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13th Feb2022

Funeral For Two – II

by Marcello Zinno
Arrivano dalla fredda Finlandia ed escono con questo secondo EP dal titolo II, composto da due tracce che durano 20 minuti. I Funeral For Two ricordano le prime band stoner che muovevano i primi passi nel nostro Paese, dove una chitarra sudicia produceva riff come colate di cemento, all’interno di un suono underground (un termine che non si usa più da anni) e delle linee vocali che restavano volutamente in secondo piano. A questo i FFT aggiungono la lentezza della sezione ritmica, tanto che il loro genere si fonde con il doom e si avvicina alle proposte dei capisaldi di quella scena. Corroborante e allo stesso tempo lisergico, II è un EP che va consumato con la fame dello stoner ma senza quei pattern sparati a raffica tipici di band stoner’n’roll, anzi prendendosi tutto il tempo, non a caso i due brani sono come due suite perché mutano nel loro corso e si allungano come animali oscuri dell’oceano. In La Muerte compare anche una certa melodia, ma le note sono estremamente basse e un habitat cavernicolo ci appare dinanzi a noi. Una buona interpretazione per vedere lo stoner da un punto di vista diverso.

Autore: Funeral For TwoTitolo Album: II
Anno: 2021Casa Discografica: Inverse Records
Genere musicale: Stoner, DoomVoto: s.v.
Tipo: EPSito web: www.facebook.com/Funeralfortwo
Membri band:
Mikke Sillanpää – voce, chitarra
Jetro Santaharju – basso
Pete Rukkila – batteria
Tracklist:
1. The Curse Of Lord
2. La Muerte
Category : Recensioni
Tags : Nuove uscite, Stoner
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02nd Gen2022

Circus Punk – Fuori Tutto

by Marcello Zinno
Un nuovo duo project si presenta nella scena rock e lo fa con un EP autoprodotto. Roboante, distorto, groovy…meglio ancora rock’n’roll! Un vagito ma allo stesso tempo un’esplosione: questo Fuori Tutto non intende optare per mezze misure (“sapessi quanto è bello rotolarsi nella merda e dire questo è il posto giusto”) e con un sound più che graffiante, una ritmica accelerata, dei testi che mettono ben in chiaro l’intenzione di andare in controtendenza, il duo crea dei presupposti per dei live davvero interessanti. Chili di watt, riff e urla, chitarre talvolta fuzz, talaltra stoner innalzano un muro invalicabile ma che ondeggia grazie a degli ampli settati al massimo. Non poteva mancare una (pseudo) ballad, Signor Dottore, quasi hendrixiana nella parte iniziale ma che poi esplode nel ritornello per spettinare.

Un ottimo biglietto da visita per una rock band che offre un assaggio delle sue potenzialità e che ha tutti gli elementi giusti per creare un grosso seguito nella scena rock moderna.

Autore: Circus PunkTitolo Album: Fuori Tutto
Anno: 2022Casa Discografica: Autoproduzione
Genere musicale: Stoner, RockVoto: s.v.
Tipo: EPSito web: https://www.facebook.com/circuspunkband
Membri band:
Arianna Muttoni – voce, chitarra
Antonio Squillante – batteria
Tracklist:
1. Febbre
2. Il Posto Giusto
3. Salutami I Tuoi
4. Signor Dottore
5. Messico
Category : Recensioni
Tags : Nuove uscite, Stoner
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03rd Nov2021

Super Fat Ginger Cat – MAW

by Marcello Zinno
I super gatti di casa a Bologna escono con il vero e proprio album d’esordio dal semplice titolo MAW. Dimenticate i riferimenti ai felini, perché il power trio mette in scena un post-rock incastonato all’interno di massicce dosi stoner e derive psichedeliche. Ma non devono fuorviare i riferimenti che abbiamo voluto dare a questa band, perché la potenza esplode fin dalla seconda traccia, Another Stoned Sunday, dalla sei corde robusta che fa il pari con delle linee vocali, quelle di Caterina, pulite e che danno l’impressione di provenire da una distanza maggiore (scelta produttiva) rispetto all’irruenza sonora; è tutta qui l’essenza stilistica dei Super Fat Ginger Cat, con anche una sezione ritmica monstre che sa come picchiare duro. Brani tendenzialmente lunghi che vogliono fortemente creare degli spazi, abbandonare il concetto di “strofa-ritornello-strofa” e voler giocare anche con dei passaggi strumentali che cambiano rotta; non a caso le parti cantate, decisamente più morbide rispetto ai passaggi ipercalorici, non fungono da elemento melodico ma appaiono semplicemente come un’altra personalità musicale del combo. Se infatti si tenta di assaporare tutti i vari cambi di Efferalgun, brano completamente strumentale, ci si immagina dinanzi ad una jam più che ad un brano con la sua partitura.

La musica diventa poesia in Eta Carinae dove l’essere suadenti si alterna con la rabbia, in un gioco in cui ci si sente attratti, indipendentemente da quale profilo emotivo si preferisca. Gli amanti delle sonorità stoner e psych troveranno nei Super Fat Ginger Cat una proposta originale, per certi versi spinosa e difficile da avvicinare in alcuni brani, ma coraggiosa, audace. Ma nel complesso anche tutti gli altri rocker dovrebbero ascoltare MAW perché troveranno pane per i loro denti.

Autore: Super Fat Ginger CatTitolo Album: MAW
Anno: 2021Casa Discografica: Grandine Records
Genere musicale: Stoner PsychVoto: 7
Tipo: CDSito web: www.facebook.com/superfatgingercat
Membri band:
Caterina Celano – voce, chitarra
Andrea Iacobucci – basso
Marco Priori – batteria
Tracklist:
1. Uncle A
2. Another Stoned Sunday
3. Planet Fish
4. Efferalgun
5. Strangers
6. Eta Carinae
7. While True
Category : Recensioni
Tags : Stoner
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13th Set2021

Bennett – II

by Marco Pisano
Dall’incontro di alcuni musicisti di Chambers e Disquited By, nascono i Bennett, band che trae il suo nome da un personaggio del film Commando con Arnold Schwarzenegger; un cattivo atipico, strampalato, che alla fine, fa quasi tenerezza da quanto fa ridere. L’album II, registrato presso il Red Room Studio di Pisa e mixato da Jonathan Nunez (Torche) al Sound Artillery Studio di Miami, vanta un sound compatto e monolitico, in perfetto stile stoner, con velate aperture a suggestioni psichedeliche e con rimandi al doom metal nei riff di chitarra. Caratteristica interessante dei brani è l’orecchiabilità delle melodie, che spicca nonostante il cantato molto aggressivo e urlato. La produzione è di buona qualità e riesce a non snaturare lo spirito aggressivo e selvaggio del sound dei Bennett, al contrario riesce ad esaltarne a pieno le caratteristiche e le peculiarità. Nel complesso un album ben prodotto e ben riuscito, davvero godibile e fluido, che accontenterà anche i palati più esigenti.

Autore: Bennett Titolo Album: II
Anno: 2021 Casa Discografica: To Lose La Track
Genere musicale: Stoner Voto: 7
Tipo: CD Sito web: https://www.facebook.com/pigliaBENNETT
Membri band:
n.d.
Tracklist:
1. Distant
2. The Season
3. Go Get F. Montemurlo
4. All Right
5. Red H (V) Elm (V) Et
6. Hurricane
7. Deny
8. Hug (Hes) Me
Category : Recensioni
Tags : Stoner
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23rd Giu2021

Stone Mammoth – Stone Mammoth

by Cristian Danzo
La musica, a volte, è davvero bizzarra. Tralasciando ciò che è prassi oramai incontrovertibile, e cioè quelle band talmente seminali ed avanti rispetto alla loro epoca che diventano di culto e poi fondamentali, penso che davanti ad un caso come quello dei finlandesi Stone Mammoth sia la prima volta che ci troviamo a scrivere. Un album registrato nel 2014 che esce nel 2021, riscoperto e buttato sul mercato per motivazioni che non sono le seguenti, e cioè bruttezza, avanguardia o genere poco appetibile commercialmente, ha sinceramente del bizzarro. Comunque, Stone Mammoth vede esordire, almeno nei mercati, questo combo finlandese che fa dello stoner duro e puro e del doom ammorbidito la sua bandiera. Per fortuna i tipi della Inverse Records hanno messo una pezza facendo sì che il tutto non andasse perduto ed aguzzando le orecchie. Per chi scrive, la cui professione ufficiale è gestire archivi storici multimediali, sarebbe curioso sapere come il tutto sia accaduto. Per chi legge, invece, sarà più piacevole sentire parlare dell’album, anche giustamente.

Si apre con due pezzi che sono pesanti come i piedi di un Mammuth(appunto), Mammoth Rising e Lock’n’Load per poi virare in esperimenti sabbathiani di cui Planet Mammoth è un’interessante commistione con lo swing. Se tralasciamo la pronuncia del cantante su cui ci sarebbe moltissimo da lavorare ed è davvero palese per tutto il corso del platter, i musicisti mostrano una buona preparazione ai loro strumenti e danno prova di compattezza granitica. Il tutto sa maledettamente di vintage e non è assolutamente un male, vista anche la storia particolare che questo debut ha vissuto. Certo è che i pezzi lenti e cadenzati la fanno da padrone in maniera squilibrata rispetto alle compagne più energiche ed esplosive, lasciando un po’ di amaro in bocca mano a mano che passano le tracce.

Alla fine il tutto però risulta reggere molto bene.

Nulla di originale ma nemmeno nulla di banale o da buttare via. Stone Mammoth è registrato interamente in presa diretta eccezion fatta per le voci.

Autore: Stone Mammoth Titolo Album: Stone Mammoth
Anno: 2021 Casa Discografica: Inverse Records
Genere musicale: Stoner, Doom Voto: 6,75
Tipo: CD Sito web: https://www.facebook.com/StoneMammoth
Membri Band:
Jesse Etelämäki – voce
Timo Vuorela – chitarra
Jani Paananen – chitarra
Juha Jaskari – basso
Temu Alho –  batteria
Tracklist:
1. Mammoth Rising
2. Lock’n’Load
3. Greatest Lover
4. Planet Mammoth
5. Runaway
6. Blind Eye Looking
7. Paralyzed Time
8. Dying Hope
9. Black & Green
Category : Recensioni
Tags : Stoner
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20th Mag2021

Twang – Il Tempo Dell’Inverso

by Raffaele Astore
Dieci tracce fondamentalmente riconducibili a stoner e psych rock, e la cosa bella è che qui si canta in lingua italica per una accurata conformazione del tutto, e tutto ciò grazie anche a quel provenire dalla terra piemontese che ha sempre sfornato band giovanili spesso diventate grandi. È così che si presentano sul mercato i Twang che escono con questo loro Il Tempo Dell’Inverso piacevole disco di un quintetto che propone oltre a musica di qualità, anche un bell’impegno nel sociale, portatoci direttamente dai testi che parlano delle dinamiche del potere, così come delle manipolazioni necessarie al controllo sia personale che generale. Dal primo all’ultimo brano di questo disco le influenze sono tra le più disparate, con un sound davvero piacevole che guarda ad un’indie rock variegato. Però, diteci voi, quale disco bene o male non è influenzato da generi diversi e soprattutto quale disco non lo è all’inizio di una “carriera” che già auguriamo ricca di soddisfazioni. Certo che partire in questo periodo non è semplice, ma il fatto che comunque si voglia tentare “la strada” fa bene alle band, fa bene alla musica, fa bene a noi consumatori, insomma, fa bene e basta.

E poi i Twang avevano già alle spalle un EP autoprodotto dal titolo Nulla Si Può Controllare e, quindi, si può davvero dire che il tempo ha portato loro quella consapevole maturazione che ora, anche se il momento è difficile, ci si può comunque buttare nella mischia. E dobbiamo dire che con l’uscita de Il Tempo Dell’Inverso i Twang mettono in mostra tutta la loro capacità di fare dell’ottima musica, un viaggio di note che gira tra pure rock’n’roll e quelle influenze rock più diversificate e, rapaci. Basti pensare ad esempio ad un pezzo come Violento che mette su tutto la voglia di fare rock. Ed avviene ad esempio anche con il successivo Colpevole che in apertura ha tutta l’aria di un brano rollingstoniano ma in realtà, poi, il sound è tutto dei torinesi. Un disco che di brano in brano viaggia su influenze stoner e psichedeliche della prima ora, quasi a voler rimarcare il fatto che quella musica, così lontana per tanti, continua sempre ad influenzare nel bene e nel male le giovani generazioni di musicisti. Già, ma qui per fortuna è tutto un bene e dimenticavamo di dire che la semplicità e la spontaneità musicale qui la vince su tutti i fronti. Avanti così ragazzi!

Autore: Twang Titolo Album:  Il Tempo Dell’Inverso
Anno: 2021 Casa Discografica: Avio Music Records
Genere musicale: Stoner, Psichedelia, Rock Voto: 7
Tipo: CD Sito web:  https://www.twangofficial.com/wt/
Membri band:
Bartolomeo Audisio – chitarra, flauto, voce
Simone Bevacqua – voce, chitarra, percussioni, synth
Luca Di Nunno – batteria, voce, chitarra
Moreno Bevacqua – basso, voce
Federico Mao – chitarra, voce, lap steel
Tracklist:
1. Il Branco
2. Frau Blucher
3. Il Tempo Dell’Inverso
4. Violento
5. Colpevole
6. Attacco
7. Caverna
8. Il Gioco
9. Esilio
10. Il Pirata
Category : Recensioni
Tags : Stoner
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30th Mar2021

Hawery – Feast Of Vultures

by Marcello Zinno
Arrivano dalla Germania e sono aridi quasi come se provenissero da un deserto americano. Il loro è un esordio anche se già targato Karma Conspiracy Records, un primo album all’insegna dello stoner e che poggia tutto sulle due chitarre grezze e appiccicose: la pulizia dei suoni è volutamente tenuta lontano (se non per la batteria) per dare quel senso di colla che chitarre molto distorte offrono, tipica di un certo modo di leggere lo stoner. Al tempo stesso ci sono ritmi veloci (come in Four Walls) che fanno in modo di configurare l’offerta dei Nostri come una musica predisposta per le occasioni live. Noi infatti li immaginiamo proprio così, di fronte al palco con gli amplificatori pronti a spettinarci e il nostro collo che acquista muscoli su muscoli; muscoli che aumentano anche nelle note della band la quale con la titletrack sembra lambire territori heavy metal. Ebbene se ci soffermiamo sull’appeal live sicuramente ipotizziamo che gli Hawery siano capaci di proporre un’esibizione incandescente, dal punto di vista invece dell’originalità Feast Of Vultures non ci offre grandi speranze. Lo stoner è tutto lì, nella sua potenza e nei suoi riff portanti, ma non vi sono elementi innovativi degni di essere menzionati.

Qualcosa si percepisce con Solitude le cui coordinate cambiano e la band sembra sperimentare dei territori nuovi fatti di rock psichedelico e post-rock, un pezzo strumentale che funge da pausa collocata al centro della tracklist ma che rappresenta solo un passaggio. Va però detto che con le ultime due tracce si inizia ad intravedere qualcosa di diverso: City Of Stone è un tentativo di accedere dalla porta sul retro del mondo del punk metal, quella accanto all’immondizia, con il suo vago retrogusto alla Turbonegro ed un finale che è una sorpresa; infine arriva On The Run che invece sembra riprendere alcune melodie anni 80 e sottoporle ad una colata lavica di 1000 gradi centigradi in modo che possa essere pronta per il mercato statunitense. Supponiamo che le ultime tracce siano anche le ultime ad essere state scritte, elemento questo che suggerirebbe un’evoluzione stilistica prossima a venire, magari già dal prossimo album. Sicuramente gli Hawery sono una realtà da provare dal vivo, appena ce ne sarà l’occasione.

Autore: Hawery Titolo Album: Feast Of Vultures
Anno: 2020 Casa Discografica: Karma Conspiracy Records
Genere musicale: Stoner Voto: 6,5
Tipo: CD Sito web: https://www.facebook.com/HaweryBand
Membri band:
Daniel – voce
Lars – chitarra
Christoph – chitarra
Benjamin – basso
Thomas – batteria
Tracklist:
1. Moonstruck
2. Dark Woods
3. Four Walls
4. Eternal Sleep
5. Solitude
6. Feast Of Vultures
7. Shadow
8. City Of Stone
9. On The Run
Category : Recensioni
Tags : Stoner
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08th Mar2021

El Rojo – El Diablo Rojo

by Gabriele Rusty Rustichelli
Stoner? Desert rock? I nostri El Rojo sanno perfettamente di cosa stanno parlando e cosa stanno suonando! Presentano il loro El Diablo Rojo, un album con 8 brani perfettamente impregnati di un sound granitico e potente. Suona davvero “credibile” e internazionale. Il concept dell’album è davvero interessante, la descrizione di un uomo che racconta il suo “sud”, la sua desertificazione e la sua appartenenza ad una generazione defraudata dei sui diritti, del lavoro e dei sogni che spesso vengono ostacolati o spezzati dalla realtà in cui si vive. In questo disco c’è davvero la polvere, c’è davvero il sudore della band e tutto questo lo rende maledettamente vero e autentico. Bassi distorti e marci, chitarre con fuzz quasi onnipresente, batteria potente e dritta e voce profonda. Potrei descrivervi pezzo per pezzo l’album ma sarebbe forse un modo per darvi un’infarinata generale, qui c’è da immergersi in prima persona in questo progetto. Se amate il genere dovete farlo. Se da un lato quando si parla di stoner e desert vengono in mente i QOTSA io qui sento anche un po’ di Godsmack (vecchio stile) e qualche pizzico di grunge.

Il tutto suona dolcemente malato e descrive perfettamente lo status dei testi e, come descritto dalla loro presentazione, “la rabbia e l’impotenza di far fronte a cambiamenti epocali e difficilmente reversibili”…non potevano scegliere miglior colonna sonora (sfiorando a volte il doom) per un tema così cupo. Davvero una bella scoperta, un piacere aver ascoltato e recensito questo progetto, sperando che finito questo periodo si possano vedere live dei progetti validi come i El Rojo. Bravi!

Autore: El Rojo Titolo Album: El Diablo Rojo
Anno: 2020 Casa Discografica: Karma Conspiracy Records
Genere musicale: Stoner, Desert Rock Voto: 8
Tipo: CD Sito web: https://www.facebook.com/El.Rojo.Stoner.Rock
Membri band:
Evo Borruso – voce
Fabrizio Miceli – chitarra
Fabrizio Vuerre – chitarra
Antonio Rimolo – batteria
Pasquale Carapella – basso
Tracklist:
1. South
2. El Camino
3. The Wanderer
4. Colors
5. Ascension
6. When I Slow Down
7. Cactus Bloom
8. Dragonfly
Category : Recensioni
Tags : Stoner
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21st Feb2021

Calamari For Lunch – Calamari For Lunch

by Massimo Volpi
Sulla copertina dell’album omonimo dei Calamari For Lunch ci sono tutti i colori. Tutti. Immagini psichedeliche di un caleidoscopio, un rosone di una chiesa, una cartina tornasole, una coda di pavone allucinogena, tutto mischiato insieme. E così è l’intero album della band toscana. Pieno di pietre colorate, più o meno preziose, che al ruotare del disco si mescolano dando vita a canzoni con una linea precisa ma che, di volta in volta, offrono e regalano sfumature diverse. Dieci tracce di stoner psichedelico con atmosfere che potrebbero trovare spazio in film di Tarantino e Rodriguez. Si parte con In The Lounge, primo singolo, che bene rappresenta queste sonorità; soprattutto nel reprise e nell’ipnotica ripetitiva di musica e voce, che raggiungono l’obiettivo. L’album segue la sua strada non senza disdegnare passeggiate qua e là in campi più o meno limitrofi, come grunge (Shock Joker) e suoni orientali, senza mai uscire dall’acidità dei ’60, con inserti lisergici e dilatati a farla da padrone. Sono molte le parti strumentali, di rilassamento e di meditazione; la voce è usata con parsimonia e bene, Arabian Sand forse è il pezzo dove questo buon dosaggio è più evidente. Ma sono forse i brani come Mesmerize che più funzionano, forse perché più vicini a qualcosa di meno sperimentale, quindi già ascoltato, più radiofonico per intenderci, pur mantenendo una buona parte di soli di chitarra e viaggi psichedelici.

Voce che si fa sempre più interessante, in stile Alex Turner, in Alien Brain Soup, un pezzone blues con punte di acido e un retrogusto malinconico-vintage. Chiudono l’album Chocolate e Ink, strumentale ballad perfetta per la fine di un viaggio, quando si cominciano a riordinare i ricordi ancora freschi per poterli salvare per sempre nella memoria, a disposizione per affrontare i momenti più grigi, che comunque ci sono, nella vita come anche in un album così colorato.

Autore: Calamari For Lunch Titolo Album: Calamari For Lunch
Anno: 2020 Casa Discografica: (R)esisto
Genere musicale: Stoner, Rock Psichedelico Voto: 7
Tipo: CD Sito web: www.facebook.com/calamariforlunch
Membri band:
Gian Luca Gambardella (Frisco) – basso
Roberto Barlettai (King) – chitarra
Antonio Lepore (Nico) – voce, chitarra
Luca Pesare (Ronnie) – batteria
Alessandro Celandroni (Ink) – chitarra
Tracklist:
1. In The Lounge
2. Shock Jocker
3. Another Day On Earth
4. Arabian Sand
5. Mesmerize
6. Alien Brain Soup
7. Veg & Lips
8. Loser
9. Chocolate
10. Ink
Category : Recensioni
Tags : Stoner
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13th Feb2021

Il Vile – Orso

by Marcello Zinno
Ritornano sulle scene Il Vile, quartetto che esplode con irruenza con il suo rock diretto e potente. Lo presentano come stoner, il che rende molto bene l’idea del sound che vi ritroverete ad assaporare ascoltando brani del loro passato ma anche le 4 tracce di questo nuovo EP. Ma il loro stoner non è solo incentrato su quell’irruenza tipica di molte band colleghe che puntano su ritmica e riff e si pongono come obiettivo quello di stendere l’ascoltatore. Proprio il brano Orso, titletrack dell’EP e brano che ispira l’artwork di questo lavoro, è un pezzo che non manca di possedere (e trasmettere) una certa emotività, data anche dal crescendo esplosivo che la strofa imprime conducendo al ritornello, sensazione tipica (e proposta diverse volte) del grunge che fu. Ma non manca, lo stesso brano, di mostrare i muscoli perché è proprio il rock l‘habitat naturale della band e sul finale lo dimostra tutto. Infatti il rock decido de Il Vile esce fuori proprio con Avvoltoio, un brano che è un ottimo pezzo di heavy rock, pronto a mordere, ma che sa svilupparsi lungo delle trame particolari, se vogliamo raffinate (si ascolti la lunga parte strumentale).

Con l’ultima traccia la band approda, per certi versi, al metal e piazza una marcia metallica che sicuramente farà proseliti dal vivo. Il Vile sono assolutamente da tener d’occhio, con questo EP riescono a fare la voce alta nella scena heavy rock italiana.

Autore: Il Vile Titolo Album: Orso
Anno: 2021 Casa Discografica: B District Music
Genere musicale: Stoner Voto: s.v.
Tipo: EP Sito web: https://www.facebook.com/ilvilerockband
Membri band:
Enrico “Maio” Maiorca – voce, chitarra
Alessandro “Cuie” Cutrano – chitarra
Paolo “P” Castelletta – basso, voce
Nathan “Blitz” Leoni – batteria
Tracklist:
1. Solo Gli Amanti
2. Orso
3. Avvoltoio
4. La Foresta Degli Illucidi
Category : News
Tags : Stoner
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