• Facebook
  • Twitter
  • RSS

RockGarage

      

Seguici anche su

        Il Rock e l'Heavy Metal come non li hai mai letti

  • Chi siamo
  • News
  • Recensioni
  • Articoli
  • Live Report
  • Foto Report
  • Interviste
  • Regolamento
  • Contatti
  • COLLABORA
11th Mar2015

Off With Their Heads – All Thing Move Toward Their End

by Piero Di Battista

Off With Their Heads - All Thing Move Toward Their EndSiamo nel 2007 e dal fronte No Idea Records arriva un’altra nuova realtà musicale: gli Off WithTheir Heads, combo proveniente da Minneapolis attivo dal 2005 e con alle spalle alcuni lavori minori quali 7” e split con altri gruppi locali. Dopo queste uscite, edite da etichette minori, si sono accasati presso l’etichetta di Gainesville, la quale supporta il loro primo full-lenght, che però non è nient’altro che una raccolta dei brani già presenti nei lavori precedentemente realizzati più un inedito; quattordici brani, poco più di mezz’ora di discreta musica. Il loro percorso musicale si incentra principalmente su un discreto punk rock abbastanza grezzo ma molto coinvolgente già da Janie ovvero la traccia che apre questo disco/raccolta intitolato All Thing Move Toward Their End. Ne segue le orme il brano seguente Five Across The Eye, stessa ritmica, chitarre graffianti quanto basta e che si dilettano anche in un breve discreto assolo. Con Call The Cops la band sembra voler prendere un attimo di relax, infatti è un pezzo dalle ritmiche più rilassate e più devote a sonorità rockeggianti. Big Mouth dimostra ampiamente quanto i Ramones abbiamo influenzato questi ragazzi del Minnesota, stesso discorso trova conferma in brani come Closed Early e Fuck You, You Tee Shirt Neck Tie Wearing Motherfucker dove il tipico punk rock sound si mostra ben evidente. Meritevole Goddam Job, nient’altro che la cover del noto brano dei Replecements, risposto dagli Off With Thier Heads in maniera più che apprezzabile.

Mentre si avvicina l’epilogo del disco ci si accorge di come pian piano la melodia prenda il sopravvento già da Bar Close & The West Bank Bridge in cui la band mostra il suo lato melodico, fino ad arrivare ai tre brani conclusivi del disco, i quali assumono quasi i connotati della ballad; in Horse Pills And The Apartment Lobby sembra la più meritevole vuoi per la prima parte dalla leggere influenza country, Don’t Laught, I’m Serious mostra atmosfere un po’ più oscure e malinconiche, mentre la conclusiva Sadie, unico brano inedito, parte con un intro voce più chitarra acustiche per poi diventare più vicina al rock senza discostarsi però dalla melodia che contraddistingue questo brano.

In conclusione la cosa che sobbalza dopo un primo ascolto è che gli Off With Their Heads diano il meglio di loro stessi quando si cimentano con il punk rock, dove appaiono più a loro agio e più convinti, mentre sembrano perdere di personalità e affondare abbastanza nella banalità quando si dedicano a sonorità più melodiche e più tendenti alla filosofia No Idea.

Autore: Off With Their Heads Titolo Album: All Thing Move Toward Their End
Anno: 2007 Casa Discografica: No Idea Records
Genere musicale: Punk Voto: 6
Tipo: CD Sito web: http://www.myspace.com/offwiththeirheads
Membri band:

Ryan Young – voce, chitarra

Zack Gontard – chitarra

Robbie Swartwood – basso

Justin Francis – batteria

Tracklist:

  1. Janie

  2. Five Across The Eyes

  3. Call The Cops

  4. Big Mouth

  5. That Must Be Nigel With The Brie

  6. Sleeping In Carrie’s Car

  7. The Beijing Cocktail

  8. Closed Early

  9. Goddamn Job

  10. Fuck You, You Tee Shirt Neck Tie Wearing Motherfucker

  11. Bar Close And The West Bank Bridge

  12. Horse Pills And The Apartment Lobby

  13. Don’t Laugh, I’m Totally Serious

  14. Sadie

Category : Recensioni
Tags : Punk
0 Comm
28th Feb2015

Diplomatics – Don’t Be Scared, Here Are The Diplomatics

by Marcello Zinno

Diplomatics - Don't Be Scared, Here Are The DiplomaticsAlle volte è inutile stare lì a raccontarla, girare intorno al punto come fossi un politico in preda alla solita crisi governativa. Occhi puntati sull’artwork, sull’abbigliamento di questi cinque sopravvissuti al nuovo millennio e tutto è già chiaro senza che una sola nota venga fuori dal grammofono. Jeans, chiodo e attitudine punk, quanto basta per capire che di diplomatico c’è solo il nome di questa band che (chiaramente) si presenta in inglese, attingendo dalla scena punk seppur con l’aggiunta di una certa verve (aka tecnica) nell’esecuzione, fattore che in quegli anni non era molto comune. Il nuovo album, autoesplicativo fin dal titolo Don’t Be Scared, Here Are The Diplomatics, è inoltre ripartito idealmente in due parti, Side A e Side B, per buona pace dei tradizionalisti, per pura coerenza nei confronti dell’intransigente scena di appartenenza e anche perché l’uscita è in vinile. Insomma modernità azzerata ma va detto che l’energia di questo quintetto esce fuori dagli schemi distruttivi e poco tecnici delle prime band punk (Sex Pistols in primis); qui c’è anche molto del rock’n’roll contaminato dal blues del tempo che fu (come in Where I Was Born arricchita da fiati) e l’adrenalina che sale e che impedisce in ogni modo di restare immobili.

Pezzi come Needings o Who I Am richiamano direttamente Rolling Stones e The Stooges, come due volti dello stesso gioco, seppur provenienti da due continenti diversi: ed è proprio questo il sound che i Diplomatics vogliono omaggiare perché è la loro cultura, il loro mondo e quello dei loro adepti, fanatici sostenitori del punk degli anni d’oro.

Autore: Diplomatics Titolo Album: Don’t Be Scared, Here Are The Diplomatics
Anno: 2014 Casa Discografica: Autoproduzione
Genere musicale: Punk, Rock’n’Roll Voto: 7
Tipo: CD Sito web: http://diplomatics.bandcamp.com
Membri band:

OVO (Niccolò Sabin) – batteria

MANU (Emanuele Garziera) – chitarra

SET (Matteo Marsetti) – chitarra

DANIEL (Daniel Carollo) – voce

MASE (Dario Masello) – basso

Tracklist:

  1. No Heart, No Future

  2. Don’t Forget Me

  3. Needings

  4. Where I Was Born

  5. Who I Am

  6. Desert Love

  7. Monkey Me

  8. Don’t Let Me Go

Category : Recensioni
Tags : Punk
0 Comm
25th Feb2015

Screeching Weasel – Boogadaboogadaboogada!

by Piero Di Battista

Screeching Weasel - BoogadaboogadaboogadaNel 2005 la Asian Man ha deciso di ristampare e di pubblicare ogni mese a partire da febbraio fino a luglio alcuni dei dischi finiti ormai fuori catalogo degli Screeching Weasel, senz’altro una lodevole iniziativa che rende merito ad una delle punk rock band più apprezzate del panorama stesso. Provenienti da Chicago si sono formati nel 1986 e per quindici anni circa hanno proposto un sound classico punk rock con evidentissime influenze da parte dei mitici Ramones. Da aggiungere che nella loro lunga carriera la band ha subito numerosi cambiamenti nella line-up, senza però avere grosse ripercussioni sullo stile che li ha contraddistinti per anni. Il primo lavoro che la Asian Man ha deciso di ristampare è Boogadaboogadaboogada!, disco venuto alla luce nell’ormai lontano 1988 per la Lookout Records!, un anno dopo un album self-titled; tornando al discorso fatto prima del fatto che gli Screeching Weasel si sono parecchio ispirati ai Ramones, la cosa che viene subito alle orecchie ascoltando i dischi dei kids di Chicago è che le canzoni hanno una durata media di due minuti ciascuna, sono veloci nei ritmi e le liriche spaziano da testi di protesta a più principalmente testi ironici al limite del demenziale. Queste caratteristiche citate naturalmente appaiono anche nel disco Boogadaboogadaboogada!, ventisei brani per una durata che supera di poco i quaranta minuti, per un disco che si lascia ascoltare liscio senza intoppi, per un genere che può essere definito un mix tra punk rock e skate-punk.

Tra le ventisei tracce presenti su questo lavoro ognuna può essere degna di nota, ne citiamo qualcuna come, ad esempio, I Hate Led Zeppelin dove già dal titolo si può capire che si tratta di un brano incentrato sul prendere in giro la storica band di Page e Plant, molto curiosa è I Wanna Be Naked, brano in pieno stile Ramones. Tra i tanti brani gli Screeching Weasel non disdegnano anche un pizzico di melodia: Sunshine ne è l’esempio oltre ad essere uno dei rari brani che supera i due minuti di durata. Per essere uno dei primi dischi degli Screeching Weasel Boogadaboogadaboogada! può essere definito tra quelli discreti, infatti non risulta un capolavoro ma neanche da buttare via, da dire che con il passare degli anni sono andati migliorando, ma i quattro, dimostravano di saperci fare e di proporre un sound che forse in quegli anni era poco considerato anche prima dell’ondata pop punk avvenuta nei primi anni novanta. Ma qui il gruppo dell’Illinois è ancora quasi alle prime armi, con il tempo dimostreranno di potersi creare una loro identità e di essere considerati tra i paladini del punk rock.

Autore: Screeching Weasel Titolo Album: Boogadaboogadaboogada!
Anno: 1988 (ristampato nel 2005) Casa Discografica: Lookout! Records, Asian Man Records
Genere musicale: Punk Voto: 6,5
Tipo: CD Sito web: http://www.screechingweasel.com
Membri band:

Ben Weasel – voce, chitarra

John Jughead – chitarra

Warren “Fish” Ozzfish – basso

Steve Cheese – batteria

 

Tracklist:

  1. Dingbat
  2. Love
  3. Zombie

  4. This Ain’t Hawaii
  5. We Skate
  6. Police Insanity
  7. Stupid Over You
  8. Runaway

  9. I Hate Led Zeppelin
  10. My Right
  11. Nicarauga
  12. Sunshine
  13. I Wanna Be Naked
  14. Ashtray
  15. American Suicide
  16. Psychiatrist
  17. Mad At The Paper Boy
  18. I Love To Hate
  19. More Problems
  20. Supermarket Fantasy
  21. Holy Hardcore
  22. Professional Distribution
  23. Used Cars
  24. Hunter
  25. I Believe In UFOs
  26. Hey Suburbia
Category : Recensioni
Tags : Punk
0 Comm
18th Feb2015

Screeching Weasel – Weasel Mania

by Piero Di Battista

Screeching Weasel - Weasel ManiaNonostante il loro scioglimento avvenuto alcuni anni prima, il 2005 è stato un anno importante per gli Screeching Weasel, dopo che la Asian Man Records ha ristampato alcuni dei dischi della band di Chicago, stavolta tocca alla Fat Wreck Chords di Fat Mike, leader dei Nofx e da sempre grandissimo ammiratore di Ben Weasel e compagni, pubblicare una raccolta di ben 34 brani degli Screeching Weasel tratti da quasi tutti i dischi pubblicati negli anni scorsi. Va sottolineato che per la scelta dei brani da includere in questa sorta di “best of” ha partecipato Ben Weasel in persona. Quindi in questo disco vengono riproposti brani tratti dai primi lavori come Boogada dal quale si può riascoltare la prima traccia My Right e Supermarket Fantasy, passando per il loro miglior disco di sempre My Brain Hurts menzionato mediante pezzi come Cindy’s On Methadone e Science Of Myth tanto per citarne alcuni. E’ piacevole riguardo questa raccolta il fatto che da ogni disco degli Screeching Weasel vengano tratte almeno un paio di canzoni, giusto per attraversare tutta la carriera della band, tra le migliori per quanto riguarda il panorama storico del punk rock. Vengono presi in considerazione anche dei dischi poco noti come l’ EP Major Label Debut del 1998 dal quale è tratta Racist Society, oppure Video, brano tratto da un sampler intitolato Four On The Floor uscito nel 1999 nel quale gli Screeching Weasel hanno partecipato alla realizzazione insieme a band come The Teen Idols, Enemy You e Moral Crux. Si arriva anche agli ultimi dischi dai quali sono tratti brani come Bottom Of The 9th da Teen Punks In Heat o Dummy Up da Television City Dreams passando per Cool Kids da Bark Like A Dog.

Solitamente le raccolte tendono a deludere anche i fan più affezionati, ma questa degli Screeching Weasel può avere una buona considerazione per il fatto che viene rivisitata tutta la loro carriera quasi interamente, magari i fan più fedeli alla band di Chicago si aspettavano qualche pezzo inedito e su questo qualcuno ne sarà rimasto deluso. Ma ad ogni modo stiamo parlando di un combo che ha fatto storia nel suo genere e che ha influenzato gran parte delle punk band attuali, grazie al loro sound energico e coinvolgente e alle liriche che andavano dalla protesta più accesa al demenziale, passando sempre per dei testi contenenti ironie abbastanza taglienti. Questa raccolta è un doveroso omaggio ad una grande band, ma se dovessimo dare un consiglio a chi volesse documentarsi sugli Screeching Weasel, diremmo di iniziare ad ascoltare tutti i dischi, e poi, se c’è ne sarà bisogno, anche questa raccolta giusto come riassunto finale.

Autore: Screeching Weasel

Titolo Album: Weasel Mania

Anno: 2005 Casa Discografica: Fat Wreck Chords
Genere musicale: Punk Voto: 7
Tipo: CD Sito web: http://www.screechingweasel.com
Membri band:

Ben Weasel – voce, chitarra

John Jughead – chitarra

Dan Vapid – chitarra, basso

Matt Giorgini – basso

Dan Lumley – batteria

 

Tracklist:

  1. My Right
  2. Ashtray
  3. Supermarket Fantasy
  4. Hey Suburbia
  5. Cindy’s On Methadone
  6. My Brain Hurts
  7. What We Hate
  8. The Science Of Myth
  9. She’s Giving Me The Creeps
  10. I Wanna Be A Homosexual
  11. Jeannie’s Got A Problem With Her Uterus

  12. Joanie Loves Johnny
  13. Peter Brady
  14. Totally
  15. Leather Jacket
  16. Every Night
  17. Planet Of The Apes
  18. 99
  19. I Wrote Holden Caulfield
  20. Phasers On Kill
  21. You Blister My Paint
  22. Cool Kids
  23. The First Day Of Summer
  24. Racist Society
  25. Dummy Up
  26. Pervert At Large
  27. Speed Of Mutation
  28. My Own World
  29. Video
  30. Sidewalk Warrior
  31. Static
  32. Bottom Of The 9th
  33. Gotta Girlfriend
  34. You’re The Enemy
Category : Recensioni
Tags : Punk
0 Comm
16th Feb2015

Guacamaya – Without People We’re Nothing

by Piero Di Battista

Guacamaya - Without People We’re NothingDue anni dopo l’uscita del disco Come Un Pugno Nello Stomaco (recensito da noi a questa pagina) ritroviamo i Guacamaya con una nuovo album, intitolato Without People We’Re Nothing, disco all’insegna del puro punk rock, dalle liriche fortemente impegnate come, sin dagli inizi, ci hanno abituati questi ragazzi lombardi. Sulla scia di band come Los Fastidios o The Gang, i Guacamaya continuano a testa alta a proporre un sound fortemente impegnato, con testi diretti e senza mai nascondersi dietro un dito. C’è da dire che però questo nuovo disco non propone brani freschi; le dodici tracce che vanno a comporre questo album sono pezzi che i Guacamaya hanno già pubblicato in precedenti uscite. La novità sta nel fatto che i brani facenti parte della tracklist sono stati nuovamente registrati, e si avvalgono, ognuno di loro, della presenza di membri o personaggi influenti della scena punk rock e combat rock italiana. L’open-track del disco è La Taverna Del Diavolo, brano puramente punk rock che vede la partecipazione di Mark e Simo dei NH3, seguita da Come Un Dio, che ha come guest Mauri dei Clash City Rockers. Da segnalare anche la presenza di membri di Malavida e Linea, storiche band della scena combat rock marchigiana alla pari dei The Gang, che contribuiscono all’ottimo riadattamento di brani come Il Testamento Di V e Un Folle.

Tra le altre collaborazioni segnaliamo Lore de La Ghenga Del Fil Di Ferro (Davanti Ad Un Fucile), Robi degli Atarassia Grop (Il Sangue E La Polvere), ma anche di Giulio dei 5MDR, che partecipa al riadattamento di Radio Guerriglia, brano che avevamo conosciuto con il disco Come Un Pugno Nello Stomaco, e dedicato all’attivista Vittorio Arrigoni, personaggio noto per il suo impegno a favore della causa palestinese, deceduto nell’aprile del 2011. Ed a proposito di Arrigoni, l’intento di questo disco è proprio la beneficenza; difatti i proventi delle vendite di questo lavoro verranno totalmente devoluti all’asilo nido “Vittorio Arrigoni” sulla Striscia di Gaza, in Palestina. Punk rock ed impegno sociale: sono questi i punti forti di un gruppo come i Guacamaya, band che indubbiamente contribuisce fortemente a tenere alta dal bandiera del punk rock made in Italy.

Without People We’Re Nothing tecnicamente non offre nulla di inedito, ma l’intento benefico di questo disco, il fatto che vi abbiano partecipato personalità della scena underground e che sia stato realizzato da una band dalle notevoli qualità, sono elementi che rendono questo disco un buonissimo prodotto. Consigliati a chi, nella scena punk rock italiano, è fermo ai soliti, pur validissimi, nomi.

Autore: Guacamaya

Titolo Album: Without People We’re Nothing

Anno: 2015

Casa Discografica: Out Of Control Rec., Rusty Knife Records, Rude Records

Genere musicale: Punk Voto: 7
Tipo: CD Sito web: http://www.guacamayacombatpunk.com
Membri band:

Reb – voce

Ele Maya – chitarra

Il Cannuccia – batteria

Tracklist:

  1. La Taverna Del Diavolo
  2. Come Un Dio
  3. Il Testamento Di V
  4. Un Folle
  5. Know Your Rights
  6. Sulla Barricata
  7. Solo Odio
  8. Radio Guerriglia
  9. Rwanda
  10. Davanti Ad Un Fucile
  11. Long Kesh
  12. Il Sangue E La Polvere
Category : Recensioni
Tags : Punk
0 Comm
27th Gen2015

Latte+ – No More Than Three Chords

by Piero Di Battista

Latte+ - No More Than Three ChordsA due anni di distanza dal loro ultimo lavoro, Asociale (recensito da noi a questa pagina), disco pubblicato nel 2012, tornano con un nuovo album i Latte+, band nata nel 1997 ad Empoli. Con alle spalle quasi vent’anni di carriera, non parliamo di un gruppo alle prime armi, bensì di una solida realtà all’interno del panorama punk rock nostrano. Il nuovo disco esce per la Rocket Man Records, e si intitola No More Than Three Chords, che segna anche un ritorno per la band al comporre in inglese, ma soprattutto è un disco che funge un po’ da omaggio a quel punk rock made in U.S.A. sponda Atlantico, ovvero quello che ha con i Ramones dei veri e propri leader. Il disco in questione è composto da quindici brani, brani che di rado arrivano a toccare i due minuti di durata ciascuno; brani veloci, diretti, talvolta melodici, ovvero gli ingredienti base per realizzare un genere che ha fortemente influenzato la scena negli anni a seguire. Si parte subito veloci con la title-track No More Than Three Chords, seguita da Johnny Ramone, chiaro omaggio al chitarrista dei Ramones, scomparso nel 2004. Come si può intuire, lo stile dei “Fast Four” influisce in maniera netta sul sound dei Latte+, ma, scorrendo la tracklist, risaltano anche ammiccamenti verso altre importanti band di quel filone, spesso troppo sottovalutate, come gli Screeching Weasel, il cui stile sobbalza alla mente sotto le note di So Long Motherfucker o It’s Been A Long Time, mentre si avvicinano allo stile dei The Queers con I Wanna Be Like Steve McQueen.

Il disco dunque segue un unico filo conduttore: punk rock veloce, scanzonato, irriverente, a tratti melodico, come nel caso di Anyway I Wanna Be With You o Armanda, ed il tutto contribuisce a rendere questo lavoro di facile ascolto e ben assorbibile, in particolare dagli amanti del genere. Il disco ricalca un po’ le orme di band italiane che hanno fatto di questo genere il loro percorso, parliamo di gruppi come Retarded o The Manges, ma è innegabile che anche i Latte+ abbiano realizzato un più che apprezzabile lavoro. Pur non essendo nulla di non già sentito, siamo dell’idea che No More Than Three Chords sia un lavoro meritevole d’attenzione, realizzato soprattutto con quella attitudine e semplicità che, già dal titolo, si può già percepire; semplicità che, anche in campo musicale, a volte paga.

Autore: Latte+ Titolo Album: No More Than Three Chords
Anno: 2014 Casa Discografica: Rocket Man Records
Genere musicale: Punk Voto: 6,5
Tipo: CD Sito web: http://www.lattepiu.it
Membri band:

Chicco – voce, basso

Sunday – chitarra, voce

Puccio – batteria

Tracklist:

  1. No More Than Three Chords

  2. Johnny Ramone

  3. So Long Motherfucker

  4. I Wanna Be Like Steve McQueen

  5. She’s Gone Today

  6. Rise Up

  7. It’s Ok For Us

  8. Anyway I Wanna Be With You

  9. Something About You

  10. It’s Been A Long Time

  11. Teenage Schizoid

  12. Armanda

  13. Your Time Is Over

  14. Striped Girl

  15. We Are Disturbed

Category : Recensioni
Tags : Punk
0 Comm
17th Gen2015

Angry Punx – Dritto Al Cuore

by Piero Di Battista

Angry Punx - Dritto Al CuoreDirettamente dal roster della IndieBox, parliamo degli Angry Punx, band originaria di Pistoia e nata poco più di un anno fa che, tramite l’etichetta lombarda, pubblica il primo full-lenght, intitolato Dritto Al Cuore. Il disco ci propone ben diciannove brani, con i quali il combo toscano ci porta all’interno del loro sound, incentrato su un discreto punk rock, cantato in italiano. Il disco, seppur apprezzabile nel suo genere, non offre nulla di nuovo; è un disco che scorre facilmente e ricalca le orme di band passate come Derozer o Pornoviste. La velocità, l’impatto ed il loro esser scanzonati ed a tratti irriverenti costituiscono dei valori aggiunti per gli Angry Punx, degni di nota brani quali Pensavo Fosse Amore Invece Era Un Tegame, brano che funge da open-track, ma anche Il Punk nel quale la band si avvicina molto al sound dei già citati Derozer, per finire alla titletrack Dritto Al Cuore, brano che ammicca leggermente verso sonorità punk hardcore. I quattro pistoiesi dimostrano anche di non disdegnare momenti leggermente più melodici, come nei casi di Paolino Va A Dublino o Solamente Tu.

Come già più o meno anticipato poc’anzi, Dritto Al Cuore non è certo un disco che resterà negli annali, ma siamo certi che, chi ama il classico punk rock made in Italy possa tranquillamente apprezzare questo lavoro. Lavoro che però difetta nella lunghezza, un po’ troppo poche diciannove tracce per il genere proposto. A noi non resta altro che dare il benvenuto agli Angry Punx, li terremo d’occhio e, al momento, ci sentiamo di consigliarli agli amanti del genere.

Autore: Angry Punx Titolo Album: Dritto Al Cuore
Anno: 2014 Casa Discografica: Indie Box
Genere musicale: Punk Voto: 6
Tipo: CD Sito web: https://www.facebook.com/pages/AngryPunx/171717499661247
Membri band:

Nico “Pecci” – voce, chitarra

Manuel – chitarra

Max “Scum Max” – basso

Riccardo “Ricca” – batteria

Tracklist:

  1. Pensavo Fosse Amore Invece Era Un Tegame

  2. Il Punk

  3. Ex Carcerato

  4. Paolino Va A Dublino

  5. Story Of My Girl

  6. Vivo Nel Ghetto

  7. Let’s Rock

  8. King Lion

  9. Love Punx

  10. Dritto Al Cuore

  11. Notte Alcolica

  12. Amore Scusa

  13. Etichette False

  14. Nessuno Ti Raggiungerà

  15. Noia Mortale

  16. Rock ‘n’ Roll Punk

  17. Conclusione

  18. Cielo Nero

  19. Solamente Tu

Category : Recensioni
Tags : Punk
0 Comm
07th Gen2015

Screeching Weasel – How To Make Enemies And Irritate People

by Piero Di Battista

Screeching Weasel - How To Make Enemies And Irritate PeopleSiamo nel 2005 e ci troviamo di fronte ad un’altra uscita per quanto riguarda il progetto targato Asian Man Records sulle riedizioni di alcuni dei dischi degli Screeching Weasel. Per il mese di giugno di quell’anno l’album riedito fu How To Make Enemies And Irritate People, uscito precedentemente nel 1994 per l’etichetta Lookout! Records. Come già ci avevano abituati, per la registrazione di questo disco all’interno della band di Chicago, ci furono dei cambiamenti di formazione, infatti per questo lavoro al basso c’è la presenza di Mike Dirnt, ovvero il bassista dei Green Day. Il disco comunque fa come sempre risaltare l’anima e il sound degli Screeching Weasel: liriche al limite del demenziale, sound veloce tipico punk rock anni 80, rispetto ai dischi precedenti manca quel pizzico di melodia in più che poteva davvero rendere quest’album più sciolto e un po’ più orecchiabile, ma nonostante tutto gli Screeching Weasel restano una grande band e dato che hanno partorito tanti dischi è logico aspettarsi qualche lavoro non proprio all’altezza delle aspettative.

Tra i pezzi da segnalare in questo disco potremo citare la traccia d’apertura Planet Of The Apes, Time Bomb (da non confondere con il più noto brano dei Rancid) e Nobody Likes You, brani che, come da caratteristica della band, hanno una durata media di due minuti o poco più. Come detto prima, non tutte le ciambelle escono col buco e dunque anche se questo disco non è all’altezza di My Brain Hurts resta un disco “normale”, né ottimo ma nemmeno scarso, ciò non toglie che gli Screeching Weasel erano e rimangono una delle più importanti band del panorama punk rock made in U.S.A..

Autore: Screeching Weasel

Titolo Album: How To Make Enemies And Irritate People

Anno: 1994 (ristampato nel 2005) Casa Discografica: Lookout! Records/Asian Man Records
Genere musicale: Punk Voto: 6
Tipo: CD Sito web: http://www.screechingweasel.com
Membri band:

Ben Weasel – voce, chitarra

John Jughead – chitarra

Dan Vapid – chitarra

Mike Dirnt – basso

Dan Panic – batteria

 

Tracklist:

  1. Planet Of The Apes
  2. 99
  3. I Hate Your Guts On Sunday
  4. Jonny Are You Queer?
  5. Time Bomb
  6. Burnout Girl
  7. If I Was You
  8. Nobody Likes You
  9. Degenerate
  10. Surf Goddess
  11. Kathy Isn’t Right
  12. Kathy’s On The Roof
  13. I Wrote Holden Caulfield
Category : Recensioni
Tags : Punk
0 Comm
24th Dic2014

Audio Karate – Lady Melody

by Piero Di Battista

Audio Karate - Lady MelodySiamo nel 2004, anno di Lady Melody, secondo album per gli Audio Karate, band californiana ma con chiare origini messicane; lavoro che, come il precedente Space Camp uscito 2 anni prima, esce sempre per la Kung Fu Records di Joe Escalante dei Vandals. Il quartetto segue la scia del loro primo lavoro, proponendo generalmente un pop punk però tendente all’emo, quindi non mancano nel loro repertorio melodia, riff a tratti graffianti che spesso si trasformano in assoli ed a volte un pizzico di velocità. Questo disco, in uscita i primi giorni di giugno del 2004, è stato prodotto dal batterista dei Descendents Bill Stevenson, un biglietto da visita per niente male, ed è composto da undici canzoni. L’album parte all’insegna dell’emo-core, infatti le prime due tracce ne sono il fulgido esempio, mentre con la terza canzone Hey Maria il quartetto californiano dimostra anche di cavarsela discretamente con gli strumenti realizzando un pezzo più lento rispetto agli altri ma sempre contornato da riff abbastanza pesanti, assoli e cantato del vocalist Art lodevole.

Gli Audio Karate riescono a spaziare tra diversi generi sempre inerenti al punk, infatti la canzone seguente Ms. Foreign Friendly è un classico pezzo pop punk, stessa cosa si può dire per i quattro brani seguenti, dove si va dal già detto pop punk all’hardcore melodico sempre passando però dall’emo-core, che sembra rimanere il loro territorio musicale preferito. Molto bella, forse la migliore dell’album Aim To Please, dove Art si concede anche qualche urlo, la batteria sembra più picchiata e le chitarre quasi assordanti fanno da ciliegina sulla torta. Il disco si chiude con la altrettanto molto bella Who Brings A Knife To A Gun Fight, che sembra voler proprio riassumere tutto questo lavoro dei quattro, infatti in questo pezzo è da apprezzare come la band proponga generi diversi in poco tempo.

In conclusione si può dire che gli Audio Karate parevano destinati a ricoprire un ruolo abbastanza importante sia per l’etichetta Kung Fu Records, ma soprattutto nel panorama punk rock californiano e, cosa molto importante, questa band proponeva un sound proprio, fatto da apprezzare in considerazione delle numerose band che tentano di imitare mostri sacri del genere.

Autore: Audio Karate Titolo Album: Lady Melody
Anno: 2004 Casa Discografica: Kung Fu Records
Genere musicale: Punk Voto: 6,5
Tipo: CD Sito web: http://www.facebook.com/themethadones
Membri band:

Art Barrios – voce, chitarra

Jason Camacho – chitarra

Justo Gonzalez – basso

Gabe Camacho – batteria

Tracklist:

  1. Jesus Is Alive And Well (And Living In Mexico)

  2. Party At The Lexington Queen

  3. Hey Maria

  4. Ms. Foreign Friendly

  5. A Whole Lotta Weight

  6. Catch And Release

  7. Gipsyqueen

  8. Lady Melody

  9. Aim To Please

  10. Get Want You Deserve Inc.

  11. Who Brings A Knife To A Gun Fight

Category : Recensioni
Tags : Punk
0 Comm
17th Dic2014

The Methadones – Not Economically Viable

by Piero Di Battista

The Methadones - Not Economically ViableSiamo nel 2004, anno di pubblicazione del terzo disco per i The Methadones, band nata nel 1993 formata da elementi del calibro di Dan Schafer, che nelle sue precedenti band Riverdales e Screeching Weasel si faceva chiamare Danny Vapid, e da Mike Byrne, ex-Vindictives. Nonostante la loro nascita sia avvenuta poco più di dieci anni fa, i The Methadones realizzano il primo album ben otto anni dopo il cui titolo era Ill At Ease, seguito da Career Objective datato 2003. Quindi rieccoli tornare soltanto un anno dopo con Not Economically Viable, disco edito da Thick Records, nel quale i quattro componenti della band propongono un punk rock allo stato puro, senza accenni né di pop punk né di emo; classico punk rock veloce, coinvolgente che naturalmente ricorda il sound delle band citate prima. Questo disco è composto da dodici brani, nei quali tutto risulta perfettamente curato, dai testi sempre diretti, al sound sempre aggressivo e al tempo stesso coinvolgente: si parte con Bored Of Television e si prosegue con pezzi che si lasciano ascoltare senza intoppi, da Mess We Made a Sorry To Keep You Waiting.

La difficoltà per chi ascolta sta solo nel fatto di stabilire, anche se non è una cosa necessaria, quale sia la miglior canzone. Qua la scelta può ricadere sulla settima traccia, Turning Inside Out, nella quale si possono captare gli elementi che compongono un brano punk rock modello. Nel brano Hit A Nerve il chitarrista Mike Byrne dimostra le sue capacità alla chitarra, cimentandosi in qualche piccolo assolo, bisogna dire però che i The Methadones non disdegnano affatto le sonorità melodiche, che comunque si possono ascoltare in quasi tutte le canzoni, soprattutto nei due brani di chiusura Suddenly Cool e Straight Up Pop Song, dove appunto risultano forse più ascoltabili e in un certo senso leggere.

Dunque questo dei quattro è un bel disco, uno dei migliori dell’anno 2004. Per tutta la durata dell’album chi ascolta può benissimo capire cosa significa realizzare un buon punk rock, come detto prima Dan Schafer lo aveva già dimostrato nelle sue collaborazioni con i Screeching Weasel, una delle migliori punk rock band della storia e continuava a farlo anche con i The Methadones avvalendosi dell’aiuto di elementi indubbiamente all’altezza della situazione.

Autore: The Methadones Titolo Album: Not Economically Viable
Anno: 2004 Casa Discografica: Thick Records
Genere musicale: Punk Voto: 7
Tipo: CD Sito web: http://www.facebook.com/themethadones
Membri band:

Dan Schafer – voce e chitarra

Mike Byrne – chitarra

Pete Mittler – basso

Mime Soucy – batteria

Tracklist:

  1. Bored Of Television

  2. Mess We Made

  3. Sorry To Keep You Waiting

  4. What Went Wrong

  5. Annie

  6. Million Miles

  7. Turning Inside Out

  8. Less Than Zero

  9. Hit A Nerve

  10. Transistor Radio

  11. Suddenly Cool

  12. Straight Up Pop Song

Category : Recensioni
Tags : Punk
0 Comm
Pagine:«12345678...16»
« Pagina precedente — Pagina successiva »
  • Cerca in RockGarage

  • Rockgarage Card

  • Calendario Eventi
  • Le novità

    • Novaffair – Aut Aut
    • Depulsor – Walking Amongst The Undead
    • Giuseppe Calini – Polvere, Strada E Rock’n’roll
    • Bull Brigade – Il Fuoco Non Si È Spento
    • Mandragora Scream – Nothing But The Best
  • I Classici

    • Royal Hunt – Moving Target
    • Angra – Omni
    • Black Sabbath – 13
    • Saxon – Inspirations
    • Whitesnake – Forevermore
  • Login

    • Accedi
  • Argomenti

    Album del passato Alternative Metal Alternative Rock Avant-garde Black metal Cantautorale Crossover Death metal Doom Electro Rock Folk Garage Glam Gothic Grunge Hardcore Hard N' Heavy Hard Rock Heavy Metal Indie Rock Industrial KISS Libri Metalcore Motorpsycho Motörhead New Wave Nu metal Nuove uscite Podcast Post-metal Post-punk Post-rock Power metal Progressive Psichedelia Punk Punk Rock Radio Rock Rock'N'Roll Rock Blues Stoner Thrash metal Uriah Heep
Theme by Towfiq I.
Login

Lost your password?

Reset Password

Log in