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03rd Lug2017

Sloks – Sloks

by Cristian Danzo

SloksE’ sempre un piacere ricevere in redazione un vinile. Soprattutto per chi, anni addietro, veniva sbeffeggiato, mentre faceva ottimi affari nei vari mercatini, da chi dava per morto il mitico supporto a favore del suo fratello minore, il CD. La storia ci narra che lo scorso anno proprio i dischi hanno superato, per quantità di stampa, i compact disc. Gli Sloks sono una band di Torino che rilascia questo lavoro a 33 giri da cui erompe una violenza sonora da lasciare basiti. La musica proposta è un punk che sembra riassumere tutto ciò che, in quel genere, è stato prodotto a New York negli anni ’70. E andando anche oltre, perché troviamo anche forti spunti no wave. Scopiazzature? Lo neghiamo nella maniera più assoluta. Un mélange ed una rilettura di tutto ciò che questa musica ha dato al mondo, a livello sonoro, in quegli anni mitici partendo dalla Grande Mela. Inoltre, Ivy Claudy usa la voce in maniera incredibile e, in più di un frangente, nelle sue urla disarticolate e piene di rabbia, sembra un Alan Vega in versione femminile.

Questo terzetto è davvero particolare ed è consigliato a tutti gli amanti del punk, in primis, e poi a chi ama sonorità graffianti e sperimentali o cerca un prodotto fuori dalle righe. Complimenti a questi ragazzi che riescono a mostrare in maniera egregia le loro armi, la loro musica ed i loro muscoli. Il tutto, rigorosamente lo-fi.

Autore: Sloks

Titolo Album: Sloks

Anno: 2016

Casa Discografica: Resurrection Records, SOB Records, Double Face Records

Genere musicale: Punk

Voto: s.v.

Tipo: Vinile 7”

Sito web: https://sloks.bandcamp.com/

Membri band:

Ivy Claudy – voce

Buddy Fuzz – chitarra

Peter Chopsticks – batteria

Walter Bruno – basso in Into The Mud

Tracklist:

  1. Tank Of Gasoline

  2. Use Me

  3. Into The Mud

  4. Close The Door

Category : Recensioni
Tags : Punk
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30th Giu2017

Dalton – Deimalati

by Stedi

Dalton - DeimalatiDeimalati rappresenta la seconda prova per i romani Dalton, band punk oi! con membri di Duap (attiva già de metà anni novanta) e Pinta Facile. A circa due anni dal primo Come Stai? non era certo facile riuscire a bissare il successo e la freschezza di quell’album ed in effetti questo nuovo disco, più che tentare il bis continua un percorso di crescita nel quale le origini punk oi! skinheads flirtano sempe più con un certo pub rock all’inglese. Non vi è quasi traccia infatti di scontati riff punk e suoni grezzi anzi la registrazione è quanto mai pulita. Si apre con l’ottimo rock’n’roll di Gaia e di La Dose Fa Il Veleno per lasciare spazio alla prima delle due cover presenti, E Se Ci Diranno, canzone di Luigi Tenco che occupava la seconda facciata del celebre singolo Ciao Amore Ciao la cui eliminazione dal Sanremo del 1967 fu la causa, o forse solo una delle cause, del tragico suicidio del cantautore genovese. Il trattamento dei Dalton mette in risalto il bellissimo ed attualissimo testo di Tenco e lo fa diventare un “oi! Anthem” con tanto di cori e messaggio libertario ed antirazzista.

Il secondo lato si apre con Estate l’unico brano ad avere un vero e proprio punk riff ed è anche quello che prefisco meno. La virata verso il rock da pub (“irlandese” in questo caso) si materializza con l’azzecata cover Transmetropolitan dei Pogues datata 1984. La Vigna Della Morte rappresenta la ballata del disco, un sentito canto di lotta dal sapore sessantottino dedicato alle vittime delle forze dell’ordine (Aldrovandi, Uva e Cucchi). Si chiude come si era cominciato, con il rock’n’roll di A Cuor Leggero. Partecipano alle registrazioni Shiny D alle tastiere e Giada Basile al sassofono. Mezz’ora scarsa che conferma l’ottima forma dei Dalton e che sono particolarmente ispirati. Questo disco è uscito solo in vinile, stampato in sole 219 copie di colore bianco con effetto marmorizzato ed ha una distribuzione tedesca a cura della Contra Records di Wurzen.

Autore: Dalton

Titolo Album: Deimalati

Anno: 2017

Casa Discografica: Hellnation

Genere musicale: Punk

Voto: 7

Tipo: LP

Sito web: https://www.facebook.com/dalton.roma

Membri band:

Giallo – voce, chitarra, armonica

Fabio – chitarra, voce

Sandrone – basso

Alessietto “Er Pozzanghera” – batteria

Tracklist:

Lato A:

1. Gaia

2. La Dose Fa Il Veleno

3. E Se Ci Diranno

Lato B:

1. Estate

2. Transmetrolopitan

3. La Vigna Della Morte

4. A Cuor Leggero

Category : Recensioni
Tags : Punk
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18th Apr2017

Let It Slide – A Small Step Forward

by Ottaviano Moraca

Let It Slide - A Small Step ForwardI Let It Slide, trio bergamasco di belle speranze, arrivano a questo terzo album in sei anni proponendo il loro consueto mix di rock alternativo e punk di stampo moderno. L’eterodossia ostentata dai Nostri è però, nel bene e nel male, solo una facciata perché in verità il gruppo si ritrova abbastanza comodamente allineato sulle orme dei Green Day. Poco male. I fan di Billie Joe e soci apprezzeranno sicuramente e in generale, finché non si cerca l’innovazione a tutti i costi, questo A Small Step Forward risulta assolutamente godibile. Anche le tematiche dei testi sono in contrasto con il look ribelle e con l’immediatezza dei brani che, appunto, sono leggeri solo all’apparenza. Come sottolineato dal titolo infatti questo CD affronta questioni esistenziali che non ci si aspetterebbe su un disco di questo tipo ma che danno a tutto il lavoro uno spessore e un valore sicuramente maggiori. Ma le sorprese non finiscono qui perché la band mostra una certa maturità anche sul piano compositivo costruendo pezzi molto diretti ma non esageratamente lineari. Qualche ricamo più tecnico sarebbe stato la candelina sulla torta perché, se è vero che il punk solitamente rifugge questo tipo di esibizioni personali, il rock invece ne è pieno e dunque anche in questo album non avrebbero stonato affatto. A maggior ragione perché, nelle rare occasioni in cui la band si lascia andare maggiormente, mostra di essere più che capace anche in questo frangente.

La produzione invece è fin troppo perfetta e, sebbene personalmente la preferisca così piuttosto che come appare su tanti dischi del genere, ai fan più convinti e agli amanti delle sonorità più veracemente punkeggiati mancherà quella sensazione di “registrazione in presa diretta” che in passato è stata la fortuna di tanti. In questo modo comunque il lavoro guadagna in comprensibilità quello che perde in spontaneità… sinceramente un baratto onesto e una scelta condivisibile anche perché con tredici tracce in poco più di trentacinque minuti quello che non manca di sicuro è l’immediatezza. Bene. Ultima nota per la bella confezione del CD che riesce in un colpo solo ad essere simpatica, ben realizzata e completa di tutte le informazioni necessarie, testi compresi. Peccato invece per la mancanza di un sito internet che, dopo tre album e svariati concerti anche all’estero, sarebbe proprio il caso di realizzare soprattutto perché darebbe al progetto una credibilità completamente diversa.

In definitiva i Let It Slide ci regalano un album sincero, onesto e tutt’altro che sgradevole soprattutto se fruito dall’ascoltatore giusto. Per il grande salta manca ancora qualcosa ma ormai è davvero poco e i motivi per credere in questi ragazzi ci sono tutti quindi io scelgo di puntare sul loro prossimo disco per vederli proiettati su un palco insieme ai… (non si dice… per scaramanzia… ma ci siamo capiti).

Autore: Let It Slide

Titolo Album: A Small Step Forward

Anno: 2016

Casa Discografica: Overdub Recordings

Genere musicale: Alternative Rock, Punk

Voto: 6,5

Tipo: CD

Sito web: http://www.soundcloud.com/letitslide

Membri band:

Fefè – chitarra, voce

Truffle – basso

Ibu – batteria

Tracklist:

  1. Volt Amp Box

  2. Michelle

  3. Blah Blah Blah

  4. Turkish

  5. Miss Your Eyes

  6. Cuddles & Painkillers

  7. Here By Me

  8. J.J.N.C.

  9. Last Night With You

  10. Shreds

  11. Violet

  12. Lullabies

  13. Venom

Category : Recensioni
Tags : Punk
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17th Apr2017

Criminal Party – La Revolution Bourgeoise

by Cristian Danzo

Criminal Party - La Revolution BourgeoiseSe è vero che il rock è la musica che veicola la ribellione negli ultimi 50 anni allora i benpensanti dei salotti devono drizzare le orecchie. Perché, a poco a poco, sempre più gruppi stanno trattando come argomento il periodo di crisi, economica e non, che stiamo vivendo in questi anni. I palermitani Criminal Party tornano con il loro nuovo lavoro, La Revolution Bourgeoise, completamente incentrato su questo tema. Ma facciamo un piccolo salto indietro. La band fa parte dell’underground italiano, con un esordio omonimo pubblicato nel lontano 1999 a cui ha fatto seguito un EP digitale intitolato Votate Me nel 2014. Sono dediti ad un punk molto scarno che si mischia in maniera sapiente con la musica surf, il tutto in un’atmosfera garage che più garage non si può. Infatti, se una pecca si può trovare in La Revolution Bourgeoise questa risiede sicuramente nei suoni e nella qualità della registrazione, dove tutto sembra accavallarsi per creare alle volte dei suoni molto confusi e non ben definiti. Al di là della scelta verso il lo-fi, comunque il disco è ben riuscito e consigliato a tutti gli estimatori di queste correnti. Le voci femminili di Lisjac e Vicky Jam ricordano la Patti Smith più aggressiva e tutto il combo comunque riesce a dare freschezza ed una direzione ben precisa alla musica che va a comporre questa sorta di concept “anti New World Order”, rendendo il tutto molto compatto.

Per chi scrive sarebbe stato meglio accorciare il tutto e sfrangiare alcuni pezzi ma questa considerazione non va ad inficiare il risultato di un album che è pienamente riuscito. Consigliato caldamente a chi frequenta spesso il genere in questione, La Revolution Bourgeoise contiene un pezzo sorprendente: Deep Crises, lungo strumentale dal sapore incredibilmente apocalittico che spiazza in tutta la sua inquietante efficacia e si discosta completamente dalle altre composizioni.

Autore: Criminal Party

Titolo Album: La Revolution Bourgeoise

Anno: 2016

Casa Discografica: Downbeat & Pinkhouse

Genere musicale: Punk

Voto: 6,5

Tipo: CD

Sito web: https://soundcloud.com/criminal_party

Membri band:

Lisjac – voce

Vicky Jam – voce

Fabio Vinciguerra – chitarra

Mimmo Garofalo – basso

Francesco Amato – tastiere

Eduardo Palladino – batteria

Tony Lo Biondo – batteria in Rebel World e We Hate You

Francesco Albanese – basso in Politics In Love

Tracklist:

  1. La Revolution Bourgeoise

  2. Angry And Tired

  3. What About You?

  4. Join Us!

  5. Crime After Crime

  6. In A Time Machine

  7. Rebel World

  8. Burned Generation

  9. Dangerous Minds

  10. Betelgeuse

  11. Wasted Life

  12. Something Wrong

  13. We Hate You

  14. Assault At The Central Bank

  15. Politics In Love

  16. Deep Crises

  17. 1986 (2016 Version) (bonus track)

  18. What About You? (Videoclip Version) (bonus track)

Category : Recensioni
Tags : Punk
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02nd Apr2017

Give Vent – Midwest

by Piero Di Battista

Give Vent - MidwestDare sfogo. E’ questa la traduzione letterale di Give Vent, aka Marcello Donadelli, artista modenese che nel 2013 ha dato vita a questo progetto. Dopo il primo disco, Days Like Years, pubblicato nel 2015, ci troviamo di fronte oggi ad un nuovo lavoro, un EP intitolato Midwest, edito diNotte Records. L’EP è composto da cinque brani, tra cui troviamo ben tre cover, che rappresentano per lo più omaggi a gruppi che hanno influenzato il lato artistico di Give Vent; stiamo parlando dei The Appleseed Cast, di cui l’artista rivisita Woodland Hunter (pt.1), dei The Get Up Kids (con Holiday) e degli At The Drive-In, dei quali il cantante emiliano ripropone Hourglass. L’EP viene aperto e chiuso da due pezzi originali, December e Midwest; brani proposti attraverso il binomio voce-chitarra, con cui Marcello ci dona di una parte del suo lato più intimo ed introverso, facendoci sognare quelle atmosfere della parte interna degli States, e seguendo un filo conduttore già ben delineato con le tre cover.

Il disco ci regala un momento di totale pacatezza e spensieratezza, trasportandoci in una sorta di serata casalinga tra amici, una di quelle serate dove si imbraccia una chitarra e si canta un po’ tutti assieme, condividendone ogni singola emozione. Midwest è un prodotto interessante, portato a termine da un artista capace e di certo meritevole della giusta attenzione.

Autore: Give Vent

Titolo Album: Midwest

Anno: 2017

Casa Discografica: diNotte Records

Genere musicale: Folk, Punk, Cantautorale

Voto: s.v.

Tipo: EP

Sito web: www.facebook.com/giveventmusic

Membri band:

Give Vent – voce, chitarra

Tracklist:

  1. December

  2. Woodland Hunter (pt.1)

  3. Holiday

  4. Hourglass

  5. Midwest

Category : Recensioni
Tags : Punk
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16th Dic2016

The Interrupters – Say It Out Loud

by Piero Di Battista

the-interrupters-say-it-out-loud-finalPoco più di un anno fa andai al Live Club di Trezzo sull’Adda in occasione del concerto dei Bad Religion. Non è questo il momento per decantare la band californiana, l’abbiamo fatto più volte. Fui però colpito dal gruppo di supporto: The Interrupters. Ed è proprio di questi che parliamo oggi. Di questo gruppo ska punk, composto dalle corde vocali femminili di Aimee e dai tre fratelli Bivona. Precisamente però ci concentriamo sul loro disco Say It Out Loud, pubblicato la scorsa estate tramite Hellcat Records, etichetta fondata quasi vent’anni fa nientemeno che da Tim Armstrong, voce dei Rancid. E proprio il nostro Tim graviterà parecchio attorno alla carriera dei The Interrupters, carriera iniziata nel 2012 e con alle spalle un EP (Liberty) ed un omonimo full-lenght pubblicato nel 2014. Il loro percorso, seppur breve, è stato sempre in crescendo, vuoi per un singolo azzeccato, Family, in cui vi è la presenza del nostro Tim, vuoi per un sound, tipicamente incentrato sul 2-tone ska, leggero, frizzante e capace di coinvolgere soprattutto in ambito “live”, come ho potuto constatare di persona.

Say It Out Loud porta con sé quattordici brani, ed è lo ska ha prendere il dominio, sin dalla opener, e singolo, By My Side, proseguendo con She Got Arrested, nella quale, come nel caso di The Valley, le tinte si fanno più “roots” grazie all’uso di tastiere e fiati. L’animo di Aimee e soci verte anche su un buon punk rock, liscio e senza pretesa alcuna: ne sono la dimostrazione brani scanzonati quali On A Turntable o Media Sensation. E come già anticipato, Armstrong presenzia anche in questo disco, prestando la sua voce nello ska punk di Phantom City. Divertimento, spensieratezza e leggerezza: sono queste le caratteristiche che vanno a comporre il dna dei The Interrupters. La band gioca, si diverte. E chi ascolta anche. Lasciamo stare i paragoni con i Rancid letti da più parti. L’unica cosa che li accomuna è semplicemente il supporto e l’impegno di Tim Armstrong verso questa nuova realtà californiana.

Per caso andrete al concerto dei Green Day a gennaio 2017? Nel caso, quando suonerà il gruppo spalla, rimandate la birra o la sigaretta e godetevi lo show dei The Interrupters. Perché saranno proprio loro ad aprire le danze della serata del terzetto di Berkeley.

Autore: The Interrupters

Titolo Album: Say It Out Loud

Anno: 2016

Casa Discografica: Hellcat Records

Genere musicale: Ska Punk

Voto: 7

Tipo: CD

Sito web: www.wearetheinterrupters.com

Membri band:

Aimee Interrupter – voce

Kevin Bivona – chitarra

Justin Bivona – basso

Jesse Bivona – batteria

Tracklist:

  1. By My Side

  2. She Got Arrested

  3. Babylon

  4. On A Turntable

  5. The Prosecutor

  6. Control

  7. Phantom City

  8. Media Sensation

  9. You’re Gonna Find A Way Out

  10. Divide Us

  11. The Valley

  12. Good Things

  13. Jenny Drinks

  14. Loyal

Category : Recensioni
Tags : Punk
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08th Dic2016

Wah ‘77 – Bet On It

by Piero Di Battista

wah-77-bet-on-itPuò una giovane band ricreare quelle atmosfere che possono spedirci negli 80’s ad uno show dei Black Flag? Sì, e ce lo spiegano i Wah’77, gruppo di Parma che attraverso la Retro Vox Records pubblicano il loro primo EP dal titolo Bet On It. Il loro è un hardcore punk di vecchia scuola e i sette pezzi presenti nell’uscita ci riportano in quel decennio senza passare dal via. Irriverenti, furiosi, vibranti sono i primi aggettivi che balzano nella mente al primo ascolto di questo lavoro. Nei poco più di otto minuti di durata i tre emiliani mettono in risalto le loro doti ed un sound influenzato da quello di alcuni storici gruppi come G.B.H., Dead Kennedys o Raw Power. Un sound duro, violento, che a chi ascolta pare di incassare una combinazione di diretto-gancio-diretto che porta al K.O.. Possiamo tranquillamente dire che gli Wah’77 partono alla grande. E noi continuiamo a seguirli, consigliandone l’ascolto ai più nostalgici di quel sound. Renderebbero sulla lunga distanza? Noi ne siamo assolutamente convinti.

Autore: Wah ‘77

Titolo Album: Bet On It

Anno: 2015

Casa Discografica: Retro Vox Records

Genere musicale: Hardcore, Punk

Voto: s.v.

Tipo: EP

Sito web: www.facebook.com/wah77punk

Membri band:

Scipio Jr. Ferrari – voce, basso

Nicola Cavatorta – chitarra

Francesco Calvo – batteria

Tracklist:

  1. Nasto Boyz

  2. Violence

  3. Adam

  4. 6025

  5. Panic Room

  6. Carona

  7. Wild

Category : Recensioni
Tags : Punk
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16th Nov2016

Mosche Di Velluto Grigio – Old School

by Piero Di Battista

mosche-di-velluto-grigio-old-schoolLe tradizioni vanno rispettate. Talvolta il significato di tradizione può essere soffocante, ma il rispetto per queste non deve mai mancare. E non manca quello da parte delle Mosche Di Velluto Grigio, che dopo sedici anni di carriera all’insegna del folk punk, realizzano un disco in cui il ruolo di protagonista viene assunto dalla tradizione. La band mantovana, attraverso questo album intitolato Old School ed edito IndieBox, rivisita nella loro maniera nove traditional song, alcune di queste molto note, come Foggy Dew, Amazing Grace e Field Of Anthery. No, lasciate stare ogni paragone con i Dropkick Murphys, parliamo di due realtà diverse, con dei background altrettanto diversi, e poi, volendo fare una battuta, lo storico gruppo di Boston non rivisiterebbe in maniera eccellente Lu Rusciu Te Lu Mare, canzone tradizionale salentina, come hanno invece fatto le Mosche Di Velluto Grigio.

Old School non è semplicemente un disco, ma è un omaggio ad una scena, ad una cultura che, nonostante abbia radici antiche, riesce ancora oggi a risultare del tutto anacronistica. Aggiungiamo che la band mantovana ha realizzato questo lavoro nella miglior maniera possibile ed il gioco è fatto. Ma quanto sarà divertente vederli dal vivo, sorseggiando una birra lasciandosi trascinare totalmente dalle loro note e dal clima festoso che di certo non mancherà? Cheers!

Autore: Mosche Di Velluto Grigio

Titolo Album: Old School

Anno: 2016

Casa Discografica: IndieBox Music

Genere musicale: Folk Punk

Voto: 7

Tipo: CD

Sito web: www.moschedivellutogrigio.com

Membri band:

TheKing Cagno – voce, chitarra, bagpipe, irish bouzouki, armonica

Lalla – sax, flauto, tin whistle, diamonica, violino, trombone

Rapax – irish bouzouki, mandolino, banjo, armonica

Frankye “The Baker” Squillace – chitarra

Matte The Beaver – batteria

Phabius From Garlic – sax, flauto, uillean pipe, tromba

CJ – basso

Tracklist:

  1. Amazing Grace

  2. North-West Passage

  3. Waltzing Matilda

  4. Foggy Dew

  5. Lu Rusciu Te Lu Mare

  6. Field Of Anthery

  7. The Boy Who Wouldn’t Hoe Corn

  8. Jesse James

  9. The Auld Triangle

Category : Recensioni
Tags : Folk, Punk
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03rd Ago2016

The Stab – …Non Verremo Spazzati Via!

by Marcello Zinno

The Stab - ...Non Verremo Spazzati Via!I The Stab sono una vecchia conoscenza della scena punk italiana, attivi negli anni 90 poi sciolti e rinati nel nuovo millennio, oggi ancora in attività. …Non Verremo Spazzati Via! non è solo la conferma che la band non si è stancata per nulla ma anche la testimonianza che il quartetto usa (sempre) la musica per divulgare le proprie idee e i propri valori, proprio come il punk del 77. Il brano No Tav è molto chiaro in questo, non solo nel suo titolo che non lascia spazio a fraintendimenti, ma anche nello spirito e nei testi che collocano la band nel pieno della scena combat rock. Un’altra traccia che abbraccia molto lo spirito punk pur senza toccare temi “spinosi” è Per Te: tradizione, onestà e coerenza sono alcuni dei pilastri che muovono la scrittura di questo brano e possiamo immaginare il desiderio della band di proporlo in sede live. Dicevamo del loro impegno su svariati fronti come nella battaglia contro (l’abuso de) il progresso e la tecnologia (in L’uomo Uccide sono emblematiche le parole “ci fidiamo più dei computer che dei nostri antichi valori…dobbiamo riprenderci le strade“), a favore dell’animo anarchico (in Rabbia, con messaggi chiari fin dalla durata del brano) e del cammino che ciascuno deve compiere con le proprie forze (Terra E Fango). Da citare l’inno sulla storia dei The Stab che prende l’autoesplicativo titolo di Ancora Qui e lo spirito un po’ irish della conclusiva Questa Sera Piove.

L’ombra dei The Clash aleggia nella mente dei The Stab, non tanto dal punto di vista musicale, che cita maggiormente il nostro combat e il punk più radicato, ma per quello lirico e delle idee portate avanti dalla band. Probabilmente con un altro vocalist i The Stab potrebbero cambiare forma e magari attirare maggiormente l’attenzione di chi non è radicato nella scena musicale di riferimento della band (senza però ammorbidire la proposta, che non avrebbe senso), ma va riconosciuto che …Non Verremo Spazzati Via! è un album interessante, sicuramente di spessore per chi consuma abitualmente queste sonorità.

Autore: The Stab

Titolo Album: …Non Verremo Spazzati Via!

Anno: 2016

Casa Discografica: Ansaldi Records

Genere musicale: Punk, Combat Rock

Voto: 6,75

Tipo: CD

Sito web: http://www.facebook.com/thestab1988

Membri band:

Romano – chitarra, voce

Toppi – batteria

Gaber – basso

Adrian – chitarra

Tracklist:

  1. Senza Pietà

  2. Per Te

  3. No Tav

  4. L’uomo Uccide

  5. Nausea

  6. Fratelli Mai Nati

  7. Rabbia

  8. Terra E Fango

  9. Ancora Qui

  10. Questa Sera Piove

Category : Recensioni
Tags : Punk
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29th Giu2016

Mitici Gorgi – Chiamerò Un Taxi

by Piero Di Battista

Mitici Gorgi - Chiamerò Un TaxiLa sperimentazione in campo musicale ha di certo i suoi lati positivi: ben vengano nuove realtà che propongono sonorità nuove e che cercano di crearsi una precisa identità. Talvolta però tutto ciò può costituire un’arma a doppio taglio. Vedremo il perché. Oggi parliamo dei Mitici Gorgi, band originaria di Siena nata circa una decina d’anni fa. Nel 2014, tramite Millesei Dischi, il gruppo pubblicò In The Gorgi Show. Li ritroviamo due anni dopo alle prese con un nuovo album, un EP intitolato Chiamerò Un Taxi, edito dalle stessa etichetta del suo predecessore. L’EP porta con sé sei brani (più una breve bonus-track) e catalogare i Mitici Gorgi in un semplice ed unico genere è impresa assai ardua: l’elettronica si dimostra colonna portante del loro sound, grazie all’intenso uso dei synth, dell’ableton e del mpc. Tutto ciò va a creare un sound che richiama in maniera evidente le sonorità electro punk degli anni 80. L’aggiunta di chitarre, risaltanti in maniera più evidente in Relation e nella successiva La Mamma Di Maiale, ci accompagnano verso lidi più ammiccanti al post-punk. Chiamerò Un Taxi è un concept album dove i Mitici Gorgi raccontano la storia della diciannovenne Gertrude, che attraversa una sorta di sogno, sogno che termina appunto con Il Risveglio, dove il dark-humor, l’horror, il sarcasmo, l’ironia a tratti tagliente dei testi vanno a costituire gli ingredienti principali di questo prodotto artistico.

Chiamerò Un Taxi non è assolutamente un disco di facile digestione. E’ un album non per tutti, di non semplice comprensibilità; pur mostrandoci una creatività, una tecnica a tratti sopraffina ed una fantasia sicuramente di forte interesse, il disco fatica ad arrivare del tutto a causa di alcuni passaggi che appaiono sconclusionati, al limite del disordinato. Da rivedere, o meglio, da risentire con un prossimo EP, o meglio ancora con un full-lenght.

Autore: Mitici Gorgi

Titolo Album: Chiamerò Un Taxi

Anno: 2016

Casa Discografica: Millesei Dischi

Genere musicale: Electro Punk

Voto: s.v.

Tipo: EP

Sito web: www.miticigorgi.it

Membri band:

Federica Camiciola – voce, chitarra, ableton, mpc

Chiara Fantozzi – voce, chitarra, synth, flauto

Piero Cappellini – voce, chitarra

Francesco Fanciullacci – voce, basso, chitarra, mpc

Tracklist:

  1. Strimpellata In Bo Bemolle

  2. Canzone Utile

  3. Relation

  4. La Mamma Di Maiale

  5. Bombalkaiser

  6. Il Risveglio

Category : Recensioni
Tags : Punk
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