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26th Mar2021

Out The Club! – Follow Me

by Marcello Zinno
Gli Out The Club! hanno tutti gli elementi canonici della band emergente: sono partiti suonando cover, poi dopo la scrittura del primo brano (anche opener di questo EP) si sono convinti nel fare il grande passo; sono autoprodotti e danno alla luce un EP breve (9 minuti in totale con 2 brani in lingua inglese e uno in italiano) giusto per presentare il proprio sound e capire se ci sono i presupposti per continuare e rendere più professionale il progetto. E perché no, aggiungeremo noi! Certo, il loro pop punk non è né scanzonato né veloce come tantissime band (sia italiane che oltreoceano) ci hanno dimostrato, ma questo è probabilmente il loro marchio di fabbrica e segno di riconoscimento in mezzo ad una scena sicuramente molto affollata. Non gridiamo al miracolo ascoltando Followe Me però ci piace l’approccio, ci piace anche il risultato finale di Bandersnatch, brano con testi in italiano e che pur manca della verve elettrica degli altri due pezzi; un approccio quindi molto home made ma che pone delle buone basi per un full-lengh che potrebbe lanciare la band. Speriamo solo in un numero maggiore di elementi caratterizzanti per evitare di dover parlare dell’ennesima band che si arena nel pop punk e non riesce ad uscire dai cliché del genere. Noi crediamo in loro.

Autore: Out The Club! Titolo Album: Follow Me
Anno: 2021 Casa Discografica: Autoproduzione
Genere musicale: Pop Punk Voto: s.v.
Tipo: EP Sito web: https://www.facebook.com/outtheclub
Membri band:
Giuseppe Movia – voce
Giovanni Valente – chitarra
Francesco Moimas – basso
Elia Buttolo – batteria
Tracklist:
1. Don’t Go
2. Follow Me
3. Bandersnatch

Category : Recensioni
Tags : Pop Punk
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20th Set2020

Provetta – Waste

by Marcello Zinno
Band di vecchia data i Provetta, fautori di un pop punk molto orecchiabile. I ragazzi presentano Waste il loro nuovo EP che per sound ed approccio musicale si rifà molto ai Blink 182 e a quel filone lanciato ormai venti anni fa che ha fatto tanti proseliti. E qui subito viene a galla l’elemento caratterizzante le idee del quartetto perché l’eccessiva melodia, vista attualizzata ad un mercato musicale quale quello odierno, li vedrebbe più vicini a proposte pop rock che non ad un certo punk melodico alleggerito da ritornelli orecchiabili. Infatti Waste ci sembra davvero molto radiofonico e offre una visione molto “leggera” della musica, anche la sezione ritmica risulta poco incisiva spesso optando per pattern non veloci; inoltre le parti vocali mancano di quella potenza caratterizzante, di quella cattiveria, che una proposta del genere dovrebbe avere per uscire fuori dal marasma di band UNFD e simili. Di sicuro c’è qualcuno di loro appassionato di acronimi che tramuta il titolo di questo EP in “We Always Seem To End” e l’opener Angie in “Another Nice Girl Is Empty” e ciò ci piace perché sottolinea l’aria sbarazzina e un po’ adolescenziale che una band di questo filone deve avere.

Waste non è un EP da scartare a prescindere, piuttosto è un EP che si presenta come pop punk ma che è più indicato per un pubblico affine al pop/pop rock. L’impressione è che la band non abbia sprigionato tutto il proprio potenziale, la propria determinazione, ma abbiamo voluto scrivere alcuni pezzi semplici per puntare ai tanti ascolti; lo confermano i brani in acustico, Nothing To Lose, Out Of Mindce e Final Motion, o la lenta Heart Protection Area con un arrangiamento di pianoforte) ma anche nell’elettrica opener ci troviamo poca carica energica. Il consiglio è di trovare davvero un’identità propria che faccia irruzione nel pop punk e non lo usi invece per ammorbidire il sound e innalzare i play. È solo questione di intenti perché i ragazzi posseggono tutti gli strumenti a disposizione.

Autore: Provetta Titolo Album: Waste
Anno: 2020 Casa Discografica: Autoproduzione
Genere musicale: Pop Punk Voto: s.v.
Tipo: EP Sito web: https://www.facebook.com/provettarock
Membri band:
Alessandro Anibaldi – voce, basso
Lorenzo Zingaretti – voce, chitarra
Leonardo Guerro – chitarra
Paride Fiorani – batteria
Tracklist:
1. Angie (Another Nice Girl Is Empty)
2. Stars & Skies
3. Nothing To Lose
4. Out Of Mind
5. I Can’t Always Smile
6. Heart Protection Area
7. Final Motion
Category : Recensioni
Tags : Pop Punk
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09th Giu2020

Stereo Age – Feels Like Home

by Federico Fondrini
Sarà forse questo clima di primavera inoltrata, con i suoi profumi avvolgenti e le giornate sempre più lunghe, anticipatrici di una calda estate pronta a invaderci. Sarà forse anche la lunga e triste quarantena, dalla quale ci apprestiamo ad uscire, con tutte le nostre ferite da ricucire. Sarà quello che sarà, ma questo album dei torinesi Stereo Age mi mette in corpo una pazzesca voglia di musica live. Il loro punk tendente al pop, con grandi riferimenti allo skate è una gioia per le orecchie, mi basta chiudere gli occhi per immaginarmeli sul palco di uno di quei festival tipici di questi mesi. La loro musica, orecchiabile e ammiccante, sarebbe perfetta in questi contesti. Feels Like Home è un album molto interessante, al loro esordio, gli Stereo Age ci propongono un prodotto di otto tracce fresche e ben strutturate. Nessuna sbavatura, nessun eccesso. Brani ben scritti e ben suonati. Di contro potremmo dire che l’eccessiva conformità rende forse un tantino monotono l’ascolto, tesi rafforzata anche dall’uso di sonorità molto standard per il genere. Insomma, si potrebbe dire che la personalità artistica della band fatica ad uscire ascoltando questo album, e questo è un po’ un peccato, perché la cifra della band si avverte molto chiaramente.

I brani girano bene, scorrono in modo molto naturale, senza cali stilistici. Di fatto le tracce scivolano via nel lettore del nostro impianto stereo e quando il tempo sembra scorrere più veloce del normale, vuol dire che gli sforzi prodigati sono valsi a raggiungere l’obiettivo sperato. Feels Like Home, altro non è che un buon lavoro, e buone sono le otto tracce (molto apprezzate sono A Friend’s Advice e Mutual Aid, ma questa è una questione di gusti personali, che trascende da una analisi critica del lavoro globale). Buona la prima per gli Stereo Age. Da queste basi non si può che puntare in alto.

Autore: Stereo Age Titolo Album: Feels Like Home
Anno: 2020 Casa Discografica: This Is Core
Genere musicale: Pop Punk Voto: 6,5
Tipo: CD Sito web: www.facebook.com/stereoage/
Membri band:
Daniele Ardissone – voce, chitarra
Alessandro Bosco – chitarra, cori
Stefano Cipolla – basso, cori
Luca Guarino – batteria
Tracklist:
1. A Friend’s Advice
2. Eyes Closed (feat. Nick Diener)
3. Bugs
4. Gazing Into The Mirror
5. I Promise To Be a Bungler
6. So Bright
7. Mutal Aid
8. Static
Category : Recensioni
Tags : Pop Punk
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04th Mag2020

Scheletri – Ossa Rotte

by Marcello Zinno
Pop punk cantato in italiano, cinque parole che riassumono bene l’EP degli Scheletri ma la musica sappiamo che è una forma d’arte e semplificare così tanto un album (seppur composto da una manciata di brani) è un peccato capitale. Di certo il punk rock della band è molto semplificato e tanto melodico, mancano le cavalcate ritmiche (fatta eccezione per la titletrack) a cui i grandi nomi del pop punk ci hanno da decenni abituati, ma è corretto farlo rientrare in questo filone, anzi a dire il vero risulta questo l’elemento caratteristico della band. Un elemento che a noi non sarebbe dispiaciuto se fosse stato più spigoloso, se avesse valorizzato maggiormente l’irruenza del punk rock o dell’hardcore melodico a cui i ragazzi sono indiscutibilmente legati. Questa irruenza la troviamo sicuramente nei suoni, la troviamo nel brano che dà il titolo all’EP, ma in generale non è prevalente del songwriting del quartetto. Non è detto che non sia una scelta vincente, probabilmente suonare punk rock ai giorni nostri vuol dire anche finire in un calderone di band poco distinguibili tra loro e che lottano per crearsi uno spazio (non che la scena pop punk mondiale non sia inflazionata), almeno percorrendo questa via ci sono delle carte da giocare.

L’introspettiva Scappare è intrisa di questa visione un po’ “post” un po’ emo, anche le prime due tracce risentono di questa ricerca melodica e malinconica che contraddistingue l’EP, a noi piacciono Ossa Rotte ma anche l’ultima Fantasmi che mantengono una carica più congeniale e probabilmente un potenziale impatto live maggiore. Una prova comunque originale.

Autore: Scheletri Titolo Album: Ossa Rotte
Anno: 2020 Casa Discografica: Autoproduzione
Genere musicale: Pop Punk Voto: s.v.
Tipo: EP Sito web: https://www.facebook.com/scheletripunk
Membri band:
Bepi – voce, chitarra
Matte – chitarra
Fra – basso, voce
Andre – batteria, voce
Tracklist:
1. Fermare Il Tempo
2. Come Mai
3. Ossa Rotte
4. Scappare
5. Fantasmi
Category : Recensioni
Tags : Pop Punk
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23rd Ott2019

Blink 182 – Nine

by Federico Fondrini
C’era una volta una punk rock band dal nome Blink 182… Questo è quello che ho pensato ascoltando il nuovo album del trio statunitense. Sì, perché la band che è entrata in studio a registrare Nine non sembra avere nulla a che fare con quella che ci ha emozionato e fatto saltare negli scorsi anni. Il tempo passa, l’acqua scorre sotto ai ponti e le leggende si sgretolano. I Blink 182 nella nuova formazione post Delonge hanno tentato con questo album di creare un prodotto radiofonico con sonorità moderne, un prodotto vendibile e fruibile dalle nuove generazioni incentrando tutti i loro sforzi in un pop “pseudo” rock molto stereotipato, che non riesce quasi mai ad emozionare l’ascoltatore. Niente più che un album fra i tanti, un prodotto da buttare nella bolgia del rock commerciale, di cui non sentiremo sicuramente la mancanza quando, spremuto a dovere dall’industria musicale, verrà accantonato per fare spazio a nuova, luccicante merce.

I Blink 182 di oggi non sono in nessun modo paragonabili a quelli di qualche anno fa. Scordatevi di trovare in questo album qualcosa che si avvicini al loro punk scanzonato. Verrebbe da pensare che questa band sia maturata artisticamente e stilisticamente. Purtroppo, però il risultato finale non appaga i buoni propositi, e questo album rimane un tentativo venuto male. I 15 brani di Nine non toccano quasi mai le nostre corde emotive, rendendo piatto e talvolta faticoso l’ascolto. L’asprezza del nostro giudizio finale deve però tenere conto di una qualità davvero invidiabile nel fantastico “tocco” dello storico batterista. L’ormai quarantenne Travis Barker continua a stupirci dal punto di vista tecnico. La sua bravura, e la capacità di far sembrare semplicissimo quello che fa dietro le pelli è davvero encomiabile. La naturalezza e la spontaneità che si avverte nel sentirlo suonare ci rincuora particolarmente. Travis ha doti che riconosceremmo in mezzo a migliaia di batteristi. La sua bravura non basta comunque a tenere in piedi le sorti di un album che, con un po’ di amarezza, riteniamo decisamente al di sotto delle aspettative.

Autore: Blink 182 Titolo Album: Nine
Anno: 2019 Casa Discografica: Columbia Records
Genere musicale: Pop Rock Voto: 4
Tipo: CD Sito web: http://www.blink182.com
Membri band:
Mark Hoppus – basso, voce
Travis Barker – batteria, percussioni
Matt Skiba – chitarra, voce
Tracklist:
1. The First Time
2. Happy Days
3. Heaven
4. Darkside
5. Blame It On My Youth
6. Generational Divide
7. Run Away
8. Black Rain
9. I Really Wish I Hate You
10. Pin The Grenade
11. No Heart To Speak Of
12. Ransom
13. On Some Emo Shit
14. Hungover You
15. Remember To Forget Me
Category : Recensioni
Tags : Pop Punk
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15th Ago2019

Zebrahead – Brain Invaders

by Federico Fondrini
Gli Zebrahead sono una band proveniente dalla contea di Orange, lungo le assolate coste della California, con oltre 20 anni di attività alle spalle. Oggi abbiamo tra le mani il loro nuovissimo ultimo album, il tredicesimo di questa longeva formazione. Brain Invaders si presenta ai propri fan con un artwork molto simpatico e irriverente, con una navicella in primo piano, disegnata in stile “cartoon” un po’ retrò. Una visione che ci riporta indietro nel tempo, quando gli alieni andavano ancora di moda al cinema e nei fumetti. Anche la tracklist, a primo impatto risulta molto intrigante e canzonatoria. Titoli che ci offrono molti spunti. Uno su tutti, alla posizione 12: Take A Deep Breath And Go Fuck Yourself (non servono traduzioni). Ascoltando questo album possiamo affermare, come da previsioni, che il sound degli Zebrahead non è cambiato di molto rispetto ai lavori passati. In effetti questa band ha mantenuto nel corso degli anni una propria identità, con stile e sonorità ben delineate. Questa caratteristica rende i brani degli Zebrahead riconoscibilissimi e fidelizza la schiera dei fan; di contro però rende monotono e prevedibile l’ascolto dei nuovi lavori, con una sensazione di già sentito perennemente presente.

Questo dettaglio tecnico comunque non preclude il fatto che ci si possa divertire, ed anche parecchio, ascoltando questo Brain Invaders. 14 brani in stile pop-punk di stampo californiano anni 90 (con qualche strizzatina d’occhio a sottogeneri un po’ più duri) intervallate da strofe rap hip hop, anch’esse provenienti dallo stesso periodo. Un connubio davvero interessante e piacevole che regala momenti di godimento e spensieratezza. All My Friends Are Nobodies è il brano da cui è stato tratto il primo videoclip, già disponibile su tutte le piattaforme; pezzo semplice ed orecchiabile, con un tiro e una efficacia invidiabili. Scritto apposta per essere apprezzato già al primo ascolto. La ricetta di questo album è proprio questa, 14 brani che colpiscono fin da subito. Tra una “rappata” e un assolo di chitarra Brain Invaders scivola via come acqua fresca. Con gli Zebrahead facciamo un salto indietro nel tempo di circa vent’anni. Il loro sound è una esperienza suggestiva, qualcosa di raro da trovare al giorno d’oggi. E proprio per questo molto prezioso. Non tutti ameranno questo album, gli Zebrahead non sono una band mainstream, ma chi li sa apprezzare gli rimarrà fedele a vita.

Brain Invaders è un album consigliatissimo a chi, come noi, ha amato il punk “made in california” degli anni 90, ma anche per chi non disprezza il rap, quello di qualche anno fa.

Autore: Zebrahead Titolo Album: Brain Invaders
Anno: 2019 Casa Discografica: Avex Entertainment
Genere musicale: Pop Punk, Hardcore, Crossover Voto: 6,75
Tipo: CD Sito web: https://www.facebook.com/zebrahead
Membri band:
Matty Lewis – voce, chitarra
Ali Tabatabaee – voce
Dan Palmer – chitarra, cori
Ben Osmundson – basso, cori
Ed Udhus – batteria, percussioni
Tracklist:
1. When Both Sides Suck, We’re All Winners
2. I Won’t Let You Down
3. All My Friends Are Nobodies
4. We’re Not Alright
5. You Don’t Know Anything About Me
6. Chasing The Sun
7. Party On The Dancefloor
8. Do Your Worst
9. All Die Young
10. Up In Smoke
11. Ichi, Ni, San, Shi
12. Take A Deep Breath (And Go Fuck yourself)
13. Better Living Through Chemistry
14. Bullet On The Brain
Category : Recensioni
Tags : Pop Punk
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15th Giu2019

Out For Summer – Notti Di Follia

by Marcello Zinno
Il moniker in inglese è quasi obbligato per una band che propone pop punk ma questa formazione è tricolore fino in fondo, tanto da voler scegliere testi cantati in lingua madre, il che non è proprio usuale. Quello che suona subito fin dal primo ascolto di Notti Di Follia è la produzione davvero pulita e potente che permette di far brillare i pezzi subito, anche se non si ha familiarità con il genere; forse però una produzione eccessivamente simile a quella di band capostipite del genere (Blink 182 in primis) che se può far gioire i nostalgici del genere in realtà regala poco di nuovo a chi si aspetta un sound personale. Ad ascoltare bene questo EP ci sono sicuramente momenti che si differenziano dal lotto: Quello Che Resta è un pezzo che buca, un brano che esce fuori dal seminato e che con i vari cambi di tempi pesca da generi anche più affini a punk e hardcore melodico, un pezzo che difficilmente stanca e di cui suggeriamo l’ascolto; piacevole Believe, compatta, dalla buona strofa e dal bridge interessante, presenta una band di certo non alle prime armi (solo il ritornello è ripetuto un po’ troppe volte), ma anche America che sembra un b-side alla Green Day.

Al contrario Con Te, al di là delle chilate di chitarra elettrica, è un brano eccessivamente vicino a sponde pop e che pone la melodia e le linee vocali al centro di tutto; sensazione simile la riscontriamo nel brano che dà il nome alla band, Out For Summer, in cui gli arpeggi di chitarra e il chorus prendono il sopravvento rispetto al resto. Nel complesso gli ingredienti per un album pop punk ci sono tutti, altalenando momenti più punk/punk rock ad altri più pop. C’è solo da capire in quale direzione si svilupperà il progetto. Va detto però che Notti Di Follia può essere considerato un EP all’altezza di nomi ben più blasonati della scena.

Autore: Out For Summer Titolo Album: Notti Di Follia
Anno: 2019 Casa Discografica: Sorry Mom!
Genere musicale: Pop Punk Voto: s.v.
Tipo: EP Sito web: https://www.facebook.com/outforsummerIT
Membri band:
Claudio Maglio – voce, chitarra
Luca Marmi – basso
Francesco Taglini – batteria
Tracklist:
1. Ricomincio Da Qui
2. Quello Che Resta
3. Con Te
4. Believe
5. Out For Summer
6. Oltre Le Nuvole
7. America
Category : Recensioni
Tags : Pop Punk
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03rd Mag2019

Miles Below – Miles Below

by Marcello Zinno
Esordiscono i Miles Below con il loro EP omonimo, tre tracce inedite di pop punk tutto sole e spiagge. Il loro stile infatti è il pop punk che va tanto sulla West Coast, graffiante e orecchiabile allo stesso tempo, tracce dalla breve durata e tanti watt a portata di mano. Tantissime sono le formazioni che si ispirano a queste sonorità e vi sono etichette discografiche completamente dedite a proposte pop punk, quindi l’inflazione è tantissima e il rischio di copiare e dietro l’angolo, ma riscontriamo due caratteristiche che rendo la proposta dei Miles Below particolare: la prima è la voce, pulita e urlata, in grado di lasciare alle proprie spalle tantissime formazioni punk rock italiane e avvicinarsi molto di più a proposte a stelle e strisce; la seconda sono i riff che in alcuni tratti sembrano apprendere qualche lezione dal metal (in Living Hell è tutto più evidente ma rintracciamo indizi anche negli altri due brani) e avere una spinta in più, pur non approdando completamente a proposte più robuste rispetto al pop punk.

Chorus orecchiabili non mancano, il nostro consiglio (lo stesso che diamo a tantissime formazioni pop punk) è quello di prendere una strada propria e risultare diversi dai colleghi. I Miles Below sono al primo EP, hanno tutto il tempo di imboccare direzioni più personali.

Autore: Miles Below Titolo Album: Miles Below
Anno: 2019 Casa Discografica: TRB Rec
Genere musicale: Pop Punk Voto: s.v.
Tipo: EP Sito web: https://www.facebook.com/MilesBelowOfficial/
Membri band:
Marco Bertazzo – voce
Andrea Bonomelli – chitarra
Lorenzo Ariatta – chitarra
Federico Zaccone – batteria
Luca Salonti – basso, voce
Tracklist:
1. The Place I Am
2. Double Or Nothin’
3. Living Hell
Category : Recensioni
Tags : Pop Punk
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23rd Nov2018

With Confidence – Love And Loathing

by Maurizio Trentin

With Confidence - Love And LoathingDall’Australia giunge questo trio composto da Jayden Seeley alla voce e basso, Joshua Brozzesi alla batteria, Inigo Del Carmen alla chitarra solista, che si esprime attraverso le nuove tendenze del pop rock definendosi vero pop punk. La loro storia corrisponde allo standard classico di queste ultime generazioni. Provengono dal liceo ed in quella circostanza la band iniziale si forma con il chitarrista Samuel Hayes che in seguito verrà sostituito dall’attuale Inigo e siamo nel 2012. Esprimono i loro primi pezzi pubblicando per youtube, piattaforma che gli permette di avere i primi successi, arrivando ad un primo EP. Sempre legati alla programmazione via internet tra singoli e video, ottengono un primo album nel 2016, Better Weather, sempre attraverso il canale indipendente ed in questo caso l’etichetta americana Hopeless Records. Naturalmente i tour hanno delineato il cammino di questa band. Sbarcano in UK ed ottengono particolare attenzione e nel 2018 incidono quest’ultimo album: Love And Loathing.

Osservando il percorso biografico dei With Confidence, mi permettono di immedesimarmi nelle loro esperienze e naturalmente la mia fantasia mi apre ad un’altra realtà visiva, che a sua volta, mi accompagna nell’ascolto della loro ultima fatica sonora. That Something è il primo brano ed il rock si fa sentire, ma in linea è leggera e melodica. Ogni cosa è quadrata e perfetta, sia la voce che le strumentazioni e tutto ciò mi apre ad una prima sensazione trovandomi subito immerso in un classico viale urbano di una grande metropoli. Vedo luci a neon, negozi, traffico, via vai di persone eccetera. Nulla di agitato, è tutto in linea ad una perfetta cartolina turistica. Probabilmente questo primo pezzo mi indica questa tendenza visionaria e subito parte Sing To Me. In effetti la linea sonora è la medesima della precedente, nulla non cambia e la mia visione rimane statica. Il pop è presente, anzi impregna totalmente il rock del trio, ma il mio sguardo è strettamente coinvolto da questa sonorità che devo lasciarmi trascinare da ciò che vedo. I negozi o i prodotti esposti, che meraviglia tutto è lucido pulito. Moving Boxes, il rock qui si esprime un po’ di più ed è compatto. La sensazione è sempre spensierata ed appunto in questo ambito che i miei sguardi vengono catturati dal luccichio dei prodotti, che ti invogliano ad essere acquistati. Tutto è in bella mostra, come The Turnaround. La linea è la stessa, nei negozi cambiano i prodotti, ma ogni cosa è la medesima e tutto ciò può aver senso, rimanendo sempre allineati senza una piega. Jaded cambia un po’ la faccenda è il punk si fa sentire nelle ritmiche. Anche in questo caso le linee che dovrebbero essere aggressive invece vengono subito assopite da questa assurda uniformità.

In Better questa prima impressione “punkettara”, svanisce subito ed i fraseggi “poppeggianti”, emergono. Questo implacabile mostro mi riporta in questa malefica strada corrotta. Già il pezzo ha ripreso il carattere delle prime canzoni. Il luccichio riappare sempre più luminoso ed i neon indicano la strada da seguire. Ogni negozio esprime la sua massima falsa lucentezza. Spinning mantiene il medesimo ascolto, solamente che è più lento. Bruise cambia la tecnica sonora ed in questo caso il pezzo è più una ballata lenta e tendenzialmente acustica. Il romanticismo fa il suo effetto e la mia visione perennemente si sofferma in un ulteriore negozio in questo caso molto più colorato e stravagante. Una miriade di giocattoli o pupazzetti di stile manga. Il rosa è dominante, come il pezzo. Paquerette (Without Me) è sempre romantica ma dal tempo più country ed ecco che la vetrina mi indica un angolino di pupazzetti più tradizionali dal sapore western. Icarus, già dalle prime note nell’intro della chitarra, spazza via tutto e finalmente una sonorità più personale e “punkeggiante”. La mia visione rimane sempre costante, cambia solo il negozio ed in questo caso è un music-pub. Icarus a tutto volume invita all’entrata, ma Dopamine ti distoglie e ti riporta sulla retta via, nella staticità. Tails ha una sonorità che mostra influenze un po’ più new wave, anzi un pop decisamente più curato. Tutto termina come appunto la mia visione, che mi ha permesso di comprendere uno stato d’animo assurdo e poco costruttivo, spensierato, come un banale viaggio turistico. Forse è stata questa la mia vera tortura.

Giudicare o caratterizzare una composizione sonora è praticamente crudele ed ingiusto nei confronti degli autori e musicisti, ma in questo caso credo che questo sia il tipico “prodotto di mercato”. Molto asettico ed impersonale, che non trova sola soluzione che emergere nel successo più pieno e banale. Perfetto per questo mercato, ma niente di più. Per quanto riguarda la grafica il cofanetto è essenziale. La minimalità dell’illustrazione ha la sua efficacia. Le tre foto centrali, mostrano alcuni passi della vita floreale, in questo caso al contrario. Un messaggio concettuale che mostra un’attenta riflessione che va in contrasto con il contenuto musicale. In questo caso è proprio Inigo Del Carmen ad applicarla. Bella e sentimentale con una vena di romantica decadenza.

Autore: With Confidence

Titolo Album: Love And Loathing

Anno: 2018

Casa Discografica: Hopeless Records

Genere musicale: Pop Punk

Voto: 5

Tipo: CD

Sito web: https://www.withconfidencemusic.com

Membri band:

Jayden Seeley – voce, basso

Inigo Del Carmen – chitarra

Josh Brozzesi – batteria, percussioni

Tracklist:

  1. That Something

  2. Sing To Me

  3. Moving Boxes

  4. The Turnaround

  5. Jaded

  6. Better

  7. Spinning

  8. Bruise

  9. Paquerette (Without Me)

  10. Icarus

  11. Dopamine

  12. Tails

Category : Recensioni
Tags : Pop Punk
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19th Nov2018

Moose Blood – I Don’t Think I Can Do This Anymore

by Marcello Zinno

Moose Blood - I Don't Think I Can Do This AnymoreParlando dei Moose Blood potremo anche soprassedere sullo scandalo legato alle molestie sessuali che ha colpito la band, si tratta di gossip, ma la nostra impressione è che quanto accaduto abbia avuto condizionamenti anche a livello strettamente musicale. Qualcuno potrebbe immaginare che ci riferiamo solo al titolo del nuovo album della band inglese, I Don’t Think I Can Do This Anymore, che sembra già di per sé un’ammissione di colpa e invece ci riferiamo proprio alle undici tracce contenute in esso. Non sappiamo se è veramente così, fatto sta che la proposta dei Moose Blood sembra debole, innocua, a cavallo tra il pop punk d’oltroceano (di quello con tempi per nulla veloci, piuttosto ben calibrati) e l’emo delle classifiche angloamericane. Chorus, aperture, chitarre compatte come pop rock suggerisce, tutti gli elementi che non aiutano a ripartire, piuttosto affossano la band all’interno di una scena “popolare” che facilmente si dimenticherà di loro, appena il prossimo grosso nome da proporre a radio e pubblico si farà avanti. Chi ascolta Good Charlotte (band con cui dovevano condividere un tour) e simili forse apprezzerà i Moose Blood ma noi ci troviamo davvero poco di interessante, di caratteristico, nulla che attiri l’attenzione e che ci spinga a riascoltare più volte questo lavoro.

Brani sotto i quattro minuti (eccetto l’opener), melodie che si svendono al pubblico meno esigente (si ascolti ad esempio All The Time), ballad pronta per i fan di giovane età (Walk All Day With You) e canzoncine che passano come un bicchiere d’acqua (Promise Me sembra scritta dai Blink 182 più spompati). Salviamo Pull Me From The Floor, il brano più rivendibile e un punto da cui poter costruire un futuro più rock e meno incentrato sulle melodie; qualche watt arriva anche da Can We Stay Like This, brano che tra l’altro sembra un cattivo b-side targato U2, per il resto a parer nostro la direzione è completamente da rivedere.

Autore: Moose Blood

Titolo Album: I Don’t Think I Can Do This Anymore

Anno: 2018

Casa Discografica: Hopeless Records

Genere musicale: Pop Punk, Emo

Voto: 4

Tipo: CD

Sito web: https://www.mooseblooduk.com/

Membri band:

Eddy Brewerton – voce, chitarra

Mark E. Osborne – chitarra

Kyle Todd – basso

Lee Munday – batteria

Tracklist:

  1. Have I Told You Enough?

  2. Talk In Your Sleep

  3. Just Outside

  4. You Left In The Worst Way

  5. All The Time

  6. Can We Stay Like This

  7. Pull Me From The Floor

  8. Walk All Day With You

  9. Such A Shame

  10. Promise Me

  11. It’s Too Much

Category : Recensioni
Tags : Pop Punk
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