Self Portrait – Self Portrait
Il gruppo parmigiano che stiamo per proporvi viaggia tra sonorità psichedeliche e spaziali ben amalgamate, sorrette da una scrittura che si propone lineare e concreta. Già dal primo brano del loro omonimo lavoro, peraltro rintracciabile su youtube, il personale modo di fare rock viene proposto in maniera magistrale ed originale con le chitarre che proprio con Tiergarten, brano di apertura di questo loro primo EP, si propongono spaziali con ritmiche che risultano leggere pur se sostenute da elementi tastieristici azzeccati e inseriti al giusto posto. A dirla tutta però, anche se il richiamo alla voce di un grande come Roger Water non manca da parte di Marco Fulgoni, la capacità di esprimere rock psichedelico di fattura egregia fa dimenticare questa leggera sbavatura nelle proposte musicali dei Self Portrait. Accade così che anche la seconda traccia di questo mini CD rispolvera momenti sonori leggeri e psichedelici che riportano a quelle italianissime atmosfere cui la prima PFM ci aveva abituato, ma la maestrìa di questi parmigiani fa dimenticare ben presto il paragone perché Fulgoni & C. sono in grado di saper esprimere egregiamente la tecnica strumentale posseduta e sciorinata in questo lavoro con sapienza. Certo che anche in questo brano l’onnipresenza di un sound floydiano conferma quanto loro stessi dichiarano sulla propria pagina facebook alla voce “altri artisti che ci piacciono”.
I sintetizzatori e le tastiere sono qui la guida unica dell’intera struttura di questo lavoro, soprattutto nell’intreccio con la chitarra e la voce del solito Fulgoni. Per dirla tutta poi, il fatto che alla batteria ci sia una donna, Vittoria Pezzoni, conferma questa volontà di pura psichedelica che è sostenuta da una semplicità di esecuzione alla Tucker velvettiana che ben conosciamo. Ed anche il testo non è una sorpresa per il sostentamento di tutta la composizione visto che in Croup & Vandemar, secondo brando di Self Portrait si narra di un efferato assassinio. Nine Magpies & A Black Cat prosegue sulla stessa linea dei precedenti pezzi con un bel tocco di chitarra che esalta la voce del solito Fulgoni che qui, dopo i primi due pezzi, ci sembra davvero matura per affrontare altre tipologie di sonorità; non mancano riferimenti ad un sound più corposo capace di produrre atmosfere vellutate con passaggi leggermente jazzati. Insomma proprio la giusta misura per raccontare, così come nel testo, il risultato della causa-effetto narrata. La chiusura affidata a Moontrip descrive con sapienza e perfezione il trip di un viaggio lunare e la produzione del video cui è affidato il lancio di questo ulteriore bel brano la dice tutta sulle influenze che questi musicisti si portano dentro.
Psichedelia allo stato puro ma anche una buona capacità di sapersi esprimere con una musica che è di certo alla portata non solo di chi la frequenta assiduamente. Che dire ancora? Che questa band parmigiana ci colpisce in modo particolare per come sa ben amalgamare i vari strumenti e questo a tutto a vantaggio di un sound psichedelico ben costruito ed eseguito. Se questo è il loro primo lavoro, attendiamo con ansia i successivi.
Autore: Self Portrait |
Titolo Album: Self Portrait |
Anno: 2016 |
Casa Discografica: Autoproduzione |
Genere musicale: Rock, Psichedelia |
Voto: s.v. |
Tipo: EP |
Sito web: https://soundcloud.com/selfportrait-1 |
Membri band: Marco Fulgoni – voce, chitarra Martino Pederzolli – basso Michele Ravo – batteria Giorgio Cimino – tastiere |
Brani:
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