Kenyon Bunton – This Guy’s Disguised This Sky

Se non fosse poi per la linea musicale di apertura, il secondo pezzo ci sembra essere un brano estratto da una world music allo stato puro che nulla ha da invidiare a chi ha adottato questo genere nel rock; infatti Seeign Infinity è una vera e propria lirica soft che sembra essere appesa alla psichedelia folk di certi Fugs d’altri tempi. Insomma una vera e propria chicca, così come tutto l’album che stiamo ascoltando con notevole piacere. Pass The Salt tende a mantenersi sulla stessa onda media con atmosfere lisergiche che danno la sensazione di un viaggio in lande deserte grazie a quella chitarra acustica che è davvero un piacere ascoltare. Il successivo passaggio, quello di The Sky Ain’t Blue, apre ad un rock di matrice C.S.N.&Y. che non disdegna a questo punto un disco che si sta rivelando più che piacevole, insomma una vera e propria novità che sembrava avessimo dimenticato. Il pezzo che dà il titolo all’album non poteva non giungere in questo momento per stemperare quella musicalità fin qui proposta da Kenyon Bunton, ma il suo essere vicino a certi movimenti fa sì che This Guy’s Disguised This Sky diventa un vero e proprio viaggio che ci ricorda certe sperimentazioni alla Lino Capra Vaccina che ben conosciamo. L’artista prog più compiuto lo troviamo in The End Of A Superhero che gioca superbamente fra strumenti e voce con un mantenimento della musicalità prog che diventa quasi pura poesia. Una traccia consistente davvero questa, tanto da meritarsi l’appellativo di probabile miglior solco, ma lascio a voi qui decidere, perché, come sempre, l’ascolto di un disco è sempre del tutto personale.
Con Waiting For A Train si ritorna alle atmosfere soffici che tanto ci hanno ammaliato sin dall’inizio di questo This Guy’s Disguised This Sky, atmosfere che navigano tra psichedelia e ballate capaci di inglobare suoni quasi da space rock. Ed è in questo pezzo che il pianoforte e la chitarra giocano quel ruolo fondamentale che fa di questo disco una piacevolissima sorpresa. Summer Song, dall’apertura al Neil Young elettrico prima èra, mi stimola a ritornare all’ascolto di un vecchio disco del songwriter americano, After The Gold Rush, uno dei miei preferiti. Ma è uno stimolo che provvederò a soddisfare dopo la chiusura di This Guy’s Disguised This Sky, affidata a Waiting In The Rain che dimostra quanto davvero valido sia questo lavoro di Kenyon Bunton, una produzione dove l’artista sembra abbia voluto continuare a dimostrare di che pasta è fatto. E se quanto trapelato corrisponde al vero, quest’anno attendiamo da Kenyon Bunton una produzione live ed un ulteriore terzo CD di nuove proposte che non lascerà di certo insoddisfatti chi lo segue da sempre. Finora abbiamo avuto certezze…per la garanzia aspettiamo il prossimo.
Autore: Kenyon Bunton | Titolo Album: This Guy’s Disguised This Sky |
Anno: 2019 | Casa Discografica: Standardtunarecords |
Genere musicale: Progressive Rock, Space Rock, Cantautorato, Psichedelia | Voto: 7 |
Tipo: CD | Sito web: https://www.facebook.com/standard.tuna.90 |
Membri band: Kenyon Bunton – voce, chitarra Ackley Stephen Alder – chitarra Richard Harris – basso Joanne Johannsson – tastiere, piano Donk – percussioni | Tracklist: 1. Seeing Is Stealing 2. Seeing Infinity 3. Pass The Salt 4. The Sky Ain’t Blue 5. This Guy’s Disguised This Sky 6. The End Of A Superhero 7. Waiting For A Train 8. Summer Song 10. Waiting In The Rain |