Pearl Jam – Binaural
Il sesto disco dei Pearl Jam, all’indomani del successo mondiale di Yield, è caratterizzato da seri problemi di riabilitazione da droghe per il chitarrista Mike MaCready e con il blocco dello scrittore per Eddie che, per la prima volta nella sua carriera, si trova impegnato a fronteggiare la sindrome del foglio bianco. Nel frattempo qualcos’altro è cambiato, Brendan O’Brien è stato rimpiazzato, almeno in parte, da Tchad Blake, famoso per l’utilizzo del doppio microfono per un effetto 3D. E non solo, anche la struttura fondamentale della sezione ritmica cambia con l’ingresso di Matt Cameron al posto di Jack Irons. Come per l’album precedente, anche queste sessioni sono il frutto di un lavoro individuale che poi confluisce in studio pronto per essere missato. Binaural risulta un album meno rock e decisamente orientato verso sperimentazioni dal piglio punk. I Pearl Jam cercano brani più complessi e meno facili da assimilare costringendo i loro ascoltatori ad un approccio più difficoltoso che richiede molta concentrazione. E con l’arrivo di Cameron anche la sezione ritmica assume un’altra forma, più stratificata e stabile. Il disco si avvita su cambi di tempo, atmosfere riflessive, virate postpunk, code psichedeliche e ballate quasi al limite del folk. Il nuovo lavoro è più rilassato, libero insomma dalla morsa del grunge, i brani sono eterogenei, il suono secco sembra urlare a chiare note la voglia di distaccarsi da un genere che loro malgrado li ha fagocitati.
Nessun antagonismo con i Nirvana, basta gare per il podio e pochi ammiccamenti al pubblico i cinque cavalieri di Seattle scelgono di suonare ciò che amano attraverso uno stile ormai consolidato. Nessun brano sembra un vero e proprio singolo, il senso di omogeneità prevale su tutto, Binaural è un album più pacato ma non domo. La guardia è sempre alta, come maestri di arti marziali, riflessivi e letali come l’attacco di un cobra reale. Se nel precedente lavoro avevamo citato Neil Young come maggiore influenza oggi possiamo dire che Vedder e soci guardano con più attenzione al suono che ha reso grandi gli The Who. È Breakerfall con i suoi due minuti a violare il silenzio affettandolo chirugicamente nota dopo nota. God’s Dice e Grievance sono il piglio punk di cui sopra che, mischiato all’indomabile gene dell’hard rock, danno vita a un connubbio vincente e incendiario, modello MC5 tanto per capirsi. I testi spaziano dall’onnipresente disagio di Eddie alla critica sociale contro eventi come la strage della Colombine High School. Non mancano i momenti di romanticismo, e i primi segnali d’innamoramento per l’ukulele in Soon Forget.
Binaural è un album basico, forse scontenterà molti fan di vecchia data abituati a riff granitici e brani spaccaossa, ma sarebbe un errore considerarlo un album figlio di dei minori.
Autore: Pearl Jam | Titolo Album: Binaural |
Anno: 2000 | Casa Discografica: Epic Records |
Genere musicale: Rock | Voto: 7,5 |
Tipo: CD | Sito web: http://www.pearljam.com |
Membri band:
Eddie Vedder – voce Stone Gossard – chitarra Mick McCready – chitarra Jeff Ament – basso Matt Cameron – batteria, percussioni |
Tracklist:
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