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15th Giu2018

Bonsai Bonsai – Bonsai Bonsai

by Marcello Zinno

Bonsai Bonsai - Bonsai BonsaiSotto una vestaglia indie e giovanile i Bonsai Bonsai, esordiente formazione livornese, cela un approccio rock settantiano. Questa l’impressione principale che il loro nuovo EP ci regala nei primi momenti: non sono solo le tastiere ma anche alcune parti ritmiche e taluni riff che ci portano alla mente l’hard rock dei bei tempi (ascoltare Opening). L’impressione purtroppo svanisce dopo la prima traccia, probabilmente perché la band non vuole essere scaduta già sul nascere e decide di piazzare momenti dal più facile (ops…moderno) ascolto come Question che soprattutto nella prima metà lascia il fianco scoperto ad un indie showgaze poco corpulento e molto fluorescente, dimenticando la ritmica. Anche Ripe in realtà manca di ossatura portante, piuttosto tastiere e incedere lento fanno da presagio a qualcosa che difficilmente resterà impressa nelle nostre menti e che sfuma senza mordente. Una cerca ricercatezza di fondo sembra essere espressa dal combo, ricercatezza che però non è di per sé finalizzata ad un risultato particolare: ci si perde infatti nel dipanarsi di brani come Trees, un pezzo da 3 minuti che ne sembrano 7.

Il sound (per quanto concerne la produzione) è buono ma a parere nostro va rivisto il songwriting per trovare un stile più affilato ed efficace. Questo è solo il primo EP, sicuramente ne avranno di possibilità in futuro.

Autore: Bonsai Bonsai

Titolo Album: Bonsai Bonsai

Anno: 2018

Casa Discografica: Autoproduzione

Genere musicale: Indie Rock

Voto: s.v.

Tipo: EP

Sito web: https://soundcloud.com/bonsaibonsai

Membri band:

Alberto Fiorentini – voce, chitarra

Federico Bacci – chitarra, voce

Francesco Buoncristiani – tastiere, voce

Pietro Rumo – basso

Federico Minelli – batteria, sampler

Tracklist:

  1. Opening

  2. Caught

  3. Question

  4. Ripe

  5. Trees

  6. Closing

Category : Recensioni
Tags : Indie Rock
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04th Giu2018

Il Re Tarantola – Scopri Come Ha Fatto Il Re Tarantola A Fare 50.000 Euro In Una Settimana

by Stedi

Il Re Tarantola - Scopri Come Ha Fatto Il Re Tarantola A Fare 50.000 Euro In Una SettimanaOne man project dietro il quale si cela il bresciano Manuel Bonzi. Questo terzo album dal titolo chilometrico è stato scritto, suonato, composto, registrato, mixato, masterizzato dal solo Bonzi ed prodotto per la sua etichetta La Stalla Domestica che lo pubblica in formato CD oltre che in formato digitale acquistabile su iTunes o liberamente scaricabile sul loro bandcamp. Questo Scopri Come Ha Fatto Il Re Tarantola A Fare 50.000 Euro In Una Settimana viene presentato come una sorta di indie rock concept album sulla sfiga e sull’essere sfigato, non solo inteso come tipo sfortunato, ma anche come tipo non proprio in gamba. L’artwork invece gioca sulla scaramantica figura del gatto nero che questa volta diventa autista dell’auto che vede attraversare lo stesso Re Tarantola come portatore di sfiga (oltre che sfigato egli stesso).

Tutto l’album è pervaso da quell’ironia autobiografica che lo rende godibile e divertente dal punto di vista letterario ma che lascia molto a desiderare dal punto di vista della scrittura musicale. Forse il fatto di non avere una band con cui scrivere rende l’aspetto musicale piatto e poco ricercato, si notano influenze punk rock e ci sono qua e là bei riff di chitarra (in realtà triti e ritriti) ma buona parte dell’accompagnamento sembra messo lì al servizio delle liriche dei suoi pezzi sempre divertenti e dei titoli lunghissimi come Suono Per Pagarmi Le Multe Che Prendo Quando Vado In Giro A Suonare oppure La Nostra Evoluzione Artistica Deriva Solo Dalle Sigarette. Una maggiore considerazione della parte musicale gioverebbe molto all’intero progetto che resta secondo il nostro modesto parere poco sotto la sufficienza.

Autore: Il Re Tarantola

Titolo Album: Scopri Come Ha Fatto Il Re Tarantola A Fare 50.000 Euro In Una Settimana

Anno: 2018

Casa Discografica: La Stalla Domestica

Genere musicale: Indie Rock

Voto: 5,5

Tipo: CD

Sito web: https://www.facebook.com/ilretarantola

Membri band:

Manuel Bonzi – voce, chitarra, basso, batteriaa

Tracklist:

  1. Boero

  2. Sono Un Campione A Ballare Da Seduto

  3. Agguati

  4. Un Nonno Bellissimo

  5. Mi Odio

  6. Non Ho Mai Avuto Il Fisico Di Una Volta

  7. Eroina Per Bambini Iper Attivi

  8. La Nostra Evoluzione Artistica Deriva Solo Dalle Sigarette

  9. Suono Per Pagarmi Le Multe Che Prendo Quando Vado In Giro A Suonare

  10. La Maglietta Di Joe Cocker

Category : Recensioni
Tags : Indie Rock
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29th Apr2018

Amandla – Non Ci Pensare

by Marcello Zinno

Amandla - Non Ci PensareI giovani Amandla puntano ad un genere musicale giovane. Giocano con il rock muovendosi lungo una striscia continua che vede le melodie indie pop e tanta orecchiabilità radiofonica da un lato (come in Febbre) e alcune partiture più alternative (potremo dire alcuni inserti) che li fanno aderire di più al rock (come in Spine). Una striscia che i ragazzi cercano di mantenere come linea di demarcazione ma che ogni tanto fa perdere l’equilibrio, un esempio è Al Posto Delle Parole che attinge dalle lezioni della dance e si immerge in paesaggi pop. La scrittura comunque è tutt’altro che emergente, il mood dei ritornelli (appositamente piazzati a ripetizione) fanno sì che i brani entrino nelle playlist degli under twenty; il suono del rullante è un altro elemento che caratterizza gli Amandla e che strizza l’occhio a certi gusti più sintetici, più indie e meno accostabili ad una rock band in senso stretto; il basso esce poco e quando lo fa (Sogni) lo apprezziamo. La traccia più ricercata ci sembra Mai Come Ieri, un esercizio che a tratti sfiora la psichedelia mentre per altri sembrerà rivestito di post-rock ma reso molto più digeribile dalle liriche (pop).

I testi dell’intero album puntano alle classiche argomentazioni intrise di paure e difficoltà delle giovani generazioni, cresciute tra grosse iniquità sociali ed enormi punti interrogativi circa il proprio futuro. Un album ben suonato e ben prodotto, che spazia ma che non sottolinea alcuna caratteristica musicale differenziante per gli Amandla, perdendosi nella folta scena indie pop.

Autore: Amandla

Titolo Album: Non Ci Pensare

Anno: 2018

Casa Discografica: Autoproduzione

Genere musicale: Indie Rock, Alternative Rock, Indie Pop

Voto: 5,5

Tipo: CD

Sito web: https://www.facebook.com/Amandla.officialband/

Membri band:

Gabriele Franchi – voce, chitarra

Nicolas Ardino – voce, chitarra

Riccardo Porta – basso

Alberto Zerbi – batteria

Tracklist:

  1. Febbre

  2. NCSM

  3. Al Posto Delle Parole

  4. Le Nostre Paure

  5. Mai Come Ieri

  6. Spine

  7. Sogni

  8. Duemila Viaggi

Category : Recensioni
Tags : Indie Rock
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20th Mar2018

Love Shower Love – Common Useless Mistakes

by Marcello Zinno

Love Shower Love - Common Useless MistakesAscoltiamo e riascoltiamo il nuovo album dei Love Shower Love, debutto solo con questo moniker perché i musicisti sono già conosciuti nella scena con altri progetti (Ashen Wave, LaCorte). Lo riascoltiamo più volte perché non ci abbandona una sensazione: quella che le tracce incluse in Common Useless Mistakes non siano state scritte per profonda ispirazione ma più che altro per cercare la melodia che entri nel nostro cervello, strizzando l’occhio ad un po’ di hit estive (pur essendo uscito l’album in pieno inverno) e alla sei corde indie che fa tanto moda. L’opener è l’esempio più eclatante di ciò, che in seguito si trasforma in pieno sapore nostalgico in Stolen Words e in indie pop travestito da indie rock in Proud Atlas. Letto così potrebbe sembrare una critica ma in realtà, dal nostro punto di vista è una semplice descrizione dello stile musicale della band, sarà un caso se si chiama “critica musicale” quello che facciamo (o cerchiamo di fare) eppure non bisogna leggerla con preconcetti. Gli anni 80 tornano con prepotenza in diversi momenti: Grey è uno di questi, ma anche la funky Murder She Wrote, pezzo quest’ultimo che difficilmente vi farà stare fermi (se avete più di quaranta anni); in generale percepiamo le linee di basso calde che vengono a galla in vari brani e le linee vocali simil-pop che ci ricordano anche un po’ le tonalità cupe della new wave.

C’è anche un’eccezione che conferma la regola, si chiama Desert Son ed è un brano che ha una maggiore ricerca musicale e che si distacca dal look sbarazzino degli altri momenti. Forse è su queste coordinate che la band dovrebbe puntare per proporre qualcosa di più originale. In generale un buon album che andrebbe arricchito di caratterizzazione.

Autore: Love Shower Love

Titolo Album: Common Useless Mistakes

Anno: 2017

Casa Discografica: FIL 1933

Genere musicale: Indie Rock

Voto: s.v.

Tipo: CD

Sito web: https://www.facebook.com/loveshowerlove

Membri band:

Marco Chiodi – basso, voce

Claudio Chiodi – chitarra

Stefano Perfetto – batteria, voce

Davide Genco – voce, chitarra

Tracklist:

  1. Vcv

  2. Grey

  3. Desert Son

  4. Stolen Words

  5. An Invisible Orchestra

  6. Murder She Wrote

  7. Proud Atlas

  8. The Silver Lining

Category : Recensioni
Tags : Indie Rock
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18th Mar2018

Cara Calma – Sulle Punte Per Sembrare Grandi

by Stedi

Cara Calma - Sulle Punte Per Sembrare GrandiProdotto da Karim Qqru degli Zen Circus, Sulle Punte Per Sembrare Grandi è l’interessante debutto discografico dei Cara Calma. La band bresciana nata nel 2016 debutta con questa sorta di concept album che racconta il percorso di crescita: dall’infanzia ingenua ed innocente in cui è predominante la scoperta, si passa per l’adolescenza con le sue prime ribellioni, le prime esperienze sentimentali ed il desiderio di sentirsi grandi, all’età adulta dei trentenni di oggi a cui il futuro sembra sfuggire di mano. Finalmente un disco di indie rock davvero ben fatto e ben suonato. I Cara Calma non seguono il trend delle indie band italiane di oggi, loro non vogliono sorprendere l’ascoltatore a tutti i costi con testi spesso insignificanti al limite della demenza, o arrangiamenti troppo forzati ed artefatti. Il loro rock scivola via piacevole con un suono molto più vicino al rock alternativo degli anni 90 con robuste chitarre distorte alternate a strofe pulite e richiami di punk emozionale.

Tre importanti ed azzeccati featuring arricchiscono Qualcosa Di Importante (Ambra Marie), Quello Che Mi Rende Normale (Gianluca Bartolo de Il Pan Del Diavolo) e Ci Dicevano (Nicola Manzan di Bologna Violenta).

Autore: Cara Calma

Titolo Album: Sulle Punte Per Sembrare Grandi

Anno: 2018

Casa Discografica: Cloudhead Records, Phonarchia Dischi

Genere musicale: Indie Rock

Voto: 7

Tipo: CD

Sito web: https://www.facebook.com/caracalma

Membri band:

Riccardo Taffelli – voce
Gianluca Molinari – basso
Fabiano Bolzoni – batteria
Cesare Madrigali – chitarra

Tracklist:

  1. Fango

  2. Ci Dicevano

  3. Rispettare I Centimetri

  4. Eroi

  5. Domenica

  6. Buoni Propositi

  7. Quello Che Mi Rende Normale

  8. Qualcosa Di Importante

  9. Morti

  10. Premi Sulle Ossa

Category : Recensioni
Tags : Indie Rock
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17th Gen2018

Balto – È Tutto Normale

by Marcello Zinno

Balto - È Tutto NormaleIl rock emergente dei Balto è giovane e fresco, sicuramente indie nel senso italiano del termine, ma elettrico e con tanta verve. Paura Della Sconfitta è il brano che ci dimostra questa filosofia del quartetto, molto vicina ai Voina (un po’ troppo nella titletrack), con testi incisi per un pubblico fatto di coetanei, universitari naufraghi delle loro paure, della loro crescita e della complessità che la vita impone loro. Spine Nel Fianco invece chiama in causa i Management Del Dolore Post-Operatorio del periodo McMao, sia per trame melodiche che per testi, ma non è tutto male visto che i ragazzi ci mettono del loro e sanno quando spingere creando quella carica che non solo i ritornelli ci sanno regalare. Bello il ritmo di Mondo Bianco e il suo basso profondo che fa da collante tra gli altri strumenti, profilo compositivo non da tutti.

Una bella prova questo EP che trasmette davvero desiderio di rock, alternativo o indie che sia; con un pizzico di personalizzazione e tanta adrenalina live i Balto potrebbero rappresentare qualcosa di davvero importante nella scena italiana.

Autore: Balto

Titolo Album: È Tutto Normale

Anno: 2017

Casa Discografica: Alka Record Label

Genere musicale: Indie Rock

Voto: s.v.

Tipo: EP

Sito web: https://www.facebook.com/baltolaband

Membri band:

Andrea Zanni – voce, chitarra

Manolo Liuzzi – chitarra

Marco Villa – basso

Alberto Piccioni – batteria

Tracklist:

  1. Mi Piacerebbe Tanto Ballare

  2. Paura Della Sconfitta

  3. Spine Nel Fianco

  4. Mondo Bianco

  5. È Tutto Normale

Category : Recensioni
Tags : Indie Rock
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30th Nov2017

Le Jardin Des Bruits – Assoluzione

by Marco Castoldi

Le Jardin Des Bruits - Assoluzione2068 giri al gusto di anni 90 alternativi a cavallo tra Marlene Kuntz, Afterhours e Wu Ming. Questo, in una riga, Assoluzione di Tony Vivona e Simone Tilli. Quaranta minuti di miscela indie e cantautorato alternativo impegnato e ricercato il tutto stampato in un vinile che da generosamente all’occhio la sua parte. Tolto il packaging raffinato e di livello, con questo messia formato anni 50 USA rockabilly che ti guarda sardonicamente, rimangono dieci tracce che alternano e combinano sonorità indie made in oltreoceano nei nineties del grunge alla maniera delle ballate degli Smashing Pumpkins a vocalizzi dell’alternatività anni novanta più nostrani, come i Marlene Kuntz, testi molto intellettuali e tematiche elitarie. Per orecchie affamate di indie Assoluzione è sicuramente un LP che, se messo sul piatto nel momento giusto e con la gente giusta, garantisce una figura da gran fighi, soprattutto sui due pezzi che a nostro modestissimo parere sono sintesi, emblema e espressione suprema di qualità del cocktail indie/alternative ’90 Italia/USA ovvero Assoluzione e Mentre Fuori Il Giorno Muore.

Assoluzione non è male anche per il tema intellettuale di visione critico-ironica della spiritualità e delle istituzioni secolari, leit motiv tanto caro agli alternativoni del bel paese. Mentre Fuori Il Giorno Muore è un po’ un sabato mattina piovoso di novembre tra noia di vivere e nebbia in Via Padana Superiore (tanto per citare ampollosamente quando Renga cantava per pochi eletti); noi pokeristicamente parlando l’avremmo chiamata Come Quando Fuori Piove tuttavia il senso è che il disagio di questo pezzo insieme alla ricercatezza del precedente da soli valgono l’album e la sua promozione, che, come ci stavamo dicendo, è una chicca per chi ama, vive e si ciba di indie elitario e intellectual punk.

Autore: Le Jardin Des Bruits

Titolo Album: Assoluzione

Anno: 2017

Casa Discografica: Red Cat Records

Genere musicale: Indie Rock

Voto: 7

Tipo: LP

Sito web: http://www.lejardindesbruits.it

Membri band:

Tony Vivona

Simone Tilli

Tracklist:

  1. Ovunque E Comunque

  2. Salvami

  3. Scatola Di Stelle

  4. Gesù Di Maggio

  5. Wrongsong

  6. Assoluzione

  7. Impressioni Di Movembre

  8. Mentre Fuori Il Giorno Muore

  9. Le Jardin Des Bruits

  10. Come Sempre

Category : Recensioni
Tags : Indie Rock
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21st Nov2017

Enter Shikari – The Spark

by Marcello Zinno

Enter Shikari - The SparkAnno particolare il 2017 per gli Enter Shikari (non che abbiano vissuto anni di staticità loro). Se avevano iniziato nei primi mesi con il A Take To The Skies 10 Year Celebration, per la celebrazione del decimo anniversario del loro album di debutto, la seconda metà del 2017 li vede attivi nella promozione del loro quinto album studio dal titolo The Spark che rappresenta un capitolo abbastanza diverso rispetto ai loro esordi. Mossa pubblicitaria o no, va riconosciuto a loro un intenso impegno nel corso degli anni e anche una grande facilità nel cannibalizzare generi musicali differenti. Proprio per questo si è accostato il loro nome ai generi più disparati, finendo per crearne addirittura uno nuovo, ovvero l’electronicore. Se volessimo semplificare molto il loro stile, quello presentato in questo nuovo The Spark, potremo dire che siamo nella terra dell’indie rock e in particolare nelle radici britanniche che il quartetto fa sentire in maniera preponderante; ovvio che a questo va aggiunta una forte dose di elettronica, in primis synth ma anche effetti, a donare maggior colore alla proposta.

I brani richiamano molto queste influenze, con qualche eccezione come Take My Country Back che spinge l’acceleratore sulla parte ritmica, Airfield che invece lascia a casa basso e batteria abbracciando un indie pop d’atmosfera, Shinrin-Yoku che muta in piena dance floor, e i testi rappati di Undercover Agents. In alcuni frangenti sembrano cedere alle malizie del rock (come nella parte iniziale di Rabble Rouser che poi subito cambia pelle) ma le tentazioni dell’elettronica e in alcuni casi della dance sono troppo forti. Produzione di alto livello e grande cura nei dettagli e nei suoni fanno di The Spark un album dal potenziale internazionale, noi avremo preferito una marcia in più verso il rock e il metalcore.

Autore: Enter Shikari

Titolo Album: The Spark

Anno: 2017

Casa Discografica: Ambush Reality, PIAS Recordings

Genere musicale: Elettronica, Indie Rock, Electronicore

Voto: 5,5

Tipo: CD

Sito web: https://www.entershikari.com/

Membri band:

Rou – voce, effetti

Chris – basso, voce

Rory – chitarra, voce

Rob – batteria, voce

Tracklist:

  1. The Spark

  2. The Sights

  3. Live Outside

  4. Take My Country Back

  5. Airfield

  6. Rabble Rouser

  7. Shinrin-Yoku

  8. Undercover Agents

  9. The Revolt Of The Atoms

  10. An Ode To Lost Jigsaw Pieces (In Two Movements)

  11. The Embers

Category : Recensioni
Tags : Indie Rock
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16th Nov2017

Altre Di B – Miranda!

by Marcello Zinno

Altre Di B - Miranda!Tornano gli Altre Di B, dopo quello Sport di cui avevamo parlato qui e che non ci aveva pienamente convinto. Tornano con un biglietto da visita diverso, più prestigioso, la Black Candy Records che firma il loro nuovo album dal titolo Miranda! e che probabilmente conferisce loro un respiro più internazionale. Se fosse così sarebbe di sicuro più coerente con il loro sound, visto che gli Altre Di B, oltre al moniker e alla line-up, hanno davvero poco che segna un legame con il nostro Paese. Testi in inglese, incursioni nell’elettronica, produzione in stile d’oltreoceano…tutto sembra scritto e realizzato guardando a tutt’altri mercati. E sotto questi ingredienti la vena rock della band annega, uno degli esempi più evidenti è Salgado che dispone di una sei corde graffiante ma sovrastata da tantissime altre idee se vogliamo anche piacevoli all’orecchio ma lontane dagli ambiti rock. Poi ci sono momenti in cui il rock viene solo sfiorato (Poilào), esercizi dall’abito radiofonico, ripescaggi di stili statunitensi di scrittura (Potwisha), di tentativi di composizione di grandi hit, attenzione alle manopole e a come fondere i suoni in maniera più modaiola possibile, indie pop come scelta e non come condizione (Heathrow). Si salva Tapis Roulant in cui i tempi incalzano e i riff si fanno sentire in maniera più evidente, ma è poco.

Alcuni brani ci rendono difficile una valutazione, uscendo fuori dal nostro habitat sonoro (Erevan). Nonostante ciò crediamo che gli Altre Di B abbiano un buon potenziale commerciale ma dal nostro punto di vista suggeriamo di riscoprire gli strumenti elettrici e ripartire dalla scrittura classica delle canzoni per poter lasciare il segno nella musica che conta e non solo nelle playlist o nei videoclip da spot televisivo.

Autore: Altre Di B

Titolo Album: Miranda!

Anno: 2017

Casa Discografica: Black Candy Records

Genere musicale: Indie Rock, Alternative Rock

Voto: 5

Tipo: CD

Sito web: https://altredib.bandcamp.com

Membri band:

Giacomo Gelati – voce, chitarra

Alberto Laffi – chitarra

Giovanni Ruggeri – basso

Andrea Ortolani – batteria

Tracklist:

  1. Pungi

  2. Salgado

  3. Poilào

  4. Lax

  5. Erevan

  6. Heathrow

  7. Potwisha

  8. Tapis Roulant

  9. Taxi

  10. Bloemfontein

Category : Recensioni
Tags : Indie Rock
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26th Ott2017

Case Di Vetro – Bon Voyage

by Paolo Tocco

Case Di Vetro - Bon VoyageDi tutta la settimana ci sono due momenti che allo stesso tempo amo e detesto. La domenica pomeriggio. La odio, soprattutto qui in provincia che tutto si ferma e tutto diventa di polvere. La amo, perché a breve arriverà la sera di domenica, quando tutto mi diventa intimo e riflessivo, musica che mi culla per arrivare pian piano al nuovo lunedì. Così questo esordio lo amo e lo odio allo stesso tempo. E la lancetta di questa bilancia vacilla e non poco e sono sicuro che arriverò alla fine della recensione senza averci capito un cazzo. I Case Di Vetro pubblicano il loro primo lavoro dal titolo Bon Voyage. Nuvole barocche, polvere in ciclostile, caratteri ferrosi sulla scrivania su cui poggio i vinili quando, dalla provincia non si vuole uscire e stai fresco ad usare un deca come diceva Max Pezzali. In provincia ci si fa grandi subito e va bene così. Un disco metropolitano ma che ci prova a diventare mainstream sfoggiando arrangiamenti pop che oggi diremmo simili a quelli che i padroni del mestiere hanno messo in bocca a quasi tutti i pupazzetti del finto indie italiano. Ritroviamo suoni così quasi ovunque, con le opportune differenze ovviamente – ma che siano sempre differenze tiepide tiepide – dai TheGiornalisti a Colapesce passando per tal dei tali. Che poi alla fine, a sentir bene tutto, io ci ritrovo il bellissimo pop d’autore di Antonello Venditti (tanto per dirne una). Ma tanto le nuove generazioni a momenti non sanno manco chi sia Venditti quindi tutto sembra nuovo.

Questo disco suona bene per quel che significa l’equilibrio e la musicalità. Suona male per quel che significa la voce che si trascina non curandosi quasi di niente (questa moda di essere bohémien contro il sistema rinnegando anche l’educazione al canto ormai è troppo di moda per sembrare originale). Suona bene per la scrittura melodica: spesso troviamo incisi vincenti come il singolo Non Dormire (pezzo che personalmente trovo essere il vertice di questo lavoro, encomio totale all’idea e alla realizzazione del video, azzeccato e vincente sotto tutti i punti di vista, dai colori, dal montaggio, dalla scrittura, dagli oggetti usati… bravi!) o la nebbia affascinante di un tramonto d’autunno di Slovenia dove la strofa vince su tutto con una chiusa che mi rimanda a tante di quelle cose che non saprei scegliere e ricordarne mezza. Suona male questo disco se penso che tutti i suoni sono (o sembrano) randagi e senza gusto, poggiati lì come si buttano sul tavolo i pezzi di un puzzle sperando che si incastrino da soli. E il paradosso è che il tutto alla fine ha un senso e una coerenza. Il tutto funziona ma, accidenti, mi raschia la pelle e non capisco proprio perché. Questa voce che taglia in due l’aria ed esce dal mix senza chiedere scusa mi piace e mi fa incazzare. Questo mood sempre etereo e liquido mi piace per l’atmosfera che crea, che tanto mi somiglia e tantissimo mi fa star bene e altrettanto mi annoia per non darmi una sorpresa che sia una.

Un esordio in bilico come il suono che disegna. Mi piace tantissimo e altrettanto mi sfugge. Tutto ha coerenza e qui non ci sono i padroni della stalla a dar da mangiare il fieno ai burattini. Qui ci sono persone e artisti di carne e di ossa che anche sotto la pioggia sono usciti a raccogliere qualche osso avanzato dal banchetto dei padroni. E solo per questo mi tengo stretto il mio ambiguo sapore agrodolce e rimetto in play questo disco che come esordio merita tutta la mia stia. Play.

Autore: Case Di Vetro

Titolo Album: Bon Voyage

Anno: 2017

Casa Discografica: Dreamingorilla Records

Genere musicale: Indie Rock

Voto: 6,5

Tipo: CD

Sito web: http://www.casedivetro.com

Membri band:

Alfonso Fanella – voce

Fabrizio Rossi – chitarra

Andrea Penco – batteria

Tracklist:

  1. Milano

  2. Non Dormire

  3. Bon Voyage

  4. Slovenia

  5. Docile*

  6. Aprile

  7. Non Tornare

Category : Recensioni
Tags : Indie Rock
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