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21st Mag2015

Linea 77 – Oh!

by Francesca Carbone

Linea 77 - Oh!Dopo un lungo percorso che ci ha visti ripercorrere la storia dei Linea 77 dal 1998 ad oggi, eccoci qui a parlare di Oh!, capitolo conclusivo di questa rubrica e ultima fatica del combo torinese. Anche se nella pratica l’album segue la pubblicazione de La Speranza E’ Una Trappola, esso doveva essere preceduto da C’Eravamo Tanto Amati, full length andato completamente perso a causa di un guasto tecnico e che la band non ha mai più voluto riregistrare. Oh! non porta con sé le sperimentazioni del precedente lavoro e fa sì che le composizioni creino un flash back di sonorità, all’interno delle quasi si può percepire un nostalgico e piacevole ritorno alle origini. L’Involuzione Della Specie, che in origine avrebbe dovuto anticipare l’uscita di C’Eravamo Tanto Amati, è un concentrato di concetti e di versi taglienti come lame. Il songwriting si distingue fra versi ripetitivi, che come una sorta di cantilena ipnotica, catturano l’ascoltatore, e versi più prosastici di forte spicco. “Io sono stato abituato a non fidarmi di te/a rispettarti solamente se rispetti me/ a cercare di fottere il prossimo il più possibile,/ specialmente se è più fragile di me./ E se tanto mi dà tanto./ è così che va da quando esiste l’universo. /e di chi cerca di cambiare non mi fido/ e alle tue rivoluzioni non ci credo” è un valido e crudo esempio di quanto appena scritto.

Io Sapere Poco Leggere, altro lascito del mancato album, va ascoltata più volte e, secondo il mio parere, va assemblata con il suo video, diretto e sconcertante nei concetti. La musica, che in alcuni punti strizza l’occhio ai conterranei Subsonica, esula dal concetto di armoni e così facendo accentua un testo che, giocando su accostamenti spesso antitetici, risulta poco immediato, ma di estrema intelligenza. Divide Et Impera vede la partecipazione di En?gma, giovane rapper di grande talento, che dà una veste interessante all’esecuzione ravvivandola e incattivendola. L’intro è una bomba di adrenalina che spiana la strofa ad En?gma ed al suo flow che, tra ironia e depistaggi, trova un ruolo da protagonista all’interno della composizione. Non Esistere, originariamente dei torinesi Fluxus, è una cover che vede fra gli esecutori uno degli autori del pezzo originario: Franz Goria, voce e chitarra di questa band ingiustamente sottovalutata e che meriterebbe una nota di merito nel panorama musica. La collaborazione fra i Linea 77 e lo stesso Goria danno vita a questa nuova, e di più ampio respiro, esecuzione che, senza far rimpiangere od oscurare il passato, danno un nuovo sapore al pezzo. Il testo è una poesia che trova nella musica, qualunque essa sia, un arricchimento in grado di dare sfumature diverse e che ad ogni ascolto si rinnovano.

Oh!, per quanto nella musica sia semplice e molto old style, è un lavoro estremamente concettuale, non immediato e che ad un primo ascolto non si fa apprezzare. È un rinnovarsi attraverso le sonorità del passato, ma con dei testi che fanno presa su un presente complesso e contraddittorio, incoerente e che solo la musica, proprio perché senza barriere, riesce a definire. I Linea 77 hanno dimostrato per l’ennesima volta di essere un band attenta e profonda, in grado di giocare con le parole e di entrare nella realtà dei fatti senza fermarsi alle apparenze. Se per i precedenti album mi è sempre stato facile riuscire a darne un giudizio globale, con Oh! mi risulta quasi impossibile. Lascio a voi lettori e ascoltatori l’arduo compito di stabilirne il giudizio finale dopo però una serie di ascolti mirati e ponderati.

Autore: Linea 77 Titolo Album: Oh!
Anno: 2015 Casa Discografica: INRI
Genere musicale: Alternative Metal, Rap Rock Voto: 7
Tipo: CD Sito web: http://www.linea77.com
Membri band:

Nitto – voce

Dade – voce

Chinaski – chitarra

Paolo – chitarra

Maggio – basso

Tozzo – batteria, percussioni

Tracklist:

  1. Presentat-Arm!
  2. Luce
  3. Divide Et Impera (feat. En?gma)
  4. Absente Reo
  5. Io Sapere Poco Leggere
  6. Caos (feat. Sabino)
  7. Come Stanno Veramente Le Cose
  8. L’Involuzione Della Specie
  9. Zero
  10. Non   Esistere (feat. Franz Goria)
Category : Recensioni
Tags : Alternative Metal, Linea 77
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14th Mag2015

Linea 77 – La Speranza E’ Una Trappola (Part 1)

by Francesca Carbone

Linea 77 - La Speranza E' Una Trappola (Part 1)Conclusasi con 10 una lunga carriera con la stessa formazione, nel 2012 i Linea 77 si rinnovano nelle componenti interne e nello stile. Archiviata la collaborazione con Emi, ne La Speranza E’ Una Trappola (Part 1) oltre ad apprezzare la storica voce di Nitto ritroviamo Dade con una veste nuova: dopo svariati anni dietro alle corde del basso, si riscopre cantante ed intrattenitore. La nuova formazione e la virata di stile, che strizza l’occhio ad un sound più elettronico e contemporaneo, creerà una spaccatura all’interno dei loro sostenitori che, ancora oggi, amano dividersi (e polemizzare), fra fan della vecchia guardia e fan della nuova era. Il Veleno inaugura questo nuovo battesimo musicale con carica e aggressività, muovendosi su melodie disarmoniche e facendo leva su un ritornello grezzo e diretto. L’assenza del contrasto vocale dato dalle precedenti voci si fa subito sentire, ma con l’abitudine ed un ascolto plurimo si fa presto ad apprezzare questo prodotto. La Musica E’ Finita è il risultato dei tanti sassolini nelle scarpe accumulati in anni di carriera. E’ una sorta di risposta e/o controrecensione alle centinaia di articoli usciti sia sulla band che in sulla musica in generale, condita da critiche piatte e stereotipate. Il pezzo, ironico e tagliente, è uno dei più scattanti del disco e il suo video, così parodistico e divertente, è un’ulteriore carta jolly.

La Speranza E’ Una Trappola, che nel titolo rende omaggio al compianto Mario Monicelli, è un pezzo plurivalente che acquisisce sfumature diverse ad ogni ascolto. Il songwriting, che si destreggia fra citazioni e versi inediti, è destinato a far riflettere. Un Uomo In Meno è, secondo il mio parere, il pezzo più bello di questo EP e uno dei migliori dell’intera carriera dei Linea 77. I violini scandiscono un testo pregno e spiazzante che, con una metrica molto particolare, ha tutte le caratteristiche e colorazioni di una poesia. “Miro sempre in alto soltanto con lo sguardo/ e non riesco mai a trovare il tempo di pensare ad altro/ e ogni volta che il sangue entra nelle vene/ è il silenzio dell’anima che abbraccia altre catene” è una citazione così virtuosa ed estremamente cruda e reale che il ritornello, diretto come pochi, risulta quasi essere soft. Su Un Uomo In Meno ci si potrebbero scrivere pagine intere, ma lascio a voi lettori l’ultima parola e l’ultima riflessione. La musica è un luogo in cui tutti trovano il modo di esprimersi, una valvola di sfogo, un contenitori di idee e pensieri in continua espansione e che mai invecchia e Avevate Ragione Voi ne è un esempio. Rimarcando i fatti di Genova 2001, una pagina nera della storia italiana composta da mille ingredienti ad esclusione della verità, la band dà libero sfogo ad una rabbia repressa che, fino all’ultimo, ha sperato di risolversi nella più completa e giustizia. Il testo parla da sé, così come le intercettazioni che concludono in maniera disarmante un pezzo che meriterebbe più attenzione.

La Caduta si avvale della collaborazione degli LNRiplay, collettivo torinese che sperimenta contaminazioni musicali servendosi dell’elettronica. Il pezzo, che consiglio a tutti di ascoltare live, è una bomba ad orologeria che scoppia dopo pochi secondi conquistando chi ascolta lasciandolo senza fiato. Malgrado la differenza con i lavori precedenti sia notevole, La Speranza E’ Una Trappola (Part 1) è un ripartire da zero da parte di una band che, volente o nolente, non si è mai fermata e che con il passare degli anni ha saputo svecchiarsi senza troppi compromessi.

Autore: Linea 77 Titolo Album: La Speranza E’ Una Trappola (Part 1)
Anno: 2012 Casa Discografica: INRI
Genere musicale: Rap Rock Voto: 8
Tipo: EP Sito web: http://www.linea77.com
Membri band:

Nitto – voce

Dade – voce

Chinaski – chitarra

Paolo – chitarra

Maggio – basso

Tozzo – batteria, percussioni

Tracklist:

  1. Il Veleno
  2. La Musica E’ Finita
  3. La Speranza E’ Una Trappola
  4. Un Uomo In Meno
  5. Avevate Ragione Voi
  6. La Caduta (feat. LNRiplay)
Category : Recensioni
Tags : Linea 77
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07th Mag2015

Linea 77 – 10

by Francesca Carbone

Linea 77 - 10A distanza di due anni da Horror Vacui, i Linea 77 ritorno sulla scena musicale con 10 album cantato interamente in italiano e ultimo con la storica formazione. Infatti, con grande stupore di fedeli e fedelissimi, i successivi album vedranno l’assenza di Emi, voce storica, e il passaggio al microfono di Dade. In questo lavoro nulla è lasciato al caso a partire dal titolo stesso che omaggia così la decima uscita discografica del combo torinese. E 10 è il voto che va ai testi delle loro canzoni, che risultano essere un’indagine profonda della realtà in cui viviamo rinvigoriti da un sound che unisce alternative e melodico. Vertigine è il singolo di lancio, a livello ritmico risulta decisamente più pacata rispetto a ben altre canzoni, ma proprio questa pacatezza mette in rilievo le parole taglienti del testo. Vertigine, il cui nome richiama il precedente album Horror Vacui, descrive i disagi dell’uomo moderno: la paura dell’incertezza e la sensazione di vuoto; Il Senso è il brano più espressivo di tutto l’album. Musica e testo si intrecciano in un perfetto duo completandosi a vicenda. È molto interessante l’alternarsi di ritmi, a volte concitati e a volte melodici, che scandiscono i versi del testo, a volte posati e a volte disperati. Nonostante siano passati cinque anni, Il Senso rimane un brano fortemente attuale e che, facendo riferimento al caso di Eluana Englaro, affronta il concetto di eutanasia, argomento ancora oggi fortemente controverso e dibattuto.

Tank!, dal cantato così drammatico, è un pezzo molto emotivo e tagliente i cui versi hanno una venatura quasi poetica. Il ritornello rimane uno dei momenti più belli dell’intero album.L’Ultima Volta chiude questo intenso capitolo musicale. La musica, estremamente semplice, trasmette un senso di fine e accompagna un testo che racchiude il messaggio della band. Con 10 i Linea77 hanno dimostrato quanto si possa osare con l’italiano, lingua così complicata e piena di sfumature, e quanto la musica possa essere un veicolo di riflessioni e messaggi. Essendo questo l’ultimo album pubblicato con la formazione storica, da molti viene considerato come l’ultimo album dei Linea77 che nei lavori successivi, oltre a rinnovare in buona parte la line up, si approcceranno ad un sound più contemporaneo ed attuale.

Autore: Linea 77 Titolo Album: 10
Anno: 2010 Casa Discografica: Universal
Genere musicale: Nu Metal, Alternative Metal Voto: 8,5
Tipo: CD Sito web: http://www.linea77.com
Membri band:

Nitto – voce

Chinaski – chitarra

Dade – basso, chitarra, voce

Tozzo – batteria

Tracklist:

  1. Muezzin
  2. Vertigine
  3. Il Senso
  4. A Noi
  5. Aspettando Meteoriti
  6. La Notte
  7. Come Vipere
  8. Au Revoir
  9. Tank!
  10. L’ultima Volta
Category : Recensioni
Tags : Linea 77
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30th Apr2015

Linea 77 – Horror Vacui

by Francesca Carbone

Linea 77 - Horror VacuiIl 2008 si dimostra essere un anno proficuo per Linea 77 che aprono il nuovo anno con Horror Vacui, un contenitore di tutto ciò che è accaduto e che sta accadendo nella società, nonché quarto album della band. Con una copertina piuttosto inquietante, ma estremamente chiara e simbolica, Horror Vacui è il ritratto dell’uomo moderno così ricco di tecnologia e oggettistica, ma al contempo solo e con mancanze che vengono colmate da cose e non persone. Il Mostro, che all’epoca anticipò di un mese l’uscita dell’album, è uno dei brani simbolo di questo album e illustra, aiutato anche da un video ancora oggi cliccatissimo, ciò che noi siamo: automi, contenitori di paure che vivono schiacciati da una società che non vuole il diverso. Il brano ha una musicalità particolare che gioca su un insieme di note poco armoniose, ma che al contempo scandiscono una marcia che non copre ma si intesse perfettamente con il testo. Sempre Meglio, richiestissima e cantatissima durante i live, è l’inno generazionale degli anni 2000 che, senza peli sulla lingua, mette nero su bianco ciò che non va e le continue menzogne che quotidianamente, e da più punti, ci bombardano. Se normalmente musica e testo trovano insieme il giusto connubio, il questo caso l’aspetto melodico, fatta eccezione per la batteria di Tozzo, passa totalmente in secondo piano lasciando spazio ad un cantato diretto e che interpreta il songwriting calandosi nel mood dei versi. Se normalmente dai testi riesco sempre ad estrapolare un verso particolarmente significativo, con Sempre Meglio mi è molto difficile, in quanto la tessitura fitta e concatenata fa in modo che ogni verso completi il precedente spiegandone il significato. Piuttosto drammatico e sconcertante è il finale che, caricandosi di adrenalina, grida “E mi ritrovo a vivere in un paese all’incontrario dove tutto precipita perché qui nessuno sbaglia mai”.

Ogni volta che si pubblica un nuovo lavoro si finisce sempre per creare una divisione, non sempre netta, tra chi apprezza la novità e chi è vittima de “il precedente era il miglior” oppure “dopo il primo album non sono più riusciti a combinar nulla”, se normalmente la percentuale fra le due fazioni è piuttosto equa, con la diffusione di Sogni Risplendono, in duetto con Tiziano Ferro, si è creata una spaccatura tra fan della prima e dell’ultima ora. I duetti generalmente non sempre sono visti di buon occhio, ma quando il mondo dell’alternative decide di incontrare il mondo del pop italiano la rivolta non può che essere vicina. La canzone, malgrado le critiche piuttosto sterili, a mio parere ha dato un risultato finale orecchiabile, fruibile da parte di un pubblico più vasto del solito e interessante dal punto di vista sonoro. Nonostante le diversità oggettive fra le timbriche di Nitto, Emi e Tiziano Ferro, l’insieme è vivace e permette di cogliere quelle sfumature non sempre palesi in brani singoli.

La Nuova Musica Italiana è una sorta di inno nazionale al contrario che, invece di mettere in mostra le glorie, elenca con ironia le contraddizioni italiane che non sembrano destinate a finire. La musica, che nell’intro riprende le note dell’inno nazionale, è ridotta all’osso lasciando, anche in questo caso, che le parole vestano la parte del protagonista senza essere fraintese e mascherate dietro alle note. Touch 2.0 è la rinascita, la riedizione, la reinterpretazione e chi più ne ha più ne metta, di Touch, canzone su cui in sede live è impossibile contare le fratture da poco. Malgrado io sia fedele all’originale, questa nuova versione dà energia ad un brano che nel tempo rischiava di perdere di potenza. Horror Vacui è, come per tutti gli album della band, un concentrato di idee e concetti che, anche se porta il nome di un major, non conoscono limiti né barriere, arrivando senza filtri ad un pubblico fedele e sempre più numeroso.

Autore: Linea 77 Titolo Album:   Horror Vacui
Anno: 2008 Casa Discografica: Universal
Genere musicale: Alternative Metal Voto: 7,5
Tipo: CD Sito web: http://www.linea77.com
Membri band:

Emi – voce

Nitto – voce

Chinasky – chitarra

Dade – basso

Tozzo – batteria e percussioni

Tracklist:

  1. The Sharp Sound Of Blades
  2. Sempre Meglio
  3. Grotesque
  4. Il Mostro
  5. Sogni Risplendono (feat. Tiziano Ferro)
  6. My Magic Skeleton
  7. Penelope
  8. Mi Vida
  9. Overload
  10. La Nuova Musica Italiana
  11. Touch   2.0
Category : Recensioni
Tags : Linea 77
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16th Apr2015

Linea 77 – Venareal 1995

by Francesca Carbone

Linea 77 - Venareal 1995Fedelissime e fedelissimi lettori di Rock Garage, eccoci puntuali con la rubrica settimanale dedicata ai Linea77 ed eccoci qui a parlare non di Horror Vacui, di cui sicuramente aspettavate a rigor di logica l’articolo, ma di una raccolta di inediti usciti nel 2007 e che offre uno spaccato di ciò che i Linea77 hanno inciso come neoformazione a metà anni’90: Venareal 1995. Nel 1995 la band esisteva da appena due anni e vantava una formazione diversa, che vedeva in più Colino alla chitarra e Sibba alla voce, e uno stile decisamente diverso e più grezzo che, lo ammetto senza vergogna, avrei voluto poter vivere se solo non avessi avuto la tenerissima età di sei anni! Venareal 1995 è una raccolta di brani incisi nel 1995 che per anni non hanno visto la luce e che, contrariamente agli album che l’hanno preceduta, è quasi totalmente in italiano e vede come elemento predominante un cantato rap molto veloce che non si basa sulla precisione, ma sull’immediatezza. La raccolta è da apprezzare per il suo lato acerbo, limpido e che non scende a compromessi.

A livello compositivo la musica è violenta, estremamente distorta e cupa, e che ricalca quel metal sporco anni’80 che tanto piace ricordare e ascoltare. Razor e The Fall, registrati nel 2006, sono gli unici brani in lingua inglese presenti all’interno dell’album e, malgrado siano più recenti, risultano ben amalgamati all’interno della tracklist. Flussi Informativi, così multicolore e così veloce, è una bomba ad orologeria che a livello di sound non segue un filo logico, ma che va apprezzata per questo. Abbiamo un intro di basso, vera guida del pezzo, molto cupo, un riff con pochi accordi, un assolo, la distorsione e gli effetti wah wah: un miscuglio di effetti e sonorità che risultano essere vincenti. Il testo, irrefrenabile e asimmetrico, va letto e riletto, ascoltato e riascoltato per poterne apprezzare la reale potenza che sfocia nel verso, più attuale che mai, “Siamo campionamenti di modelli da seguire ma siamo anche capaci di inventare una rivoluzione, basata su concetti di uguaglianza tra persone, a prescindere dal fatto che sei giallo o sei marrone”. Svastika, il cui inizio è molto Tom Morello style, ripropone il sound tipico di Too Much Happiness Maked Kids Paranoid con un richiamo molto forte all’heavy metal anni’80. Tecnicamente parlando la realizzazione è un po’ confusionaria in quanto il testo, estremamente lungo ed intricato, si incastra con difficoltà nella tessitura musicale andando, purtroppo, a perdere di significato. Invito tutti, fan e non, a leggere le parole di questa canzone e a rifletterci su in quanto, nonostante siano passato ben vent’anni, descrive esattamente ciò che stiamo vivendo ora.

Da molti criticato, in quanto le raccolte di inediti e di successi famosi sono viste con occhio negativo, passato quasi inosservato e dai critici musicali interpretato fuori dal contesto originario, Venareal 1995 è un tuffo del passato che mostra le base di una band che, nel bene e nel male, ha sempre fatto e continua a far parlare di sé. Malgrado nella tecnica vi siano degli errori evidenti come la mancanza di metrica e la riuscita sregolata della parte rap, Venareal 1995 è un concentrato di idee ed energia che merita di essere ascoltato e apprezzato per il suo essere libero.

Autore: Linea   77 Titolo Album:   Venareal 1995
Anno: 2007 Casa Discografica: Earache Records
Genere musicale: Nu Metal, Alternative Metal, Rap   Rock Voto: 6
Tipo: CD Sito web: http://www.linea77.com
Membri band:

Emi – voce

Nitto – voce

Sibba – voce

Dade – basso

Chinanski – chitarra

Colino – chitarra

Tozzo – batteria, percussioni

Tracklist:

  1.   Razor
  2.   The Fall
  3.   Contatto
  4.   Flussi Informativi
  5.   Sottopressione
  6.   Schegge
  7.   Gocce
  8.   Svastika
  9.   Il Pasto Regale
  10. Fuga
  11. Non   Ricordi Niente
  12. Kaos
Category : Recensioni
Tags : Linea 77
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09th Apr2015

Linea 77 – Available For Propaganda

by Francesca Carbone

Linea 77 - Available For PropagandaA soli due anni di distanza dal precedente Numb, nel 2005 i Linea 77 dimostrano di non aver esaurito le cartucce e, dopo aver registrato in quel di Los Angeles, pubblicano il loro quarto album dal titolo Available For Propaganda. Passato più in sordina rispetto ad altri dischi, questo quarto capitolo musicale è una sorta di transizione che avvia la band verso una virata di genere e di sonorità. Il songwriting, alternato fra scarno e filosofico, si fa concettualmente più intenso e mette in mostra una insofferenza verso i continui cambiamenti della società, spesso troppo meccanici e poco naturali. “Hey and i’ve thought everything was alright/ there’s no shelter, you can’t hide yourself,/ just find what you wanna be!/ Selling prayers, selling cars, selling music to the crowd/ did you loose yourself?/And is this what i got?” cantavano in I Thoughs Everything Was Alright, seconda traccia che scandisce perfettamente quanto scritto poc’anzi.La musica, non troppo complessa e, a mio parere, volutamente scarna, fa da letto ad un testo completamente opposto, come a voler smorzare i toni.

La successiva Inno All’Odio, amata e odiata dalla band, è un tormentone che per parecchi tour perseguiterà la band e che, dopo Fantasma, ha dato voce ad un folto pubblico.La musica, più orecchiabile rispetto a quella di altri brani, rende il pezzo fin da subito appetibile per un pubblico più ampio ed omogeneo, raggiungendo anche i più insospettabili. Il ritornello, una sorta di climax sonoro e testuale, senza freni e immediatamente schietto, mette nero su bianco un pensiero comune che ancora oggi, a distanza di dieci anni, non risulta solo contemporaneo, ma ampliato nelle sue essenze: “La nostra storia è un inno all’odio/ colpevoli di tacito consenso/ un inno all’odio/ cantiamo inconsapevoli ogni giorno/ ed ogni santo giorno/ Persistiamo nell’errore”.Sleepless, alternative e accattivante, coinvolge e appassiona fin da subito per il suo riff iniziale e il sound, che strizza l’occhio al punk moderno, ne accresce di potenza l’immediatezza. Il mix di stili, da sempre parte integrante della storia della band, rende il tutto estremamente interessante e prepara l’ascoltare per la successiva, e più radio friendly, Evoluzione il cui video, girato in una discarica, è parte integrante per la resa del pezzo.

Quando si acquista un CD c’è sempre la traccia che non piace, quella che si skippa senza ritegno e che a lungo andare finisce nel dimenticatoio insieme ad altre sfortunate e tra queste, lo ammetto, per anni e anni ho lasciato a prendere polvere Squeal, che in questa sede mi sento di rivalutare.Dissonante erude, la traccia, come dice il titolo stesso, è un urlo di rabbia, inizialmente confuso, che via via si definisce, con un crescendo sonoro, difendendo la propria unicità e andando contro tutto quel sistema che vuole creare etichette e includere ognuno di noi in un gruppo, una massa, facendo perdere ciò che più ci contraddistingue: la nostra identità. To Protect And Serve, molto american style, conclude questo lavoro così ingiustamente poco citato.Vi sono album, e questo vale per ogni artista e band, più incentrati sulla musica, altri sui testi ed altri puramente promozionali, spesso i più forzati. Rispetto ad altri dischi della band, Available For Propaganda non è per nulla immediato, è spesso disarmonico e non si fa apprezzare, salvo per i due tormentoni, fin dal primo ascolto.

I testi, da sempre di un certo peso, sono qui messi in primo piano, a discapito della musica, e confezionano un prodotto che va studiato, immagazzinato ed interpretato. A distanza di anni, con un orecchio più raffinato ed un background diverso, mi sento di apprezzare, sotto nuova luce, questo quarto lavoro apprezzandone l’estrema crudezza e la sua oggettiva contemporaneità.

Autore: Linea 77 Titolo Album: Available For Propaganda
Anno: 2005 Casa Discografica: Earache Records
Genere musicale: Alternative Metal, Nu Metal Voto: 7
Tipo: CD Sito web: http://www.linea77.com
Membri band:

Emi – voce

Nitto – voce

Chinasky – chitarra

Dade – basso

Tozzo – batteria e percussioni

Tracklist:

  1. Fist
  2. I Thought Everything Was Alright
  3. Inno All’Odio
  4. Charon
  5. Sleepless
  6. Evoluzione
  7. Lost In A Videogame
  8. Rotten Muth & Broken Arms
  9. Squeal
  10. A.D.H.D.
  11. Therapia
  12. To Protect And Serve
Category : Recensioni
Tags : Alternative Metal, Linea 77
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02nd Apr2015

Linea 77 – Numb

by Francesca Carbone

Linea 77 - NumbContinua la saga sui Linea 77 qui su RockGarage e questa settimana parliamo dell’album che più ha lanciato la band nel mondo, passatemi il termine ma con molte virgolette, dello show business consacrandola su tv, radio e riviste: Numb. Parlare di questo album è difficile, in quanto non solo dà una svolta decisiva alla carriera della band ma ha fatto sì che l’autrice della recensione, all’epoca quattordicenne, abbandonasse il mondo patinato e plasticato del “teen pop” per vertere su gusti più alternativi. Ci sono album che cambiano la vita, nel bene e nel male, che segnano un cambio di direzione e che segnano il percorso di ognuno di noi, per me si tratta di Numb e quindi, cari lettori, siate clementi e cogliete il lato affettuoso, e forse poco distaccato, con cui parlerò di questo terzo album. Il 2003 è per molti aspetti un anno strano, in quanto non si è più negli anni 90 ma non si è nemmeno totalmente negli anni 00. In tv sbucano i primi reality e i canali musicali tengono incollati migliaia di ragazzi nel loro doposcuola con programmi che, purtroppo, con il tempo si sono persi per strada portando con sé un pezzo di storia e tanti ricordi. E’ proprio su uno di questi canali che svogliatamente incappo durante una break dallo studio ed è così che ascolto per la prima volta Fantasma, tormentone indiscusso del quintetto torinese.

Nella carriera dei Linea 77 non c’è solo questa canzone così come in Numb stesso, pieno di successi e chicche, ma Fantasma è un brano che ha fatto parlare di sé, ha fatto pogare fino ai lividi e ha descritto in pieno il malcontento generale e le insicurezze di una generazione che già all’ora vacillava di fronte ad un futuro incerto. Se Fantasma mi colpii per la sua analisi situazionale, Venus, che fa da apri pista, mi catturò per la sua anima miscellanea. Musicalmente complesso e vario, il brano è un intreccio ben distribuito che si muove sulla dissonanza di più generi e stili e il riff di basso, profondo e tenebroso, sostiene un testo goliardico e movimentato. Insane Lovers, che musicalmente sembra un pezzo dei System Of A Down, è puro e grezzo, immediato e schietto, violento e adrenalinico. Come per il precedente brano, il jolly che regge la composizione è la commistione melodica che mette in luce il lato giocoso della musica, che ti permette di non avere limiti e aprire continuamente parentesi. Warhol introduce il primo dei due duetti contenuti nell’album, il meno famoso e radiofonico, ma a mio parere, senza nulla togliere ai Subsonica, il più interessante.

La dissonanza la fa da padrona creando una spirale infinita che rispecchia perfettamente il titolo della canzone, Warhol, compianto artista e famoso per la sua arte non convenzionale e contraria ad ogni tipo di regola,  66 (Diabolus In Musica), il cui video mostra una Piazza Castello gremita di gente, è il secondo duetto incluso nell’album che unisce quelle che all’ora rappresentavano le due anime di Torino: Linea 77 e Subsonica. Malgrado le band seguano generi diametralmente opposti, questo brano mette in luce un reciproco cambio di registro che venne premiato ampiamente dal pubblico, diventando indubbiamente uno dei tormentoni. Third Moon è un altro pezzo da novanta che gioca di velocità e songwriting, regalando un testo bellissimo e parecchio introspettivo.“Follow the white rabbit, it’s the right way, turn off the eyes on the world that you got, go out on the streets, watch the faces of all the people that you can see, feel the atmosphere!” rimane uno dei versi più belli e contemporanei dell’album. Se fino ad adesso Numb è stato un concentrato di velocità e rabbia Alienation Is The New Form Of Zen, che conclude questo terzo capitolo, chiude in maniera riposante il tutto. Molto british nello stile e nel mood, Alienation Is The New Form Of Zen porta con sé malinconia e riflessione, lasciando in chi ascolta il tempo per assimilare quanto appena ascoltato.

In conclusione Numb è un album ricco di storia e che mette sotto la luce la varietà multigenere della band. Il disco ha fatto la storia e i suoi testi, nonostante siano passati ben dodici anni, continuano a parlare alle nuove generazioni risultando sempre più attuali.

Autore: Linea 77 Titolo Album: Numb
Anno: 2003 Casa Discografica: Earache Records
Genere musicale: Alternative Metal, Nu Metal Voto: 8,5
Tipo: CD Sito web: http://www.linea77.com
Membri band:

Emi – voce

Nitto – voce

Chinasky – chitarra

Dade – basso

Tozzo – batteria, percussioni

Tracklist:

  1.   Venus
  2.   Insane Lovers
  3.   Fantasma
  4.   Warhol (feat. Aretuska’s BrasSicilian)
  5.   Ants
  6. 66 (Diabolus In Musica (feat.   Subsonica)
  7.   Third Moon
  8.   I Fall Asleep
  9.   Houdini
  10. New   World Soccer
  11. Alienation Is The New Form Of Zen
Category : Recensioni
Tags : Linea 77
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26th Mar2015

Linea 77 – Ketchup Suicide

by Francesca Carbone

Linea 77 - Ketchup SuicideSe settimana scorsa abbiamo parlato di Happiness Makes Kids Paranoid, quest’oggi lo passeremo in compagnia di Ketchup Suicide, storico album dei torinesi Linea77 che, oltre ad aver trionfato al momento della sua pubblicazione nel 2000 (nel 2001 a livello europeo), ha rivissuto il suo momento di gloria nel 2011 in occasione del suo decennale con un revival tour carico di emozioni e tanti bei ricordi.Se all’interno del debut album erano emerse alcune incertezze dettate da quel tocco acerbo ma piacevole della band, con Ketchup Suicide si è di fronte ad un lavoro lodevole, completo e maturo. Il sound, decisamente più personalizzato, si mantiene su una linea sottile tra aggressivo e melodico, tra crossover, nu metal e alternative, un mix ben riuscito e molto fortunato. Potato Music Machine, così dissonante e allo stesso tempo armoniosa, ha un tono cupo che si arricchisce di sfumature nel suo ritornello, cantilenante e ipnotizzante, rotto dalla voce di Emi, un’increspatura altisonante all’interno dell’esecuzione. Il basso, da moltissime band ingiustamente bistrattato e messo in disparte, trova qui il suo momento di protagonismo, arricchendo e guidando la ritmica.Ketchup Suicide, su cui ammetto di aver perso più e più volte la voce, è una delle canzoni simbolo che vede il suo jolly nell’unione fra lirica e nu metal. Il ritornello, passato alla storia, è a mio parere tra i più belli e particolari degli anni 2000, è una sorta di incantesimo che rompe gli equilibri unendo sacro e profano senza alcun timore. Tadayuki Song con il suo riff di chitarra è un altro pezzo da 90, così come Lo-Fi Boy, così funky, grezza e con una batteria in alcuni punti molto melodic hardcore.

Chiunque sia fan, o semplicemente ascoltatore della band, sa che ci sono alcuni pezzi di cui non si può, ancora a distanza di anni, farne a meno. Questi brani, tanto amati dai fan quanto alla lunga odiati da chi li ha composti, sono destinati a far capolino in quasi ogni album e nel nostro caso si tratta di Moka, i cui versi “Thats life man, oui c’est la vie, a volte è fragola e troppo spesso è merda. Thats life man, oui c’est la vie, semplici modi per darsi un apparenza” sono diventati uno dei marchi di fabbrica della band ed un vero e proprio tormentone da concerto. Il brano, pestato e violento, è un concentrato di forza e adrenalina che va di pari passo con un testo schietto e senza compromessi. La cover di Walk Like An Egyptian, rinnovata rispetto al precedente lavoro, conclude in maniera goliardica e giocosa questo splendido album che, ricordiamolo, lanciò finalmente la band su quelli che all’epoca erano i principali canali televisivi di intrattenimento musicale.

Autore: Linea 77 Titolo Album: Ketchup Suicide
Anno: 2000 Casa Discografica: Earache Records
Genere musicale: Nu Metal, Alternative Metal Voto: 8
Tipo: CD Sito web: http://www.linea77.com
Membri band:

Emi – voce

Nitto – voce

Dade – basso

Chinanski – chitarra

Torro – batteria, percussioni

Tracklist:

  1. Potato Music Machine
  1. Ketchup Suicide
  2. Tadayuki Song
  3. McHuman Deluxe
  4. Miss It
  5. Smile
  6. You/ Kimono
  7. Lo-Fi Boy
  8. Cacao
  9. Moka
  10. Walk Like An Egyptian
Category : Recensioni
Tags : Linea 77
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19th Mar2015

Linea 77 – Too Much Happiness Makes Kids Paranoid

by Francesca Carbone

Linea 77 - Too Much Happiness Makes Kids ParanoidQuesta settimana diamo il via ad una nuova rubrica dedicata ai torinesi Linea 77. Amati e odiati, contestati e condivisi, contesi fra chi li definisce poser e chi alternativi, i Linea77 hanno rappresentato, e tuttora rappresentano, una buona parte di quella musica italiana che da anni è svincolata dai canoni radiofonici in nome di una propria indipendenza e autonomia. Per parlare degli inizi del combo torinese bisogna andare indietro di parecchi anni, quando ancora ci si scambiavano le musicassette fra i banchi di scuola e il walkman rappresentava il top del momento. Era il 1993 quando in un piccolo paese alle porte di Torino un gruppo di amici decise di riunirsi e formare quella che, almeno originariamente, decise di nascere come cover band dei Rage Against The Machine e dei CCCP Fedeli alla Linea. Tra il 1995 e il 1996 vennero prodotti e diffusi i demo Ogni Cosa Al Suo Posto e Kung Fu, ma è solamente nel 1998, e con quella che per anni sarà la formazione storica, che possiamo ascoltare il primo studio album dal titolo Too Much Happiness Makes Kids Paranoid. Con uno stile molte americano e che si rifaceva ai Deftones, i Linea 77 irrompono sulla scena con un album potente, grezzo e diretto, suscitando scalpore e curiosità.

Touch, una vera bomba da concerto, è un concentrato di adrenalina ed energia scanditi da un secco riff di chitarra e da una batteria rabbiosa e decisa. Negli anni è stata la colonna sonora per eccellenza di poghi violenti e di numerosi, ma sempre meravigliosi, stage diving impressi nelle menti dei fedelissimi. Meat, di cui è anche visionabile il video originale e veramente old school, è un caloroso abbraccio all’alternative metal statunitense tipico di quegli anni e che mette in contrasto le voci di Nitto ed Emi, l’una più clean e l’altra più screamo. Nosedive è un pezzo che purtroppo si è perso nel tempo, ma che a mio parere mette i puntini sulle i sulle influenze stilistiche, la conoscenza musicale e la versatilità della band. Cambi di tempo e stile, una linea di basso che non fa solamente da contorno ma che primeggia, momenti in cui tutto si annienta e solo le voci fanno da riempitivo per sfociare in un una conclusione aggressiva e rabbiosa, sono i punti salienti di questo capolavoro purtroppo da molti dimenticato. Tutto Quello Che Ho Sempre Voluto è l’unica traccia italiana presente all’interno dell’album che tra rap e alternative mette in luce ciò che l’inglese tende a nascondere: la magia del songwriting.

Se l’inglese è per antonomasia una lingua sintetica e diretta, l’italiano è una linea prolissa e sottile a cavallo fra poesia e banalità. Nel caso dei Linea 77 vince la parte poetica che regala quadretti di cruda realtà uniti ad una capacità di osservazione spiccata e attenta. Il testo recitava “Tutto quello che ho sempre voluto è restare seduto immobile/ Sull’asse di rotazione della terra guardare il giorno e la notte nascere e morire/ Per capire di potere ancora respirare” e ancora oggi, nonostante gli anni, risulta essere schietta e descrittiva. Walk Like An Egyptian, inserita nella prima versione dell’album e ricomparsa come bonus track nella riedizione del 2006, è una cover davvero molto personale del successo dell’86 delle The Bangles. Veloce e scattante, il pezzo dimostra che la musica non pone limiti e che anche il successo di metà anni’80 può trovare posto negli anni ’90 ed in chiave nu metal! Su Too Much Happiness Makes Kids Paranoid si potrebbero scrivere pagine e pagine, ma ciò rovinerebbe la magia che aleggia dietro questo album, da molti consumato negli anni, e che ancora risulta essere attuale e grintoso esattamente come diciassette anni fa.

Autore: Linea 77 Titolo Album: Too Much Happiness Makes Kids Paranoid
Anno: 1998 (riedizione nel 2000) Casa Discografica: Collapse (riedizione con Earache)
Genere musicale: Nu Metal, Alternative Metal Voto: 8,5
Tipo: CD Sito web: http://www.linea77.com
Membri band:

Emi – voce

Nitto – voce

Dade – basso

Chinanski – chitarra

Tozzo – batteria, percussioni

Tracklist:

  1.   Touch
  2.   90°
  3.   Meat
  4.   Swellfish
  5.   By My Fay
  6.   Big Hole Man
  7.   Tutto Quello Che Ho Sempre Voluto
  8.   Nosedive
  9.   Walk Like An Egyptian
  10. Headtide
Category : Recensioni
Tags : Linea 77
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