• Facebook
  • Twitter
  • RSS

RockGarage

      

Seguici anche su

        Il Rock e l'Heavy Metal come non li hai mai letti

  • Chi siamo
  • News
  • Recensioni
  • Articoli
  • Live Report
  • Foto Report
  • Interviste
  • Regolamento
  • Contatti
  • COLLABORA
19th Nov2011

Blind Guardian – Nightfall In Middle Earth

by Marcello Zinno

Non si più di certo dire che i tedeschi Blind Guardian abbiano negli anni proposto sempre lo stesso genere musicale. Dalle radici quasi thrash al loro trademark power/epic, il guardiano cieco ne ha fatta di strada ma in un paio di punti il sipario ha davvero lasciato spazio a scene musicali di notevole valore. Nightfall In Middle Earth è una di queste. Ad un soffio dal nuovo millennio i Nostri escono con un concept album; l’obiettivo dei quattro era molto sfidante: mettere in musica la complessa opera fantasy Silmarillion dell’ “ovvio” maestro J.R.R. Tolkien. Missione compiuta egregiamente! I Blind Guardian riescono a tradurre ogni singolo passaggio bellico, epico, come se fosse proprio un menestrello a raccontare la storia ad un banchetto di corte mentre tutti sono intenti ad affogare i loro peccati nel cibo e nel vino degli infiniti otri. Molte però sono le emozionanti descrizioni del regno, delle sensazioni provate in uno stato di guerra, enfatizzate dal power tipico Blind Guardian, praticamente inconfondibile; descrizioni tanto precise da farci sentire parte integrante del racconto così come se stessimo vivendo (ops…leggendo) il libro. L’opera si articola in 22 pezzi che letti separatamente risulterebbero un’ostinazione al genio che li ha prodotti e per questo vanno assaporati nel loro concetto di interezza, nella sua essenza di storia da vivere, nel racconto che ci porta indietro nel corso della storia. Solo un ascolto superficiale potrebbe far risultare del tutto inutili e fuori dal contesto le tracce di intermezzo tra un racconto e l’altro, della durata di dozzine di secondi (The Dark Eld dura solo 23 secondi ad esempio) ma è la narrazione il punto centrale del concept.

Dal punto di vista tecnico, l’album è ineccepibile. I brani centrali alzano il sipario di un power tiratissimo, lucido, trascinante, arricchito da una serie di cori dal gusto delizioso e che vanno sempre a braccetto con l’epicità del contesto (questa volta portata all’esasperazione anche grazie a delle tastiere quasi uniche, diffidate invece dalla stessa band in passato – vedi Imaginations From The Other Side). The Curse Of Feanor, compatta quasi istituzionale, affascina per le parti vocali, marchiate a fuoco sull’intero album, che riescono talvolta a fare ombra sugli affilatissimi riff, forgiati dalla mente e dall’esperienza di Flemming Rasmussen (già noto per lo splendido ed epocale lavoro svolto con i Metallica). Arrangiamenti di platino per questi 65 minuti, che affiorano come idee in un centro di ricerca, e sono perfettamente combinati con l’istinto ed il gusto degli artisti (le spaziature in Mirror Mirror dimostrano un’apertura mentale incredibile, pur non cambiando genere, senza tralasciare gli accenni prog nel bridge di Noldor).

Gli assoli non sono dei semplici passaggi dell’Andrè Olbrich di turno, ma delle vere e proprie escursioni tra le corde emotive che il brano può toccare, dei piccoli viaggi, veloci ma incandescenti che mirano ad esaltare i riff salienti e donando loro delle vesti immortali. Non mancano strascichi cupi ed introspettivi rappresentati dalla pseudo-ballad Thorn e dalla operistica The Eldar che con un pennello imbevuto di pittura nera affonda nel blu medievale dei nostri pensieri, traspirati durante l’ascolto. Il punto debole di quest’album? Non ascoltatelo una sola volta, potrebbe risultarvi asciutto ed insapore. Ma al contempo questo è anche il suo punto di forza.

Autore: Blind Guardian Titolo Album: Nightfall In Middle Earth
Anno: 1998 Casa Discografica: Virgin Records
Genere musicale: Power Metal Voto: 9
Tipo: CD Sito web: http://www.blind-guardian.com
Membri band:

Hansi Kursch – voci

Andrè Olbrich – chitarre

Marcus Siepen – chitarre

Thomas Stauch – batteria e percussioni

Tracklist:

  1. War Of Wrath
  2. Into The Storm
  3. Lammoth
  4. Nightfall
  5. The Ministrel
  6. The Curse Of Feanor
  7. Captured
  8. Blood Tears
  9. Mirror Mirror
  10. Face The Truth
Category : Recensioni
Tags : Album del passato, Power metal
0 Comm
12th Ott2011

Avantasia – The Scarecrow

by Matteo Iosio

Quando quel genietto di Tobias Sammet si impegna in qualcosa, si può scommettere che il risultato sarà garantito, e questa regola non fa eccezione con l’impresa titanica avviata con il progetto, da lui ideato, degli Avantasia. Questo ambizioso lavoro nasce nell’anno 2000, quando il già leader degli Edguy decide di riunire tutto il gotha del power metal per creare qualcosa che non fosse solamente un eccellente ensamble di musicisti, ma l’inizio di un vero e proprio nuovo modo di concepire questo genere. L’inizio non fu tutto in discesa, visto che dovette incassare il rifiuto ad una collaborazione da mostri sacri come Ronnie James Dio e Tony Martin; ma dopo le entusiastiche adesioni di Kay Hansen (Gamma Ray) e Michael Kiske (ex-Helloween) il progetto finalmente prese vita. L’opera di debutto non fu definita album ma “opera” per sottolineare  complessità e profondità del lavoro.

Nacque così The Metal Opera Vol.1 seguito poi nel 2002 da The Metal Opera Vol.2. Il pubblico accolse gli album in modo così entusiastico da provocare ancora oggi, lacrime di gioia negli appassionati del genere. Oggi, vediamo insieme il loro terzo album dal nome The Scarecrow, datato25 Gennaio 2008. Questo nuovo capitolo è realizzato in modo superbo, le sonorità risultano estremamente ricercate e complesse, tecnicamente eseguite in modo impeccabile. Sin dai primi minuti di ascolto ci si trova immersi in un’atmosfera carica di epicità e sontuosità sonora veramente notevoli. Maestose parti orchestrali si fondono perfettamente con cori avvincenti, poderosi riff di chitarra e veloci passaggi di batteria. La voce di Sammet sembra perfettamente creata per esaltare ancora di più ogni singolo pezzo; i magnifici testi fantasy fanno il resto, dando quell’opulenza che ci si aspetta da un’opera ambiziosa come questa. Le tracce scorrono poderose e fluide durante l’ascolto, tanto che non si vorrebbe finissero mai, trasportati da complessi e strutturati assoli di chitarra o da suggestive cornamuse. L’intero progetto risulta mirabile non soltanto dal punto di vista musicale ma sopratutto dalle emozioni in grado di trasmettere attraverso ogni singola traccia.

Curatissimo anche il lavoro di ricerca che risiede dietro la stesura dell’album dove Sammet, come un navigato talent scout, è in grado di selezionare collaborazioni musicali assolutamente determinanti. In conclusione ci si trova al cospetto di un eccellente prodotto che non dovrebbe mancare tra gli amanti del genere o in chi, semplicemente, ci si voglia avvicinare. Da segnalare infine la bellissima traccia omonima dell’album The Scarecrow o la lenta e struggente Cry Just A Little. Recuperate quindi le vostre opere di Tolkien dalla soffitta e preparatevi ad una magnifica esperienza sonora.

Autore: Avantasia Titolo Album: The Scarecrow
Anno: 2008 Casa Discografica: Nuclear Blast Records
Genere musicale: Power Metal Voto: 8,5
Tipo: CD Sito web: http://www.tobiassammet.com
Membri band:

Tobias Sammet – voce

Amanda Sommerville – voce

Michael Kiske – voce

Jørne Lande – voce

Sascha Paeth – chitarra

Henjo Richter – chitarra

Kai Hansen – chitarra

Rudolf Schenker – chitarra

Tobias Sammet – basso

Eric Singer – batteria

Tracklist:

  1. Twisted Mind
  2. The Scarecrow
  3. Shelter From The Rain
  4. Carry Me Over
  5. What Kind Of Love
  6. Another Angel Down
  7. The Toy Master
  8. Devil In The Belfry
  9. Cry Just A Little
  10. I Don’t Belive In Your Love
Category : Recensioni
Tags : Album del passato, Power metal
2 Comm
03rd Ott2011

Symfonia – In Paradisum

by Gianluca Scala

I Symfonia sono l’ennesimo progetto musicale scaturito dalla mente di Timo Tolkki, geniale chitarrista scandinavo conosciuto ai più per aver fondato ed aver fatto parte fino a qualche tempo fa degli Stratovarius. In questo progetto Timo coinvolge oltre ad un suo compagno di avventure, il bassista Jari Kainulainen, anche musicisti di fama mondiale come Uli Kusch, batterista che militò negli Helloween durante gli anni ‘90, nonchè il cantante Andre Matos, già visto nelle file degli Shaman e primo singer dei brasiliani Angra. Insieme danno vita a questo progetto sì ambizioso, ma che non convince mai fino in fondo. Vuoi perchè il power metal ha fatto il suo tempo, vuoi perchè siamo nel 2011, ma il difetto più grosso di quest’album è quello di copiare o se preferite di continuare a suonare il genere che tanto gli portò fortuna nel decennio scorso con la sua vecchia band.

L’album in sè non è male, le dieci canzoni che lo compongono si lasciano ascoltare facilmente e piacevolmente, ma c’è da chiedersi se questo sia da considerarsi un passo avanti per la carriera del nostro caro Tolkki o l’ennesimo capriccio di rivalsa nei confronti dei suoi ex compagni. Le canzoni sono tutte ben strutturate e le melodie non tardano ad appiccicarsi addosso a chi si cimenta all’ascolto, la produzione è curata dallo stesso Tolkki, e risulta molto pulita e lineare. Si parte con le prime tre tracce Fields Of Avalon,Come By The Hills e Santiago che sono delle classiche power anthems che fanno venire in mente subito gli Stratovarius, vere e proprie cavalcate che non tarderanno ad essere apprezzate dagli amanti del genere. Alayna è una ballad che va dritta al cuore, Forevermore è uguale ad altre 1000 canzoni power, dal ritornello scontatissimo, Pilgrim Road si apre con un interessante tema Irish che fa venire in mente la stessa idea che hanno avuto i tedeschi Edguy in un brano del loro ultimo album. La title track si presenta come il brano più epico dell’intero lotto, forse il più bello in definitiva. Le altre canzoni Rhapsody In Blue, I Walk In Neon e Don’t Let Me Go non aggiungono nè tolgono smalto al resto del disco fin qua analizzato. Consigliato solo agli aficionados del genere, a chi proprio non può fare a meno di queste sonorità.

Autore: Symfonia Titolo Album: In Paradisum
Anno: 2011 Casa Discografica: Avalon/Marquee
Genere musicale: Power metal Voto: 6
Tipo: CD Sito web: http://www.symfonia.fi/
Membri band:

Andrè Matos – voce

Timo Tolkki – chitarre

Mikko Härkin – tastiere

Jari Kainulainen – basso

Uli Kusch – batteria

Tracklist:

  1. Fields of Avalon
  2. Come By The Hills
  3. Santiago
  4. Alayna
  5. Forevermore
  6. Pilgrim Road
  7. In Paradisum
  8. Rhapsody in Black
  9. I Walk in Neon
  10. Don’t Let Me Go
Category : Recensioni
Tags : Power metal
0 Comm
22nd Set2011

Edguy – Age Of The Joker

by Gianluca Scala

Ma che bella sorpresa l’uscita del nuovo album dei tedeschi Edguy, considerando ormai che si tratta del nono disco per loro, e che l’etichetta di eterni “nuovi arrivati” inizia a stargli un pò  stretta. A quanto pare al gruppo di Fulda piace considerarsi degli eterni Peter Pan, e permettersi cose che altri gruppi non farebbero.Vero o meno Age Of The Joker estende ulteriormente lo spettro sonoro degli Edguy, che da una parte vanno a toccare sonorità per loro inedite, dall’altra ripropongono schemi sonori tipici del loro passato, ma con in più l’esperienza di quindici anni passati sui palchi di  tutto il mondo. Un lungo periodo che ha fatto crescere abbondantemente la band, ora capace di porsi nuove sfide musicali.

Il disco conferma questa evoluzione, puntando anche su una maggiore immediatezza delle composizioni (elemento che forse era mancato nelle ultime due release della band): è così che su questo disco troviamo due pezzi come Breathe e The Arcane Guild che richiamano alla mente il passato più giocoso e power oriented degli Edguy, fatto di ritornelli sbarazzini e ritmiche molto incalzanti. Il primo sopratutto si rivela uno degli highlight del disco, oltre che un sicuro inno dal vivo. C’è da dire che qua e là aleggia il fantasma degli Avantasia, il progetto parallelo del cantante Tobias Sammet, sopratutto nell’opener Robin Hood,a cavallo tra hard rock, progressive e suggestioni orchestrali, ed i suoi otto minuti abbondanti sono una prova ulteriore di come questa band consideri le convenzioni, seguendo solo ed esclusivamente la loro testa. In Pandora’s Box c’è uno slide guitar e delle forti inflessioni blues, e che dire dei passaggi irish di Rock Of Cashel? Uno dei pezzi più belli dell’intero disco. Disco che risulta assolutamente coerente nella sua grande varietà, questo a testimoniare l’immensa capacità degli Edguy di concentrarsi nel songwriting, lasciando fuori ogni inutile limitazione.

A proposito di limiti, risulta lontanissimo dal metal ma  irresistibile il motivetto tastieristico che apre Two Out Of Seven, probabilmente la cosa più commerciale che gli Edguy abbiano mai scritto, nonchè altro potenziale pezzo da classifica, in un disco che avrete potuto capire, non difetta di primizie. Anche le canzoni non citate, undici quelle presenti sul cd, contribuiscono a rendere Age Of The Joker un disco articolato e completo, molto ambizioso ma non ostico, e sopratutto marcato a fuoco dalla creatività dei nostri metallers tedeschi, senza risultare in alcun singolo momento un disco banale o scontato. Anzi, nella sua varietà si tratta del miglior album della storia recente della band, oltre che della conferma che gli Edguy sono di un’altra categoria rispetto a tanti altri gruppi.

Autore: Edguy Titolo Album: Age Of The Joker
Anno: 2011 Casa Discografica: Nuclear Blast
Genere musicale: Power metal Voto: 9
Tipo: CD Sito web: www.edguy.net
Membri band:

Tobias Sammet – voce

Jens Ludwig – chitarra solista

Dirk Sauer – chitarra ritmica

Tobias Exxel – basso

Felix Bohnke – batteria

Tracklist:

  1. Robin Hood
  2. Nobody’s Hero
  3. Rock of Cashel
  4. Pandora’s Box
  5. Breathe
  6. Two Out of Seven
  7. Faces in the Darkness
  8. The Arcane Guild
  9. Fire on the Downline
  10. Behind the Gates toMidnightWorld
  11. Every Night Without You
Category : Recensioni
Tags : Power metal
1 Comm
Pagine:«1...910111213141516
« Pagina precedente
  • Cerca in RockGarage

  • Rockgarage Card

  • Calendario Eventi
  • Le novità

    • Novaffair – Aut Aut
    • Depulsor – Walking Amongst The Undead
    • Giuseppe Calini – Polvere, Strada E Rock’n’roll
    • Bull Brigade – Il Fuoco Non Si È Spento
    • Mandragora Scream – Nothing But The Best
  • I Classici

    • Royal Hunt – Moving Target
    • Angra – Omni
    • Black Sabbath – 13
    • Saxon – Inspirations
    • Whitesnake – Forevermore
  • Login

    • Accedi
  • Argomenti

    Album del passato Alternative Metal Alternative Rock Avant-garde Black metal Cantautorale Crossover Death metal Doom Electro Rock Folk Garage Glam Gothic Grunge Hardcore Hard N' Heavy Hard Rock Heavy Metal Indie Rock Industrial KISS Libri Metalcore Motorpsycho Motörhead New Wave Nu metal Nuove uscite Podcast Post-metal Post-punk Post-rock Power metal Progressive Psichedelia Punk Punk Rock Radio Rock Rock'N'Roll Rock Blues Stoner Thrash metal Uriah Heep
Theme by Towfiq I.
Login

Lost your password?

Reset Password

Log in