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26th Gen2019

Porcupine Tree – Warszawa

by Fabio Loffredo
I Porcupine Tree prima di dare un seguito a In Absentia continuano a regalare ai propri fan album live, o radiofonici e dopo l’ottimo XM, arriva Warszawa, album registrato dal vivo in una radio polacca, Radio Programme III, nello studio Agnieszka Osiecka il 6 aprile del 2001. La registrazione è perfetta e la band è in grande forma, c’è anche un pubblico selezionato, pochi ma riescono a dare molta energia tra un brano e l’altro. Altra cosa molto importante per quest’uscita è che questo è l’ultimo concerto con Chris Maitland alla batteria, prima dell’arrivo di Gavin Harrison. Da Stupid Dream vengono eseguiti la sempre splendida Even Less, sempre seguita senza un secondo di pausa rispetto a Slave Called Shiver e Stop Swimming, mentre da Lightbulb Sun tutti gli altri come la title track, Russia On Ice, Where We Would Be e altre. I Porcupine Tree sanno creare splendide atmosfere anche in sede live e i brani sono più aggressivi grazie al grande lavoro alla chitarra dello stesso Steven Wilson. Gli ultimi due brani non fanno parte degli album citati, Voyage 34 sa trasportare l’ascoltatore anche dal vivo in un viaggio affascinante, psichedelico e pinkflodyano nei suoi quasi tredici minuti e Signify è sempre splendida.

Come l’Italia, con cui la band ha ringraziato con Coma Divine, lo splendido concerto registrato a Roma, anche la Polonia ama alla follia la band inglese e giustamente il ringraziamento è questo Warszawa, un live uscito dapprima solo sul loro sito web, ma ristampato poi in CD digipack. Sta per arrivare un altro capolavoro, il terzo, ma ne riparliamo più in là.

Autore: Porcupine Tree Titolo Album: Warszawa
Anno: 2004 Casa Discografica: Transmission Records
Genere musicale: Progressive Rock Voto: 9
Tipo: CD Sito web: http://www.porcupinetree.com
Membri band:
Steven Wilson – voce, chitarra
Colin Edwin – basso
Richard Barbieri – tastiere, programmazione
Chris Maitland – batteria, percussioni
Tracklist:
1. Even Less
2. Slave Called Shiver
3. Shesmovedon
4. Last Chance To Evacuate Planet Earth Before It Is Recycles
5. Lightbulb Sun
6. Russia On Ice
7. Where We Would Be
8. Hatesong
9. Stop Swimming
10.Voyage 34
11. Signify
Category : Recensioni
Tags : Porcupine Tree
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19th Gen2019

Porcupine Tree – XM

by Fabio Loffredo
XM è un altro splendido live dei Porcupine Tree, registrato ottimamente e che mette in mostra una band sempre più coesa ed eccellente, professionale e ricca di fantasia in sede di composizione e di tecnica strumentale. La performance è stata registrata dal vivo il 12 novembre del 2002 negli studi della XM Radio Satellite e mixato dallo stesso Steven Wilson, un live radiofonico, quindi senza pubblico, una registrazione pulita e nitida e possiamo ben parlare di un live incredibilmente perfetto. Il CD è molto raro, diventato oramai memorabilia dei Porcupine Tree, in edizione limitata e disponibile solo tramite il loro sito internet. C’è anche una novità, l’ingresso in formazione ufficiale, ma solo nei live, di John Wesley, chitarrista e cantante americano, che dà quella grinta in più specialmente nelle parti di chitarra. Blackest Eyes, The Sound OF Muzak, Gravity Eyelids, Wedding Nails, Heartattack In A Layby e Strip The Soul fanno parte tutti del meraviglioso In Absentia, brani un pò modificati, ma in minima parte e che fanno una forte presa anche in queste versioni live.

Poi c’è Tinto Brass, qui in una splendida versione travolgente e trascinante e Even Less, unita a Slave Called Shiver, fanno parte invece di Stupid Dream, nel complesso due dei migliori album della progressive rock band inglese. Ci saranno altri ottimi album e altri live spettacolari prima che i Porcupine Tree andranno in un lungo letargo per la voglia di Steven Wilson di produrre materiale a suo nome.

Autore: Porcupine Tree Titolo Album: XM
Anno: 2003 Casa Discografica: Lava Records
Genere musicale: Progressive Rock Voto: 9
Tipo: CD Sito web: http://www.porcupinetree.com
Membri band:
Steven Wilson – voce, chitarra
Colin Edwin – basso
Richard Barbieri – tasitere, programmazione
Gavin Harrison – batteria, percussioni
John Wesley – chitarra, cori, seconda voce
Tracklist:
1. Blackest Eyes
2. Sound Of Muzak
3. Gravity Eyelids
4. Wedding Nails
5. Even Less/Slave Called Shiver
6. Heartattack In A Layby
7. Strip The Soul
8. Tinto Brass
Category : Recensioni
Tags : Porcupine Tree, Progressive
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12th Gen2019

Porcupine Tree – In Absentia

by Fabio Loffredo
Nel settembre del 2002 i Porcupine Tree pubblicano il loro secondo capolavoro dopo The Sky Moves Sidways: il tutolo è In Absentia e racchiude alcuni dei migliori brani di tutta la discografia della band inglese. La versione europea ha un CD in più con tre brani, molto particolare è anche il disegno di copertina e altra novità è l’arrivo di Gavin Harrison, futuro drummer dei King Crimson che prende il posto dell’altrettanto bravo Chirs Maitland. Blackest Eyes è ancora oggi uno dei migliori brani dei Porcupine Tree, progressive trascinante con ottime tastiere, cori e chitarra sia acustiche che elettriche e molto aggressive; Trains è un brano fantastico, con melodie aperte e avvolgenti, molto acustico con la voce sognante di Steven Wilson, che in alcune parti si lascia andare anche in ottimi interventi con chitarra elettrica distorta e anche un po’ di flamenco appare in alcuni momenti. Lips Of Ashes è un altro brano spettacolare che fa rabbrividire, le tastiere di Richard Barbieri creano ambientazioni celestiali, splendidi sono anche i momenti di chitarra acustica e quelli con armonie vocali che potrebbero ricordare sia gli Yes che Crosby, Stills & Nash; The Sound Of Muzak è un altro di quei brani capolavoro, splendido nel suo incedere, melodie aperte, un ritornello che entra nella nostra mente e nel nostro corpo e non ne esce più, tastiere di accompagnamento e un grande guitar solo ad opera di Wilson.

C’è poi Gravity Eyelids, brano che fa chiudere gli occhi e sognare, tastiere prog spaziali, un mellotron, ritmiche elettroniche e la voce di Wilson sempre molto melodica e avvolgente e anche un tocco di rock psichedelico, spesso presente in ogni album dei Porcupine Tree; quasi otto minuti di musica e verso il finale c’è l’esplosione progressive metal che da qui in poi la ritroveremo anche nel futuro della band. C’è ancora spazio per Wedding Nails, splendido strumentale di più di sei minuti e mezzo, dove è la chitarra a parlare e a creare atmosfere aggressive e trascinanti e Prodigal è un altro di quei brani sognanti, fluidi e morbidi. Non finisce qui perché c’è .3, altro brano che incanta per le sue atmosfere, per le tastiere di Barbieri che creano ambientazioni spaziali e favolistiche e c’è una prevalenza di parti strumentali, mentre quelle cantate sono poche e avvolgenti; The Creator Has A Mastertape è veloce e si sente il grandissimo drum work fantasioso e tecnico del nuovo entrato Gavin Harrison, sembra un incrocio tra gli Ozric Tentacles e i Porcupine Tree, ottimo anche il lavoro del basso di Colin Edwin e in varie parti esplode il metal aggressivo.

Ancora tre brani, Heartattack In A Layby, che entra senza un secondo di pausa dal precedente, splendido, melodico, toccante, emozionante e altri aggettivi non raccontano la bellezza di questo brano, con le sue armonie vocali e la sua profonda intimità. Strip The Soul si riappropria del rock psichedelico, un meraviglioso viaggio nel mondo più fantasioso dei Porcupine Tree e non mancano anche ambientazioni drammatiche e teatrali e un robusto sound hard rock, il tutto per quasi sette minuti e mezzo di musica meravigliosa. Collapse The Light Into Earth chiude il CD a conferma che i Porcupine Tree hanno firmato il loro secondo capolavoro. La versione europea ha un CD in più con tre brani, Drown With Me, ottimo brano ma più lineare e con poche sorprese, Chloroform, sempre rock molto psichedelico ed infine la versione più breve di Strip The Soul. In Absentia è il secondo capolavoro dei Porcupine Tree, un album perfetto e indimenticabile.

Autore: Porcupine Tree Titolo Album: In Absentia
Anno: 2002 Casa Discografica: Lava Records
Genere musicale: Progressive Rock Voto: 10
Tipo: CD Sito web: http://www.porcupinetree.com
Membri band:
Steven Wilson – voce, chitarra
Colin Edwin – basso
Richard Barbieri – tastiere, programmazione
Gavin Harrison – batteria, percussioni
Tracklist:
CD 1:
1. Blackest Eyes
2. Trains
3. Lips Of Ashes
4. The Sound Of Muzak
5. Gravity Eyelids
6. Wedding Nails
7. Prodigal
8. .3
9. The Creator Has A Mastertape
10. Heartattack In A Layby
11. Strip The Soul
12. Collapse The Light Into Earth
CD 2:
1. Drown With Me
2. Chloroform
3. Strip The Soul (Video Edit)
Category : Recensioni
Tags : Porcupine Tree, Progressive
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05th Gen2019

Porcupine Tree – Stars Die: The Delerium Years 1991-1997

by Fabio Loffredo
Stars Die: The Delerium Years 1991-1997 è la prima vera raccolta dei Porcupine Tree, ma come ogni passo fatto dalla band inglese, non è una raccolta normale, il tutto è curato nei minimi particolari, a partire dalla veste grafica. E’ un vero e proprio box, con all’interno un libretto di quaranta pagine e due CD, il primo inserito in una bustina di plastica celeste e il secondo è invece di colore giallo e nel libretto sono incluse diverse foto, anche quelle risalenti ai concerti di Roma che hanno dato vita al live Coma Divine. I brani sono rimasterizzati e si sente infatti una pulizia del suono incredibilmente perfetta. Nel primo CD ci sono i grandi classici dei primi anni come Radioactive Toys, Voyage 34 (Phase One) e ancora come la versione estesa di Synesthesia e Up The Downstair. Nel secondo CD ci sono alcuni capolavori come Stars Die, che suggerisce il titolo del box e come The Sky Moves Sideways (Phase One) in tutti i suoi diciotto minuti e trentasette secondi dove impazza il prog e la psichedelia; ancora Waiting, con le sue splendide atmosfere melodiche e acustiche e The Sound OF No-One Listening, più di otto minuti di atmosfere pinkfloydiane e blueseggianti.

Da segnalare ancora Signify II e Dark Matter che confermano la grandezza dei Porupine Tree. Questa raccolta chiude la prima fase della band, altri cambiamenti ci saranno nei prossimi album.

Autore: Porcupine Tree Titolo Album: Stars Die: The Delerium Years 1991-1997
Anno: 2002 Casa Discografica: Delerium Records
Genere musicale: Progressive Rock Voto: 9
Tipo: CD Sito web: http://www.porcupinetree.com
Membri band:
Steven Wilson – voce, chitarra, tastiere
Colin Edwin – basso
Richard Barbieri – tastiere, synth
Chris Maitland – batteria, percussioni
Tracklist:
CD1:
1. Radioactive Toys
2. Nine Cats
3. And The Swallows Dance Above The Sun
4. The Nostalgia Factory
5. Voyage 34 (Phase One)
6. Synestehsia
7. Phantoms
8. Up The Downstair
9. Fadeaway
10. Rainy Taxi

CD 2:
1. Stars Die
2. The Sky Moves Sideways (Phase One)
3. Men Of Wood
4. Waiting
5. The Sound Of No-One Listening
6. Colourflow In Mind
7. Fuse The Sky
8. Signify II
9. Every Home Is Wired
10. Sever
11. Dark Matter
Category : Recensioni
Tags : Porcupine Tree
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29th Dic2018

Porcupine Tree – Recordings

by Fabio Loffredo
Recordings è considerata come una raccolta, ma come per Metanoia, già recensito a questa pagina, che racchiudeva brani non inseriti su Signify, in Recordings ci sono brani non inseriti su Stupid Dream e su Lightbulb Sun, più due nuove tracce e due versioni estese di due brani già conosciuti. Buying New Soul è un brano molto melodico, con tastiere ariose e anche il suono di un violoncello, poi arrivano aperture di chitarre acustiche che accompagnano la voce di Steven Wilson e il brano cresce, fino ad arrivare a parti dove la chitarra diventa elettrica e distorta, ma sempre tra momenti molto melodici e progressivi, il tutto per circa dieci minuti e mezzo di musica cullante e avvolgente; Access Denied è una nuova composizione, scritta appositamente per questa raccolta, di breve durata, più di tre minuti e musicalmente molto beatlesiano. C’è poi Cure The Optimism, brano che inizia con sonorità sperimentali, poi diventa acustico, progressivo e psichedelico, dove l’inconfondibile sound dei Porcupine Tree prende il sopravvento e Untitled è uno strumentale ipnotico e avvolgente, progressivo e psichedelico; ancora Disappear che non fa altro che confermare la grandezza della band inglese per le sue melodie e ancora Ambulance Chasing, brano più sperimentale con percussioni tribali e volate psichedeliche. Segue In Formaldehyde, brano in linea con le composizioni più pinkfloydiane della band inglese.

Il finale è per Even Less, nella sua versione estesa di quasi quattordici minuti e diversa dalla versione conosciuta in Stupid Dream. Oceans Have No Memory chiude definitivamente il CD, breve brano di poco più di tre minuti, strumentale e melodico. I Porcupine Tree comporranno altri brani splendidi che finiranno in alcuni dei loro album migliori che arriveranno a breve termine.

Autore: Porcupine Tree Titolo Album: Recordings
Anno: 2001 Casa Discografica: KScope
Genere musicale: Progressive Rock Voto: 8
Tipo: CD Sito web: http://www.porcupinetree.com

Membri band:
Steven Wilson – voce, chitarra, pianoforte, samples
Colin Edwin – basso
Richard Barbieri – tastiere, synth
Chris Maitland – batteria
Tracklist:
1. Buying New Soul
2. Access Denied
3. Cure The Optimism
4. Untitled
5. Disappear
6. Ambulance Chasing
7. In Formaldehyde
8. Even Less
9. Oceans Have No Memory
Category : Recensioni
Tags : Porcupine Tree
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22nd Dic2018

Porcupine Tree – Lightbulb Sun

by Fabio Loffredo

Porcupine Tree - Lightbulb SunIl nuovo millennio per i Porcupine Tree è una nuova conferma, si confermano nuovamente una delle migliori, originali e geniali band di rock progressivo mondiale e Lightbulb Sun, il nuovo album ne è la conferma. Un lavoro che guarda avanti, si distacca ancora di più dal paragone con i Pink Floyd e il Porcupine Tree sound è sempre più definito e personale. Lightbulb Sun racchiude una serie di brani che in parte verranno oscurati dalle produzioni che verranno, ma che rimangono alcuni dei migliori brani della band inglese. Lightbulb Sun è la title track, un brano ottimo che inizia con la sola chitarra acustica e la voce di Steven Wilson, entrano poi tutti gli strumenti, il ritornello è melodico e in vari momenti la chitarra di Wilson aumenta la distorsione con riff hard rock, nel finale torna la chitarra acustica. How Is Your Life Today? nella parte iniziale sembra un valzer con la voce di Wilson accompagnata stavolta dal solo pianoforte, molto affascinanti sono le armonie vocali a più voci; Four Chords That Made A Million, brano molto più aggressivo e con forti tentazioni psichedeliche e new wave, con ritmiche tribali e una energia e potenza in più di ciò che ascoltiamo nei Porcupine Tee.

A seguire c’è Shesmovedon, altro ottimo brano tra i Porcupine Tree più melodici e quelli più aggressivi, splendido il ritornello, melodico, cantabile e avvolgente e l’assolo di chitarra è acido, sporco ma trascinante e Last Chance To Evacuate Planet Earth Before It Is Recycled ha un titolo lunghissimo e sempre molto attuale e musicalmente arriva senza un secondo di distanza dal precedente brano ed è molto acustico, quasi country rock nel suo incedere, ma il progressive rock è sempre in agguato e arriva e colpisce in ogni secondo; è una ballata, una ballata folk e d’altri tempi. Ancora The Rest Will Flow, brano più commerciale, ma sempre di alto livello. Il basso di Colin Edwin introduce Hatesong, arriva subito il drumming di Chris Maitland e a completamento le tastiere atmosferiche di Richard Barbieri ed infine la voce di Steven Wilson, per un brano ipnotico e trascinante, anche nei momenti chitarristici. Tre brani prima della fine del CD, Where We Would Be, lento, acustico e romantico, Russia On Ice, diventato oramai un classico della band, un nuovo viaggio psichedelico avventuroso e spettacolare, tra melodie eteree, riff di chitarra più aggressivi, tredici splendidi minuti di emozioni.

Infine Feel So Low, altro splendido brano lento e cullante, sinfonico e romantico e con una sezione d’archi, che conferma ancora una volta che i Porcupine Tree sono una band geniale ed unica. Il futuro della band è ancora in ascesa e qualche altro capolavoro è alle porte.

Autore: Porcupine Tree

Titolo Album: Lightbulb Sun

Anno: 2000

Casa Discografica: Snapper/KScope

Genere musicale: Progressive Rock

Voto: 8,5

Tipo: CD

Sito web: http://www.porcupinetree.com

Membri band:

Steven Wilson – chitarra, tastiere, programmazione, voce, mellotron, organo

Colin Edwin – basso

Richard Barbieri – tastiere, pianoforte, organo Hammond, synth

Chris Maitland – batteria, percussioni, cori

Tracklist:

  1. Lightbulb Sun

  2. How Is Your Life Today?

  3. Four Chords That Made A Million

  4. Shesmovedon

  5. Last Chance To Evacuate Planet Earth Before It Is Recycled

  6. The Rest Will Flow

  7. Hatesong

  8. Where We Would Be

  9. Russia On Ice

  10. Feel So Low

Category : Recensioni
Tags : Porcupine Tree
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15th Dic2018

Porcupine Tree – Voyage 34: The Complete Trip

by Fabio Loffredo

porcupine tree voyage 34Come accennato in precedenza, Steven Wilson nel nuovo millennio riunisce in un unico CD le sue visioni spaziali e fantascientifiche: quattro viaggi, quattro trip affascinanti che appartenevano agli inizi degli anni novanta e all’inizio dell’avventura Porcupine Tree. Voyage 34: The Complete Trip, racchiude quindi tutto questo e ne esce fuori più di un’ora di musica sospesa nel tempo, con riferimenti ai Pink Floyd in primis ma anche ai Tangerine Dream, alla musica elettronica, progressive e psichedelica. Quattro lunghi viaggi quindi, legati l’un l’altro e in cui spesso si ripetono alcuni movimenti musicali, alcune melodie portanti e anche alcuni assoli di chitarra. Alcune parti musicali ispirarono il sound del loro capolavoro, The Sky Moves Sideways, ma uniti in questo CDd, riescono ad avvolgere, incuriosire e a far ascoltare in religioso silenzio tutta la genialità di Wilson.

Voyage 32 – Phase I è il primo lungo viaggio verso il mondo più stralunato dei Porcupine Tree, una traccia strumentale di dodici minuti e mezzo debitrice dei Pink Floyd di The Wall, la chitarra di Steven Wilson ripercorre quel riff inconfondibile di brani storici come Another Brick In The Wall e come Run Like Hell, con gli stessi effetti ed il delay, marchio di fabbrica di molta effettistica di David Gilmour. Il brano è completamente strumentale, le sole parti vocali sono narrate e a volte si sentono vocalizzi femminili in lontananza, molto bello è l’assolo di chitarra che accompagna il brano verso il finale. Voyage 34 – Phase II è il secondo viaggio, più lungo, più di diciassette minuti e mezzo di sonorità più sperimentali, più psichedeliche e anche spaziali, ritornano sempre riferimenti al primo viaggio, i riff di chitarra pinkfloydiani e i vocalizzi femminili, ma in più c’è un accostamento maggiore a David Gilmour durante gli assoli di Steven Wilson. Voyage 34 – Phase III è un viaggio ancora più lungo, diciannove minuti e quaranta, un trip più elettronico e i Tangerine Dream sono le influenze principali, non mancano aperture di chitarre acustiche velate però da un elettronica mai troppo invadente, ma molto presente.

Voyage 34 – Phase IV è l’ultimo viaggio, il più lungo che oltrepassa i venti minuti e mezzo e basta chiudere gli occhi, ci si immerge nella parte conclusiva e forse la più meravigliosa di un lungo viaggio magico e spaziali dei Porcupine Tree.

Autore: Porcupine Tree

Titolo Album: Voyage 34: The Complete Trip

Anno: 2000

Casa Discografica: Delerium Records

Genere musicale: Progressive Rock

Voto: 8,5

Tipo: CD

Sito web: http://www.porcupinetree.com

Membri band:

Steven Wilson – tutti gli strumenti

Tracklist:

  1. Voyage 34 – Phase I

  2. Voyage 34 – Phase II

  3. Voyage 34 – Phase III

  4. Voyage 34 – Phase IV

Category : Recensioni
Tags : Porcupine Tree
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08th Dic2018

Porcupine Tree – Stupid Dream

by Fabio Loffredo

porcupine tree stupid dreamQualcosa cambia nel sound dei Porcupine Tree, Steven Wilson sceglie di ampliare lo spettro sonoro per accaparrarsi più fan, ma anche perché i tantissimi avuti fino ad ora iniziano ad essere più esigenti e l’idea di Wilson e Barbieri è di non ripetersi mai album dopo album. Sicuramente ci riescono perché Stupid Dream ha qualcosa di diverso, a volta anche di più accessibile, ma il marchio indelebile Porcupine Tree è ben visibile in ogni brano e in ogni nota. Even Less apre l’album per quello che è uno dei brani più famosi e meravigliosi della band, inizia come se gli archi di un’orchestra accordassero i propri strumenti, poi una chitarra dal gusto blues e parte il brano, rock progressivo con rallentamenti melodici e ricchi di pathos e fantasia; c’è poi Piano Lessons, dove vengono aperte le porte a tentazioni più commerciali, ma sempre di alto livello artistico e con quel tocco di genialità. Stupid Dream, la title track, breve legatura strumentale arriva senza un secondo di pausa dal precedente ed è legato anche a Pure Narcotic, un brano ricco di sfumature colorate, il sound prosegue lo stesso cammino, ma con un uso più forte della chitarra acustica e del pianoforte.

Si prosegue con Slave Called Shiver, dove torna a regnare la psichedelia con un avvolgente giro di basso di Colin Edwin e la chitarra di Steven Wilson che crea splendide atmosfere, ma non finisce qui perché ci sono altri brani di un fascino particolare come Don’t Hate Me, altro ottimo brano dai toni spaziali e progressivi, che diverrà un vero classico della band. Con This Is No Rehearsal si torna ad un sound più progressivo, ma con esplosioni hard rock e c’è anche Baby Dream In Cellophane, brano in gran parte acustico e atmosferico, ma non mancano schitarrate più forti da parte di Wilson. Nel finale ci sono altre ottime song come Stranger By The Minute, altra traccia melodica e dalle linee più commerciali, ma sempre in un contesto di rock progressivo, come A Smart Kid, splendida ballata soffusa, progressive, pischedelica e sinfonica, come Tinto Brass, brano strumentale, vicino allo stralunato sound degli Ozric Tentacles, vivace e nervoso, dedicato al regista italiano, segno che quel vecchio marpione di Steven Wilson si è dedicato durante le sue molte visite italiane a film di una certa ‘cultura’; infine Stop Swimming, dalle atmosfere avvolgenti e vellutate.

I Porcupine Tree continuano per una strada che si sono costruiti a pennello per loro e per quei fan che dal rock progressivo vogliono qualcosa in più.

Autore: Porcupine Tree

Titolo Album: Stupid Dream

Anno: 1999

Casa Discografica: Snapper Records, Kscope

Genere musicale: Progressive Rock

Voto: 9

Tipo: CD

Sito web: http://www.porcupinetree.com

Membri band:

Steven Wilson – chitarra banshee, chitarra acustica, chitarra elettrica, campionature, mellotron, nastri, organo tastiere, pianoforte, batteria programmata, campane, carillon, voce

Colin Edwin – basso, contrabasso

Richard Barbieri – elettroniche, nastri, synth, programmazione elettronica, pianoforte, organo hammond

Chris Maitland – batteria, percussioni, voci, tastiere, cembalo

Special guest:

Theo Travis – Flauto, sassofono in Don’t Hate Me e Tinto Brass

East Of England Orchestra – archi

Tracklist:

  1. Even Less

  2. Piano Lessons

  3. Stupid Dream

  4. Pure Narcotic

  5. Slave Called Shiver

  6. Don’t Hate Me

  7. This Is No Rehearsal

  8. Baby Dream In Cellophane

  9. Sranger By The Minute

  10. A Smart Kid

  11. Tinto Brass

  12. Stop Swimming

Category : Recensioni
Tags : Porcupine Tree
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01st Dic2018

Porcupine Tree – Metanoia

by Fabio Loffredo

Porcupine Tree - MetanoiaMetanoia viene indicata come raccolta ma erroneamente, perché è una raccolta ma di brani inediti, di brani strumentali nati dalle session di Signify e riunite da Steven Wilson in questo album, difficile, contorto ma ugualmente affascinante. La prima edizione uscì nel 1998 solo in doppio vinile 10’ e in tiratura limitata di 1.000 copie e sarà ristampato in CD tre anni più tardi, nel 2001. Mesmer I è un viaggio di più di otto minuti e mezzo di musica psichedelica, sperimentale e strumentale, dove una sezione ritmica coinvolgente fa da base ala chitarra di Steven Wilson e alle tastiere acide di Richard Barbieri e Mesmer II, dove la vena psichedelica è più accentuata e la chitarra di Wilson è più presente e ancora Mesmer III/Coma Divine che è un viaggio ancora più lungo, di quasi tredici minuti e mezzo, tre brani che insieme formano una lunga suite di quasi vent’otto minuti. Ci sono poi altre improvvisazioni, altre jam session, tutte frutto del fiume di idee nella mente di Wilson mentre Door To The River è solo sperimentazione, a volte però troppo difficile da capire e Metanoia/Intermediate Jesus è un’altra lunga suite, stavolta di quattordici minuti e mezzo dove alla sperimentazione e alla psichedelia si aggiunge anche lo space rock.

Ci sono altri tre brani come Insignificance, brano moto più ritmato e progressive e dove c’è un ottimo lavoro del basso di Colin Edwin e della batteria di Chris Maitland e ancora come Metanoia II, un vero trip psichedelico con un ipnotico giro di basso; infine Milan, brano breve, dove ci sono le sole voci parlanti della band. Metanoia è quindi un album per veri fan e feticisti della band inglese.

Autore: Porcupine Tree

Titolo Album: Metanoia

Anno: 1998 (ristampato nel 2001)

Casa Discografica: UK Chromatic, Delerium Records

Genere musicale: Progressive Rock

Voto: 7

Tipo: LP/CD

Sito web: http://www.porcupinetree.com

Membri band:

Steven Wilson – chitarra, tastiere e radio

Colin Edwin – basso

Richard Barbieri – synth

Chris Maitland – batteria

Tracklist:

  1. Mesmer I

  2. Mesmer II

  3. Mesmer III/Coma Divine

  4. Door To The River

  5. Metanoia/Intermediate Jesus

  6. Insignificance

  7. Metanoia II

  8. Milan

Category : Recensioni
Tags : Porcupine Tree
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24th Nov2018

Porcupine Tree – Coma Divine-Recorded Live in Rome

by Fabio Loffredo

Porcupine Tree - Coma Divine-Recorded Live in RomeThe Sky Move Sideways e Signify impongono i Porcupine Tree come una delle migliori realtà di rock progressivo, anche se l’accostamento ai Pink Floyd non è mai ben veduto da Steven Wilson, ma la realtà è che la band inglese è solo alla prima fase del decollo. La band suona molto dal vivo e in Italia ha un successo inaspettato anche da loro stessi. Come già detto in una delle precedenti recensioni, Roma accoglie la band sempre a braccia aperte e con grande calore, grazie ad una nota radio di musica rock che manda in onda brani della band. Nel marzo del 1997 la band tiene ben tre concerti al Frontiera di Roma che vengono registrati e documentati nel secondo live dei Porcupine Tree, Coma Divine-Recorded Live In Rome, chiamato dai fan semplicemente Coma Divine. I brani sono estratti quasi esclusivamente dal terzo e quarto album e in questa versione live acquistano di aggressività, ma anche di idee sviluppate direttamente dal vivo e non mancano alcune improvvisazioni, a detta di Wilson non ci sono affatto sovraincisioni. Il suono è perfetto e il rock progressivo e psichedelico della band raggiunge qui livelli più alti e professionali.

I primi quattro brani eseguiti, Bornlivedieintro, Signify, Waiting (Phase One), Waiting (Phase Two) e The Sleep Of No Dreaming appartengono a Signify ma non vengono dimenticati i primi due lavori e da On The Sunday Of Life…, è estrapolata Radioactive Toy in una versione più estesa, mentre da Up The Downstair la conclusiva Not Beautiful Anymore. Esiste anche una versione estesa in doppio CD che racchiude ben quattro brani in più: Up The Downstair, dall’omonimo album insieme a Always Never, The Moon TouchesYour Shoulder (The Sky Moves Sideways) e Is… Not, sempre da The Sky Moves Sideways, ma uno dei brani della sola stampa statunitense. Con questo live finisce il sodalizio con la Delirium Records e cambierà anche qualcosa nel sound dei Porcupine Tree, che avranno sempre più fan sparsi in tutti il mondo.

Autore: Porcupine Tree Titolo Album: Coma Divine-Recorded Live in Rome
Anno: 1997 Casa Discografica: Delerium Records
Genere musicale: Progressive Rock Voto: 9,5
Tipo: CD Sito web: http://www.porcupinetree.com
Membri band:

Steven Wilson – chitarra, voce

Colin Edwin – basso

Richard Barbieri – programmazione elettronica, synth, pianoforte, organo Hammond

Chris Maitland: batteria, percussiono, cori

Tracklist:

  1. Bornlivedieintro
  2. Signify
  3. Waiting (Phase One)
  4. Waiting (Phase Two)
  5. The Sky Moves Sideways
  6. Dislocated Day
  7. The Sleep Of No Dreaming
  8. Moonloop
  9. Radioactive Toy
  10. Not Beautiful Anymore
Category : Recensioni
Tags : Porcupine Tree
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