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08th Mag2017

Hammerfall – (R)Evolution

by Ottaviano Moraca

Hammerfall - (R)EvolutionCosa ci si potrà mai aspettare da un album intitolato (R)Evolution? … Invece no. Questo è il più classico dei lavori del martello svedese che anzi prendono le distanze dalle, pur moderate, variazioni introdotte con il precedente Infection per tornare a quello che è il loro terreno elettivo: un solido power metal dalle atmosfere ariose ed epiche. Non c’è vergogna in questo soprattutto perché il lavoro si presenta, come di consueto, di altissimo livello qualitativo e anzi riporta i Nostri verso i fasti di un passato ormai distante. Certo, una qualsivoglia evoluzione stilistica avrebbe contrastato un po’ quella vaga sensazione di prevedibilità che aleggia in tutto il CD ma va anche detto che con un’identità così forte e definita come quella degli Hammerfall è quasi impossibile mutare rimanendo al contempo fedeli a se stessi. Non ci resta quindi che goderci queste undici tracce dalla firma inconfondibile tanto nell’impianto melodico quanto nella struttura delle composizioni, sempre articolate senza però scivolare mai nel banale o nel cervellotico. La tecnica, al solito, è sciorinata ampiamente soprattutto attraverso l’opera degli axemen che non deludono mai né nel gusto né nella misura.

Infine va segnalato che, come ci avevano promesso, sulla copertina di questo (R)Evolution torna a campeggiare Hector, la mascotte di sempre, con buona pace di tutti quelli che si erano lagnati della sua assenza dalla cover del disco precedente. Insomma le aspettative spesso influenzano il nostro giudizio e annacquano l’obiettività. Qui c’è un titolo che prospetta e promette ma non mantiene perché di rivoluzione non si può proprio parlare e, per la verità, anche di evoluzione se ne ascolta poca in questo CD ma se avete amato o amate gli Hammerfall, qui troverete la stessa passione, la stessa intensità e la stessa gloriosa epicità di sempre nonché, ovviamente, talento e qualità come ne vorremmo ascoltare più spesso. Per contro se non avete mai digerito la band svedese sarà meglio che prendiate le distanza da quest’ultima proposta che, a dispetto del titolo, non aggiunge nulla che possa farvi cambiare idea.

Autore: Hammerfall

Titolo Album: (R)Evolution

Anno: 2014

Casa Discografica: Nuclear Blast

Genere musicale: Power Metal, Epic Metal

Voto: 7,25

Tipo: CD

Sito web: http://www.hammerfall.net

Membri band:

Joacim Cans – voce

Oscar Dronjak – chitarra

Pontus Norgren – chitarra

Fredrik Larsson – basso

Anders Johansson – batteria

Tracklist:

  1. Hector’s Hymn

  2. (r)Evolution

  3. Bushido

  4. Live Life Loud

  5. Ex Inferis

  6. We Won’t Back Down

  7. Winter Is Coming

  8. Origins

  9. Tainted Metal

  10. Evil Incarnate

  11. Wildfire

Category : Recensioni
Tags : Hammerfall, Power metal
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24th Apr2017

Hammerfall – No Sacrifice, No Victory

by Ottaviano Moraca

Hammerfall - No Sacrifice, No VictoryDopo la doppietta che nel biennio 2005/2006 portò alla pubblicazione di Chapter V e Threshold, i Nostri ci misero tre anni per partorire un nuovo album aprendo tra l’altro quella che potrebbe essere considerata l’era moderna degli Hammerfall, protagonisti di una decisa virata verso i territori più classici dell’heavy metal. In questo lasso di tempo successe un po’ di tutto: rientrò al basso Fredrik Larsson, vecchia conoscenza che aveva accompagnato il gruppo all’esordio quindici anni prima, mentre il chitarrista Stefan Elmgren cambiò lavoro per diventare pilota di una compagnia aerea (?!). Ve lo dico perché se vi capitasse di volare in Svezia e notaste velocità di crociera superiori alla media, beh state attenti al nome del pilota! Ad ogni modo questa defezione aprì le porte al chitarrista dei The Poodles, Pontus Norgren che raccolse la fiducia della band e con altrettanta rapidità anche lo scetticismo dei fan. In verità la ventata di freschezza portata dai nuovi entrati, unita al maggior tempo di gestazione, resero questo CD assai più convincente del predecessore. La qualità generale rimase alta ma un minor (ab)uso dei mid-tempo, una maggiore cattiveria spalmata su tutti i cinquanta minuti del disco nonché la presenza di qualche episodio particolarmente brillante conferirono a questo lavoro una marcia in più.

Per gli addetti ai lavori: anche l’accordatura delle chitarra in RE, soluzione probabilmente introdotta dal nuovo chitarrista, e una più spiccata vocazione alla melodia e al tecnicismo evidentemente giovarono alla resa finale. Nessuna novità invece sul fronte del songwriting che si avvalse della solita ispirata formula compositiva capace di coniugare strutture movimentate con quell’incisività che da sempre ha saputo tener lontana la noia dalle tracce degli Hammerfall. Rispetto ad altri album risalta invece un po’ meno l’intensità dell’interpretazione, soprattutto dietro il microfono, forse per effetto della già citata variazione di genere che comunque fortunatamente è ben lontana dal portare il gruppo fuori dalla propria zona di conforto. Conferma ne sia il livello emozionale comunque sempre altissimo e in linea con le produzioni precedenti.

Nota finale, ovviamente di merito, per il bellissimo artwork di copertina suggestivo e ottimamente realizzato come nella migliore tradizione del martello svedese. Insomma potete accaparrarvi tranquillamente una copia di questo CD…di sicuro non ne rimarrete delusi.

Autore: Hammerfall

Titolo Album: No Sacrifice, No Victory

Anno: 2009

Casa Discografica: Nuclear Blast

Genere musicale: Heavy Metal, Power Metal

Voto: 8

Tipo: CD

Sito web: http://www.hammerfall.net

Membri band:

Joacim Cans – voce

Oscar Dronjak – vhitarra

Pontus Norgren – chitarra

Fredrik Larsson – basso

Anders Johansson batteria

Tracklist:

  1. Any Means Necessary

  2. Life Is Now

  3. Punish And Enslave

  4. Legion

  5. Between Two Worlds

  6. Hallowed Be My Name

  7. Somethings For The Ages

  8. No Sacrifice, No Victory

  9. Bring The Hammer Down

  10. One Of A Kind

  11. My Sharona

Category : Recensioni
Tags : Hammerfall, Power metal
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20th Apr2017

Virgin Steele – Visions Of Eden

by Marcello Zinno

Virgin Steele - Visions Of EdenSe c’è un musicista che incarna al massimo lo stereotipo dell’epic metal questo è di sicuro David DeFeis, probabilmente (adesso osiamo) anche più di Eric Adams dei Manowar. Ben 11 anni dopo la pubblicazione di Visions Of Eden, i Virgin Steele ne proprongono una ristampa con 2 CD, un album particolare e interessante, una summa del loro animo epico prima della conversione. Già attraverso il concept che è alla base dell’opera si possono toccare tempi remoti e cavalcate mistiche: la storia infatti tratta le vicende di Lilith, la prima moglie di Adamo, mettendo in discussione la figura maschile su cui si incentrano tutte le religioni (monoteiste in primis). DeFeis ci tenne a sottolineare che si tratta una storia dolorosa e che non lascia spazio ad emozioni positive e questo è evidente da alcune tracce, come Black Light On Black ma anche dal solo profilo musicale, a partire dalle sezioni ritmiche spesso veloci e incalzanti (doppia gran cassa molto presente). A livello di produzione, anche in questa ristampa con suoni rivisti, Visions Of Eden suona come un album anni 90, pur essendo stato pubblicato a metà degli ’00, scelta probabilmente consapevole per rimarcare il valore epico in un periodo storico in cui queste sonorità andavano per la maggiore.

L’hard rock in stile Deep Purple dona colore a brani come The Ineffable Name (strofa), traccia in cui compaiono anche influenze power che si allineano benissimo con il sound della band, rimarcando il valore epico del concept. Questo è uno dei brani più stratificati del lotto, l’intermezzo strumentale è davvero ricco e pone l’accento sugli strumenti dopo i primi 20 minuti di musica (giunti a questo momento dell’album) in cui DeFeis aveva assunto un ruolo centrale con le sue liriche. La dimostrazione che i Virgin Steele sono una band completa (seppur le composizioni siano tutti ad appannaggio di DeFeis) arriva anche da pezzi come The Hidden God dove le composizioni lente si alternano a momenti più piccanti e tecnici in una visione che trascende i generi ma che vuole solo puntare al fascino compositivo esaltando un proprio trademark. Questo brano è un’opera nell’opera e siamo sicuri che riproposto dal vivo è in grado di lasciare interdetto il pubblico. Stesso discorso si può fare per Childslayer, pezzo che a differenza degli spigoli presenti nelle prime composizioni di Visions Of Eden, mette in luce una varietà di colori da capogiro, come una farfalla che spicca il volo dinanzi ai nostri occhi.

Arrivati a Bonedust è incredibile pensate al ritmo e all’impulsività che regna nel sound di questo album: la prima parte della pubblicazione infatti stenta a mostrare momenti pacati, tutto è incentrato sulla forza e sullo scontro, sulle divinità e sulla razza umana, su dicotomie che non possono che creare scintille e musicalmente questo si sente. Le eccezioni, non a caso collocate a metà tracklist, sono Angel Of Death (dai toni più oscuri) e God Above God (vera e propria ballad, forse un po’ troppo lunga). Completa la lussuosa confezione del remastered un secondo CD che ripropone gli stessi brani ma con scelte produttive diverse, più morbide ed accomodanti, frutto anche del ripescaggio di vecchi nastri. Poco da aggiungere: un lavoro che anni fa aveva lasciato basiti molti fan ma che secondo noi va ripescato e valorizzato, anche grazie alle nuove scelte sonore.

Autore: Virgin Steele

Titolo Album: Visions Of Eden

Anno: 2006 (ristampato 2017)

Casa Discografica: SPV/Steamhammer

Genere musicale: Heavy Metal, Power Metal

Voto: 7,5

Tipo: CD

Sito web: http://www.virgin-steele.com

Membri band:

David DeFeis – voce, tastiere, basso, orchestrazioni

Edward Pursino – chitarra

Frank Gilchriest – batteria

Joshua Block – chitarra

Tracklist:

Disc 1 – Barbaric Re-mix Version

1. Immortal I Stand (The Birth Of Adam)

2. Adorned With The Rising Cobra

3. The Ineffable Name

4. Black Light On Black

5. Bonedust

6. Angel Of Death

7. God Above God

8. The Hidden God

9. Childslayer

10. When Dusk Fell

11. Visions Of Eden

Disc 2 – Romantic Re-Mastered Version

1. Immortal I Stand (The Birth Of Adam)

2. Adorned With The Rising Cobra

3. The Ineffable Name

4. Black Light On Black

5. Bonedust

6. Angel Of Death

7. God Above God

8. The Hidden God

9. Childslayer

10. When Dusk Fell

11. Visions Of Eden

Category : Recensioni
Tags : Power metal
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17th Apr2017

Hammerfall – Threshold

by Ottaviano Moraca

Hammerfall - ThresholdAd un solo anno di distanza dal precedente Chapter V: Unbent, Unbowed, Unbroken recensito da noi a questa pagina, gli Hammerfall diedero alle stampe il sesto lavoro della loro discografia. Con due album in così poco tempo non sarebbe lecito aspettarsi grandi stravolgimenti soprattutto da una band che ha fatto della costanza una virtù e che si è eretta a colonna di un certo stile puro, incontaminato e immarcescibile. Questo Threshold comprensibilmente non introduce quindi alcuna novità e può anzi essere considerato l’ideale seconda metà del precedente capitolo. E’ un bene o un male? Lascio a voi questa risposta limitandomi a riflettere su come uno stile fluido e in continua evoluzione possa essere anche una caratteristica positiva, sebbene non indispensabile, per una band. Altresì va però sottolineato come una proposta che segua le mode del mercato o che CD dopo CD subisca istericamente le più disparate influenze più che altro metterebbe in mostra la scarsa personalità del gruppo e dunque non potrebbe più essere considerato un pregio. Parliamo di un equilibrio difficile in cui il desiderabile può scivolare facilmente nella critica più spietata.

I Nostri, come detto, non corrono rischi: accusati fin dal primo album di eccessiva commercialità hanno smentito ogni detrattore con la solidità e la coerenza di un songwriting proprietario comunque costantemente intenso ed altamente emozionale. Dunque a tutti coloro che si sentono di bollare questo lavoro come “il solito album degli Hammerfall” io consiglio di apprezzare, non solo la qualità generale delle tracce, ma anche di valutare come alcune rare band non possano cambiare senza venir meno a se stesse e dunque la sfida si sposta, non tanto sull’innovatività, quanto sulla inesauribilità dell’ispirazione. In questo gli Hammerfall sono maestri indiscussi ed è per questo che ci piacciono. Nello specifico questo Threshold mette in mostra in egual misura tecnica e sentimento arrivando a saper toccare ogni metallaro che sia degno di questo nome.

Insomma a quanto pare, oggi come allora, è impossibile cogliere in fallo questo quintetto svedese che ancora una volta stupisce, se non per l’originalità che comunque non è tra i loro obiettivi, soprattutto per l’apparente facilità e disinvoltura con cui riesce a sfornare materiale di questo caratura. Unici ed infiniti.

Autore: Hammerfall

Titolo Album: Threshold

Anno: 2006

Casa Discografica: Nuclear Blast

Genere musicale: Epic Metal, Power Metal

Voto: 7,5

Tipo: CD

Sito web: http://www.hammerfall.net

Membri band:

Joacim Cans – voce

Oscar Dronjak – chitarra

Stefan Elmgren – chitarra

Magnus Rosén – basso

Anders Johansson – batteria

Tracklist:

  1. Threshold

  2. The Fire Burns Forever

  3. Rebel Inside

  4. Natural High

  5. Dark Wings, Dark Words

  6. Howlin’ With The Pac

  7. Shadow Empire

  8. Carved In Stone

  9. Reign Of The Hammer

  10. Genocide

  11. Titan

Category : Recensioni
Tags : Hammerfall, Power metal
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10th Apr2017

Hammerfall – Chapter V: Unbent, Unbowed, Unbroken

by Ottaviano Moraca

Hammerfall - Chapter V Unbent, Unbowed, UnbrokenQuando una band raccoglie nel titolo di un album tutta la propria essenza, il messaggio che vuol mandare al pubblico può essere solo di estrema forma, motivazione e solidità. Gli Hammerfall arrivarono esattamente con queste premesse alla quinta fatica discografica intitolata, appunto Capitolo V. Il titolo del CD finisce qui, quello che segue è l’auto-affermazione di un gruppo che negli anni si era visto ingiustamente criticato per la sola ragione di esistere e che, vista la qualità della proposta e a dispetto dei molti riconoscimenti, ha comprensibilmente mal sopportato tanta avversione. Proprio come gli eroi spesso protagonisti dei loro testi, i Nostri reagirono tirando fuori gli attributi e mostrando al mondo di poter fare sempre meglio. Nacque così questo disco in cui ci vengono riproposti i classici stilemi dell’heavy metal rielaborati però attraverso i gusti più recenti e le più moderne tecnologie digitali. Il risultato è un lavoro ancora più tecnico dei precedenti, con una maggior propensione ai mid-tempo nonché con i consueti marchi di fabbrica a renderlo inconfondibilmente riconoscibile come figlio del martello svedese. Carattere e personalità da vendere quindi ad iniziare dall’evocativa copertina, dominata dal protagonista di sempre, che dichiara a gran voce la paternità di questo lavoro prima ancora di vedere il logo della band.

Insomma un super album degli Hammerfall che verrà apprezzato tanto dai fan di vecchia data quanto dai metallari più incalliti ma che non dovrebbe essere sottovalutato nemmeno dagli altri quanto meno per l’intensa epicità sprigionata da ogni nota e da ogni coro. Fedeli alla propria identità e ai propri sostenitori i Nostri riproposero la classica formula che prevede in ogni album una ballad e una cover. In questo capitolo c’è poi anche un ospite speciale ad aggiungere la sua voce sulla lunga e complessa Knights Of The 21st Century che vede la partecipazione niente meno che di Chronos dei Venom. Insomma abbiamo dieci tracce composte con maestria, giustamente movimentate e altamente coinvolgenti che sapranno scuotere anche il più frigido dei cuori. Non ci credete? Dategli un ascolto e vedrete!

Autore: Hammerfall

Titolo Album: Chapter V: Unbent, Unbowed, Unbroken

Anno: 2005

Casa Discografica: Nuclear Blast

Genere musicale: Epic Metal, Power Metal

Voto: 8

Tipo: CD

Sito web: http://www.hammerfall.net

Membri band:

Joacim Cans – voce

Oscar Dronjak – chitarra

Stefan Elmgren – chitarra

Magnus Rosén – basso

Anders Johansson – batteria

Tracklist:

  1. Secrets

  2. Blood Bound

  3. Fury Of The Wild

  4. Hammer Of Justice

  5. Never, Ever

  6. Born To Rule

  7. The Templar Flame

  8. Imperial

  9. Take The Black

  10. Knights Of The 21st Century

Category : Recensioni
Tags : Hammerfall, Power metal
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03rd Apr2017

Hammerfall – Crimson Thunder

by Ottaviano Moraca

Hammerfall - Crimson ThunderA due anni dal precedente e controverso Renegade recensito da noi a questa pagina la premiata coppia Cans/Dronjak sfornò un nuovo disco. Per non incorrere, come nell’ultimo capitolo, in critiche legate alla produzione i Nostri lavorarono addirittura in tre studi di registrazione sparsi per tutta Europa. Un impegno che pagò e infatti questo nuovo Crimson Thunder fu migliore del predecessore, ovvero praticamente perfetto, ma questo non fermò le contestazioni di tutti coloro che risultarono incapaci di digerire un genere ritenuto a loro parere troppo commerciale. Uno di questi estremisti, particolarmente squilibrato, durante un concerto arrivò persino ad aggredire e ferire il cantante della band, che porta ancora in volto la cicatrice. Al di là del gesto, chiaramente deprecabile, le motivazioni di tanta avversione restano inspiegabili a maggior ragione perché l’album è ottimo sotto molti punti di vista, tra cui la sapiente coniugazione di un sound più massiccio e pesante del solito con cambi di ritmo che spaziano dal mid-tempo al molto serrato.

Una prova pregevole che mostrò evoluzione e maturazione nella composizione dei brani a cui, per la prima volta, parteciparono tutti i membri del gruppo, ma non il finora immancabile Jesper Strömblad (In Flames). Nessuna novità invece per quanto riguarda le tematiche dei testi, sempre incentrate sul fantasy, o la tradizione che vede sempre presente una cover e una ballad in ogni CD. Per fugare ogni dubbio sulla bontà di questo quarto capitolo aggiungiamo che valse alla band un nuovo disco d’oro e un tour di oltre settanta date. Mica paglia. La miglior dimostrazione del valore di queste undici tracce, per quasi un’ora di solidissimo metallo, però possono fornirvela le vostre orecchie e noi caldamente vi consigliamo di non dar retta alle tante e sterili polemiche che sempre si addensano intorno agli album degli Hammerfall ma piuttosto vi esortiamo a lasciarvi trasportare dalle melodie esaltanti e farvi coinvolgere dall’intensità di un disco che vi porterà in un mondo epico, fantastico e pieno di emozioni. Insomma, imperdibile… di nuovo.

Autore: Hammerfall

Titolo Album: Crimson Thunder

Anno: 2002

Casa Discografica: Nuclear Blast

Genere musicale: Epic Metal, Power Metal

Voto: 7,75

Tipo: CD

Sito web: http://www.hammerfall.net

Membri band:

Joacim Cans – voce

Oscar Dronjak – chitarra

Stefan Elmgren – chitarra

Magnus Rosén – basso

Anders Johansson – batteria

Tracklist:

  1. Riders Of The Storm

  2. Hearts On Fire

  3. On The Edge Of Honour

  4. Crimson Thunder

  5. Lore Of The Arcane

  6. Trailblazers

  7. Dreams Come True

  8. Angel Of Mercy

  9. The Unforgiving Blade

  10. In Memoriam

  11. Hero’s Return

Category : Recensioni
Tags : Hammerfall, Power metal
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27th Mar2017

Hammerfall – Renegade

by Ottaviano Moraca

Hammerfall - RenegadeIl terzo capitolo della discografia degli Hammerfall fu un album con due sorti. Da una parte venne considerato dai metallari più intransigenti troppo commerciale e scarsamente originale, dall’altro la crescente platea di fan lo apprezzò per le melodie esaltanti e per la qualità generale decretandone di fatto il successo di vendite. In questa sede, più che i premi (il disco d’oro su tutti) o il gigantesco tour che ne seguì, ci preme sottolineare la bontà delle composizioni in costante e perfetto equilibrio tanto tra cattiveria ed epicità quanto tra tecnica e impatto. Un lavoro insomma più maturo dei precedenti ma perfettamente in linea con le tematiche fantasy-eroiche e la personalità da brothers-of-metal della band che quindi diede l’idea di aver puntato più sulla crescita del progetto che non su una rivoluzione che, oggi come allora, nessuno in effetti avrebbe voluto. Tutto bene anche sul fronte della produzione, che non piacque a tutti ma che si mantenne sull’onda della tradizione nordica dell’epoca, e dell’artwork, come di consueto magistralmente realizzato. Stessa formula del passato anche per il songwriting che al solito vide la partecipazione del chitarrista degli In Flames Jesper Strömblad, ormai praticamente un sesto membro occulto del clan Hammerfall. E ben venga perché il risultato, sotto questo profilo, brilla decisamente mostrando quasi la stessa intensità che aveva già stupito e conquistato nei primi due episodi sulla fine dello scorso millennio.

Cos’altro si può aggiungere per celebrare un CD di tal valore che persino il brano strumentale letteralmente vola, lasciando all’ascoltatore solo il desiderio di tirare indietro la traccia ancora e ancora? Nulla, tranne che è un disco assolutamente consigliato a tutti i metallari con esclusione forse dei più tristi e depressi che potrebbero trovare fastidiose le bordate di energia che scaturiscono da ogni solco. In ultima analisi anche i più irrequieti e incontentabili potrebbero trovare nella scarsa innovazione portata da questo album al panorama metal un elemento di disturbo ma per tutti gli altri questo è un lavoro imperdibile…io non me lo farei scappare!

Autore: Hammerfall

Titolo Album: Renegade

Anno: 2000

Casa Discografica: Nuclear Blast

Genere musicale: Epic Metal, Power Metal

Voto: 7,5

Tipo: CD

Sito web: http://www.hammerfall.net

Membri band:

Joacim Cans – voce

Oscar Dronjak – chitarra

Stefan Elmgren – chitarra

Magnus Rosén – basso

Anders Johansson – batteria

Tracklist:

  1. Templars Of Steel

  2. Keep The Flame Burning

  3. Renegade

  4. Living In Victory

  5. Always Will Be

  6. The Way Of The Warrior

  7. Destined For Glory

  8. The Champion

  9. Raise The Hammer

  10. A Legend Reborn

Category : Recensioni
Tags : Hammerfall, Power metal
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27th Mar2017

Light & Shade – The Essence Of Everything

by Marcello Zinno

Light & Shade - The Essence Of EverythingCi si sta provando in tutti i modi, diretti e indiretti che siano, ad oscurare la scena power metal sinfonica. Detto simpaticamente ma con un pizzico di provocazione, sia chiaro. La contaminazione dei generi, le nuove tendenze musicali spostate verso l’evoluzione del metalcore che ha fatto proseliti tra i giovani negli ultimi dieci anni, ma soprattutto l’indebolimento artistico delle proposte musicali dei grandi del genere (Angra, Blind Guardian su tutti) hanno fatto sì che il seguito legato a questo genere subisse un ridimensionamento. Ma per fortuna ci sono ancora formazioni che ci credono, molte delle quali sono attive proprio in Italia, fenomeno di cui essere orgogliosi. I Light & Shade sono tra questi e va dato merito anche alla Scarlet Records che punta coraggiosamente su questa scena, prolifica nel belpaese (Darktribe, Wind Rose, Mastercastle).

I L&S sono una band giovane ma con nomi che provengono da varie esperienze pregresse (Temperance, Seven Spires, Luca Turilli’s Rhapsody) e nel loro album di debutto affiorano tutti questi stili e doti. The Essence Of Everything si presenta come un album di classico power sinfonico, quindi deluderà chi si aspetta le nuove frontiere del genere, piuttosto meglio godersi 11 tracce di power scritto ad hoc per i defenders del pianeta e per chi ama storie di draghi e battaglie. Qualche spiraglio di caratterizzazione compare in Drown In The Absurdity, Brokenhearted e Wander So Far, con scelte vocali che piaceranno ai fan degli Arch Enemy, ma anche in momenti più spigolosi, come nelle strofe di Spirit Of Anne, in cui il riffing sfiora il thrash metal. Eppure non dobbiamo smarrirci: il cuore della proposta musicale del quartetto si colloca, come detto, in un percorso classico.

Uno dei momenti che riassume alla perfezione le idee musicali del combo è proprio Wander So Far, che parte con vocal in growl, passando poi per un ritornello molto orecchiabile, un riffing di grande impatto e un intermezzo che sfiora il symphonic prog. Un altro brano di spessore che ha queste caratteristiche è la title track che supera i 7 minuti nel corso dei quali si toccano tutte le terre di provenienza dei Light & Shade, anche quelle più orchestrali. The Essence Of Everything supera le aspettative di chi crede ancora nel power sinfonico e accontenta, tramite alcune scelte peculiari, anche ci abbraccia ascolti più ampi.

Autore: Light & Shade

Titolo Album: The Essence Of Everything

Anno: 2016

Casa Discografica: Scarlet Records

Genere musicale: Symphonic Power Metal

Voto: 7

Tipo: CD

Sito web: https://www.facebook.com/lightshadeofficial

Membri band:

Adrienne Cowan – voce

Marco Pastorino – chitarra, voce

Luca Negro – basso

Alex Landenburg – batteria

Tracklist:

  1. Essence Of You

  2. Drown In The Absurdity

  3. Spirit Of Anne

  4. Burned

  5. You Are

  6. Meet Me In Summer

  7. Brokenhearted

  8. Lionhearted

  9. Wander So Far

  10. Welcome The Cold

  11. The Essence Of Everything

Category : Recensioni
Tags : Power metal
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20th Mar2017

Hammerfall – Legacy Of Kings

by Ottaviano Moraca

Hammerfall - Legacy Of KingsPerché mai dovremmo cambiare quello che funziona? Non c’è motivo! .Ed è esattamente quello che devono aver pensato anche gli Hammerfall quando ad un anno esatto dall’ottimo debutto discografico si sono trovati a dovergli dare un seguito. L’epic/power metal tutto cori ed energia aveva funzionato per Glory To The Brave (recensito da noi a questa pagina), perché mai avrebbe dovuto fare fiasco dopo solo dodici mesi? Infatti andò alla grande e, anche grazie al contributo dell’amico ed ex-batterista Jesper Strömblad (da sempre in forza agli In Flames) che partecipò al songwriting, fu un successo che confermò quanto di buono era stato messo in mostra con il primo album. Seguì un’intensissima attività live in giro per il mondo per promuovere il nuovo disco mentre l’opinione del pubblico si divideva tra chi vedeva negli Hammerfall i salvatori del metal, unici in grado di risollevare le sorti del genere dopo le batoste dei primi anni ’90, e quelli che li bollarono come un gruppo commerciale buono a catalizzare l’attenzione del pubblico scopiazzando a piene mani dai lavori di altri (Manowar ed Helloween su tutti). Probabilmente la verità, come spesso succede, sta nel mezzo: gli svedesi non brillarono certo per originalità e innovazione ma questo non toglie nulla al loro valore di musicisti capaci comunque di confezionare nuovamente un CD squisitamente prodotto e dall’intensità veramente rara… soprattutto in quel periodo.

I pregi di questo disco non sono iscritti quindi alla voce ricercatezza, raffinatezza o tecnica, comunque presenti e in modo anche apprezzabile, piuttosto se ne deve assaporare la capacità compositiva di grande impatto, la suggestione delle melodie e l’effetto complessivo trascinante ed estremamente coinvolgente. Indubbiamente fu quello che ci voleva per dare una boccata d’aria fresca alla scena metal che stava soffocando tra vecchiumi malamente rimaneggiati, i crossover più strampalati, gli split più improbabili e le tante defezioni anche illustri. C’era bisogno di qualcuno che mostrasse l’incrollabile convinzione che ha sempre sostenuto tutti i metallari al di là di ogni moda e ogni credo incendiando di nuovo la fede e i cuori di coloro che si stavano allontanando dal cammino. Ed ecco servito Legacy Of Kings le cui tematiche infatti, tra una metafora e l’altra, sono più o meno queste… e non è affatto un caso. Ad ogni modo la cura funzionò e i Nostri vennero proiettati nel mainstream come degli eroi.

Quello che successe dopo lo vedremo nella prossima puntata ma intanto godetevi questa iniezione di adrenalina da dieci tracce per oltre mezz’ora di puro, solido e scintillante metallo come non se ne sentiva da tempo e sappiate che la favola non finì qui.

Autore: Hammerfall

Titolo Album: Legacy Of Kings

Anno: 1998

Casa Discografica: Nuclear Blast

Genere musicale: Epic Metal, Power Metal

Voto: 8

Tipo: CD

Sito web: http://www.hammerfall.net

Membri band:

Joacim Cans – voce

Oscar Dronjak – chitarra

Stefan Elmgren – chitarra

Magnus Rosén – basso

Patrik Räfling – batteria

Tracklist:

  1. Heeding The Call

  2. Legacy Of Kings

  3. Let The Hammer Fall

  4. Dreamland

  5. Remember Yesterday

  6. At The End Of The Rainbow

  7. Back To Back

  8. Stronger Than All

  9. Warriors Of Faith

  10. The Fallen One

Category : Recensioni
Tags : Hammerfall, Power metal
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06th Mar2017

Blind Guardian – Beyond The Red Mirror

by Ottaviano Moraca

Blind Guardian - Beyond The Red MirrorE ci risiamo: son già passati quattro anni ed ecco, con la puntualità di un treno tedesco, il nuovo album dei Bardi di Krefeld che, disco dopo disco, si divertono ad alzare sempre più l’asticella di pari passo con le proprie ambizioni musicali. Per confezionare il loro metal, sempre più symphonic e sempre meno power, questa volta Hansi Kürsch e soci si sono avvalsi dei cori di Praga, Boston e Budapest e niente meno che di due orchestre per un totale di quasi duecento musicisti! Verrebbe da pensare che infine ai Blind Guardian sia “sparata la testa” ma basta lasciar scorrere questo CD nel lettore per qualche momento perché sia evidente quanto quello che ci riempie le orecchie sia, sì, un progetto grandioso ma anche perfettamente composto, arrangiato e gestito con estro e talento tali da non avere problemi nemmeno con tanta complessità. Beyond The Red Mirror è infatti un album di rara intensità anche per gli standard dei Bardi e si avvale di soluzioni che non avevano mai trovato posto su un disco del guardiano cieco.

Nell’album, che per non farci mancare proprio nulla è anche un concept, seguiamo il viaggio del giovane che aveva raggiunto un altro mondo attraverso il portale varcato all’epoca di Imaginations From The Other Side (Bright Eyes e And the Story Ends). Cosa abbia fatto nel frattempo non ci è dato saperlo ma poco importa. Quel che conta è che fornisca il pretesto perché ancora una volta i Nostri ci facciano sognare portandoci in terre lontane e mondi fantastici di cui ormai sono signori incontrastati. E di nuovo infatti alle mille linee melodiche si intrecciano i cori, ancora più epici che in passato, e il sound massiccio e distorto delle chitarre elettriche si fonde con le sinfonie orchestrali per regalare emozioni attraverso interpretazioni davvero inarrivabili. Ecco quindi un altro pezzo di storia del metal, un altro disco dei Blind Guardian che non presta il fianco ad alcuna critica. Certo, c’è bisogno di una certa attenzione per poter godere appieno di un’opera con così tante sfaccettature, e non tutti saranno sempre disposti a impegnarsi tanto ma, vi assicuro… ne vale la pena.

Autore: Blind Guardian

Titolo Album: Beyond The Red Mirror

Anno: 2015

Casa Discografica: Nuclear Blast

Genere musicale: Power Metal, Symphonic Metal

Voto: 8

Tipo: CD

Sito web: http://www.blind-guardian.com

Membri band:

Hansi Kürsch – voce, basso

André Olbrich – chitarra

Marcus Siepen – chitarra

Frederik Ehmke – batteria

Tracklist:

I. The Cleansing of the Promised Land

The Ninth Wave

Twilight of the Gods

II. The Awakening

Prophecies

At the Edge of Time

III. Disturbance in the Here and Now

Ashes of Eternity

IV. The Mirror Speaks

Distant Memories

V. Disturbance in the Here and Now

The Holy Grail

VI. The Descending of the Nine

The Throne

VII. The Fallen and the Chosen One

Sacred Mind

Miracle Machine

VIII. Beyond the Red Mirror

Grand Parade

IX. Damnation

Doom

Category : Recensioni
Tags : Blind Guardian, Power metal
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