T.Rex – Unicorn
Anticipando di gran lunga quello che diventerà il glam rock, con questo Unicorn, Marc Bolan si avvia lungo un percorso che, pur nella sua complessità, ma anche nella sua brevità, lo porterà ad essere quella stella del firmamento rock che tutti conosciamo. Unicorn è il simbolo del folk di matrice anglosassone che si interseca con il rock stile anni cinquanta e quella psichedelia che diventerà oltre che uno stile, un vero e proprio “pensiero musicale”. I brani di questo lavoro targato 1969 sono, come già nelle prime uscite del folletto, brevi e concisi, spesso generati quasi a mo di filastrocche come se Bolan e Took si divertissero a giocare e, probabilmente lo fanno. Tra cantati litanici, passaggi country e vellutati, a volte sembra di sentire la presenza di quegli “scarafaggi” che diventeranno il simbolo di un’Inghilterra che dirà sempre la sua in fatto di rock. Come per gran parte dei lavori di Marc Bolan, anche qui i pezzi che compongono Unicorn ruotano principalmente attorno ad accordi di chitarra aperti, robuste armonie ed una produzione quasi elementare che dà enfasi a quello che da lì a breve diventerà il fenomeno glam rock. E questo disco, apparentemente semplice, nasconde in realtà una brillantezza ed una bellezza uniche.
Come per la maggior parte delle produzioni iniziali di Bolan, anche qui l’ispirazione dell’artista passa attraverso testi che raccontano di fantasy ed infatti i riferimenti a quel Signore Degli Anelli è abbastanza capibile anche attraverso le immagini che lo stesso Marc ci tramanda: “Oh the throat of winter is upon us, barren barley fields refuse to sway…”. Unicorn è l’album che introduce di fatto alla prima fase della carriera di Bolan, ne stabilisce appieno quello che da lì a breve diventerà il suo stile inimitabile, le influenze che lo contamineranno nella sua breve vita terrena e che lo porteranno a plasmare la sua creatura Tyrannosaurus Rex. Unicorn poi è il lavoro di Bolan che si inserisce appieno nella parentesi di quel folk psichedelico che farà ulteriori proseliti non solo in patria, ma in tutto il pianeta. Infatti, le combinazioni create da Bolan con le melodie acustiche, arricchite dagli intrecci di mellotron, gong e pixiephone egregiamente suonati da Took danno vita a quelle ambientazioni che rendono questo disco quasi surreale, così come quella onirica figura di un Bolan che ha scritto pagine di storia nel rock e che ha dato il via alla nascita di mostri sacri sul suolo inglese.
In Unicorn tutto si lega alla perfezione con quanto fino ad allora sviluppato dall’artista con un suono che anticipa i Tyrannosaurus Rex che da lì a breve verranno. Non ne sono sicuro ma probabilmente questo è il lavoro dei T. Rex al quale sono più affezionato perché di fatto costruisce il sound della glam band per eccellenza che verrà ed a ciò basti pensare a pezzi come Pon A Hill o Iscariot che nella loro semplicità e nella breve durata delle composizioni, sanno però come raggiungere chi ascolta lasciando quel segno che porta molti a dire che Bolan, con i suoi primi lavori e con la carriera avuta nei T.Rex, ha davvero scritto pagine musicali da sogno. Stavolta non vi dico di andare ad ascoltare Unicorn, ve lo propongo per cena. Ah me ne ero quasi dimenticato, ma quando parlo dei tirannosauri mi accorgo di aver saltato anche il pasto.
Autore: T.Rex |
Titolo Album: Unicorn |
Anno: 1969 |
Casa Discografica: Regal Zonophone, Blue Thumb |
Genere musicale: Rock Psichedelico, Folk Rock |
Voto: 7 |
Tipo: CD |
Sito web: https://it.wikipedia.org/wiki/T._Rex |
Membri band: Marc Bolan – chitarra, voce, harmonium, organo, phonofiddle Steve Peregrin Took – bongo, voce, afro percussioni, basso, pianoforte Special guest: Tony Visconti – piano John Peel – voce |
Tracklist:
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