Blind Guardian – Battalions Of Fear
Inizia con questa recensione un lungo percorso che ci porterà ad esaminare tutta la discografia di una delle band più rappresentative del panorama metal degli ultimi trenta anni. I Blind Guardian nacquero come tante altre band ma divennero ben presto una grande promessa che venne mantenuta lanciando quattro “normali” ragazzi tedeschi nell’olimpo del metal. Proprio questa loro immagine semplice e scanzonata da “amici che suonano in garage” li distinguerà nell’universo di formazioni super-virtuose, mega-impegnate e ultra-convinte che popolavano il mainstream. Vedremo anche come, pur seguendo un percorso artistico coerente e mantenendo standard qualitativi altissimi, delusero i fan della prima ora ma guadagnarono i consensi di ampissime fette di pubblico. Ma andiamo con ordine. Il nostro viaggio inizia dal primo capitolo intitolato Battalions Of Fear che, nonostante una produzione approssimativa e la fin troppo riconoscibile influenza della contemporanea scena power teutonica, getta le basi di quelle che diventeranno le colonne portanti di uno stile riconoscibile ancora oggi.
Immancabile caposaldo del metal del “guardiano cieco”, oggi come allora, sono le tematiche fantasy/horror dei testi che prendono spesso spunto da famosi libri del genere. E’ il caso di Majesty, By The Gates Of Moria e Gandalf’s Rebirth che tributano un omaggio a Tolkien e al suo capolavoro immortale Il Signore Degli Anelli. Lo stesso moniker del gruppo deriva dal brano Guardian Of The Blind ispirato al capolavoro di Stephen King, It. Su queste fondamenta i Nostri costruiscono uno speed metal (per ora ancora) ruvido e soprattutto veloce arricchito da cori epici, una concretezza granitica e da un gusto melodico esaltante, vero valore aggiunto che da qui a poco porterà la band sempre più in alto nei cuori dei fan come nelle classifiche di vendita. Altro ambito in cui i Nostri si sono distinti da subito è la tecnica non sciorinata con noncuranza ma dosata con sapienza e messa sempre al servizio dell’impatto sonoro e della resa generale. E’ questo il motivo per cui non troverete i chitarristi dei Guardian nelle classifiche dei musicisti più tecnici, ciò non di meno il loro valore è indiscutibile e la loro resa in studio come sul palco eccezionale. Curiosamente la sezione ritmica è invece sottovalutata e in questo disco (come nei prossimi) del basso si occupa il cantante che solo successivamente si convincerà a cedere lo strumento ad un bassista, che però stranamente non verrà mai inserito in pianta stabile nella formazione ufficiale.
Sviscerato questo piccolo aneddoto spendiamo due parole per lodare il lavoro di Hansi Kürsch, non solo come abile compositore o come frontman capace di catturare la simpatia del pubblico prendendo per mano le sorti della sua compagine, ma anche come protagonista dietro il microfono con un interpretazione convincente e molto espressiva che, spolier alert, migliorerà CD dopo CD. Insomma il buon giorno si vide dal mattino e porterà nei capitoli successivi tutte le soddisfazioni e i successi che questo primordiale album lasciava presagire… ma questa è una storia che vi racconteremo nel prossimo episodio.
Autore: Blind Guardian |
Titolo Album: Battalions Of Fear |
Anno: 1988 |
Casa Discografica: No Remorse Records |
Genere musicale: Speed Metal, Power Metal |
Voto: 7,25 |
Tipo: CD |
Sito web: http://www.blind-guardian.com |
Membri band: Hansi Kürsch – voce, basso André Olbrich – chitarra Marcus Siepen – chitarra Thomas Stauch – batteria |
Tracklist:
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