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07th Gen2021

Amos & The Ruers – Dritto Dentro

by Marcello Zinno
Tornano con un nuovo EP gli Amor & The Ruers e una line-up di tre elementi. Dritto Dentro è il nuovo lavoro, di nuovo registrato in presa diretta e il sapore live infatti si percepisce subito, al primo ascolto. Il loro habitat infatti è proprio quello, il palco, magari del Summer Jamboree o di festival analoghi, in cui si mescolano rock’n’roll, punk’n’roll e rockabilly, con scarpette Vans, bretelle, maglie a righe spesse e tutti gli elementi che richiamo quel mondo. Eppure questa band mette da parte i suoni più classici e gli strumenti vintage (come il contrabbasso) e decide di abbracciare un sound elettrico, comunque fortemente rock(‘n’roll). Brani come Baby Demon (In The Silver Pants) spingono sul rock e, con tempi ben accelerati possono convincere pubblici differenti, addirittura con Fakes Stay Away ci si tuffa nel punk rock più grezzo; ma anche Betty Betty ci convince, il suo riff ci ricorda alcune prime produzioni dei Kiss.

Ma con questo Dritto Dentro la band dimostra che la sua scrittura può inglobare elementi più variabili: Meglio La Croce è un pezzo più intenso, sentito, con maggiore pathos che si distacca dall’animo stradaiolo e grezzo della restante loro discografia (compreso il loro primo EP Subito Troppo Oltre) e punta ad una strada più audace, se vogliamo più dal sapore The Clash. Una band che si muove agiatamente nel losco ambiente rock’n’roll emergente italiano ma che meriterebbe uno spazio maggiore su quei palchi che si vantano di dare spazio a rock band meritevoli. Una curiosità: se potete aspettare fino a febbraio 2021 potrete acquistare in versione fisica i loro due EP.

Autore: Amos & The Ruers Titolo Album: Dritto Dentro
Anno: 2020 Casa Discografica: Autoproduzione
Genere musicale: Rock’N’Roll, Rockabilly Voto: s.v.
Tipo: Digitale Sito web: https://www.facebook.com/amosandtheruers
Membri band:
Amos Villa – voce, chitarra, maracas
Enzo Lana – basso
Gabriele “Ga” Squillace – batteria

Special guest:
Irene Viboras – voce in Fakes Stay Away
Ivan Rigamonti – organo in Sortilegio
Tracklist:
1. Sortilegio
2. Baby Demon (In The Silver Pants)
3. Betty Betty
4. Meglio La Croce
5. Fakes Stay Away
6. Paradiso Fantasma
Category : Recensioni
Tags : Nuove uscite, Rock'N'Roll
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30th Dic2020

Mad Dogs – We Are Ready To Testify

by Raffaele Astore
Non so se i Mad Dogs abbiano deciso di realizzare questo loro terzo lavoro a seguito della pandemia o meno, fatto sta che una sferzata di rock’n’roll nella produzione discografica di questo interminabile periodo ci voleva proprio. Qui, ragazzi, c’è rock’n’roll allo stato puro, genuino come quello di una volta, a conferma che i quattro musicisti marchigiani hanno nelle mani quella capacità di saper fare musica a tutto tondo, meglio ancora a 360 gradi. E questi gradi sono l’apice della temperatura che facilmente si raggiunge ascoltando i dieci brani di questo semplicemente favoloso We Are Ready To Testify che, se pur nelle mie intenzioni meriterebbe come valutazione un bel 10 non lo assegno per il semplice fatto che non lo hanno dato mai nemmeno al sottoscritto quando si andava a scuola e nelle orecchie avevamo il rock’n’roll dei Rolling Stones, angeli maledetti. Ma il disco di questi cani pazzi, Mad Dogs appunto, mi è entrato così facilmente nel sangue che vi invito ad ascoltarlo se avete bisogno di una bella scarica di adrenalina. Adrenalina che arriva sin dal primo brano, Leave Your Mark On What You Do, che pur richiamando un certo hard rock, grazie al ritmo martellante di chitarra e batteria che sono le protagoniste, è più votato a quel rock’n’roll che in questo disco la fa letteralmente da padrone. Continuando poi l’ascolto ci si accorge che proprio quel brano di apertura appena sentito detta l’impostazione a tutta la produzione qui presente nata in questo anno pandemico.

Ma è proprio grazie a dischi di questo genere che abbiamo la fortuna di dire che in fondo le restrizioni a cui siam sottoposti non sono poi così pesanti perché grazie a questa musica possiamo viaggiare in altre dimensioni. Il fatto poi che We Are Ready To Testify sia una vera e propria fusion che comprende quella via di mezzo di garage rock compreso tra MC5 e Stooges messi insieme nel frullatore la dice lunga sulla forza che questi ragazzi hanno nel tirare fuori quell’insieme di suoni che dal loro esordio con Niente E’ Come Sembra del 2015 fino ad oggi, hanno coniato. Comunque sia in questo nuovo disco la band marchigiana è davvero un concentrato di energia rock, un condensato che si trasforma passando da scatenati momenti elettrici a dolci passeggiate ma anche a piacevoli ritmiche e, sempre e comunque nel segno di quell’elettrico che spinge ad amare davvero questo disco. Oh ragazzi, che ci crediate o no qui abbiamo sentito davvero quei suoni rock che mancavano da un po’ di tempo e che viaggiano a cavallo tra passato, presente e futuro perché, se il rock ha un’anima, i Mad Dogs lo hanno capito. Basta ascoltare un brano a caso del disco per capirlo. A noi è capitato ad esempio con What Do You Say? Che ne dite? Appunto!

Autore: Mad Dogs Titolo Album: We Are Ready To Testify
Anno: 2020 Casa Discografica: Go Down Records
Genere musicale: Garage, Rock’N’roll Voto: 9
Tipo: cd Sito: https://www.godownrecords.com/mad-dogs
Membri band:
Marco Cipolletti – voce, chitarra
Luca Zenobi – chitarra
Simone Mosciatti – basso
Giacomo Zepponi – batteria, voce
Tracklist:
1. Leave Your Mark On What You Do
2. No Regrets
3. Not Waiting
4. Take The Time
5. What Do You Say?
6. Hard Fight
7. Ben’s Legacy
8. I Believe In R’n’R
9. We Are Ready To Testify
10. Postcard From Nowhere
Category : Recensioni
Tags : Rock'N'Roll
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14th Lug2020

The Roozalepres – The Roozalepres

by Marco Pisano
Album omonimo di debutto per la band toscana The Roozalepres, all’insegna di un punk’n’roll denso, sostanzioso, energico e che sprizza vitalità da tutti i pori. Riff di chitarra affilati, taglienti e veloci, molto in stile Ramones e punk anni 70, accompagnati da una sezione ritmica altrettanto affilata e aggressiva, e che insieme crea un muro sonoro compatto e coinvolgente, che ti fa battere il piede a tempo da inizio a fine canzone e che ti fa venire voglia di utilizzare la prima cosa che ti capita a tiro ed usarla a mo’ di bacchetta. Un sound spontaneo, immediato, anche volutamente un po’ grezzo nella produzione e nel missaggio, che punta a coinvolgere e a far divertire. Un punk rock molto sincero, schietto e diretto, che va dritto al sodo senza badare allo stile e all’etichetta, con alcune inflessioni surf rock anni 60 che rendono il tutto ancor più divertente e movimentato.

Un album che si ascolta molto volentieri dalla prima all’ultima traccia, tutto d’un fiato e senza nemmeno una pausa per respirare, in perfetto stile punk. Complimenti quindi ai The Roozalepres per il loro album d’esordio, ci avete fatto divertire un sacco!

Autore: The Roozalepres Titolo Album: The Roozalepres
Anno: 2020 Casa Discografica: Go Down Records
Genere musicale: Punk Rock, Rock’N’Roll Voto: 7
Tipo: CD Sito web: www.facebook.com/roozalepres
Membri band:
Decomposed Sam – voce, chitarra
Frah – basso
Gaggia – batteria
Toty – chitarra
Tracklist:
1. Rough’n’Roll Rooze ‘Em All
2. Come And Go
3. Whose Fault It Is?
4. Anti-You
5. Down Below
6. Alien Television Show
7. Black Magic Killer
8. Frankenstein Hearth
9. Riding Cosmos
10. Mean Mean World
11. Coffin Nails
12. Tiger Fangs
Category : Recensioni
Tags : Rock'N'Roll
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01st Mag2020

Danzig – Danzig Sings Elvis

by Massimo Volpi
Che Danzig sia appassionato di Elvis e di quell’epoca in generale (visto anche che il nome Misfits è legato a Marilyn Monroe) non è certo un mistero; così come non lo era l’arrivo di questo disco dedicato al Re del Rock’n’Roll, annunciato tempo fa e rimasto a lungo in lievitazione. Non è una novità nemmeno il suo coverizzare Elvis, lo aveva fatto un po’ sempre, durante la sua carriera, né il suo essere etichettato come Evil Elvis anche per quella sua voce, spesso simile a quella di Elvis, si dice; ma ora è arrivato: Danzig Sings Elvis. Quattordici canzoni selezionate, suonate, cantate, prodotte da Danzig. Qualche famosissima ma in generale scelte ricercate, cercando di evitare con cura le hit troppo inflazionate (ad eccezione forse di Fever e Always On My Mind). Rigoroso però fare una riflessione: un album di cover non è mai qualcosa di eccezionale, un album di cover dello stesso artista (un tributo) lo è ancora meno, un album di cover dello stesso artista, quando questo artista è Elvis, è quasi sempre un’idea pessima. Pessima se si pensa al paragone che inevitabilmente nascerà, ma non è questo il caso. Danzig è prima di tutto un estimatore di Elvis, da sempre. Questo album è un omaggio e allo stesso tempo un qualcosa che probabilmente Danzig si sentiva di dover fare, da sempre.

I brani sono molto scarni, con accompagnamento minimale, pochissime, quasi nessuna, le variazioni rispetto agli originali; la voce tenuta vagamente vintage. Immaginate di trovarvi a fine serata in un pub sperduto nella campagna del centro America, sul palco un impersonator di Elvis, convinto quanto improbabile, vestito di tutto punto, con un filo di sbronza malinconica. Ecco. Ma tutto questo non è un commento negativo, anzi. Danzig riesce a dare un senso a qualcosa di improbabile (un album di cover dello stesso artista, quando questo artista è Elvis) senza nemmeno scomodarsi mettendoci del proprio. Magari, per questo motivo proprio, nemmeno piacerà ai suoi fan; difficilmente piacerà ai puristi di Elvis. Ma un album che, in qualche modo, potrebbe regalare ascolti interessanti; un album che può variare in funzione dell’umore dell’ascoltatore, proprio come quella scena di fine serata nel pub, descritta poco sopra. Un lavoro crudo, onesto, di completa devozione verso il Re.

Autore: Danzig Titolo Album: Danzig Sings Elvis
Anno: 2020 Casa Discografica: Cleopatra, Evilive
Genere musicale: Rock’N’Roll Voto: 6,5
Tipo: CD Sito web: http://www.danzig-verotik.com/
Membri band:
Glenn Danzig – voce, chitarra
Johnny Kelly – batteria, percussioni
Steve Zing – basso, voce
Tommy Victor – chitarra
Tracklist:
1. Is It So Strange
2. One Night
3. Lonely Blue Boy
4. First In Line
5. Baby Let’s Play House
6. Love Me
7. Pocket Full Of Rainbows
8. Fever
9. When It Rains It Really Pours
10. Always On My Mind
11. Loving Arms
12. Like A Baby
13. Girl Of My Best Friend
14. Young And Beautiful
Category : Recensioni
Tags : Rock'N'Roll
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09th Mar2020

Licantropy – Extrabiliante

by Gabriele Rusty Rustichelli
Molto particolare questo disco che mi trovo tra le mani. 10 brani collegati tra loro da un filo conduttore, un disco che parla di lincantropia attraverso un genere garage molto particolare. Musicalmente i ragazzi hanno stile, nulla di rivoluzionario ma fatto con stile e attitudine. Un disco divertente e ben suonato. Batterie prettamente rock’n’roll, suonate con groove e gusto. Chitarre garage suonate con la giusta intenzione che accompagnano un cantato perfettamente contestualizzato nel genere. Gli organi e i synth aiutano ad immergersi definitivamente nel genere colorando il tutto con un po’ di psichedelia che fa da collante. Davvero un viaggio interessante, di certo nulla che faccia pensare ad una band italiana. Nella presentazione viene citato “La band compone brani distanti dai cliché e dalle strutture, preferendo derive musicali destabilizzanti, inaspettate, che narrano ironiche e bizzarre avventure di uomini-lupo in preda ad una sindrome indomabile, evocata dai suoni grezzi e dall’attitudine punk” e trovo questa definizione perfetta per descrivere il progetto e il disco Extrabiliante.

Il disco suona bene, ben prodotto e ben curato. Non vi aspettate una produzione stile rock alternative americano. Stiamo parlando di garage rock con attitudine punk…e tutto suona coerente. Anche la copertina è molto rappresentativa del progetto. Bravi! Davvero un disco interessante, fuori dai canoni e in controtendenza.

Autore: Licantropy Titolo Album: Extrabiliante
Anno: 2020 Casa Discografica: Go Down Records
Genere musicale: Garage, Rock’N’Roll Voto: 7,5
Tipo: CD Sito web: www.facebook.com/licantropyband
Membri band:
Tommaso Tom Wolf Mantelli – chitarra, voce
LucaLuke Sky Walker Ramon – batteria, percussioni, voce
Alberto Royal Albert Wolf De Lazzari – organo, synth voce
Tracklist:
1. Hispanic Wolf
2. Big Bad Affair
3. Pale Moonlight
4. My Fat Long Tail
5. Extrabiliante
6. I Wolf The Line
7. Another Wolf Game
8. The Revenge Of The Wise Wolf
9. Bite Me Wolf
10. Coyote?
Category : News
Tags : Rock'N'Roll
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06th Dic2019

Boogie Spiders – Inner Gold

by Marcello Zinno
Arrivano dalla periferia di Milano e sono una rock’n’roll band rodata i Boogie Spiders. Vicini ormai al decennio di attività, questo power trio si presenta come una rock’n’roll band e lo è in tutto e per tutto. Spirito, attitudine, ritmica, sudore…tutto è compresso nei loro 4 album e anche nel nuovo, potente, Inner Gold. Pochi effetti alla sei corde, se non tanta distorsione e approccio ruvido, uno stile semplice e spudoratamente live quello della band: ascoltandoli in cuffia ci si gode solo a metà, perché l’energia sprigionata dal combo obbliga a stare dinanzi ad un palco. Brani da 2 minuti secchi che arrivano come schiaffi e che fanno ballare…impossibile restare immobili dinanzi alla loro musica. Inner Gold si apre con un brano di rock’n’roll blues, poggiato su una pentatonica che, massiccia, arriva all’ascoltatore e che rende questa traccia predestinata come una importante componente delle setlist dal vivo. La componente blues/boogie è ben presente, non è solo il moniker a richiamarlo: Watch Your Step (con delle liriche che sembrano cantate da uno Strummer impazzito) è l’ennesimo marchio di fabbrica della band e che caratterizza la loro proposta. Buoni anche i cori di Never Too Old, un pezzo dal titolo immancabile in un album di questo genere, cori che anche qui lo rendono un buon momento live per coinvolgere il pubblico; influenze in stile Rolling Stones invece arrivano con Summertime mentre influenze punk sono presenti qui e lì (Goodboy su tutte).

Brani pregni di Rock’n’roll in cui anche Silvia Zanin si diletta (bene!) a ricoprire le vesti di “singer alcolico” dando ancora più animo rock ai pezzi (The King Of Kings); un momento più pacato è invece Lose Control, un buon esercizio di stile che conferma il fatto che il trio si muove anche all’interno di schemi lontani dalla ritmica veloce, ottimo pezzo per spezzare il fiato e far riprendere gli spettatori; in questa direzione arrivano i fiati (?!) in Nothing To Say, davvero molto apprezzati! Certo il territorio del rock’n’roll è molto battuto dalla scena emergente ed è davvero difficile emergere con una proposta originale, il trio in questione ci prova anche se non crea davvero qualcosa di innovativo. Con Inner Gold quindi i Boogie Spiders continuano nel loro percorso fatto di rock’n’roll puro con piccole affascinanti fuoriuscite e fermarli sarebbe un oltraggio alla musica suonata con attitudine. Bravi!

Autore: Boogie Spiders Titolo Album: Inner Gold
Anno: 2019 Casa Discografica: Duff Records
Genere musicale: Rock’N’Roll Voto: 7
Tipo: CD Sito web: https://www.facebook.com/boogiespiders/
Membri band:
Fabio Federico Gallarati – voce, chitarra
Silvia Zanin – basso, voce
Stefano Mornata – batteria
Tracklist:
1. Better Call Boogie Spiders
2. Love Song
3. Watch Your Step
4. The King Of Kings
5. Get It On
6. Never Too Old
7. Lost Control
8. Nothing To Say
9. Summertime
10. Goodboy
11. Without Love
12. Dog On A Leash
13. 20 Spiders In Love
Category : Recensioni
Tags : Rock'N'Roll
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17th Nov2019

Aldo – Dentro Un’Orbita

by Marcello Zinno
Giovani e ruspanti gli Aldo arrivano al primo full-lenght dopo un EP autoprodotto. Dentro Un’Orbita, questo il titolo, presenta una band davvero originale che si barcamena egregiamente tra punk rock, alternative rock e funky. Quante band vi vengono in mente citando questi generi tutti insieme? Vero, perché di certo gli Aldo non inventano nulla, ma portano freschezza e attitudine come poche altre realtà che abbiamo ascoltato in questi ultimi tempi. Tutti gli strumenti si collocano alla perfezione nelle tracce, ciascuno con il proprio spazio, il proprio ruolo e a colorare il tutto c’è la voce di Elisa che attinge dal rap/spoken word prendendone gli schemi ma trasformandoli in idee e forme da inserire in brani sicuramente rock. La chitarra è un altro emblema del loro stile, sia negli assoli che nei riff è asciutta, molto rock’n’roll (La Gabbia): al contrario di tante altre band che puntano su effetti e suoni iperprodotti, qui arriva proprio l’essenza della sei corde. Il funky di Tonino è adrenalina in sede live, il reggae di Tutto Gravità è suadente e dimostra l’ampio spettro musicale su cui si muovono questi ragazzi, davvero lodevole. E se non siete ancora convinti ascoltate I Won’t Wait e rendetevi conto che stiamo parlando di una band “solo” al primo full-lenght!

I chorus sono belli e si fanno ascoltare con piacere, peccato solo che la band finisca per ripeterli un po’ troppe volte soprattutto nei primi brani, segno che Dentro Un’Orbita è stato concepito per essere suonato in sede live e fare presa sul pubblico; questa è l’unica critica che ci sentiamo di fare a questo quintetto davvero interessante e che tra l’altro, tramite il proprio profilo bandcamp, offre la possibilità tramite un’apposita sezione di acquistare bootleg e stream dei pezzi. Una band assolutamente meritevole, ci vediamo sotto il palco.

Autore: Aldo Titolo Album: Dentro Un’Orbita
Anno: 2019 Casa Discografica: Scatti Vorticosi
Genere musicale: Rock’N’Roll, Punk Rock, Alternative Rock Voto: 7
Tipo: CD Sito web: https://www.facebook.com/aldoconspiracy
Membri band:
Elisa – voce
Luca – chitarra
Stefano – tastiere, cori
Cristiano – basso
Matteo – batteria
Tracklist:
1. Afa
2. Tonino
3. 40%Vol.
4. La Gabbia
5. Tutto Gravita
6. Traccia9
7. I Won’t Wait
Category : Recensioni
Tags : Rock'N'Roll
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21st Giu2019

The Jackets – Queen Of The Pill

by Marcello Zinno
Arrivano dalla vicina Svizzera ma quello i The Jackets ci hanno da sempre sottolineato con il loro sound è l’epoca a cui si ispirano. Anni 70 come se fossero accaduti l’altro ieri, in suoni, schitarrate, echi vocali e sound complessivo, con una produzione non laccatissima e un basso che ti entra dentro. Ma il loro punto di forza, soprattutto in sede live, è la ritmica incalzante tanto da trasformare il loro rock’n’roll in qualcosa di ballabile, una proposta adatta a chi è alla ricerca delle due “d”: divertimento e distorsioni. Suoni fuzz ci rimandano a quell’epoca, una base di psichedelia diviene un’impronta indelebile nel sound del power trio, in alcuni tratti ci vengono in mente i Blue Öyster Cult a cui però sono state somministrate dosi di speed o se volete dei Velvet Underground dei nostri tempi; Don’t Leave Me Alone è un vero viaggio nel tempo, probabilmente la traccia più tosta del lotto, in cui le corde fuzz padroneggiano il tutto e un finale che ci fa comparire dinanzi Jim Morrison e tutta la sua verve. Gararge, garage punk e rock’n’roll si mescolano senza soluzione di continuità in un ballo infinito che trova la sua giusta collocazione proprio dal vivo, in un club rock dalle luci psichedeliche per colori ma impazzite per velocità e intensità. Perché luci psichedeliche?! Provate ad ascoltare Floating Alice e sarete catapultati in una trama onirica piena di sostanze stupefacenti ed effetti psicotropi che mostrano un altro lato dell’irruenza targata The Jackets.

Un altro momento muscoloso è la titletrack che picchia duro e abbraccia il rock potente, capace di incendiare il palco. Chitarre al vetriolo in Deeper Way, un pezzo che ci ricorda i Kiss dei primi album e i loro concerti dinamitardi dal vivo, rock’n’roll come se non ci fosse un domani. Quindi Queen Of The Pill, quarto album dei The Jackets, è super consigliato per chi ama questi suoni, le distorsioni e il divertimento dal vivo. E se preferite è disponibile anche in versione vinile, con incluso il CD e un poster della band.

Autore: The Jackets Titolo Album: Queen Of The Pill
Anno: 2019 Casa Discografica: Voodoo Rhythm Records
Genere musicale: Garage Punk, Rock’N’Roll Voto: 6,75
Tipo: CD Sito web: http://www.thejackets.ch
Membri band:
Jackie Brutsche (aka Jack Torera) – voce, chitarra
Chris Rosales – batteria, voce
Samuel Schmidiger – basso, voce
Tracklist:
1. Dreamer
2. What About You
3. Steam Queen
4. Move On
5. Don’t Leave Me Alone
6. Queen Of The Pill
7. Floating Alice
8. Losers Lullaby
9. Deeper Way
10. Be Myself
Category : Recensioni
Tags : Rock'N'Roll
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25th Apr2019

Jim Jones And The Righteous Mind – CollectiV

by Giuseppe Celano
Jim Jones ha visto più volte l’inferno, un posto che lui chiama casa. Oggi è tornato per raccontarcelo dai palchi di mezzo mondo e lo fa nel modo in cui gli riesce meglio, attraverso un selvaggio rock’n’roll a tinte punk spinto da un blues laido e malato. Insieme ai The Righteous Mind, Jim produce CollectiV alimentato da un propellente incendiario fatto di chitarre ruggenti, pianoforte martellante e sezione ritmica indiavolata. Lo avevamo visto neanche due mesi fa, per un fugace ritorno di fiamma con gli Hypnotics e ora eccolo di nuovo dietro al microfono a urlare e divincolarsi come un moderno Little Richards. Dentro questo nuovo lavoro ci infila un alto tasso alcolemico, gemiti lascivi, whiskey e atmosfere quasi arabeggianti (O Genie). Il tutto è impreziosito dalla presenza dei due vecchi compagni Ray “Sonic” Hanson (chitarra) e il batterista Phil Smith (periodo Thee Hypnotics) più altri ospiti come Paul Ronney-Angel, il chitarrista Little Barrie, la soul singer Sister Cookie e la cantante lirica Vesna Petresin.

È Sex Robot a dar fuoco alle polveri, seguita a ruota da un blues marziale che farebbe muovere il culo anche a un morto attraverso l’hammering del pianoforte, il sax impazzito e una voce che sembra presa in prestito dal buon Tom Waits (Satan Got His Heart On You). A quota otto emerge una ballad notturna e ferina, dalle atmosfere decisamente più black‘n’soul e gospel blues, costantemente sporcate dalla psichedelia. Lo stile e l’approccio rimangono quelli di sempre, solido rock’n’roll mutuato da MC5 e Stooges. Il garage rock di Attack Of The Killer Brainz entra in sfida aperta con la luciferina ballad Meth Church, mentre l’iper distorta I Found A Love (Wilson Pickett) se la vede con la l’oscura Dark Secrets, capace di richiamare alla mente Nick Cave e adatta come o.s.t. per un film di Quentin Tarantino. Chiude l’abrasiva Shazam, rhythm’n’blues ruvido nel primo segmento e morbido come velluto sul finale.

Un disco a fuoco, efficace nella produzione, e forte di un altrettanto ispirato Jones che non delude affatto le aspettative (Out Align).

Autore: Jim Jones And The Righteous Mind Titolo Album: CollectiV
Anno: 2019 Casa Discografica: Masonic Records
Genere musicale: Rock’N’Roll, Garage Rock Voto: 7,5
Tipo: CD Sito web: http://www.righteousmind.co.uk/
Membri band:
Jim Jones – voce, chitarra
Gavin Jay – basso
Ray Sonic Hanson – chitarra
Matt Millership – chitarra
Phil Smith – batteria
Tracklist:
1. Sex Robot
2. Satan Got His Heart Set On You
3. O Genie
4. Attack Of The Killer Brainz
5. Meth Church
6. Dark Secrets
7. I Found A Love
8. Out Align
9. Going There Anyway
10. Shazam

Category : Recensioni
Tags : Rock'N'Roll
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02nd Mar2019

Johnny DalBasso – Cannonball

by Marcello Zinno
Veloce come un proiettile, anzi come un colpo di cannone, arriva Johnny DalBasso che ci aveva già abituati al tuo stile punk/rockabilly del precedente IX di cui avevamo parlato a questa pagina. E l’idea del suo stile ci sembra sempre più chiara: uno psychobilly che attinge per musica dal punk ma che sembra, probabilmente in questo Cannonball ancora di più, ispirato al cantato cantautorale, facendo, ad esempio, comparire un Bennato nel pieno di acidi nella titletrack. Batteria e chitarra mettono in luce anche in questo album l’adrenalina esuberante che Johnny regala, un sound che dal vivo non può che regalare energia pura anche se noi apprezziamo i testi, ispirati stavolta al mondo delle relazioni e dell’amore, e il cantato che punta i riflettori per fortuna su uno stile personale, perché è chiaro che lui non vuole scimmiottare proprio nessuno. Proprio a proposito di testi consigliamo l’ascolto di Storia D’amore Pt. 2, che è molto più punk di una traccia con tre accordie quelli di Adesso Qui, un brano che fa mangiare la polvere alle finte e buoniste ballad scritte da centinaia di musicisti contemporanei. Eppure anche in questo album compare il pezzo ritmicamente più calibrato e meno accelerato (come era capitato in IX per Ramon): è Sufrimiento che si avvicina più al metal che non al punk e crea uno stacco piacevole nella veloce proposta musicale, precedendo addirittura un brano con sola voce e percussioni (La Scala).

Genuino e diretto, caratteristiche che crediamo dovrebbero essere insite in proposte rock attuali, perché è proprio ciò di cui il rock di oggi ha bisogno. E dicevamo punk delle origini, anche nelle scelte, come nell’artwork che prende spunto da un’opera d’arte rigorosamente modificata per dare concretezza al titolo dell’album, ma anche nel booklet in cui spicca l’assenza di testi e il look di Johnny in barba ai Ramones. Una assoluta conferma per uno dei migliori artefici del rock’n’roll moderno con testi in italiano.

Autore: Johnny DalBasso Titolo Album: Cannonball
Anno: 2019 Casa Discografica: Goodfellas, Valchiria Records
Genere musicale: Psychobilly, Rockabilly, Punk Voto: 7
Tipo: CD Sito web: http://www.johnnydalbasso.com
Membri band:
Johnny DalBasso – chitarra, voce, percussioni
Gianluca Tilly Terrinoni – batteria
Tracklist:
1. It’s Over
2. Cannonball
3. Furore
4. San Francesca
5. Sufrimiento
6. La Scala
7. Micidiale
8. Niente Di Male
9. Lascia A Casa Tuo Marito
10. Storia D’amore Pt. 2
11. Adesso Qui
Category : Recensioni
Tags : Rock'N'Roll
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