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19th Feb2022

Manora – Brave The Storm

by Cristian Danzo
Il power metal sinfonico non è un genere facile. Bisogna saperlo maneggiare, trattare e per distinguersi, avere dei guizzi non indifferenti. Non per nulla le band che si affermano in questa corrente a livello internazionale hanno quel quid in più che non dipende dalle capacità tecniche dei singoli musicisti ma, soprattutto, dalla capacità compositiva e di arrangiamento che porta l’ascoltatore ad aguzzare l’orecchio in favore di una band piuttosto che un’altra. Questo preambolo per introdurre il debut album dei Manora dal titolo Brave The Storm, band olandese che vede dietro il microfono la cantante Mirte Van Der Ham e che si incasella nel genere i cui nomi di punta sono Epica e Within Temptation. L’ascolto di Brave The Storm lascia tutte le sensazioni sopra descritte: musicisti capaci ed altamente preparati, produzione di livello davvero elevato e professionale (forse qui la pecca più grande è proprio sulla voce di Mirte, a volte troppo effettata, risultando schiacciata e per nulla potente) ma pezzi semplici, tutti sulla stessa falsariga di costruzione e di arrangiamento. Se ci aggiungiamo che il lavoro è costituito da ben 12 pezzi della lunghezza media di 5 minuti ciascuno, capite bene che a fine ascolto si arriva abbastanza stremati. Sappiamo che il termine è molto forte ma noi siamo qui per orientare i lettori che sono implicitamente potenziali ascoltatori nel modo che ci sembra più corretto e trasparente possibile.

Purtroppo i Manora rilasciano un debut che non fa breccia nei nostri cuori, molto piatto e che non ha le caratteristiche necessarie per farsi notare in mezzo alle miriadi di produzioni che affollano il mercato discografico. Questi ragazzi dovrebbero cambiare completamente il tiro, sfruttando quei riff abbastanza osati e particolari che qua e là affiorano durante Brave The Storm.

Autore: ManoraTitolo Album: Brave The Storm
Anno: 2021Casa Discografica: Autoproduzione
Genere musicale: Symphonic Power MetalVoto: 6
Tipo: VinileSito web: https://www.manora-band.nl
Membri Band:
Mirte Van Der Ham – voce
Ivo Visser – chitarra
Tomas Kisielewicz – basso
Arthur Stok – tastiere
Tijn Scholtze – batteria
Tracklist:
1. System Shutdown
2. The Traveler
3. Break Your Fall
4. Wired To Obey
5. Pull The Strings
6. Endgame
7. Another Destiny
8. The Heavens (Are A Picture Frame)
9. Symphony Of Lies
10. Dreamshapes
11. The Sacrifice
12. A Beautiful Tragedy
Category : Recensioni
Tags : Nuove uscite, Power metal
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28th Dic2021

Metalwings – A Whole New Land

by Marcello Zinno
La band bulgara Metalwings abbraccia in pieno il symphonic metal ma lo fa con una forte impronta tipica dell’Est Europa. D’altra parte in ogni band sono ben evidenti le radici del luogo in cui i suoi musicisti vivono e hanno vissuto, non a caso nel sound di questo quintetto è evidente il contributo delle tastiere e quello della voce operistica di Stela Atanasova, veri trademark non solo di A Whole New Land ma dei Metalwings tout court. La band però intende anche proporre un power metal molto d’impatto, sugli scudi e pieno di riff che piacciono ai defender in cerca di musica potente. Tutto quindi secondo i piani di una symphonic power metal band e nella storia esempi ne abbiamo avuti tantissimi. Cosa contraddistingue allora questa band? Le composizioni lunghe (non a caso l’album sfiora i 70 minuti), il metal pomposo tipico della scena sinfonica e infine le influenze provenienti dalla musica classica: elementi questi che piaceranno ad una fetta di ascoltatori metal, quelli legati alla scena epic e al power classico. Ma tutti gli altri ascoltatori troveranno poco di innovativo nei Metalwings.

Come dicevamo la tecnica non manca, le composizioni sono davvero molto curate e dietro un album come A Whole New Land c’è tantissimo lavoro che sembra potersi toccare con mano, ma se lo si osserva all’interno della sua scena di appartenenza esso aggiunge poco; le cavalcate ritmiche di I See Your Power, la ballad voce/piano Still Believe In Us o ancora i riff di Monster In The Mirror sono cliché già noti. L’impressione è quella di ascoltare un album già sentito, non una band nuova che ha qualcosa di originale da dire. Consigliato quindi ai soli fan fedeli al genere.

Autore: MetalwingsTitolo Album: A Whole New Land
Anno: 2021Casa Discografica: Autoproduzione
Genere musicale: Symphonic Power MetalVoto: 6,5
Tipo: CDSito web: https://metalwings.eu
Membri band:
Stela Atanasova – voce, viola elettrica, tastiere
Grigor Kostadinov – chitarra
Vlad Enev – basso
Angel Kitanov – tastiere
Nikola “Blackie” Ivanov – batteria
Tracklist:
1. A Whole New Land
2. Monster In The Mirror
3. Like A Willow Without Tears
4. I See Your Power
5. Silence
6. Still Believe In Us
7. Killer Of The Angel’s Love
8. Wonders Of Life
9. Passengers Between The Rails Of Life
10. Secondo Chance
11. Milo Moe Libe
Category : Recensioni
Tags : Power metal
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09th Nov2021

Painters Of Ether – Painters Of Ether

by Cristian Danzo
Che il power metal sia un genere monocorde e ripetitivo è una affermazione molto diffusa. Ovviamente da chi ha un ascolto molto superficiale di questo genere. Ed anche di tutti gli altri, se vogliamo proprio dirlo. È ovvio che ogni genere musicale abbia i suoi stilemi ed i suoi capisaldi, ma questo non vuol assolutamente dire che si ripeta sempre la solita tiritera. L’esordio omonimo dei Painters Of Ether, progetto nuovissimo nato dalla mente del chitarrista Luciano Launius, è qui a dimostrarci proprio questo. Mastodontico, pomposo, affascinante e con un pathos non indifferente, è album davvero ben realizzato ed esaltante. Un sacco di ospiti (come spesso succede nel genere da svariati anni) danno vita ad una release davvero interessante ed imperdibile. Defenders Of Lorenia ci introduce, con una voce narrante, nel fantascientifico mondo creato dal chitarrista italiano, e lo fa in modo eclatante: ci troviamo subito davanti ad un pezzo lungo che sciorina fin dall’inizio, oltre ad un songwriting davvero vario e maturo, tutto quello che poi seguirà in Painters Of Ether. Maestoso e galoppante, non fa assolutamente accorgere del fatto che duri più di 8 minuti.

Se Euterpe e Silent Sinners si innestano nei binari del power più classico, Demon Hunter torna ad un ventaglio di soluzioni musicali aperto ed arioso, sempre senza discostarsi dal genere proposto. The Dancing Butterfly è una ballad fantastica e da pelle d’oca, dove la voce di Chiara Tricarico la fa da padrone (bravissima nel modulare la sua ugola e nell’interpretazione profonda del mood del pezzo). Chiude il disco The Young Pharisee And The Apprentice che è anche uno dei due singoli estratti da Painters Of Ether (l’altro è Euterpe).Quest’album è una bomba ed è perfetto sotto ogni punto di vista. Sicuramente uno dei Top 10 di questo oscuro e maledetto 2021, almeno per quanto riguarda chi scrive.

Autore: Painters Of EtherTitolo Album: Painters Of Ether
Anno: 2021Casa Discografica: Experience Music Label
Genere musicale: Power Metal, Symphonic Power Metal  Voto: 8,5
Tipo: CDSito web: https://www.facebook.com/PaintersofEther
Membri Band:
Luciano Launius – chitarra
Henning Basse – voce in Defenders Of Lorenia
Fabio Dessi – voce in Euterpe
Giacomo Voli – voce in Silent Sinners
Tomi Fooler – voce in Demon Hunter
Chiara Tricarico – voce in The Dancing Butterfly
Giambattista Manenti – voce in The Land Beyond Time
Michele Luppi – voce in The Young Pharisee And The Apprentice
Andy Martongelli – chitarra in The Young Pharisee And The Apprentice
Sergio Schafausen – basso in Elders Of Serion
Andrea Lonardi – basso in The Dancing Butterfly
Mike Lepond – basso in The Land Beyond Time
Giorgio Terenziani – basso in The Young Pharisee And The Apprentice
Paolo Perazzani – batteria in Defenders Of Lorenia
Francesco Tresca – batteria in Euterpe
Herbert Loureiro – batteria in Elders Of Serion
Mike Terrana – batteria in The Land Beyond Time
Manu Lotter – batteria in The Young Pharisee And The Apprentice
Tracklist:
1. Defenders Of Lorenia
2. Euterpe
3. Silent Sinners
4. Demon Hunter
5. Elders Of Serion
6. The Dancing Butterfly
7. The Land Beyond Time
8. The Young Pharisee And The Apprentice  
Category : Recensioni
Tags : Power metal
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02nd Ott2021

Angra – Temple Of Shadows

by Fabio Loffredo
Dopo il Rebirth World Tour gli Angra entrano in studio per dare seguito a Rebirth e il risultato è Temple Of Shadows, un concept album che voleva dare un seguito a Holy Land, ma quest’ultimo musicalmente rimane insuperabile. Temple Of Shadows è comunque un buon album che narra la storia delle Crociate ed è ambientato nell’XI secolo. Un crociato di nome Shadow Hunter, si pente delle violenze della Guerra Santa voluta dal Papa e inizia così la sua lotta contro la Chiesa Cattolica. Deus Le Volt! è un brevissimo intro strumentale sinfonico che apre le porte a Spread Your Fire, speed power metal di scuola Helloween, da sempre influenza principale degli Angra e dove appare anche la voce soprano di Sabine Edelsbacher degli Edenbridge mentre Angels And Demons è più sul progressive metal articolato con forti influssi di neoclassic metal, sempre grazie ai due chitarristi, Rafael Bittencourt e Kiko Loureiro, ma in alcuni frangenti esplode lo speed metal con ritmiche ai limiti del thrash metal. Waiting Silence è invece una song più orientata al power metal classico e ancora Wishing Well, splendida ballad con momenti acustici, folkloristici, romantici, con cori avvolgenti e una performance vocale eccellente di Edu Falaschi.

Riesplode lo speed metal con The Temple Of Hate, un nuovo superlativo lavoro chitarristico e un ritornello orecchiabile dove si sente la voce di Kai Hansen (Helloween/Gamma Ray) e The Shadows Hunter, chitarra flamenco e nacchere; poi la chitarra diventa distorta e le arie spagnoleggianti rimangono rendendo il brano epico e travolgente, non mancano armonie vocali vicine ai Queen e una parte fusion dove il guitar solo ricorda Allan Holdsworth. Splendida song è anche No Pain For The Dead, tra parentesi acustiche e folklore brasiliano, musica sinfonica e ripartenze metal e la voce angelica di Sabine Edelsbacher. Un violoncello indemoniato appare per i primi secondi iniziali di Winds Of Destination ma il brano esplode in un power metal maestoso che stavolta ricorda i Blind Guardian e come ospite c’è proprio Hansi Kursch. Un po’ di samba per Sprouts Of Time, per non scordare i natali degli Angra e Morning Star, dove rimane la cultura brasiliana ma maggiormente sulle ritmiche e il brano ha nei riff ancora una volta tentazioni thrash e un finale orchestrale e sinfonico.

Chiudono il CD Late Redemption, con chitarra acustica e come ospite Milton Nascimento e ancora una volta la band dà spazio alla cultura brasiliana per un brano cullante e passionale, con l’ugola di Falaschi che duetta con il famoso cantante brasiliani appena citato e Gate XIII, strumentale sinfonico con solo parti orchestrali, una piccola sinfonia firmata Angra. Il nuovo corso degli Angra sembra aver preso la giusta strada che continuerà per altri ottimi album.

Autore: Angra Titolo Album: Temple Of Shadows
Anno: 2004 Casa Discografica: Atrheia Records
Genere musicale: Power Metal, Progressive Metal Voto: 7,5
Tipo: CD Sito web: http://www.angra.net
Membri band:
Edu Falaschi – voce
Kiko Loureiro – chitarra, tastiere
Rafael Bittencourt – chitarra, tastiere, cori
Felipe Andreoli – basso, cori
Aquiles Priester – batteria, percussioni

Special Guest:
Dennis Ward – cori
Fabio Laguna – tastiere, orchestrazioni nel brano 11
Kai Hansen – voce nel brano 6
Sabine Edelsbacher – voce nel brano 8, cori nel brano 2
Hansi Kursch – voce nel brano 9
Milton Nascimento – voce nel brano 12
Tracklist:
1. Deus Le Volt!
2. Spread Your Fire
3. Angels And Demons
4. Waiting Silence
5. Wishing Well
6. The Temple Of Hate
7. The Shadow Hunter
8. No Pain For The Dead
9. Winds Of Destination
10. Sprouts Of Time
11. Morning Star
12. Late Redemption
13. Gate XIII
Category : Recensioni
Tags : Angra, Power metal
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14th Set2021

White Thunder – Maximum: A Journey Of A Billion Years

by Marcello Zinno
Freschi di pubblicazione, i White Thunder escono con un album potente e impattante. Maximum: A Journey Of A Billion Years è un album che non vi impressionerà per tecnica, seppur risulti molto ben suonato, né per soluzioni innovative e fuori dai generi, anche se le dieci tracce risultano davvero moderne ed attuali. Ciò che colpisce davvero l’ascoltatore e che rende questo lavoro degno di nomi di livello internazionale è la produzione. Suoni chiari, missaggio davvero molto curato, produzione all’altezza di album a stelle e strisce (anche di nomi prestigiosi): i riff e il sound in generale riescono a convincerci fin dal primo ascolto, l’impatto con il loro metal è frontale e capace di conquistare soprattutto i metaller più giovani. Il consiglio è di partire da Orbit e Trial, due brani che mostrano diverse facce dei White Thunder, con cambi di direzione e pattern incredibilmente metal, estri vocali (sul finire di Orbit il singer regala acuti interessanti) e passaggi curati, sempre all’insegna dell’irruenza sonora, abilmente vestita e presentata. La chicca poi prende il nome di Wait For The Sun, un brano elegante che solitamente si è in grado di comporre dopo almeno 3-4 album alle spalle; altro che ballad (sul finire si irrobustisce), l’atmosfera creata è davvero ammaliante, molto bello anche il contributo delle tastiere.

In stile Symphony X arrivano i primi due minuti di Mainmast (Craving Silence), per poi esplodere con un riffing che probabilmente abbiamo sentito simile in decine di album metal ma che è impossibile non afferrare al primo colpo; sicuramente validissima la parte finale del brano. Con Everlasting Sight la proposta diventa più estrema, fagocita influenze death (di scuola moderna) e metalcore, sicuramente accattivante per chi mastica nuove sonorità e affascinanti tutte le variazioni di cui è composta. I White Thunder sono una band che guarda avanti (si ascolti Away From The Sun) e che potrebbe traghettare il metal nel futuro. Maximum: A Journey Of A Billion Years è un lavoro molto compatto e per palati attenti, a patto che si apprezzino le produzioni moderne. Davvero bravi, da tenere d’occhio!

Autore: White Thunder Titolo Album: Maximum: A Journey Of A Billion Years
Anno: 2021 Casa Discografica: Autoproduzione
Genere musicale: Heavy Metal, Power Metal Voto: 7,25
Tipo: CD Sito web: https://whitethunder.net
Membri band:
Jacopo – chitarra
Mattia Fagiolo – voce, chitarra
Alessandro De Falco – chitarra
Davide Fabrizio – batteria
Simone Ndiaye – basso
Tracklist:
1. Timeless Despise
2. Orbit
3. Trial
4. Mainmast (Craving Silence)
5. Everlasting Sight
6. Dream – Like Surface
7. Wait For The Sun
8. Maximum
9. Kùma
10. Away From The Sun (H.T.C.B.H.)
Category : Recensioni
Tags : Power metal
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07th Set2021

Tales And Legends – Struggle Of The Gods

by Cristian Danzo
Per tutti i fan del power metal sinfonico ed epico qui ci sono tutti gli ingredienti basilari per rimanere soddisfatti. Concept album, canzoni ispirate ai migliori capostipiti del genere degli ultimi 30 anni (Rhapsody, Avantasia e, allargando un attimo la visuale, Gamma Ray) orchestrazioni e assoli al fulmicotone. Un pieno di power che arriva dall’Italia, patria che si distingue per essere specialista e molto attaccata a questo genere, amato sia dai musicisti che dai fan nostrani in egual maniera. I Tales And Legends giungono quindi sulla scena già nutrita con la loro opera prima intitolata Struggle Of The Gods che narra la storia del mito di Horus, il dio egizio con la testa di falco conosciuto anche dai non appassionati della terra dei Faraoni. Qui c’è da dire che il personaggio scelto differisce dai canoni standard che vedono di solito protagonisti più i mondi fantasy che quelli mitologici, anche se poi nella narrazione dell’album Horus incontrerà Zeus e Thor, andando ad abbracciare nella narrazione, per l’appunto, anche i miti nordici e greci, in una commistione del tutto originale a livello di plot base.

Struggle Of The Gods inizia in maniera “blanda” e tranquilla, riservando l’esplosività compositiva ed esecutiva soprattutto alla seconda parte dell’album, che diventa così anche la più dinamica. Dalla strumentale Holy Temple tutto diventa più aggressivo e sostenuto. Se la titletrack ricorda da vicinissimo gli Avantasia, Land Of Thunder rimanda a venature dei primi Rhapsody dove vengono instillate soluzioni personali ed aggressive, in una mistura che ha come effetto quello di mostrare una band che ha assorbito molto bene le influenze per costruire poi qualcosa di personale, senza copiare o riprodurre ciò che l’ha ispirata. Esecuzioni impeccabili, potenza sonora ed il giusto equilibrio tra passato e presente, fanno di questo album un prodotto che non va assolutamente ignorato dai fans del genere.

Autore: Tales And Legends Titolo Album: Struggle Of The Gods
Anno: 2021 Casa Discografica: Punishment 18 Records
Genere musicale: Symphonic Power Metal Voto: 7
Tipo: CD Sito web: https://www.facebook.com/talesandlegends.metal/
Membri Band:
Patrik J. Selleby – voce
Carlo Figus – chitarra
Nicola Piras – basso
Andrea Atzori – tastiere
Michele Sanna – batteria
Phillip N. Freeman – narratore
Bruno Corpino – voce in The Seven Gates
Antonello Giliberto – chitarra in Tales And Legends e Land Of Thunder
Andres Nuñez – chitarra in The Fighters
Roma Li – chitarra in Holy Temple
Gabriels – tastiere in Tales And Legends
Tracklist:
1. Creation Divine
2. Epic Ride Of Horus
3. The Fighters
4. Tales And Legends
5. Holy Temple
6. Land Of Thunder
7. The Seven Gates
8. Return To Fly
9. Flames Of The Fire
10. United Against The Enemy
Category : Recensioni
Tags : Power metal
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24th Lug2021

Angra – Angels Cry

by Fabio Loffredo
Unfinished Allegro è un breve intro strumentale e sinfonioco che apre a Carry On, splendida song veloce e di chiara ispirazione Helloween, la voce di Andre Matos arriva ad acuti quasi impossibili e il ritornello è di quelli che trascinano in un vortice emotivo. In questo esordio degli Angra arriva anche Time, con le sue aperture progressive e ritmiche più cadenzate e con quel ritornello melodico e malinconico. C’è poi la title track, Angels Cry, brano che è diventato il vero simbolo della band, il loro inno, splendido nelle sua armonie melodiche e con ritmiche che si alternano tra speed e slow, meraviglie che in quel periodo solo gli Helloween avevano creato e gli inserti mediorientali e ancora Stand Away, spettacolare con la parte iniziale per chitarra acustica e la voce di Matos che regala momenti spettacolari grazie anche a cori epici e maestosi, il brano più sinfonico del CD. In Never Understand ci sono vari ospiti alla chtiarra, Dirk Schlachter, Kai Hansen e Sascha Paeth per un brano che pesca a piene mani anche dal folklore musicale brasiliano e Wuthering Heights è una meravigliosa cover del famoso brano di Kate Bush del 1977, una versione spettacolare in cui Matos si dimostra unico cantante capace di eguagliare un brano incredibile e difficilissimo dal punto di vista vocale.

Si va verso la fine con Streets Of Tomorrow e con Evil Warning, due brani dove emerge il talento dei due chitarristi Kiko Loureiro e Rafael Bittencourt e a chiudere definitivamente il CD c’è Lasting Child, song meravigliosa, avvolgente ed emozionante, una ballad sinfonica divisa in due movimenti, The Parting Words e Renaissance, dove la voce di Matos ci rapisce l’anima e il cuore.

Autore: Angra Titolo Album: Angels Cry
Anno: 1993 Casa Discografica: JVC Japan/LMP Records
Genere musicale: Power Metal Voto: 9
Tipo: CD Sito web: www.angra.net
Membri band:
Andre Matos – voce
Kiko Loureiro – chitarra
Rafael Bittencourt – chitarra
Luìs Marìutti – basso
Ricardo Confessori – batteria

Special Guest:
Dirk Shlachter – chitarra nel brano 6
Kai Hansen – chitarra nel brano 6
Sascha Paeth – chitarra nel brano 6
Alex Holzwarth – batteria nel brano 7
Tracklist:
1.Unfinished Allegro
2. Carry On
3. Time
4. Angels Cry
5. Stand Away
6. Never Understand
7. Wuthering Heights
8. Streets Of Tomorrow
9. Evil Warning
10. Lasting Child
a. The Parting Words
b. Renaissance
Category : Recensioni
Tags : Angra, Power metal
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01st Lug2021

Foxlord – Foxlord

by Marcello Zinno
Comporre un album (o un EP) per una one man band, nel senso che il musicista in questione si dedica a suonare e registrare tutti gli strumenti, è sicuramente compito arduo. Lo è ancora di più se parliamo di un genere, il symphonic power metal, che richiede tecnica e precisione e il fatto che Darius Gray ami il power metal veloce questo innalza ancora di più il minimo sindacale in fatto di perizia tecnica. Il suo mini album omonimo composto da sole 3 tracce mette però in scena tutta la sua determinazione, in Awakening Silence esce fuori la potenza di questo progetto e le atmosfere quasi nordiche (pur trattandosi di un artista americano), un brano questo che potrebbe appassionare molti defender. La vena sinfonica non è molto evidente, piuttosto Darius punta ad un forte alone di epicità che conferisce però personalità al progetto. Pur proponendo un genere straconosciuto, Darius Gray dimostra di essere un musicista capace e davvero determinato, anche il contributo vocale con falsetti ma anche accompagnato da una timbrica decisa, non sono scontati.

La produzione è sicuramente migliorabile. Soprattutto le scelte sonore al drumming (ascoltare Vixen Hero) rispecchiano una produzione scarsa; in altri momenti invece i suoni sembrano davvero di buon livello, come in Awakening Silence. Un artista sicuramente in crescita dati i buoni presupporti del suo esordio, molto consigliato per gli appassionati del genere.

Autore: Foxlord Titolo Album: Foxlord
Anno: 2021 Casa Discografica: Autoproduzione
Genere musicale: Symphonic Power Metal Voto: s.v.
Tipo: EP Sito web: https://www.facebook.com/FoxlordBand/
Membri band:
Darius Gray – voce, chitarra, basso, batteria, tastiere
Tracklist:
1. Vixen Hero
2. The Wizard King
3. Awakening Silence
Category : Recensioni
Tags : Power metal
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29th Giu2021

Drakkar – Chaos Lord

by Massimo Volpi
Nuovo album per la storica band epic metal milanese dei Drakkar. A diversi anni dal precedente lavoro, cambi di band, varie vicissitudini e rimandi causa pandemia, ecco arrivare Chaos Lord, album che svela le sue intenzione già dalla copertina, fantasy, sci-fi, nerd, e dall’intro epico. Si parte con Lord Of A Dying Race, classico metal dalle atmosfere epiche, per giungere subito a Horns Up! vero inno “fast and loud” al genere, tra Helloween e Manowar, veramente un gran pezzo. Si torna al fantasy epico nella title track, Chaos Lord, una bella cavalcata verso la leggenda, con sprazzi di Iron Maiden (Through The Horsehead Nebula) ben dosati, mischiati ad altre influenze del genere; un pizzico di irish, forse non originalissimo, come nel giro di And He Will Rise Again, qualche accelerata molto ben gestita e riuscita (Firebird) a qualche assolo davvero ispirato (The Pages Of My Life), per poi chiudere con True To The End, finale perfetto per un album davvero interessante. Ottima scrittura ed esecuzione; così come la produzione e il mix. Leggermente poco fluido il cantato in inglese, ma non da compromettere tutto il lavoro messo in questo album.

Una band longeva e storica del metal italiano, che riesce ancora a evolvere e mutare nonostante i cambi di formazione e gli eventi, e forse addirittura a trovare una strada più definita e limpida. Avanti così Drakkar.

Autore: Drakkar Titolo Album: Chaos Lord
Anno: 2021 Casa Discografica: Punishment 18 Records
Genere musicale: Epic Power Metal Voto: 8
Tipo: CD Sito web: https://www.facebook.com/drakkarmetal
Membri band:
Davide Dell’Orto – voce
Dario Beretta – chitarra
Marco Rusconi – chitarra
Simone Pesenti Gritti – basso
Daniele Ferru – batteria
Tracklist:
1. The Dreaming City
2. Lord Of A Dying Race
3. Horns Up!
4. Chaos Lord
5. Through The Horsehead Nebula
6. The Battle (Death From The Depths – Part II)
7. And He Will Rise Again
8. Firebird
9. The Pages Of My Life
10. True To The End
Category : Recensioni
Tags : Power metal
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01st Giu2021

Gabriels – Fist Of The Seven Stars-Act 1: Fist Of Steel

by Cristian Danzo
Viene rieditato il terzo album di Gabriels, eclettico tastierista e musicista siciliano che nel 2016 iniziava con la sua terza opera Fist Of The Seven Stars – Act 1: Fist Of Steel la creazione, che ancora si sta dipanando tra varie release (l’ultima, Fist Of The Seven Stars Act 3-Nanto Chaos, da noi recensita a questa pagina) di un progetto ambizioso e di tutto rilievo: l’adattamento in musica della saga di Ken Shiro. Uno dei monumenti dell’animazione giapponese, un vero cult che ha fatto storia ed ha stuoli di fan accanitissimi sparsi in tutto il mondo non poteva che vedere la sua trasposizione in una musica energica ed evocativa come il power metal sinfonico, sulla falsariga e nello stile di Avantasia e Ayeron. Gabriels, che si circonda di svariati session men, dà vita ad un lavoro saldo, valido ed in perfetta linea con ciò che la saga dell’uomo dalle sette stelle narra attraverso le immagini. Soprattutto in questo primo capitolo della saga, l’amore per Julia e la sua ricerca incessante in un mondo alla completa deriva viene reso da atmosfere evocative che si alternano a guizzi energici e cavalcate in puro stile power. Ed è il perfetto riassunto della personalità di Ken: sofferente e che fa a pugni non solo fuori, quando sistema gli individui più abietti che incontra lungo il suo cammino, ma anche all’interno del suo “io” più profondo.

Fist Of The Seven Stars – Act 1: Fist Of Steel viene riproposto remixato e con la bonus track Ken il Guerriero (Bonus Track, Spectra 1986) che altro non è che la rivisitazione ben riuscita della sigla italiana della prima serie del cartone animato, quella che quando partiva nei pomeriggi di metà anni 80 ci faceva saltare per aria dall’esaltazione sui divani delle nostre case. Opera acerba ma che mostra tutte le sue potenzialità che andranno consolidandosi nei capitoli successivi, giustamente ritorna ripulita a nostra disposizione. Si badi bene: acerba non perché i musicisti non siano in grado o al loro esordio ma solamente perché il tema preso in considerazione è davvero complicato da narrare, si voglia anche solo perché è un must per tutti i cultori di quella che è, a tutti gli effetti, la più importante rivoluzione nell’ambito delle produzioni di animazione al mondo, cioè quella degli studi giapponesi (a riguardo, consiglio a chi ne abbia veramente voglia, la lettura del fondamentale saggio Mazinga Nostalgia Storia, valori e linguaggi della Goldrake-generation. Ediz. Ampliata , che si dipana su due volumi, scritto da Marco Pellitteri ed edito da Tunué).

Autore: Gabriels Titolo Album: Fist Of The Seven Stars-Act 1: Fist Of Steel
Anno: 2016 (ristampato nel 2021) Casa Discografica: Diamonds Prod.
Genere musicale: Power Metal Voto: 6,5
Tipo: CD Sito web: www.gabriels.it
Membri Band:
Gabriels – tastiere, voce
Wild Steel – voce
Dario Grillo – voce
Marius Danielsen – voce
Ida Elena – voce
Davide Dell’Orto – voce
Iliour Griften – voce
Alfonso Giordano – voce
Maurizio Torrisi – voce
Antonio Pantano – voce, chitarra
Glauber Oliveira – chitarra
Stefano Calvagno – chitarra
Giovanni Tommasucci – chitarra
Francesco Ivan Santé Dall’O – chitarra
Angelo Mazzeo – chitarra
Tommy Vitaly – chitarra
Andrew Spane – chitarra
Davide Perruzza – chitarra
Dino Fiorenza – basso
Christian Cosentino – basso
Antonio Maucieri – basso
Francesco Scarfi – basso
Andrea Tower Torricini – basso, chitarra
Mike Vader – batteria
Giovanni Mauceri – batteria
Simone Alberti – batteria
Tracklist:
1. The Sacred School
2. Fist Of Steel
3. She’s Mine
4. Mistake
5. Seven Stars
6. A New Beginning
7. Break Me
8. My Advance
9. To Love, Ever Invain
10. Sacrifice
11. Black Gate
12. Revenge Invain
13. Decide Your Destiny
14. Black Gate (Single Version)
15. Ken Il Guerriero (Bonus Track Spectra 1986)
Category : Recensioni
Tags : Power metal
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