

  5. No Fat Burger

  6. Testosterone

  7. Without Love

  8. We Got Defeat

  9. Smile

  10. Limiter

  11. Fighting Myself

  12. Spineless And Scarlet Red

  13. Human Being

  14. Full Circle

  15. Comeback Kid

  16. Beyond The Music

Category : Recensioni
Tags : Descendents, Hardcore
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19th Dic2016

Easy Trigger – Ways Of Perseverance

by Marco Castoldi

easy-trigger-ways-of-perseveranceDalla fondazione (2009) al secondo album Ways Of Perseverance gli Easy Trigger hanno cambiato formazione e attività (da cover band a pezzi originali), quindi si potrebbe azzardare che questo secondo è un album di debutto. Quando quest’album si materializza sulla scrivania in forma di CD con un bel teschione alla Skeletor sopra (esattamente preso nella posa della sua tipica risata malefica di inizio puntata di He-Man) e leggi che è stato registrato in un posto che si chiama la Distilleria (produzioni musicali), beh l’aspettativa non è alta… di più. Il look è un po’ sleaze, l’autodefinizione un po’ hard rock ma in tutta onestà dalla bocca dello Skeletor escono solo 10 proiettili di sano buon vecchio punk hardcore (dei pezzi cattivi dei cari Rancid, Snapcase e un po’ Pennywise) con qualche contaminazione hard alla Judas. Insomma se ti piace l’hardcore di inizio ’90 o semplicemente un po’ di musica incazzata, gli Easy Trigger sono dei proiettili da spararsi nelle cuffie in presa diretta sul cervello.

Tanta, tanta cattiveria ed energia nelle 10 tracce di un album bimodale, dove i “sì cazzo” per la cattiveria heavy si alternano ai “sì cazzo” per l’energia hardcore. Le due facce dei “sì cazzo” di cui sopra, le troviamo nei pezzi come Sold Out, The Sand, e Land Of Light, che hanno ritmica e potenza narrativa hard’n’heavy ma sempre con un tocco punk, mentre My Darkness e God Is Dead voltano il disco sulla pagina del punk hardcore, con vocal e cori prettamente e propriamente hardcore early nineties. Ci sono dei momenti della vita in cui si è stuccati dai virtuosismi e in cui i voli pindarici e tecnicismi pirotecnici hanno sfracellato le pelotas e ci si vuole sciacquare i marron glacé con musica semplice, diretta e non banale. E sono proprio quelli i momenti i cui i power chord devono regnare sovrani, spazzare via la complessità ascoltandosi un bel pezzo semplice diretto ma non banale come One Way Out. Ed è per quei momenti che un disco come Way Of Perseverance è un ottimo ascolto.

Autore: Easy Trigger

Titolo Album: Ways Of Perseverance

Anno: 2016

Casa Discografica: Autoproduzione

Genere musicale: Punk, Hardcore

Voto: 7

Tipo: CD

Sito web: https://www.facebook.com/EASYTRIGGER

Membri band:

Nico – voce

Caste – chitarra

Vale – basso

Pane – batteria

Tracklist:

  1. My Darkness

  2. Land Of Light

  3. The Watchmaker

  4. God Is Dead

  5. Turn To Stone

  6. One Way Out

  7. Blind

  8. Tell Me A Story

  9. Sold Out

  10. The Sand

Category : Recensioni
Tags : Hardcore
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11th Dic2016

Sick Of It All – The Last Act Of Defiance

by Piero Di Battista

sick-of-it-all-the-last-act-of-defianceThe Last Act Of Defiance. E’ questo il titolo dell’ultimo disco dei Sick Of It All. Ultimo al momento, dato che parliamo di un album pubblicato nell’autunno del 2014. Come i suoi due predecessori, il disco esce attraverso la Century Media Records; poco più di mezz’ora di durata suddivisa in sedici tracce di pure hardcore. Niente di nuovo direte. Solita solfa azzarderete. Ma è proprio questo il leitmotiv della band newyorkese. Se l’hardcore gode, ancora oggi, di numerosi seguaci, lo dobbiamo anche ai fratelli Koller che, attraverso la loro trentennale carriera hanno avuto il merito di portare in alto questo vessillo. Ritrovarli così, trent’anni dopo, sempre vogliosi, cattivi, energici, non è da tutti. Loro sono così, non hanno (ancora) dato cenni di stanchezza, e lo dimostrano sia i dischi, che l’energia che ci mettono durante i loro concerti. Che dire di questo disco? E’ un’altra perla che va ad arricchire ulteriormente il loro bagaglio artistico. Un disco che fonde, con ottimi risultati, un sound più grezzo, più devoto al seme dell’hardcore (Part Of History ad esempio), a delle sonorità più attuali, e talvolta anche ammiccanti al metal ( Get Bronx). Il tutto anticipato dall’ottimo singolo, con videoclip annesso, Road Less Travelled.

Con questo (momentaneo) ultimo album sappiamo benissimo che non si chiude nessun cerchio, perché la linea partita dal Queen’s (New York) nell’ormai lontano 1986 non ha alcuna voglia di incontrare quella che è la sua coda. E noi ce li godiamo. Un esempio per tanti. E non solo per ciò che riguarda l’hardcore ed il punk. Sono poche le band che riescono a mettere d’accordo un po’ tutti. I Sick Of It All sono tra queste. Godeteveli, magari, al prossimo live, prendendo parte ad un “wall of death” durante Scratch The Surface.

Autore: Sick Of It All

Titolo Album: The Last Act Of Defiance

Anno: 2014

Casa Discografica: Century Media Records

Genere musicale: Hardcore

Voto: 7

Tipo: CD

Sito web: www.sickofitall.com

Membri band:

Lou Koller – voce

Pete Koller – chitarra

Craig Setari – basso

Armand Majidi – batteria

Tracklist:

  1. Sound The Alarm

  2. 2061

  3. Road Less Traveled

  4. Get Bronx

  5. Part Of History

  6. Losing War

  7. Never Back Down

  8. Facing The Abyss

  9. Act Your Rage

  10. Disconnect Your Flesh

  11. Beltway Getaway

  12. Sidelined

  13. Outgunned

  14. DNC

  15. Stand Down

  16. With All Disrespect

Category : Recensioni
Tags : Hardcore, Sick Of It All
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