• Facebook
  • Twitter
  • RSS

RockGarage

      

Seguici anche su

        Il Rock e l'Heavy Metal come non li hai mai letti

  • Chi siamo
  • News
  • Recensioni
  • Articoli
  • Live Report
  • Foto Report
  • Interviste
  • Regolamento
  • Contatti
  • COLLABORA
23rd Feb2016

Marrano – Marrano

by Marcello Zinno

Marrano - MarranoDai meandri dell’underground (è proprio il caso per loro di rispolverare questo termine obsoleto) arrivano i Marrano, un power trio che puzza di grunge, attitudine punk e alcol. Arriva in corsa, dopo una creazione davvero recente e un EP composto da 4 tracce e 12 minuti di ascolto. Non ci stanno tanto a rifletter su insomma, e quindi perché non registrare una manciata di riff grezzi con un cantato che resta volutamente in seconda linea e un basso che ti entra fin nei polmoni e detta i tempi di respirazione? La proposta dei Marrano non è però la classica uscita lo-fi di band simili e con poco passato alle spalle: il sound ci ricorda certo alternative rock anni 90 in cui le distorsioni erano accentuate, i testi avevano un significato tutto loro e il “rumore” veniva a galla come elemento valorizzante per la proposta e non sacrificando la musicalità. Tra coretti punk e riff a metà tra Smashing Pumpkins e Placebo, le 4 tracce scorrono molto veloci, le battute non sono velocissime ma il ritmo incalza e i Marrano ci restano attaccati.

Un buon assaggio sperando che presto arrivi un album completo ma che più di tutti venga presentato tramite numerose date live in quanto a nostro parere il sound di questa band arriva prima on stage che in cuffia.

Autore: Marrano

Titolo Album: Marrano

Anno: 2015

Casa Discografica: Autoproduzione

Genere musicale: Punk, Grunge

Voto: s.v.

Tipo: EP

Sito web: https://marrano.bandcamp.com

Membri band:

Andrea – basso

Daniele – voce, chitarra

Nicola – batteria

Tracklist:

  1. Non Insistere

  2. Vulnus

  3. Sei Anni

  4. Nella folla

Category : Recensioni
Tags : Punk
0 Comm
14th Feb2016

Ermes – Ermes

by Marcello Zinno

Ermes EPNel giro di pochi mesi (attenzione signori, pochi mesi e non anni) gli Ermes si formano, concepiscono 6 tracce, le registrano e le confezionano in un EP da dare in pasto a chiunque si trovi dinanzi al loro cammino. Il 2015 deve essere stato un anno importante per questa formazione, probabilmente un primo importante vagito per un progetto che speriamo sia lungo. Certo, è difficile farsi conoscere ma il quartetto ce la mette tutta anche grazie ad una proposta che non vuole cedere a compromessi. Il loro è un punk sporco e ruvido, non a causa di una produzione scarna (seppur essenziale) bensì per delle sonorità volutamente grezze, stradaiole. Eppure più ascoltiamo questo EP e più ci immaginiamo grandi appigli metal nelle radici di questi musicisti, dagli schiaffoni math (Mons Venus) alle linee vocali che sono tra l’hardcore e il metal (fin dall’opener Stevie Ray). 6 tracce per 13 minuti di ascolto chiariscono qualsiasi intenzione del combo, intenzione di distruzione e di rivoluzione confermato da momenti decisi e pieni di carica distruttiva, come Everything’s Dead che arriva senza anticipazioni.

E allora speriamo che questo progetto veda un futuro lungo e fruttuoso perché se è vero che questi ragazzi sono riusciti a realizzare dei pezzi così diretti e intransigenti in così poco tempo, allora non possono che regalarci grandi soddisfazioni in futuro.

Autore: Ermes

Titolo Album: Ermes

Anno: 2015

Casa Discografica: Autoproduzione

Genere musicale: Punk

Voto: s.v.

Tipo: EP

Sito web: https://ermesband.bandcamp.com/

Membri band:

Robert – voce

Emanuele – chitarra

Andrea – basso

Fabio – batteria

Tracklist:

  1. Stevie Ray

  2. Nascar De La Croix

  3. Mons Venus

  4. Blank

  5. Everything’s Dead

  6. Decoding Berto’s Grill

Category : Recensioni
Tags : Punk
0 Comm
30th Ott2015

Il Proposito – Kamikaze

by Amleto Gramegna

Il Proposito - KamikazePower punk in dieci tracce. Rieccoci nella metà degli anni ’90, quando l’etichetta Epitaph la faceva da padrone e band come Green Day, Offspring e Rancid dettavano legge ammiccando furiosamente da Mtv. Il ritorno del punk sembrava davvero cosa fattibile ed anche i Sex Pistols ebbero l’idea di riunirsi, anche se poi, come al solito, era tutto il classico fuoco di paglia e Amen Gesù. Il Proposito tira fuori dieci nuove tracce tra quel furore novantiano e un post-punk ascoltabile e carino, come il singolo Mio Fratello che sembra uscita diretta diretta dall’estate 1998. I dieci brani proposti sono tutti di ottima fattura, ma qui e lì si sentono delle incertezze e delle ripetizioni che fanno girare a vuoto il CD. Insomma, stanca presto. Tre accordi tre stancavano già per i Ramones nei ’70, figuriamoci nel 2015. Anche Questioni Radiofoniche, acustica al punto giusto, non brilla particolarmente anche se sicuramente ha il suo perché. Niente di nuovo all’orizzonte, ma questo è il punk quindi prendere o lasciare.

Lo consigliamo? Sì e no, se volete ascoltare un disco di post-punk italiano sicuramente, se volete ascoltare un futuro classico assolutamente no, in quanto si perde nel mare magnum dell’italico punk.

Autore: Il Proposito

Titolo Album: Kamikaze

Anno: 2015

Casa Discografica: Bad Karate

Genere musicale: Punk, Post-Punk

Voto: 6

Tipo: CD

Sito web: https://www.facebook.com/ilproposito

Membri band:

Stefano Negrini – voce, chitarra

Enrico Sambri – chitarra, synth

Michele Gilioli – batteria

Cristiano Negrini – basso

Tracklist:

  1. Abituarsi

  2. Mio Fratello

  3. Quello che Resta

  4. Caliope

  5. Fondo

  6. Kamikaze

  7. Il Giorno di Natale

  8. Carmela

  9. Settimane

  10. Questioni Radiofoniche

Category : Recensioni
Tags : Punk
0 Comm
19th Ott2015

Kitchen Implosion – Pretty Work Brave Boys!

by Alberto Lerario

Kitchen Implosion - Pretty Work Brave Boys!I Kitchen Implosion possono essere considerati tra i pionieri della scena folk-punk in Italia. Nati nei primi anni ’90 quasi per gioco, si sono mossi per anni e anni nel sottobosco musicale del nord Italia, subendo anche qualche cambio di line up. Negli ultimi anni la formazione originale si è riunita con nuovo entusiasmo dando regolarità ai loro live. La loro idea musicale nasce da una combo tra musica celtica irlandese con la vecchia scuola punk dei The Ramones o dei The Clash. Solo che i testi sono in dialetto piemontese, possiamo parlare quindi di “italian celtic punk”. L’opener dell’album è una delle più popolari ballate irlandesi, Danny Boy. All’inizio la traccia riecheggia delle note dei Ramones, ma ben presto si trasforma in una ballata punk rock. Barbagal invece è una cover di una canzone popolare piemontese che la band ha reinterpretato in chiave folk punk con chitarra e fisarmonica, donandogli un taglio decisamente catchy. I Kitchen Implosion attingono ancora a piene mani dalla musica tradizionale piemontese con Mag, traccia che parla appunto del mese di maggio, e La Bergera.

Il dualismo folk piemontese-celtico pervade tutto l’album, infatti se da un lato ci sono tracce ispirate alla tradizione italiana come visto, dall’altra ci sono tracce come Four Green Fields, le quattro province irlandesi Munster, Connacht, Ulster e Leinster ancora sotto il controllo della Gran Bretagna e The Merry Ploughboy, popolare canzone di indipendenza irlandese. A quest’ultima traccia si può accostare Valsesia, inno partigiano. L’album si conclude con Larmor Beach, che inizia con un intro di chitarra punk rock per virare poi in new wave e ska, senza però allontanarsi dal celtic punk. Questa è l’unica traccia originale del disco e vista la qualità incrementa la voglia di ascoltare un prossimo album di originali della band piemontese.

Questo album riesce a dare nuova vita a canzoni della nostra penisola e soprattutto a valorizzare una tradizione che è affascinante e coinvolgente come quella irlandese. Il messaggio potrebbe anche essere che la musica unisce i popoli e le tradizioni. A prescindere da tutto comunque stiamo parlando di un ottimo album e di buona musica. Non possiamo che aspettare a questo punto il prossimo album dei Kitchen Implosion.

Autore: Kitchen Implosion

Titolo Album: Pretty Work Brave Boys!

Anno: 2014

Casa Discografica: Autoproduzione

Genere musicale: Punk, Irish Punk

Voto: 7,5

Tipo: CD

Sito web: http://www.kitchenimplosion.com

Membri band:

Wenzo – voce, cornamusa

The Egg – chitarra

Ziokartella – fisarmonica, voce

Cannibalpaul – basso

Kokko – batteria

Tracklist:

  1. Danny Boy

  2. Magg

  3. The Leaving of Liverpool

  4. Barbagal

  5. Four Green Fields

  6. Sam’s Gone Away

  7. La Bergera

  8. Intro – Scotland the Brave

  9. South Australia

  10. The Merry Ploughboy

  11. Valsesia

  12. La Maire e la Filho

  13. Larmor Beach

Category : Recensioni
Tags : Punk
0 Comm
22nd Lug2015

Screeching Weasel – Kill The Musicians

by Piero Di Battista

Screeching Weasel - Kill The MusiciansSiamo nel 2005 e la rassegna di riedizioni da parte della Asianman Records di alcuni dei dischi dei mitici Screeching Weasel giunge al termine con una raccolta. Forse è il modo più logico per concludere questa iniziativa con un album che include oltre a brani già presenti in precedenti uscite, alcuni inediti e qualche cover. Questo disco vide la luce nel 1995 sotto la Lookout!, etichetta che ha supportato la maggior parte dei dischi della band di Chicago. Quindi questo lavoro diciamo che funge da riassunto dei precedenti dischi, con alcuni dei brani storici di Ben Weasel e soci come Kamala’s Too Nice, ed inediti come Soap Opera. Ottima invece la scelta delle cover: indubbiamente un omaggio alla band che ha influenzato gli Screeching Weasel e non solo con il loro punk rock, stiamo parlando dei Ramones, che vengono omaggiati tramite alcuni brani tra i quali Havana Affair e Judy Is A Punk. Trattandosi di una raccolta contenente ben trentuno canzoni c’è anche spazio per alcuni brani tratti da esibizioni live come Veronica Hates Me oppure con la bellissima Science Of Myth.

Quindi una raccolta che in realtà proprio del tutto non lo è, la Asianman Records conclude questa opera di restyling dei migliori album degli Screeching Weasel in maniera più che degna, un doveroso omaggio ad una band che ha insegnato non solo musicalmente lo stile punk rock con il suo sound, con le idee e tutto ciò che lo contorna.

Autore: Screeching Weasel

Titolo Album: Kill The Musicians

Anno: 1995 (ristampato nel 2005)

Casa Discografica: Lookout! Records, Asian Man Records

Genere musicale: Punk

Voto: 7

Tipo: CD

Sito web: http://www.screechingweasel.com

Membri band:

Ben Weasel – voce, chitarra

John Jughead – chitarra

Danny Vapid – voce, basso, chitarra

Dave Naked – basso

Johnny Personality – basso

Dan Panic – batteria

Brian Vermin – batteria

Tracklist:

  1. Kamala’s Too Nice

  2. Punkhouse

  3. Fathead

  4. Good Morning

  5. I Need Therapy

  6. I Think We’re Alone Now

  7. Something Wrong

  8. This Bud’s For Me

  9. I Wanna Be A Homosexual

  10. She’s Giving Me the Creeps

  11. I Fall To Pieces

  12. Celena

  13. Radio Blast

  14. The Girl Next Door

  15. Achtung

  16. Judy Is A Punk

  17. Chainsaw

  18. Now I Wanna Sniff Some Glue

  19. Havana Affair

  20. Soap Opera

  21. Stab Stab Stab

  22. Six A.M.

  23. Hey Suburbia

  24. The American Dream

  25. Mary Was An Anarchist

  26. Around On You

  27. Goodbye To You

  28. Veronica Hates Me

  29. I Can See Clearly

  30. Supermarket Fantasy

  31. The Science Of Myth

Category : Recensioni
Tags : Punk
0 Comm
15th Apr2015

Medusa – Migliore Attore Non Protagonista

by Piero Di Battista

Medusa - Migliore Attore Non ProtagonistaFacciamo un salto fino al 2004 e parliamo di quello che all’epoca era un nuovo lavoro in studio per i Medusa che abbandonano la Extralabels per tornare con l’etichetta indipendente che li aveva “scoperti”, ovvero la Dracma Records: stiamo parlando del disco Migliore Attore Non Protagonista. I Medusa sono quattro torinesi che con il loro sound si sono proposti come una delle band più ammirate nel panorama underground italiano. All’attivo dal 1990, si formano come tutti gruppi grazie soprattutto a molta gavetta tra concorsi e piccole esibizioni nella loro zona. Prima di questo, pubblicarono un disco da studio intitolato Punkmotocross?!?, dove il loro stile si avvicinava molto di più al punk rock, da segnalare anche alcune collaborazioni tra questa band e Caparezza: quest’ultimo partecipa nel pezzo Il Mio Gatto, brano del disco precedente, mentre il vocalist dei Medusa, Diego, collabora e partecipa nel video del rapper pugliese Vengo Dalla Luna. Con quest’ultima uscita hanno voluto un po’ sperimentare; una principale e curiosa caratteristica dei Medusa è il fatto di avere nella line-up ben due bassisti, ciò naturalmente li porta a creare nuove situazione e sperimentare nuovi orizzonti, infatti Migliore Attore Non Protagonista è un insieme di diversi stili: molto meno punk, suoni un po’ più duri, con riff più graffianti e ritmi più incisivi, diciamo che da un lato vogliono avvicinarsi al ciò che è in voga ora musicalmente mentre dall’altro non disdegnano dei suoni un po’ più datati, insomma riescono a realizzare qualcosa di davvero molto interessante e apprezzabile.

Il disco è composto da dodici brani nei quali è davvero difficile scegliere quali sono degni di nota rispetto ad altri, ma voglio provarci lo stesso e allora citiamo Cingomma Alla Menta, pezzo stile ballad molto intensa, al contrario della molto più heavy Torino In Vetrina. Molto intensa la canzone di chiusura del disco Nitro, quasi interamente strumentale, dove appunto si possono percepire le capacità tecniche dei quattro membri della band. Per chi apprezza il genere underground del nostro paese non può farsi sfuggire questo disco, un disco nel quale non ci si annoia ascoltandolo; per chi invece aveva applaudito al precedente album dei torinesi Punkmotocross?!? dovrà rassegnarsi ad ascoltare qualcosa di diverso, di più innovativo che magari non soddisferà le proprie orecchie anche se resta indubbiamente un buon lavoro.

Autore: Medusa Titolo Album: Migliore Attore Non Protagonista
Anno: 2004 Casa Discografica: Dracma Records
Genere musicale: Punk Voto: 6,5
Tipo: CD Sito web: http://www.imedusa.it
Membri band:

Diego Perrone – voce e chitarra

Mo’ff – basso

Maggio – basso e chitarra

Marco Dinocco – batteria

Tracklist:

  1. Microonde

  2. Sangue E Nutella

  3. Torino In Vetrina

  4. 2 Minuti D’Odio

  5. Cingomma Alla Menta

  6. Scolorito

  7. Non Protagonista

  8. Babbo Natale

  9. Una Canzone Scontata

  10. Eva

  11. Come Un Cane

  12. Nitro

Category : Recensioni
Tags : Punk
0 Comm
26th Mar2015

Ribelli Al Bar – Giochi Di Potere

by Alessio Capraro

Ribelli Al Bar - Giochi Di PotereCi sono determinati generi che, in linea generale, vengono ascoltati e seguiti in specifiche fasi della vita, molto spesso perché rispecchiano il momento e il periodo che si sta vivendo. Il punk, in particolare quello californiano, è un genere che in larga misura viene affiancato al periodo adolescenziale di ognuno di noi, quella sezione burrascosa e confusa della vita che appunto assomiglia ai ritmi del punk. I Ribelli al Bar riprendono coraggiosamente questo genere, ormai offuscato ma non dimenticato, con il loro album d’esordio: Giochi Di Potere. Questo disco, completamente autoprodotto, è intriso di quello spirito anni ’90 tanto caro a molti ed è senza dubbio segnato dalle influenze di band come NOFX, Offspring, Pennywise e Bad Religion. Nei testi possiamo trovare prevalentemente atti di accusa verso la società, facendo riaffiorare quei disagi giovanili che tutt’oggi colpiscono anche i 30enni, senza riuscire a darsi una spiegazione delle cose. L’album si apre in maniera impetuosa con Giù All’Inferno, con riff iniziali che toccano note metal, per dare poi spazio ad una voce e un ritornello dichiaratamente punk che ricorda i Linea 77 o i Meganoidi. Già dal secondo brano, Vorrei, il piacevole impatto iniziale comincia a scemare, il testo è ancora una volta incentrato su una volontà di rivalsa verso la società e i ritmi sono pressoché immutati.

Se Ciò Che, si apre con un riff che fa senza dubbio il verso agli Offspring del periodo Ixnay On The Hombre, per poi spostarsi ad un punk tipicamente nostrano con ritmi che restano piacevoli e ballabili ma prigionieri del genere. Fuck The System, chiaro riferimento ad un brano dei Pennywise, segue la falsa riga dei pezzi precedenti, con un sound dalle forti tinte statunitensi contrastato dalla voce che ci riporta costantemente nella nostra penisola, quasi a voler sottolineare l’appartenenza e l’autenticità del gruppo. Il resto dell’album rimane piacevole ma non si smuove per nulla dal proprio genere di appartenenza, lasciando una sensazione di ovvietà nell’aria. Coraggiosi e spregiudicati, i Ribelli Al Bar hanno riportato in auge un genere mai domo e che non resterà mai fermo negli scaffali se si riesce a non accostarlo troppo al periodo adolescenziale, giudicandolo ormai passato e “fuori moda”.

Piacevolissimo nell’ascolto, questo disco deve fare però purtroppo i conti con le nuove generazioni e con le nuove sperimentazioni musicali, ed oggi giorno difficilmente potrà essere un album dall’ascolto quotidiano ma, senza dubbio, riesce a regalare un sorriso ai 30enni attuali, trasportandoli nel passato, in quel periodo spensierato dove un disco del genere era sempre ben accetto e ascoltato a ripetizione.

Autore: Ribelli Al Bar Titolo Album: Giochi Di Potere
Anno: 2014 Casa Discografica: Autoproduzione
Genere musicale: Punk Voto: 6
Tipo: CD Sito web: http://www.ribellialbar.it/
Membri band:

Sergio Michelotto – voce, chitarra

Matteo Salomoni – voce, chitarra

Sebastiano Cantarello – basso

Alberto Calligione – batteria

Tracklist:

  1. Giù All’inferno

  2. Vorrei

  3. Se Ciò Che

  4. Fuck The System

  5. Facce Lontane

  6. Per Quello Che Non Va

  7. Oro Nero

  8. Generazione Sconfitta

  9. Il Peggiore

  10. Apparenza

  11. Umanità

  12. Giochi Di Potere

Category : Recensioni
Tags : Punk
0 Comm
25th Mar2015

Screeching Weasel – Anthem For A New Tomorrow

by Piero Di Battista

Screeching Weasel - Anthem For A New TomorrowTorniamo indietro fino al 2005, anno di ristampe da parte della Asianman Records per quanto riguarda alcuni dei dischi degli Screeching Weasel. Dopo la ristampa di Wiggle, arriva il turno di Anthem For A New Tomorrow, disco precedentemente pubblicato nel 1993. Nonostante il combo di Chicago ci aveva abituati a continue variazioni nella loro formazione, questa volta però la line-up resta la stessa identica di Wiggle, capitanata come sempre dal vocalist Ben Weasel. Come detto prima, Anthem For A New Tomorrow vide la luce nel 1993 sotto la label Lookout! Records e tale disco va a formare una trilogia che comprende i precedenti lavori My Brain Hurts e Wiggle; questa trilogia indubbiamente rappresenta l’apice artistico e compositivo di Ben Weasel e soci, tre dischi che restano tra i più importanti e tra quelli che hanno maggiormente influenzato punk rock band nate anni dopo. Anthem For A New Tomorrow è il classico disco stile punk rock che era in voga a cavallo degli anni 80 e 90, anche su questo lavoro, che contiene diciotto brani, si nota la chiara devozione della band dell’Illinois verso i Ramones; tale devozione è peraltro dimostrata con la cover di un brano della storica band newyorkese I Don’t Wanna Be Friends.

Rispetto ai precedenti lavori, gli Screeching Weasel provano leggermente a sperimentare nuove cose, su tutte l’uso delle tastiere, presente soprattutto nella notevole Every Night, ma i pezzi che sono degni di nota sono molteplici, tanto per fare qualche titolo citiamo Inside Out, Cancer In My Body e la traccia di chiusura A New Tomorrow. Molto curiosa ma che è da repertorio Screeching Weasel Panic traccia velocissima che dura poco più di dieci secondi. In conclusione diciamo che grazie a quest’album gli Screeching Weasel raggiunsero quella maturità, ma che forse sinceramente l’avevano già raggiunta con Wiggle, pur restando che dal punto di vista compositivo Anthem For A New Tomorrow resta migliore del suo predecessore.

Quando parliamo degli Screeching Weasel si corre il rischio di essere ripetitivi, ma lo dobbiamo pur diventare consigliando l’acquisto di questo ottimo disco, e aggiungo che più l’opera di riedizioni della Asianman va avanti, più la mancanza di una band come loro nel panorama punk mondiale si fa sempre più sentire.

Autore: Screeching Weasel Titolo Album: Anthem For A New Tomorrow
Anno: 1993 (ristampato nel 2005) Casa Discografica: Lookout! Records/Asianman Records
Genere musicale: Punk Voto: 8
Tipo: CD Sito web: http://www.screechingweasel.com
Membri band:

Ben Weasel – voce

Jughead – chitarra

Danny Vapid – basso

Dan Panic – batteria

Tracklist:

  1. I’m Gonna Strangle You

  2. Falling Apart

  3. Leather Jacket

  4. Rubber Room

  5. Inside Out

  6. Peter Brady

  7. I, Robot

  8. Every Night

  9. Totally

  10. Three Sides

  11. I Don’t Wanna Be Friends

  12. Cancer in My Body

  13. Thrift Store Girl

  14. Panic

  15. Trance

  16. Claire Monet

  17. A New Tomorrow

Category : Recensioni
Tags : Album del passato, Punk
0 Comm
18th Mar2015

Screeching Weasel – Wiggle

by Piero Di Battista

Screeching Weasel - WiggleSiamo nel 2005, anno dell’operazione di ristampa da parte della Asian Man Records di alcuni dei dischi degli Screeching Weasel; siamo alla volta di Wiggle, album uscito nel 1993 sotto la Lookout. Nella loro lunga carriera gli Screeching Weasel ci hanno abituati a molti cambiamenti nella formazione, soprattutto tra un disco e l’altro ed anche questa volta non si smentiscono: dopo il tour che seguì My Brain Hurts, Dave Naked lascia la band e il suo posto al basso viene preso prima da Gub e successivamente da Johnny Personality, prima che Vapid passi alle quattro corde lasciando la seconda chitarra al leader e vocalist Ben Weasel. Trascinati dalle critiche positive su My Brain Hurts, la band di Chicago realizza un disco che indubbiamente segue le orme del predecessore, lo stile infatti resta pressoché identico: brani della durata media di due minuti o poco più, ritmi scanzonati e coinvolgenti tipici punk rock e liriche al limite del demenziale, insomma un classico album Screeching Weasel, anche se, a differenza del precedente disco, c’è meno spazio per la melodia e alcuni brani sembrano leggermente più elaborati rispetto al passato. Wiggle è composto da diciassette pezzi, è un disco rapido e diretto, la prova è la traccia d’apertura Hanging Around che resta di notevole impatto, ma destano curiosità brani come il melodico Crying In My Beer o il demenziale e scanzonato Jeannie’s Got A Problems With Her Uterus, ma c’è da dire che tutte le canzoni presenti in questo disco sarebbero degne di nota.

Il triennio che va dal 1991 al 1993 è indubbiamente il periodo di maggior successo compositivo per gli Screeching Weasel, in questo lasso di tempo realizzarono tre dischi, My Brain Hurts, Wiggle e Anthem For A New Tomorrow che restano tre pietre miliari nella storia del punk rock. Se My Brain Hurts è stato, o meglio, rimane ancora un ottimo album, Wiggle è la conferma di quel lavoro, con piccole variazioni dette prima, è la conferma che gli Screeching Weasel sono senza dubbio uno dei gruppi punk rock ad avere maggiormente influenzato la scena d’oltreoceano.

Autore: Screeching Weasel Titolo Album: Wiggle
Anno: 1993 (ristampato nel 2005) Casa Discografica: Lookout! Records, Asian Man Records
Genere musicale: Punk Voto: 7,5
Tipo: CD Sito web: http://www.screechingweasel.com
Membri band:

Ben Weasel – voce

Jughead – chitarra

Danny Vapid – chitarra

Johnny Personality – basso

Dan Panic – batteria

Tracklist:

  1. Hanging Around

  2. I’m Not A Love

  3. One Step Beyond

  4. I Was A High School Psychopath

  5. Crying In My Beer

  6. Slomotion

  7. Like A Parasite

  8. Joanie Loves Johnny

  9. Second Floor East

  10. Automatic Rejector

  11. Jeannie’s Got A Problem With Her Uterus

  12. Sad Little Girl

  13. Ain’t Got No Sense

  14. It’s All In My Head

  15. Teenage Slumber Party

  16. Danny Is A Wimp

  17. Going Home?

Category : Recensioni
Tags : Punk
0 Comm
11th Mar2015

Off With Their Heads – All Thing Move Toward Their End

by Piero Di Battista

Off With Their Heads - All Thing Move Toward Their EndSiamo nel 2007 e dal fronte No Idea Records arriva un’altra nuova realtà musicale: gli Off WithTheir Heads, combo proveniente da Minneapolis attivo dal 2005 e con alle spalle alcuni lavori minori quali 7” e split con altri gruppi locali. Dopo queste uscite, edite da etichette minori, si sono accasati presso l’etichetta di Gainesville, la quale supporta il loro primo full-lenght, che però non è nient’altro che una raccolta dei brani già presenti nei lavori precedentemente realizzati più un inedito; quattordici brani, poco più di mezz’ora di discreta musica. Il loro percorso musicale si incentra principalmente su un discreto punk rock abbastanza grezzo ma molto coinvolgente già da Janie ovvero la traccia che apre questo disco/raccolta intitolato All Thing Move Toward Their End. Ne segue le orme il brano seguente Five Across The Eye, stessa ritmica, chitarre graffianti quanto basta e che si dilettano anche in un breve discreto assolo. Con Call The Cops la band sembra voler prendere un attimo di relax, infatti è un pezzo dalle ritmiche più rilassate e più devote a sonorità rockeggianti. Big Mouth dimostra ampiamente quanto i Ramones abbiamo influenzato questi ragazzi del Minnesota, stesso discorso trova conferma in brani come Closed Early e Fuck You, You Tee Shirt Neck Tie Wearing Motherfucker dove il tipico punk rock sound si mostra ben evidente. Meritevole Goddam Job, nient’altro che la cover del noto brano dei Replecements, risposto dagli Off With Thier Heads in maniera più che apprezzabile.

Mentre si avvicina l’epilogo del disco ci si accorge di come pian piano la melodia prenda il sopravvento già da Bar Close & The West Bank Bridge in cui la band mostra il suo lato melodico, fino ad arrivare ai tre brani conclusivi del disco, i quali assumono quasi i connotati della ballad; in Horse Pills And The Apartment Lobby sembra la più meritevole vuoi per la prima parte dalla leggere influenza country, Don’t Laught, I’m Serious mostra atmosfere un po’ più oscure e malinconiche, mentre la conclusiva Sadie, unico brano inedito, parte con un intro voce più chitarra acustiche per poi diventare più vicina al rock senza discostarsi però dalla melodia che contraddistingue questo brano.

In conclusione la cosa che sobbalza dopo un primo ascolto è che gli Off With Their Heads diano il meglio di loro stessi quando si cimentano con il punk rock, dove appaiono più a loro agio e più convinti, mentre sembrano perdere di personalità e affondare abbastanza nella banalità quando si dedicano a sonorità più melodiche e più tendenti alla filosofia No Idea.

Autore: Off With Their Heads Titolo Album: All Thing Move Toward Their End
Anno: 2007 Casa Discografica: No Idea Records
Genere musicale: Punk Voto: 6
Tipo: CD Sito web: http://www.myspace.com/offwiththeirheads
Membri band:

Ryan Young – voce, chitarra

Zack Gontard – chitarra

Robbie Swartwood – basso

Justin Francis – batteria

Tracklist:

  1. Janie

  2. Five Across The Eyes

  3. Call The Cops

  4. Big Mouth

  5. That Must Be Nigel With The Brie

  6. Sleeping In Carrie’s Car

  7. The Beijing Cocktail

  8. Closed Early

  9. Goddamn Job

  10. Fuck You, You Tee Shirt Neck Tie Wearing Motherfucker

  11. Bar Close And The West Bank Bridge

  12. Horse Pills And The Apartment Lobby

  13. Don’t Laugh, I’m Totally Serious

  14. Sadie

Category : Recensioni
Tags : Punk
0 Comm
Pagine:«1234567...16»
« Pagina precedente — Pagina successiva »
  • Cerca in RockGarage

  • Rockgarage Card

  • Calendario Eventi
  • Le novità

    • Hollow Bone – Hollow Bone
    • TerraDown – Judgement
    • Tugo – Giorni
    • Hugomorales – Oceano
    • Old Bridge – Bless The Hell
  • I Classici

    • Pallas – The Cross & The Crucible
    • Quiet Riot – Quiet Riot (1988)
    • Offlaga Disco Pax – Socialismo Tascabile (Prove Tecniche Di Trasmissione)
    • Mountain – Masters Of War
    • King’s X – XV
  • Login

    • Accedi
  • Argomenti

    Album del passato Alternative Metal Alternative Rock Avant-garde Black metal Cantautorale Crossover Death metal Doom Electro Rock Folk Garage Glam Gothic Grunge Hardcore Hard N' Heavy Hard Rock Heavy Metal Indie Rock Industrial KISS Libri Marillion Metalcore Motorpsycho Motörhead New Wave Nu metal post-grunge Post-metal Post-punk Post-rock Power metal Progressive Psichedelia Punk Punk Rock Radio Rock Rock'N'Roll Rock Blues Stoner Thrash metal Uriah Heep
Theme by Towfiq I.
Login

Lost your password?

Reset Password

Log in